Crisi di coppia
Buona sera,
sono un ragazzo 30 anni, la mia ex compagnia pochi di più.
Dopo 5 anni e quasi 3 anni di convivenza ci siamo allontanati.
C'è stato un allontanamento, dopo un mese un riavvicinamento forte e poi nuovamente un allontanamento con rottura definitiva un mese fa.
Non voglio dilungarmi troppo nelle dinamiche, mi piacerebbe condividere alcune situazioni ce ci hanno portato a questo.
Sin dal primo anno di frequentazione avevo notato che lei avesse dei conti in sospeso con se stessa, forte insicurezza, mancanza di responsabilità, difficoltà nell'affrontare situazioni comuni al mondo dei grandi, a volte conflitto con me per motivi difficilmente comprensibili, spesso reazioni differenti a fronte di atteggiamenti identici svolti da me o da persone terze. Io personalmente oltre a cogliere che non si amasse realmente, consideravo alcuni atteggiamenti riconducibili al rapporto con il padre nell'infanzia e al suo ex fidanzato dove ha vissuto situazioni poco carine.
Nel dicembre scorso, son riuscito a farle capire come fosse fondamentale per lei e conseguentemente per noi intraprendere un percorso che la potesse aiutare a capire se stessa e superare certi suoi conflitti interiori.
Non ci sono state azioni concrete da parte sua, come detto ha iniziato a cercare leggerezza, pensare a se stessa, evitare il problema e cercare di stare bene senza probabilmente aver chiara la direzione.
Da un mesetto, dopo avermi detto che si è rotto qualcosa e non prova più gli stessi sentimenti, ha iniziato un percorso con una psicoterapeuta.
Triste per la prima notizia e felice per la seconda, rimango deluso del fatto che dopo tanto tempo, decida di affrontare questo percorso senza di me, senza il mio aiuto. Proprio quando inizio a vedere una reazione concreta per risolvere certe problematiche, la perdo.
Lei pare stia affrontando un periodo di confusione, non sta bene con se stessa, dice di vedermi comunque la persona della sua vita, di dispiacerle di non aver affrontato certe cose prima conoscermi, che se potesse esprimere un desiderio vorrebbe tornare a provare certe cose per me, ma di fatto non è così e siamo lontanissimi.
Faccio fatica a decidere se starle comunque "vicino", essere fiducioso in quello che possiamo essere, confidente che tutte quelle situazioni viste in questi anni siano corrette e invece lasciarla andare, farle fare il suo percorso, cercare di voltare pagina e cercare di smetterla di soffrire mettendoci un punto.
Ho pensato di andare a parlare con la psicologa da cui è in cura per capire qualcosa in più, per cercare di avere elementi che lei non è in grado di darmi e per decidere cosa fare. Sempre che sia concessa questa cosa.
Per come sono fatto io, lavoro spesso su quanto provo e sul come affrontare i miei problemi, faccio fatica a capire realmente lo stato in cui si trova pur comprendendo i motivi che l'hanno portata ad esserci.
Io sono un ragazzo da bianco o nero, ma è possibile che stare male con se stessi inibisca le emozioni?
sono un ragazzo 30 anni, la mia ex compagnia pochi di più.
Dopo 5 anni e quasi 3 anni di convivenza ci siamo allontanati.
C'è stato un allontanamento, dopo un mese un riavvicinamento forte e poi nuovamente un allontanamento con rottura definitiva un mese fa.
Non voglio dilungarmi troppo nelle dinamiche, mi piacerebbe condividere alcune situazioni ce ci hanno portato a questo.
Sin dal primo anno di frequentazione avevo notato che lei avesse dei conti in sospeso con se stessa, forte insicurezza, mancanza di responsabilità, difficoltà nell'affrontare situazioni comuni al mondo dei grandi, a volte conflitto con me per motivi difficilmente comprensibili, spesso reazioni differenti a fronte di atteggiamenti identici svolti da me o da persone terze. Io personalmente oltre a cogliere che non si amasse realmente, consideravo alcuni atteggiamenti riconducibili al rapporto con il padre nell'infanzia e al suo ex fidanzato dove ha vissuto situazioni poco carine.
Nel dicembre scorso, son riuscito a farle capire come fosse fondamentale per lei e conseguentemente per noi intraprendere un percorso che la potesse aiutare a capire se stessa e superare certi suoi conflitti interiori.
Non ci sono state azioni concrete da parte sua, come detto ha iniziato a cercare leggerezza, pensare a se stessa, evitare il problema e cercare di stare bene senza probabilmente aver chiara la direzione.
Da un mesetto, dopo avermi detto che si è rotto qualcosa e non prova più gli stessi sentimenti, ha iniziato un percorso con una psicoterapeuta.
Triste per la prima notizia e felice per la seconda, rimango deluso del fatto che dopo tanto tempo, decida di affrontare questo percorso senza di me, senza il mio aiuto. Proprio quando inizio a vedere una reazione concreta per risolvere certe problematiche, la perdo.
Lei pare stia affrontando un periodo di confusione, non sta bene con se stessa, dice di vedermi comunque la persona della sua vita, di dispiacerle di non aver affrontato certe cose prima conoscermi, che se potesse esprimere un desiderio vorrebbe tornare a provare certe cose per me, ma di fatto non è così e siamo lontanissimi.
Faccio fatica a decidere se starle comunque "vicino", essere fiducioso in quello che possiamo essere, confidente che tutte quelle situazioni viste in questi anni siano corrette e invece lasciarla andare, farle fare il suo percorso, cercare di voltare pagina e cercare di smetterla di soffrire mettendoci un punto.
Ho pensato di andare a parlare con la psicologa da cui è in cura per capire qualcosa in più, per cercare di avere elementi che lei non è in grado di darmi e per decidere cosa fare. Sempre che sia concessa questa cosa.
Per come sono fatto io, lavoro spesso su quanto provo e sul come affrontare i miei problemi, faccio fatica a capire realmente lo stato in cui si trova pur comprendendo i motivi che l'hanno portata ad esserci.
Io sono un ragazzo da bianco o nero, ma è possibile che stare male con se stessi inibisca le emozioni?
[#1]
Buona sera,
attraverso le sue parole riesce a trasmettere il suo stato d'animo, che evoca in me un sentire complesso. Trovo che la sua narrazione comunichi qualità differenti di un vissuto molto profondo, un dolore legato allo strappo di un legame per lei importante.
Ci tengo in questa sede a condividere con lei due aspetti in particolare, che ho pensato a seguito della lettura del suo racconto.
Un aspetto riguarda una delusione cocente, quando riceve una comunicazione che mai avrebbe voluto. La sua ex le dice che si è rotto qualcosa e, soltanto ora, fa ciò che lei avrebbe tanto sperato, come occasione per mettersi in gioco e crescere come coppia. Si rivolge a una psicoterapeuta individualmente.
Questa decisione può ferire intimamente, tanto più perché lei rileva una leggerezza precedente, come se avesse sentito nella sue ex una certa superficialità, mi corregga pure se mi sbaglio, un senso di distanza rispetto alla cura della vostra preziosa relazione.
Preso da questi miei pensieri, è nato in me un interrogativo: non so se si sia chiesto come sia stato possibile tutto questo, come se magari non riconoscesse più quella ragazza con la quale è stato fidanzato 5 anni e ha convissuto 3 anni, fiducioso del vostro comune sentimento?
Il secondo aspetto, che mi è parso rintracciabile nelle sue parole, riguarda un dubbio. Sembra mancare chiarezza, non so se condivide il mio pensiero, e questo può gettarla in una dimensione di incertezza anche grande e di sospensione. La sua ex le dice che lei è tutto, eppure qualcosa si è rotto, e lei la sente lontanissima. Che fare allora, restare o mettere un punto?
Forse per questo motivo lei vorrebbe parlare con la sua psicoterapeuta. Ha bisogno di sapere. Forse tiene talmente tanto a questo legame che sarebbe disponibile ad aspettare. Ma se così non fosse, se la sua ex sapesse dentro di sé di non sentire il coinvolgimento necessario e non desiderasse un legame, troverebbe giusto accettare il dolore di questa terribile perdita e, piano piano, andare.
In tal senso, sento una coerenza con la sua domanda finale: è possibile che la sua ex non provi emozioni per lei perché c'è una qualche inibizione? Oppure non prova emozioni per lei perché è disinteressata? Non so se questa mia lettura sia corretta, sarebbe una domanda di enorme valore, molto complessa.
Accanto a questi miei pensieri, mi sento di lasciarle un'ultima suggestione, tenendo presente il limite di essere online. Mi sono chiesto se la sua capacità riflessiva e la sua preziosa attenzione rispetto al mondo delle emozioni non abbia potuto in qualche modo generare nella sua ex alcuni vissuti intensi, che possono averla messa in difficoltà. Forse la sua ex sapeva che lei aveva ragione, ma è possibile anche che abbia dovuto prendere le distanze da certe verità? Se poi lei è un "ragazzo da bianco o nero", potrebbe essere anche stato un po' severo a volte?
Prenda queste mie parole come suggestioni su cui potersi confrontare eventualmente. Non vi conosco e non posso sapere con la dovuta precisione quale sia la situazione. Voglio soltanto dire che, a volte, entrare in profondità, come forse lei riesce a fare e come forse a lei piace fare, è un'attitudine massimamente creativa. Averla, tuttavia, non è facile né scontato per tutti.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
attraverso le sue parole riesce a trasmettere il suo stato d'animo, che evoca in me un sentire complesso. Trovo che la sua narrazione comunichi qualità differenti di un vissuto molto profondo, un dolore legato allo strappo di un legame per lei importante.
Ci tengo in questa sede a condividere con lei due aspetti in particolare, che ho pensato a seguito della lettura del suo racconto.
Un aspetto riguarda una delusione cocente, quando riceve una comunicazione che mai avrebbe voluto. La sua ex le dice che si è rotto qualcosa e, soltanto ora, fa ciò che lei avrebbe tanto sperato, come occasione per mettersi in gioco e crescere come coppia. Si rivolge a una psicoterapeuta individualmente.
Questa decisione può ferire intimamente, tanto più perché lei rileva una leggerezza precedente, come se avesse sentito nella sue ex una certa superficialità, mi corregga pure se mi sbaglio, un senso di distanza rispetto alla cura della vostra preziosa relazione.
Preso da questi miei pensieri, è nato in me un interrogativo: non so se si sia chiesto come sia stato possibile tutto questo, come se magari non riconoscesse più quella ragazza con la quale è stato fidanzato 5 anni e ha convissuto 3 anni, fiducioso del vostro comune sentimento?
Il secondo aspetto, che mi è parso rintracciabile nelle sue parole, riguarda un dubbio. Sembra mancare chiarezza, non so se condivide il mio pensiero, e questo può gettarla in una dimensione di incertezza anche grande e di sospensione. La sua ex le dice che lei è tutto, eppure qualcosa si è rotto, e lei la sente lontanissima. Che fare allora, restare o mettere un punto?
Forse per questo motivo lei vorrebbe parlare con la sua psicoterapeuta. Ha bisogno di sapere. Forse tiene talmente tanto a questo legame che sarebbe disponibile ad aspettare. Ma se così non fosse, se la sua ex sapesse dentro di sé di non sentire il coinvolgimento necessario e non desiderasse un legame, troverebbe giusto accettare il dolore di questa terribile perdita e, piano piano, andare.
In tal senso, sento una coerenza con la sua domanda finale: è possibile che la sua ex non provi emozioni per lei perché c'è una qualche inibizione? Oppure non prova emozioni per lei perché è disinteressata? Non so se questa mia lettura sia corretta, sarebbe una domanda di enorme valore, molto complessa.
Accanto a questi miei pensieri, mi sento di lasciarle un'ultima suggestione, tenendo presente il limite di essere online. Mi sono chiesto se la sua capacità riflessiva e la sua preziosa attenzione rispetto al mondo delle emozioni non abbia potuto in qualche modo generare nella sua ex alcuni vissuti intensi, che possono averla messa in difficoltà. Forse la sua ex sapeva che lei aveva ragione, ma è possibile anche che abbia dovuto prendere le distanze da certe verità? Se poi lei è un "ragazzo da bianco o nero", potrebbe essere anche stato un po' severo a volte?
Prenda queste mie parole come suggestioni su cui potersi confrontare eventualmente. Non vi conosco e non posso sapere con la dovuta precisione quale sia la situazione. Voglio soltanto dire che, a volte, entrare in profondità, come forse lei riesce a fare e come forse a lei piace fare, è un'attitudine massimamente creativa. Averla, tuttavia, non è facile né scontato per tutti.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
[#2]
Utente
Buongiorno Dott. De Sanctis,innanzitutto grazie per la sua risposta.Mi fa molto piacere, essendo la prima volta che mi confronto online e con uno specialista, che la sua risposta sia avvenuta celermente e con tanta serietà.Effettivamente è così,ho vissuto una perdita importante in età adolescenziale,penso anche io che questo possa richiamare sentimenti/ferite del "passato",se questo intendeva.
Provo a seguirla sui punti:
Io credo di aver interpretato,più che leggerezza, difficoltà nell'affrontare direttamente le problematiche.I suoi genitori, per mal dimostrazione dei sentimenti,si son sempre sostituiti a lei nell'affrontare gli impegni anche nelle piccole cose.Questo probabilmente le ha generato insicurezza in ogni cosa che richiede una sua iniziativa.
Io considero tutto questo come una serie di scheletri del passato,volutamente e facilmente ignorati dalle grosse emozioni provate nei primi anni. Successivamente, parallelamente alla trasformazione/maturazione del sentimento e alla metamorfosi dello scheletro, potrebbero portare allo stato in cui ora lei si trova.Lei manifesta sentimenti di insofferenza con se stessa,dice di non vivere bene nella sua pelle,di non amarsi e soffre del fatto di non riuscire a ricambiare quanto riceve,generando sensi di colpa.
Continuando per punti, ritengo che attualmente lei non provi il sentimento necessario,oltre ad essere stato esplicitamente confermato da lei,l'ho avvertito nelle ultime volte che ci siamo visti.Sono però convinto del fatto che,questa evidente inibizione, non sia dipesa da noi, che ci siano importanti elementi che in realtà ci porterebbero a stare bene,che la risoluzione dei suoi conflitti potrebbe farci stare meglio e sarei curioso di scoprirlo, dopo tanto tempo di attesa.La difficoltà in tutto ciò è che non ci sono stati litigi,tradimenti,discussioni continue che potevano più facilmente giustificare il tutto.Rispondendo alla sua domanda; probabilmente sarebbe più facile per me sapere che lei sia innamorata di un altro,riuscirei a mettere da parte tutte le convinzioni constatate negli anni e comunque anche tutt'ora da certe frasi. Frasi che, io personalmente, non dovessi più provare certi emozioni non riuscirei mai a dire/pensare, tipo: se potessi esprimere un desiderio vorrei tornare a provare gli stessi sentimenti e vivere un futuro assieme.
Io sarei disposto ad aspettare se, anche senza coinvolgermi direttamente, ci tenesse ad avermi accanto. Invece mi sento legato dal fatto che, ho creduto per 5 anni che fosse necessario arrivare ad affrontare questi suoi malesseri e capisco perchè tutto ciò stia accadendo. Come è possibile che adesso io smetta debba smettere di comprendere? Solo perchè lei sostiene di non provare più certi sentimenti? Vedevo anche negli anni passati cose che lei non riusciva a vedere, perchè dovrei fidarmi di quel che vede oggi? Solo perchè è una cosa che mi fa soffrire? Sarebbe forse una "comodità"/debolezza da parte mia credere adesso che sappia realmente come lei si sente? Non credo di riuscire ad ingannare le mie convinzioni.
La mia domanda finale si riferiva al fatto che,non avendo mai provato esattamente il suo malessere ed essendo caratterialmente differente da lei sotto diversi aspetti,mi chiedevo se un malessere interiore possa portare ad anaffettività.
Sicuramente le mie attenzioni emotive mi portavano a indurla a farla riflettere, la accompagnavo ad avvicinarsi al suo malessere e quindi spesso sarò potuto essere anche accostato ad emozioni negative di riflesso. Questo è un aspetto che mi ha fatto mettere in discussione, pur facendo attenzione ai modi, ho pensato se fosse giusto che io la aiutassi ad affrontarli rischiando di essere affiancato "inconsciamente" ad emozioni negative. Quindi si,spesso presumo che lei prendesse le distanze da queste verità, anche se tutt'ora pare le stia capendo. La "severità" è capitata,ci son state occasioni dove ho provato a cambiare approccio,cercando di vedere se fosse possibile ottenere dei risultati migliori.
Son consapevole sia complesso e che probabilmente non c'è una cosa giusta assoluta. Però sapere dagli esperti, se certi malesseri possano davvero creare disinteresse, potrebbe essermi d'aiuto, spero.
...La ringrazio davvero per la sua attenzione.
Provo a seguirla sui punti:
Io credo di aver interpretato,più che leggerezza, difficoltà nell'affrontare direttamente le problematiche.I suoi genitori, per mal dimostrazione dei sentimenti,si son sempre sostituiti a lei nell'affrontare gli impegni anche nelle piccole cose.Questo probabilmente le ha generato insicurezza in ogni cosa che richiede una sua iniziativa.
Io considero tutto questo come una serie di scheletri del passato,volutamente e facilmente ignorati dalle grosse emozioni provate nei primi anni. Successivamente, parallelamente alla trasformazione/maturazione del sentimento e alla metamorfosi dello scheletro, potrebbero portare allo stato in cui ora lei si trova.Lei manifesta sentimenti di insofferenza con se stessa,dice di non vivere bene nella sua pelle,di non amarsi e soffre del fatto di non riuscire a ricambiare quanto riceve,generando sensi di colpa.
Continuando per punti, ritengo che attualmente lei non provi il sentimento necessario,oltre ad essere stato esplicitamente confermato da lei,l'ho avvertito nelle ultime volte che ci siamo visti.Sono però convinto del fatto che,questa evidente inibizione, non sia dipesa da noi, che ci siano importanti elementi che in realtà ci porterebbero a stare bene,che la risoluzione dei suoi conflitti potrebbe farci stare meglio e sarei curioso di scoprirlo, dopo tanto tempo di attesa.La difficoltà in tutto ciò è che non ci sono stati litigi,tradimenti,discussioni continue che potevano più facilmente giustificare il tutto.Rispondendo alla sua domanda; probabilmente sarebbe più facile per me sapere che lei sia innamorata di un altro,riuscirei a mettere da parte tutte le convinzioni constatate negli anni e comunque anche tutt'ora da certe frasi. Frasi che, io personalmente, non dovessi più provare certi emozioni non riuscirei mai a dire/pensare, tipo: se potessi esprimere un desiderio vorrei tornare a provare gli stessi sentimenti e vivere un futuro assieme.
Io sarei disposto ad aspettare se, anche senza coinvolgermi direttamente, ci tenesse ad avermi accanto. Invece mi sento legato dal fatto che, ho creduto per 5 anni che fosse necessario arrivare ad affrontare questi suoi malesseri e capisco perchè tutto ciò stia accadendo. Come è possibile che adesso io smetta debba smettere di comprendere? Solo perchè lei sostiene di non provare più certi sentimenti? Vedevo anche negli anni passati cose che lei non riusciva a vedere, perchè dovrei fidarmi di quel che vede oggi? Solo perchè è una cosa che mi fa soffrire? Sarebbe forse una "comodità"/debolezza da parte mia credere adesso che sappia realmente come lei si sente? Non credo di riuscire ad ingannare le mie convinzioni.
La mia domanda finale si riferiva al fatto che,non avendo mai provato esattamente il suo malessere ed essendo caratterialmente differente da lei sotto diversi aspetti,mi chiedevo se un malessere interiore possa portare ad anaffettività.
Sicuramente le mie attenzioni emotive mi portavano a indurla a farla riflettere, la accompagnavo ad avvicinarsi al suo malessere e quindi spesso sarò potuto essere anche accostato ad emozioni negative di riflesso. Questo è un aspetto che mi ha fatto mettere in discussione, pur facendo attenzione ai modi, ho pensato se fosse giusto che io la aiutassi ad affrontarli rischiando di essere affiancato "inconsciamente" ad emozioni negative. Quindi si,spesso presumo che lei prendesse le distanze da queste verità, anche se tutt'ora pare le stia capendo. La "severità" è capitata,ci son state occasioni dove ho provato a cambiare approccio,cercando di vedere se fosse possibile ottenere dei risultati migliori.
Son consapevole sia complesso e che probabilmente non c'è una cosa giusta assoluta. Però sapere dagli esperti, se certi malesseri possano davvero creare disinteresse, potrebbe essermi d'aiuto, spero.
...La ringrazio davvero per la sua attenzione.
[#3]
Leggendo le sue parole, ho ripensato alla sua idea di una consulenza di coppia. Voglio ritornare sul fatto che è stata una proposta importante e responsabile. Avrebbe consentito alla sua ex di guardarsi dentro, ma insieme a lei. Comprendo bene la forte amarezza della sua delusione.
Avrebbe avuto anche lei l'occasione di guardarsi dentro. In proposito, posso chiederle come avrebbe sentito questa possibilità? Di parlare anche di se stesso, per capire eventualmente se ci siano stati dei suoi vissuti personali, insieme a quelli della sua ex, che magari hanno potuto incidere sull'andamento della vostra storia?
Le pongo questa domanda, anche leggendo le ultime riflessioni del suo racconto. Mi sono chiesto se la sua ex possa essersi sentita giudicata o messa un po' sotto torchio, non so se questo potrebbe essersi costituito come elemento di negatività, come lei dice. Accanto alle vostre dinamiche che non conosco, potrebbe esserci stato anche questo aspetto, cioè che la sua ex possa essersi sentita la colpevole della situazione?
Tenga presente che ognuno di noi trova il miglior modo possibile per vivere, secondo un proprio equilibrio. Trasformarlo è un'operazione molto complessa, che può spaventare ed essere dolorosa. Ed è importante che questa trasformazione sia scelta.
Ad ogni modo, in questo momento sembra dire che ci sia incertezza. Ha intuito che la sua ex non provi il sentimento necessario per lei, ma allo stesso tempo le comunica la speranza di tornare insieme perché lei è la persona della sua vita.
Capisco la sua domanda sulle inibizioni. E mi sembra comunicare una sua personale convinzione in merito. Se non ho capito male, lei sente che qualcosa interferisce sulla possibilità della sua ex di contattare i suoi sentimenti ed esprimerli. Come se li stesse evitando, come se li avesse anestetizzati, come se fossero annullati adesso. Questo in teoria può succedere, è poi necessario entrare nel merito di ogni singola storia per contestualizzare gli accadimenti e comprendere.
Se questo può succedere, è anche vero però che purtroppo, al momento, non possiamo escludere l'ipotesi che la sua ex non sia interessata a lei. Quindi se lei sente di rimanere, questo potrebbe significare, per ora, stare nell'incertezza.
In questo caso, sarebbe inevitabile che lei non si aggrappi all'idea che la sua ex, anche se distante, sia nel suo profondo interessata a lei - è una forte convinzione. Ma è importante che lei tenga presente tutti gli scenari possibili, mettendo in conto anche quello più amaro.
La sua narrazione è molto ricca e porta con sé tante domande e riflessioni, che sarebbe fondamentale potessero svolgersi in una sede idonea. Anche per fermarsi ad ascoltare e a condividere i suoi sentimenti per una perdita importante del suo passato, che ha lasciato dentro di sé le sue ferite.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Avrebbe avuto anche lei l'occasione di guardarsi dentro. In proposito, posso chiederle come avrebbe sentito questa possibilità? Di parlare anche di se stesso, per capire eventualmente se ci siano stati dei suoi vissuti personali, insieme a quelli della sua ex, che magari hanno potuto incidere sull'andamento della vostra storia?
Le pongo questa domanda, anche leggendo le ultime riflessioni del suo racconto. Mi sono chiesto se la sua ex possa essersi sentita giudicata o messa un po' sotto torchio, non so se questo potrebbe essersi costituito come elemento di negatività, come lei dice. Accanto alle vostre dinamiche che non conosco, potrebbe esserci stato anche questo aspetto, cioè che la sua ex possa essersi sentita la colpevole della situazione?
Tenga presente che ognuno di noi trova il miglior modo possibile per vivere, secondo un proprio equilibrio. Trasformarlo è un'operazione molto complessa, che può spaventare ed essere dolorosa. Ed è importante che questa trasformazione sia scelta.
Ad ogni modo, in questo momento sembra dire che ci sia incertezza. Ha intuito che la sua ex non provi il sentimento necessario per lei, ma allo stesso tempo le comunica la speranza di tornare insieme perché lei è la persona della sua vita.
Capisco la sua domanda sulle inibizioni. E mi sembra comunicare una sua personale convinzione in merito. Se non ho capito male, lei sente che qualcosa interferisce sulla possibilità della sua ex di contattare i suoi sentimenti ed esprimerli. Come se li stesse evitando, come se li avesse anestetizzati, come se fossero annullati adesso. Questo in teoria può succedere, è poi necessario entrare nel merito di ogni singola storia per contestualizzare gli accadimenti e comprendere.
Se questo può succedere, è anche vero però che purtroppo, al momento, non possiamo escludere l'ipotesi che la sua ex non sia interessata a lei. Quindi se lei sente di rimanere, questo potrebbe significare, per ora, stare nell'incertezza.
In questo caso, sarebbe inevitabile che lei non si aggrappi all'idea che la sua ex, anche se distante, sia nel suo profondo interessata a lei - è una forte convinzione. Ma è importante che lei tenga presente tutti gli scenari possibili, mettendo in conto anche quello più amaro.
La sua narrazione è molto ricca e porta con sé tante domande e riflessioni, che sarebbe fondamentale potessero svolgersi in una sede idonea. Anche per fermarsi ad ascoltare e a condividere i suoi sentimenti per una perdita importante del suo passato, che ha lasciato dentro di sé le sue ferite.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
[#4]
Utente
Si esattamente, diciamo che inizialmente non ero molto favorevole al percorso di coppia, notavo le principali necessità da parte sua. Adesso sicuramente riproporrei la scelta, non so se però avrebbe senso, forse è troppo tardi.
Lei in questo momento penso stia avendo dei sensi di colpa, non so se riconducibili solamente alla scelta presa o propriamente al non aver fatto nulla per evitare di arrivare a quella scelta. Sicuramente non son mancati suoi commenti di ineguatezza, di non sentirsi sullo stesso livello, etc. Però lì ho sempre ricondotti ad insicurezza e al fatto che eravamo in due condizioni di equilibrio e stabilità di vita differenti.
Anche io credo che la trasformazione, accompagnata da parte mia, sia stata vissuta non bene, forse come una violenza, la decisione di andare dallo psicoterapeuta infatti è arrivata in sua completa autonomia recentemente.
Si esatto, con il termine inebizione intendevo proprio l'annullamento di sentimenti dovuto a problematiche personali. Il motivo è che non riesco a capire come possa una persona non provare più determinati sentimenti e sperare di avere quella persona accanto nel futuro di coppia.
Si il fatto di poter affrontare anche lato mio certe difficoltà, solitamente ben gestite, lo sto rivalutando in ottica di possibili atteggiamenti che magari mi portano ad essere troppo duro, o magari mi portano a vivere male situazioni come queste, magari inconsciamente ricondotte ad una "perdita"/"abbandono". Attualmente rifletto anche la possibilità di proporre a lei un percorso di coppia, sperando che possa ancora essere ben visto....
Lei in questo momento penso stia avendo dei sensi di colpa, non so se riconducibili solamente alla scelta presa o propriamente al non aver fatto nulla per evitare di arrivare a quella scelta. Sicuramente non son mancati suoi commenti di ineguatezza, di non sentirsi sullo stesso livello, etc. Però lì ho sempre ricondotti ad insicurezza e al fatto che eravamo in due condizioni di equilibrio e stabilità di vita differenti.
Anche io credo che la trasformazione, accompagnata da parte mia, sia stata vissuta non bene, forse come una violenza, la decisione di andare dallo psicoterapeuta infatti è arrivata in sua completa autonomia recentemente.
Si esatto, con il termine inebizione intendevo proprio l'annullamento di sentimenti dovuto a problematiche personali. Il motivo è che non riesco a capire come possa una persona non provare più determinati sentimenti e sperare di avere quella persona accanto nel futuro di coppia.
Si il fatto di poter affrontare anche lato mio certe difficoltà, solitamente ben gestite, lo sto rivalutando in ottica di possibili atteggiamenti che magari mi portano ad essere troppo duro, o magari mi portano a vivere male situazioni come queste, magari inconsciamente ricondotte ad una "perdita"/"abbandono". Attualmente rifletto anche la possibilità di proporre a lei un percorso di coppia, sperando che possa ancora essere ben visto....
[#5]
Mi sembra che stia riflettendo su se stesso nel modo corretto. Mostra una disponibilità al dialogo importante e, anche se può essere faticoso, mi sembra intenzionato a chiamarsi in causa rispetto a sé e alla storia con la sua ex. Questo è vantaggioso sia per il suo presente sia per il suo futuro.
Relativamente alla terapia di coppia oggi, non so dirle se la sua ex potrebbe accettare, avendo già iniziato una terapia.
Come consiglio che posso darle in questa sede, se non lo avesse già fatto, valuti se mostrarle la sua stessa intenzione di mettersi in gioco, il fatto di non ritenerla inadeguata né su un livello a lei inferiore.
Se la sua ex ha fatto dei commenti relativi al non sentirsi alla sua altezza, stava comunicando qualcosa della sua insicurezza, come lei dice. Ma non so se stava anche tentando di comunicarle qualcosa di voi, magari un vissuto interiore in reazione ad alcuni suoi atteggiamenti, che le stavano creando disagio?
Lei usa una parola molto forte quando parla di "violenza", forse sentendo quanto possano essere stati vissuti male da parte della sua ex alcune sue considerazioni e suggerimenti. Non era sua intenzione fare pressioni o giudicare, ma non sappiamo se la sua ex possa avere sentito questo.
E magari la sua ex non ha avuto modo di contattare una parte più fragile di lei stesso. Chissà se avrà immaginato che lei fosse invece invulnerabile. Prenda le mie soltanto come suggestioni evidentemente, con cui confrontarsi se ne sentisse il valore. Non so dirle se la sua ex abbia potuto sentire in lei durezza, mentre magari avrebbe avuto bisogno di maggiore morbidezza.
Valuti comunque se confidarle le sue riflessioni e i suoi timori, disponendosi ad ascoltare i suoi vissuti in modo comprensivo, come io credo lei sia capace di fare. È importante che possiate esprimervi entrambi con calma. Senza giudicarvi, cercando di capirvi intimamente.
Non gliel'ho so dire, da qui, se questo potrebbe allentare l'eventuale morsa del giudizio, certe pressioni e alcune inibizioni, se ci fossero. Ci stiamo muovendo per ipotesi, stiamo facendo le nostre riflessioni, senz'altro sarebbe a questo punto indispensabile poter approfondire la sua esperienza dal vivo. Potrebbe essere comunque un tentativo, per facilitare nel tempo una possibile apertura reciproca e ricreare un senso di vicinanza.
Almeno questo è il mio augurio per lei, per voi.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Relativamente alla terapia di coppia oggi, non so dirle se la sua ex potrebbe accettare, avendo già iniziato una terapia.
Come consiglio che posso darle in questa sede, se non lo avesse già fatto, valuti se mostrarle la sua stessa intenzione di mettersi in gioco, il fatto di non ritenerla inadeguata né su un livello a lei inferiore.
Se la sua ex ha fatto dei commenti relativi al non sentirsi alla sua altezza, stava comunicando qualcosa della sua insicurezza, come lei dice. Ma non so se stava anche tentando di comunicarle qualcosa di voi, magari un vissuto interiore in reazione ad alcuni suoi atteggiamenti, che le stavano creando disagio?
Lei usa una parola molto forte quando parla di "violenza", forse sentendo quanto possano essere stati vissuti male da parte della sua ex alcune sue considerazioni e suggerimenti. Non era sua intenzione fare pressioni o giudicare, ma non sappiamo se la sua ex possa avere sentito questo.
E magari la sua ex non ha avuto modo di contattare una parte più fragile di lei stesso. Chissà se avrà immaginato che lei fosse invece invulnerabile. Prenda le mie soltanto come suggestioni evidentemente, con cui confrontarsi se ne sentisse il valore. Non so dirle se la sua ex abbia potuto sentire in lei durezza, mentre magari avrebbe avuto bisogno di maggiore morbidezza.
Valuti comunque se confidarle le sue riflessioni e i suoi timori, disponendosi ad ascoltare i suoi vissuti in modo comprensivo, come io credo lei sia capace di fare. È importante che possiate esprimervi entrambi con calma. Senza giudicarvi, cercando di capirvi intimamente.
Non gliel'ho so dire, da qui, se questo potrebbe allentare l'eventuale morsa del giudizio, certe pressioni e alcune inibizioni, se ci fossero. Ci stiamo muovendo per ipotesi, stiamo facendo le nostre riflessioni, senz'altro sarebbe a questo punto indispensabile poter approfondire la sua esperienza dal vivo. Potrebbe essere comunque un tentativo, per facilitare nel tempo una possibile apertura reciproca e ricreare un senso di vicinanza.
Almeno questo è il mio augurio per lei, per voi.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
[#6]
Utente
Sicuramente nei pochi passi rimastimi da compiere, avrei piacere a rimarcarle il fatto di non averla mai seriamente ritenuta inadeguata, anche se riconosco che il mio modo di scherzare a volte sottovaluti le possibili insicurezze che portano a recepire tutto nella maniera più distorta.
Altrettanto, con il senno del poi, è più facile adesso avere percezione del malessere che dei miei atteggiamenti hanno potuto recare. Le sue reazioni, pur essendo comprese, erano meno vive in termini di emozioni percepite. Certo è, analizzando per quanto mi è possibile la situazione, il termine "violenza" è quello che immagino sia stato percepito. Magari anche per difficoltà nel vedere con "oggettività" il perchè di mie certi azioni, come diceva, le persone se ne devono rendere conto da sole. Probabilmente nei miei diversi tentativi, non ho trovato il modo migliore, sempre fosse possibile trovarne uno in quel preciso momento della sua vita.
Sulla questione durezza ha centrato un altro aspetto focale. A volte mi considerava poco umano. In quelle poche giornate della nostra storia, dove è capitato che mi lasciassi andare completamente facendola avvicinare ad alcuni dolori del passato, in lei vedevo gioia per la "concessione" e per la parte che mostravo. Non era mia intenzione escluderla, perchè per me era e rimane una persona di cui potermi fidare ed affidare in certi momenti, sono io che ho sempre gestito certe ferite per far si che si presentassero il meno possibile.
...La ringrazio davvero per le considerazioni che ha avuto e per il sentito interesse. Sono davvero rimasto piacevolmente sorpreso dal modo di saper andare oltre considerando il contesto in cui si è sviluppato.
Valuterò seriamente, a seguito di questo primo avvicinamento "terapeutico", un approfondimento dal vivo.
Altrettanto, con il senno del poi, è più facile adesso avere percezione del malessere che dei miei atteggiamenti hanno potuto recare. Le sue reazioni, pur essendo comprese, erano meno vive in termini di emozioni percepite. Certo è, analizzando per quanto mi è possibile la situazione, il termine "violenza" è quello che immagino sia stato percepito. Magari anche per difficoltà nel vedere con "oggettività" il perchè di mie certi azioni, come diceva, le persone se ne devono rendere conto da sole. Probabilmente nei miei diversi tentativi, non ho trovato il modo migliore, sempre fosse possibile trovarne uno in quel preciso momento della sua vita.
Sulla questione durezza ha centrato un altro aspetto focale. A volte mi considerava poco umano. In quelle poche giornate della nostra storia, dove è capitato che mi lasciassi andare completamente facendola avvicinare ad alcuni dolori del passato, in lei vedevo gioia per la "concessione" e per la parte che mostravo. Non era mia intenzione escluderla, perchè per me era e rimane una persona di cui potermi fidare ed affidare in certi momenti, sono io che ho sempre gestito certe ferite per far si che si presentassero il meno possibile.
...La ringrazio davvero per le considerazioni che ha avuto e per il sentito interesse. Sono davvero rimasto piacevolmente sorpreso dal modo di saper andare oltre considerando il contesto in cui si è sviluppato.
Valuterò seriamente, a seguito di questo primo avvicinamento "terapeutico", un approfondimento dal vivo.
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In ogni relazione, ancor più nella coppia, si possono verificare strappi e rotture. Se c'è amore, sarà allora anche possibile ripararli. Anzi, questo può consentire di conoscersi maggiormente, può sviluppare intimità e favorire la crescita della coppia. Pensare d'altronde che tutto sia già dato e sistemato, che i problemi non giungeranno, è una condizione ideale.
Quando parla della maniera "distorta" in cui alcuni nostri pensieri e comportamenti possono essere recepiti dagli altri, mette in evidenza un aspetto cruciale di una relazione. Potremmo parlare di maniera "soggettiva", nel senso che alcuni vissuti personali intervengono nella lettura della realtà dell'altro, "distorcendola" ovvero caricandola di significati reali legati al proprio mondo.
Questo è vero per entrambi, sia per lei sia per la sua ex. Diremmo che a un'azione corrisponde una reazione, a cui corrisponde un'ulteriore reazione, in una circolarità di rimandi reciproci. È importante potersi fermare e ciascuno ascoltare il proprio vissuto, cercando di capirne il senso nonché l'effetto che esso fa sull'altro. Questo significa aprirsi a se stessi e all'altro in una maniera massimamente creativa e intima.
Le relazioni e gli altri ci danno l'occasione di guardarci dentro, come sta facendo. Parla di aspetti di sé profondi e delicati, che meritano la massima attenzione. Valutare un eventuale approfondimento dal vivo è un'occasione per fermarsi ad ascoltare il suo mondo interiore e condividere le sue esperienze e le sue più intime emozioni.
Ringrazio anche lei per le sue parole e per il nostro scambio sincero.
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
Quando parla della maniera "distorta" in cui alcuni nostri pensieri e comportamenti possono essere recepiti dagli altri, mette in evidenza un aspetto cruciale di una relazione. Potremmo parlare di maniera "soggettiva", nel senso che alcuni vissuti personali intervengono nella lettura della realtà dell'altro, "distorcendola" ovvero caricandola di significati reali legati al proprio mondo.
Questo è vero per entrambi, sia per lei sia per la sua ex. Diremmo che a un'azione corrisponde una reazione, a cui corrisponde un'ulteriore reazione, in una circolarità di rimandi reciproci. È importante potersi fermare e ciascuno ascoltare il proprio vissuto, cercando di capirne il senso nonché l'effetto che esso fa sull'altro. Questo significa aprirsi a se stessi e all'altro in una maniera massimamente creativa e intima.
Le relazioni e gli altri ci danno l'occasione di guardarci dentro, come sta facendo. Parla di aspetti di sé profondi e delicati, che meritano la massima attenzione. Valutare un eventuale approfondimento dal vivo è un'occasione per fermarsi ad ascoltare il suo mondo interiore e condividere le sue esperienze e le sue più intime emozioni.
Ringrazio anche lei per le sue parole e per il nostro scambio sincero.
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
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