Il mio ragazzo spesso mi chiama mamma
Salve,
Scrivo perché sono un po' perplessa.
Ultimamente è successo spesso che il mio ragazzo mi chiamasse "mamma"... Sono perplessa perché il rapporto tra i due è estremamente "appiccicoso", ed è diventato tale dopo la morte prematura del papà del mio ragazzo (cosa più che comprensibile). Ora lui vive con me, ma per ben due volte prima di riuscire a farlo ha provato a trasferirsi a casa mia con scarso successo. E con scarso successo intendo che lui tutti i giorni a pranzo o a cena (o tutte e due) voleva andare per forza a casa sua, e alla fine ho dovuto dirgli io di tornare a vivere con sua madre e sua sorella perché era evidente che lui in casa con me fosse profondamente infelice. Poi ad un certo punto si è inventato una scusa qualsiasi ["il router a casa mia è rotto (e qui spiego... Lui è un appassionato di giochi per PC, quindi ha usato la mia connessione internet funzionante come scusa), finché non mandano quello nuovo vengo da te...] per trasferirsi davvero a casa mia, senza ripensamenti.
Ora, la mia perplessità deriva dal fatto che nonostante sembri felice e sereno con me, quando è sovrappensiero o preso da altre cose "sbaglia" e mi chiama mamma. L'ultima volta che è successo lui ha riso e ha detto che è una cosa bella, perché vuol dire che ama me quanto ama sua mamma e mi vede come una persona degna di fiducia e di amore... però credo che il rapporto con una fidanzata sia leggermente diverso da quello con una madre, anche solo per la componente sessuale. Mi dovrei preoccupare per questi lapsus frequenti? Hanno qualche significato particolare?
Scrivo perché sono un po' perplessa.
Ultimamente è successo spesso che il mio ragazzo mi chiamasse "mamma"... Sono perplessa perché il rapporto tra i due è estremamente "appiccicoso", ed è diventato tale dopo la morte prematura del papà del mio ragazzo (cosa più che comprensibile). Ora lui vive con me, ma per ben due volte prima di riuscire a farlo ha provato a trasferirsi a casa mia con scarso successo. E con scarso successo intendo che lui tutti i giorni a pranzo o a cena (o tutte e due) voleva andare per forza a casa sua, e alla fine ho dovuto dirgli io di tornare a vivere con sua madre e sua sorella perché era evidente che lui in casa con me fosse profondamente infelice. Poi ad un certo punto si è inventato una scusa qualsiasi ["il router a casa mia è rotto (e qui spiego... Lui è un appassionato di giochi per PC, quindi ha usato la mia connessione internet funzionante come scusa), finché non mandano quello nuovo vengo da te...] per trasferirsi davvero a casa mia, senza ripensamenti.
Ora, la mia perplessità deriva dal fatto che nonostante sembri felice e sereno con me, quando è sovrappensiero o preso da altre cose "sbaglia" e mi chiama mamma. L'ultima volta che è successo lui ha riso e ha detto che è una cosa bella, perché vuol dire che ama me quanto ama sua mamma e mi vede come una persona degna di fiducia e di amore... però credo che il rapporto con una fidanzata sia leggermente diverso da quello con una madre, anche solo per la componente sessuale. Mi dovrei preoccupare per questi lapsus frequenti? Hanno qualche significato particolare?
[#1]
Cara utente
Prima di procedere con un consulto più approfondito, potrebbe scrivere com'era il rapporto tra voi due prima della perdita del padre del Suo ragazzo? Infatti, comprendere la situazione da un punto di vista più "allargato" potrebbe dare quei pezzi del puzzle che servono per comprendere meglio la situazione.
Sarebbe anche utile sapere il tipo di rapporto che aveva con i precedenti partner, se anche essi erano di natura fusionale o diversi rispetto a quello attuale.
Un caro saluto e buona giornata.
Prima di procedere con un consulto più approfondito, potrebbe scrivere com'era il rapporto tra voi due prima della perdita del padre del Suo ragazzo? Infatti, comprendere la situazione da un punto di vista più "allargato" potrebbe dare quei pezzi del puzzle che servono per comprendere meglio la situazione.
Sarebbe anche utile sapere il tipo di rapporto che aveva con i precedenti partner, se anche essi erano di natura fusionale o diversi rispetto a quello attuale.
Un caro saluto e buona giornata.
Dott. Adriano Carità
Psicologo, psicoterapeuta
Perfezionato in Psicologia Clinica, Counselling e mindfulness
[#2]
Utente
Buon pomeriggio Dottore!
Il padre del mio ragazzo è venuto a mancare 5 anni fa, io non lo conoscevo. All'epoca stava con un'altra ragazza, che lo ha "accompagnato" durante la perdita e anche per circa un anno dopo di essa.
Del rapporto con questa ragazza lui mi ha raccontato che era concentrato prevalentemente su di lei. Lei era la parte importante, quella che contava. So anche che per un anno lui non ha parlato con sua madre e sua sorella, perché lei cercava di convincerlo che loro due fossero cattive, e so per certo che le due donne cercavano di metterlo in guardia da lei, ma questo ha portato all'allontanamento di cui parlavo prima. Dopo la morte del padre lui ha attraversato un periodo molto difficile, costellato da attacchi di panico frequenti, crisi d'ansia e ipocondria. Nel momento in cui si sono lasciati lui era in preda ad un attacco di panico, lei lo ha guardato dall'alto in basso (letteralmente, lei era nel letto e lui rannicchiato in terra) e lo ha lasciato così, senza nemmeno aiutarlo ad alzarsi da terra. Lo hanno "soccorso" la madre e la sorella, che nel frattempo inveivano contro di lei. Dopo circa 5 giorni lei era fidanzata con un altro.
Dei rapporti precedenti non so granché, so per certo però che lui è sempre stato lasciato.
Precedentemente, da quanto mi ha detto lui, il rapporto con la madre era un rapporto che credo si possa definire "normale"... L'unica cosa che mi ha colpita è che mi ha raccontato che i suoi genitori tendevano ad organizzargli la vita, del tipo "fai questo, fai quello, vai a lavorare la perché te lo dico io" e anche adesso c'è questa tendenza da parte della madre, anche se ultimamente dopo una discussione sull'argomento lei sembra aver capito e lo fa molto meno (ma non ha smesso).
Al momento non mi viene in mente altro di specifico. Se ha altre domande chieda pure!
Il padre del mio ragazzo è venuto a mancare 5 anni fa, io non lo conoscevo. All'epoca stava con un'altra ragazza, che lo ha "accompagnato" durante la perdita e anche per circa un anno dopo di essa.
Del rapporto con questa ragazza lui mi ha raccontato che era concentrato prevalentemente su di lei. Lei era la parte importante, quella che contava. So anche che per un anno lui non ha parlato con sua madre e sua sorella, perché lei cercava di convincerlo che loro due fossero cattive, e so per certo che le due donne cercavano di metterlo in guardia da lei, ma questo ha portato all'allontanamento di cui parlavo prima. Dopo la morte del padre lui ha attraversato un periodo molto difficile, costellato da attacchi di panico frequenti, crisi d'ansia e ipocondria. Nel momento in cui si sono lasciati lui era in preda ad un attacco di panico, lei lo ha guardato dall'alto in basso (letteralmente, lei era nel letto e lui rannicchiato in terra) e lo ha lasciato così, senza nemmeno aiutarlo ad alzarsi da terra. Lo hanno "soccorso" la madre e la sorella, che nel frattempo inveivano contro di lei. Dopo circa 5 giorni lei era fidanzata con un altro.
Dei rapporti precedenti non so granché, so per certo però che lui è sempre stato lasciato.
Precedentemente, da quanto mi ha detto lui, il rapporto con la madre era un rapporto che credo si possa definire "normale"... L'unica cosa che mi ha colpita è che mi ha raccontato che i suoi genitori tendevano ad organizzargli la vita, del tipo "fai questo, fai quello, vai a lavorare la perché te lo dico io" e anche adesso c'è questa tendenza da parte della madre, anche se ultimamente dopo una discussione sull'argomento lei sembra aver capito e lo fa molto meno (ma non ha smesso).
Al momento non mi viene in mente altro di specifico. Se ha altre domande chieda pure!
[#3]
Cara utente
Da quel che racconta sul passato del Suo ragazzo, emerge una situazione difficoltosa che mi sembra tutt'altro che normale. Infatti, il rapporto "normale" con la madre (e con la ragazza), da come mi scrive, sembra costellato da oscillazioni da un estremo ad un altro: i genitori tendono ad organizzargli la vita, poi lui che si dedica totalmente alla ragazza chiudendo i rapporti con madre e sorella ma poi lo abbandona, dopodiché riprendono i rapporti vista la difficoltà.
L'impressione che mi ha dato è di una certa fragilità di fondo che gli impedisce di vivere la vita e di una certa confusione di ruoli.
Un bambino, quando è piccolo, ha una dipendenza assoluta dalla madre perché altrimenti non sopravviverebbe, il che lo fa sentire onnipotente e la figura materna viene idealizzata. Man mano che cresce e acquista autonomia, passa ad una dipendenza sempre più relativa, e passando dall'adolescenza all'età adulta, ci si avvicina verso un'indipendenza che si consoliderà via via in modo sempre più naturale e maturo (che è cosa ben diversa dalla controdipendenza o dalla chiusura netta di un legame). Questo se il percorso evolutivo non subisce danni sufficientemente forti da determinare un blocco evolutivo o situazioni patologiche.
Dalle Sue parole, l'impressione che ho avuto è che il Suo ragazzo abbia fortemente bisogno di una madre simbolica, che, se da piccolo, poteva essere una madre reale, in età adulta questo ruolo lo potrebbe assumere una fidanzata oppure una bottiglia di bevande alcooliche. La confusione dei ruoli è molto marcata perché il Suo è quello di fidanzata, non di madre. Il rischio, nel caso di una donna accondiscendente a questa richiesta da parte del partner è di far perdurare questa situazione di non normalità colludendo de facto con un sintomo indicatore di un disagio molto forte.
Raccomanderei, pertanto e considerata la situazione, un sostegno psicologico per il Suo compagno, dal momento che questo tipo di relazione potrebbe, a lungo andare, incrinare la sua vita e quella della persone che gli stanno accanto.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Buona serata.
Da quel che racconta sul passato del Suo ragazzo, emerge una situazione difficoltosa che mi sembra tutt'altro che normale. Infatti, il rapporto "normale" con la madre (e con la ragazza), da come mi scrive, sembra costellato da oscillazioni da un estremo ad un altro: i genitori tendono ad organizzargli la vita, poi lui che si dedica totalmente alla ragazza chiudendo i rapporti con madre e sorella ma poi lo abbandona, dopodiché riprendono i rapporti vista la difficoltà.
L'impressione che mi ha dato è di una certa fragilità di fondo che gli impedisce di vivere la vita e di una certa confusione di ruoli.
Un bambino, quando è piccolo, ha una dipendenza assoluta dalla madre perché altrimenti non sopravviverebbe, il che lo fa sentire onnipotente e la figura materna viene idealizzata. Man mano che cresce e acquista autonomia, passa ad una dipendenza sempre più relativa, e passando dall'adolescenza all'età adulta, ci si avvicina verso un'indipendenza che si consoliderà via via in modo sempre più naturale e maturo (che è cosa ben diversa dalla controdipendenza o dalla chiusura netta di un legame). Questo se il percorso evolutivo non subisce danni sufficientemente forti da determinare un blocco evolutivo o situazioni patologiche.
Dalle Sue parole, l'impressione che ho avuto è che il Suo ragazzo abbia fortemente bisogno di una madre simbolica, che, se da piccolo, poteva essere una madre reale, in età adulta questo ruolo lo potrebbe assumere una fidanzata oppure una bottiglia di bevande alcooliche. La confusione dei ruoli è molto marcata perché il Suo è quello di fidanzata, non di madre. Il rischio, nel caso di una donna accondiscendente a questa richiesta da parte del partner è di far perdurare questa situazione di non normalità colludendo de facto con un sintomo indicatore di un disagio molto forte.
Raccomanderei, pertanto e considerata la situazione, un sostegno psicologico per il Suo compagno, dal momento che questo tipo di relazione potrebbe, a lungo andare, incrinare la sua vita e quella della persone che gli stanno accanto.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Buona serata.
[#4]
Utente
Ehm...
In passato il mio compagno ha già affrontato un percorso psicologico, durante il quale hanno affrontato anche l'argomento "mamma". Lo specialista gli disse (in sintesi) che sua madre è insicura ed ha paura di perderlo, quindi inconsciamente cerca di tenerlo ancorato a se stessa. Non so cosa lo psicologo dicesse a lui, ma questo è quanto so riferito alla madre. Pensa che avrebbe bisogno di tornare dallo psicologo per approfondire questo discorso nello specifico?
Secondo lei c'è qualcosa che io posso fare per aiutarlo e per scardinare questa confusione nei ruoli?
In passato il mio compagno ha già affrontato un percorso psicologico, durante il quale hanno affrontato anche l'argomento "mamma". Lo specialista gli disse (in sintesi) che sua madre è insicura ed ha paura di perderlo, quindi inconsciamente cerca di tenerlo ancorato a se stessa. Non so cosa lo psicologo dicesse a lui, ma questo è quanto so riferito alla madre. Pensa che avrebbe bisogno di tornare dallo psicologo per approfondire questo discorso nello specifico?
Secondo lei c'è qualcosa che io posso fare per aiutarlo e per scardinare questa confusione nei ruoli?
[#5]
Questo dato mi mancava. Allo stato attuale, da quello che mi scrive, credo possa essere una soluzione ragionevole riprendere il percorso interrotto (non necessariamente con lo stesso terapeuta) in quanto necessita ancora di aiuto per strutturarsi in maniera più solida e conquistare una sua indipendenza psicologica.
Credo che la ciò che Lei possa fare in questo caso sia mantenere con grande fermezza, senza mai perdere né calma, né tatto, un ruolo da fidanzata e non da madre. Se è vero che nelle relazioni diadiche ognuno degli attori ha un 50% di responsabilità nel farla funzionare bene, in questo caso il suo "fare il bambino" e confondere i ruoli è un dare meno del 50% che dovrebbe dare e, da parte Sua, nel caso sostenesse questa posizione del Suo ragazzo anche senza fermarlo quando La chiama mamma, è un fare più del Suo 50% perché non sosterrebbe con fermezza la Sua posizione e rischierebbe di sfociare nel ruolo di "mamma permissiva".
Lei è ben consapevole di essere la sua ragazza e non Sua madre e se cerca in un qualche modo di "uniformarla" come madre, allora, quello che cerca è possibile che non sia una fidanzata ma altro.
Un saluto cordiale.
Credo che la ciò che Lei possa fare in questo caso sia mantenere con grande fermezza, senza mai perdere né calma, né tatto, un ruolo da fidanzata e non da madre. Se è vero che nelle relazioni diadiche ognuno degli attori ha un 50% di responsabilità nel farla funzionare bene, in questo caso il suo "fare il bambino" e confondere i ruoli è un dare meno del 50% che dovrebbe dare e, da parte Sua, nel caso sostenesse questa posizione del Suo ragazzo anche senza fermarlo quando La chiama mamma, è un fare più del Suo 50% perché non sosterrebbe con fermezza la Sua posizione e rischierebbe di sfociare nel ruolo di "mamma permissiva".
Lei è ben consapevole di essere la sua ragazza e non Sua madre e se cerca in un qualche modo di "uniformarla" come madre, allora, quello che cerca è possibile che non sia una fidanzata ma altro.
Un saluto cordiale.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 24.6k visite dal 01/08/2018.
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