Possibile depressione da lutto anticipatorio per parenti anziane ma non malate

Buongiorno,
chiedo un parere anche se ho già iniziato a rivolgermi a uno psicologo della mia città (fra 2 giorni la seconda seduta, purtroppo poi lui andrà in ferie)
Ho 28 anni, solo 2 parenti strette (nonna e prozia, 78 e 82 anni); gli altri sono morti in passato per diverse malattie (io, più piccola, evitavo sempre di essere coinvolta in queste cose, e infatti non ho sofferto molto).
Per il resto qualche loro cugina, e una mia matrigna, con cui sarebbe opportuno stringere i rapporti in caso di necessità future.
Mia nonna e la prozia non hanno problemi di salute, sono solo anziane; la nonna è quella più giovanile ed energica, mette una 70ina di anni. Viviamo nella stessa palazzina, di famiglia, ognuna nel suo appartamento.

Quasi 2 mesi fa ho chiuso una storia di 5 anni perché non più innamorata (lui ha 53 anni; prima c'era sia amore che quasi una sensazione di figura paterna) e mi sono resa conto della loro anzianità; ora ho continuamente paura che inizino ad avere problemi... perché poi sarei sola, avrei paura di non riuscire a gestire, così immatura, le questioni di soldi x eventuali cure, il tempo che mi ruberebbe tutto ciò... prima mi appoggiavo molto al mio ex, ora mi sento senza punti di riferimento: spero che arrivino a oltre 90 anni senza problemi, ma se capitasse qualcosa mentre sono ancora da sola ho paura di non reggere. Amici ed ex mi promettono aiuto in caso di bisogno...
Ma non riesco a pensare ad altro, sono abbattuta, impaurita, arrabbiata per non avere una famiglia normale (alla mia età non dovrei avere queste responsabilità per la testa! Alle parenti anziane ci penserebbero i genitori)... a volte vorrei che non esistessero, e temo che se in futuro avessero bisogno di assistenza, pur con badante, io potrei essere troppo coinvolta e non fare in tempo a crearmi una mia vita; ma d'altra parte potrebbero star bene ancora molto e prima che capiti qualcosa io potrei già avere una famiglia... temo anche il confronto con un loro decadimento fisico...
Mi sento molto egoista a dire queste cose... inoltre è difficile trovare lavoro (per fortuna abbiamo alcuni appartamenti in affitto; ora ne ho 1, in futuro anche gli altri 2 rimarranno a me) e ho paura di non trovare un uomo come si deve, da amare, per fare una famiglia, prima che cambi qualcosa... per avere qualcuno a cui appoggiarmi in quei momenti...
So che dovrei sviluppare questa fiducia da me, ma non so come fare; per questo ho deciso di andare da uno psicologo.
Ho perso 4 kg, non riesco più a svagarmi con i miei interessi, penso principalmente a queste cose e mi sento in pericolo... anche se gli altri e l'ex mi dicono che mi starebbero vicini (lui è ancora un punto di riferimento forte, anche se non riesco a pensare a un futuro insieme perché ormai lo vedo troppo vecchio... vorrei fosse mio padre o mio zio, così potrei averlo sempre vicino).
Scusate il riassunto confusionario, il limite dei caratteri mi ha costretto per forza... cosa ne pensate e cosa mi consigliate? Grazie mille
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente, leggendo tutte le lettere che ci ha mandato, com'è mio costume quando decido di rispondere, e quest'ultima in particolare, si ricava l'impressione che lei si abbandoni a fantasie ansiogene, dove le preoccupazioni nascono da ciò che potrebbe accadere, piuttosto che da ciò che è già in atto, ma soprattutto emerge il fatto che lei valuta sé stessa non come una ventinovenne, bensì come una bambina in difficoltà di fronte alle normali cure della vita. Quando queste verranno, e se verranno, forse non saranno spaventose come lei le immagina e forse lei avrà perfino piacere nel sentirsi capace di pagare le tasse, guidare una badante per le sue anziane, etc. Se a quel punto avrà un compagno e dei figli, forse, come molte altre donne, sarà lei a dirigere tutta la parte pratica della gestione familiare; chi può dirlo?
Riassumendo, l'elemento di rilievo non è ciò che l'aspetta, ma il modo timoroso come lei guarda al futuro. Non mi stupirebbe che questo derivi anche dall'aver perso troppo precocemente i genitori e da ciò che lei esprime con le parole: "più piccola, evitavo sempre di essere coinvolta in queste cose, e infatti non ho sofferto molto". Tradotto da uno psicologo, questo può voler dire che non ha elaborato il lutto... o che ha rimosso paura e dolore, con l'effetto di convivere con le loro ombre.
Altro elemento della sua lettera: il suo ex era una figura paterna, e ora le offre aiuto. Che problema ha ad accettarlo, se siete rimasti amici e se ciò non la sospinge di nuovo in ruoli infantili/dipendenti? Altro particolare significativo: quattro anni fa lei scriveva che quest'uomo aveva vent'anni più di lei. Ora ne ha ventiquattro in più? Si è rifiutata di prendere atto della vera differenza d'età, all'epoca?
Il ricorso ad uno psicologo è una saggia decisione; vedrà che ne guadagnerà in serenità. Molti auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
La ringrazio per la cortese risposta.
So che il problema è come mi sto ponendo io alla situazione. Purtroppo lo psicologo da cui sto andando è in ferie fino a fine mese e non abbiamo ancora potuto iniziare una terapia... per il momento mi ha consigliato di prendere del magnesio per lo stress, e di leggere "Alla ricerca delle coccole perdute" (già fatto)
Nell'ultima settimana mi sembra che le cose stiano peggiorando... ho paura di tutto: della società odierna così complicata, della loro salute (ancora nessun problema), di non essere in grado di trovare un lavoro magari fisso per sentirmi più sicura di me (ho poca esperienza e sicurezza... prima mi ero sempre adagiata perchè qualche soldo ce l'ho, da un appartamento in affitto, e poi contavo di fare la casalinga con il mio ex) in tempo prima che le cose cambino...
perchè ho come l'impressione che se non riesco a trovare un lavoro come si deve e/o a sposarmi/convivere prima che una delle due abbia qualche necessità, io poi non possa sviluppare la mia vita, troppo presa magari da preoccupazioni per loro... Assurdo, anche perchè per tranquillizzarmi con mia nonna abbiamo elaborato una tabella delle cose da fare nei diversi casi, vedendo che finchè saranno in due si aiuteranno tra di loro e i soldi da parte loro e le due pensioni basterebbero anche a coprire una badante a tempo pieno (se ci fosse così tanta necessità, che non è detto) e ne rimarrebbero anche per le loro spese, tasse ecc... e poi, rimasta solo una, la sua pensione basterebbe per la casa di riposo più economica qua vicino (le altre sono troppo care), mentre per le sue tasse e così via si attingerebbe ai suoi risparmi...
Poi so che potrebbero avere un incidente anche oggi e tutto ciò non si porrebbe, come anche io; o ammalarsi velocemente, e idem.
E poi dovrei preoccuparmi poco comunque, perchè già a soldi io dovrei essere sicura: la casa, tutta, è di proprietà, e man mano che loro non ci saranno più io arriverò a percepire 3/4 affitti (riuscendo ad averli tutti affittati insieme, comunque; ma anche 3 sono sufficienti a vivere) e ho dei soldi da parte.

E' tutto troppo... la loro anzianità, la mia vita che al momento è tornata a zero (prima avevo il progetto di vita col mio ex), i soldi e le cose da pagare, il lavoro, il trovare qualcuno... prima ero come una turista nella vita, prendevo/vedevo solo il meglio; ora mi ci sento catapultata dentro e mi sento annaspare per rimanere a galla, e non ho un "rifugio" stabile, perchè loro sono anziane... ma vorrei anche andare avanti, non solo stare a galla.

Dice bene, prima era come se non volessi vedere l'età del mio ex, modificavo anche tutte le foto per togliere le rughette in più: volevo che lui fosse ciò che volevo, per il suo ruolo; e ora mi sono anche resa improvvisamente conto che il tempo passa e mia nonna e la prozia non sono immortali.
Con una famiglia normale/numerosa alle spalle non mi sarebbero mai venuti questi problemi, perchè anche con l'anzianità di loro due mi sarebbero rimaste altre persone; sarei serenamente alla ricerca della mia strada nella vita e di un nuovo amore, con un rifugio in cui tornare (casa con famiglia), e non rimpiangerei di aver lasciato il mio ex.
Perchè mi dava protezione, poteva essere un porto sicuro per ciò che verrà, visto che non ho quasi più famiglia. Ma non riesco a immaginare di stare per la vita con uno così più grande, anche se di carattere stiamo benissimo insieme. Ma non mi sta più piacendo per il suo aspetto, lo vedo vecchio; inoltre il disagio di andare avanti con l'età e avere un marito così più anziano, magari non più in formissima, e quello di dare a eventuali figli un papà così, che potrebbero perdere presto. La prozia mi consiglia di stare con lui e al massimo più avanti, se proprio non va bene, di divorziare...

Ma a me sembra tutto troppo difficile. Ci sono così tante possibilità, e io mi sento qua, paralizzata, tanto da pensare che vorrei non esistere più. Non mi riconosco più, prima non ero così... è anche vero che vivevo una versione edulcorata della vita vera, però. Il sogno della famigliola e io casalinga, il non sapere di diverse cose da pagare (tasse, eventuale assicurazione auto, consorzio sanitario ecc..), il non essermi responsabilizzata mai davvero a trovare da lavorare avendo già un minimo introito sicuro da un appartamento in affitto, il non realizzare che il tempo passa anche per mia nonna e la prozia e non sono immortali...
In tutto ciò sia il mio ex che alcuni amici mi stanno molto vicini giornalmente e promettono di esserci in caso di qualsiasi necessità; anche la mia matrigna, con cui sto reiniziando un rapporto.

Scusi se ho scritto molto, ma ne ho approfittato per chiedere qualche consiglio, intanto che il mio psicologo è in vacanza...
Buona giornata e grazie

Isabella
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente, la prima cosa sarebbe far scoppiare la bolla pseudo-protettiva di passato in cui lei vive immersa, e una terapia psicologica sarebbe sommamente idonea a farlo. Ma lei scrive: "lo psicologo da cui sto andando è in ferie fino a fine mese e non abbiamo ancora potuto iniziare una terapia". Dunque non ci sta andando.
Ed ecco le solite idee che non la aiutano: "E' tutto troppo. La loro anzianità, la mia vita che al momento è tornata a zero". Solo perché ha lasciato un uomo che non le piace più, e del quale forse non è mai stata innamorata, la sua vita "è tornata a zero"? In genere si aprono infiniti orizzonti ad una giovane donna in questa situazione: viaggi, vacanze, nuove iniziative e conoscenze.
Poi c'è lo stravagante consiglio della prozia: tornare con quest'uomo e semmai divorziare, e la sua opposizione al rischio di "dare a eventuali figli un papà così, che potrebbero perdere presto". Di nuovo l'idea della morte che sottrae ai piccolini quello che in altra parte della lettera lei definisce "rifugio"...
Non si accorge che è di sé stessa che parla? Una bambina la cui sofferenza è stata rimossa, che non ha vissuto il suo lutto, e per questo NON E' MAI CRESCIUTA?
Ben poche donne della sua età sceglierebbero di fare la casalinga senza realizzarsi in nessuna attività, di essere così poco padrone della propria vita da non voler sapere nemmeno come si pagano le tasse, l'assicurazionre auto o il "consorzio sanitario" (a proposito, cos'è?).
Infine lei scrive: "alcuni amici mi stanno molto vicini giornalmente e promettono di esserci in caso di qualsiasi necessità". Le chiedo di nuovo di essere sincera con sé stessa: questi amici hanno la sua età, sono ex compagni di scuola o di università, oppure sono altre figure genitoriali molto più anziane di lei alle quali si aggrappa per non crescere, e che non si accorgono di impedire il suo ingresso in una responsabilità adulta ormai ineludibile, cullando in lei la bambina di otto anni, anziché riconoscere la donna di trenta?
Le consiglio di leggere, di Dyer, "Le nostre zone erronee", e di valutarne gli insegnamenti. Ma intanto non aspetti altro tempo prima di cominciare una terapia. Sentiti auguri.

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Utente
Utente
Buonasera,
intendevo con "sto andando", anche se ora lui è in ferie e devo ricontattarlo a fine agosto, che intanto ho fatto 2 sedute: una conoscitiva gratuita, e la successiva è stata fissata una settimana e mezza dopo (il 2 agosto). Appena ho deciso di consultare uno specialista (verso la 20ina di luglio mi pare) ho dovuto accontentarmi di chi aveva date disponibili; la prima che ho sentito non aveva posto fino a fine agosto, così ho chiamato quello attuale (che comunque ha ottime recensioni su internet, tra gli psicologi della mia città) e per fortuna aveva un posto che si era liberato per una disdetta, dopodichè ha potuto fissarmi anche una seconda seduta prima delle sue ferie.

Effettivamente sospetto di non essere mai stata innamorata del mio ex; di sicuro attrazione fisica c'è stata, poi penso di essermi crogiolata nella sensazione di sentirmi importante e protetta nel ruolo di "fidanzata", cosa mai provata prima (lui è stato il mio primo uomo, anche se avevo avuto alcune cotte prima, ma per timidezza non mi ero mai fatta avanti; mentre altri ragazzi che volevano uscire con me, prima di lui, non mi ispiravano, non scattava nulla).

Lei mi scrive " In genere si aprono infiniti orizzonti ad una giovane donna in questa situazione: viaggi, vacanze, nuove iniziative e conoscenze"... lo so, caspita se lo so, ma è come se non mi sentissi libera di fare tutto ciò perchè a casa ho due persone anziane che ora stanno bene, non hanno mai avuto particolari problemi di salute (non fumano, bevono poco ai pasti, no diabete, no patologie cardiache o pressione alta... mia nonna prende le pastiglie per un inizio di osteoporosi dai suoi 60 anni, e ora a 78 anni è completamente sparita, la prozia invece non ne ha; nessun problema di colesterolo in mia nonna, invece la prozia prende le pastiglie per tenerlo sotto controllo)... ma un domani, chissà? Forse neanche tanto lontano... 78 e 82 anni sono un'età già avanzata, e anche se sono molto dinamiche (guidano e vanno molto in giro, viene solo una donna ad aiutare con qualche lavoretto in casa loro un paio di volte la settimana) mi domando, per quanto? Se non sopraggiungono malattie, comunque con l'età pian piano si diventa più deboli e bisognosi, ed essendo io l'ultima parente loro rimasta (a parte cugine anziane anche loro... poi altre che però abitano in Sicilia con le loro famiglie...) non mi sento più così libera, perchè se avranno bisogno sarebbe responsabilità mia, anche per trovar loro, in caso, un'assistenza; spero semmai che mi si aiuti un pochino, da parte di amici o la mia matrigna (con cui sto ricreando un rapporto) con indicazioni e così via, se non sarò ancora abbastanza pratica (ora sto cercando di imparare tutto quello che posso delle varie cose da pagare, bollette, affitti ecc...). Poi magari staranno benone e in forze ancora per 5...6...8...10 anni, chissà! Si spera!
E' per questo che mi sento un po' vincolata e ho tutte queste paure... e che temo che se non avessi ancora raggiunto un buon punto della mia vita in ambito amore e lavorativo (che ora è davvero a zero), se dovessi iniziare a stare più attenta a loro, gestire qualche assistenza, andare a pagare io ciò che le riguarda... non riuscirei a ritagliarmi del tempo per portare avanti la mia vita.
Fortuna vuole che, abitando nella stessa palazzina, posso tenerle d'occhio più facilmente.
(il consorzio di cui parlavo sarebbe il Consorzio Mutue, non ho usato il nome reale perchè non so se c'è in molte città o è un'esclusiva di questa... in sostanza essendo iscritti si ha la possibilità di farsi rimborsare diverse cose e accedere a servizi particolari, al bisogno)

Non so se il mio sogno di fare la casalinga derivi da una mancanza di sviluppo della mia personalità o cosa... da bambina non ho mai sognato di fare un lavoro in particolare... neanche ora, ma devo per forza, per sentirmi più sicura di me, indipendente e simile agli altri. Non pensavo che sognare di dedicarsi a famiglia e figli fosse così strano... non mi sarei fatta mantenere, potendo garantire un introito avendo appartamenti in affitto; e non è che non avrei mai voluto capire il funzionamento di tasse e tutte le cose burocratiche, ma pensavo semplicemente più in là, con calma, dopo il matrimonio.

Gli amici di cui parlo al momento sono di diverse età, sia miei coetanei che più grandi; li conosco da 5/6 anni, facendo parte dello stesso corso di danza si è creato un bel gruppo.
Ma tra loro chi mi offre davvero aiuto al momento e cerca di farmi uscire sempre, per non farmi stare a casa sola (molti altri sono in vacanza) sono G., di 43 anni, che davvero mi sta molto vicino (è una persona buona con tutti, ci tiene a mantenere tante amicizie; complice anche il fatto che ha chiuso una storia 3 mesi fa, per via dei tradimenti di lei, ora ha molto tempo libero... dice che gli amici si vedono nel momento del bisogno, non solo per divertirsi), mi chiede come sto, se ho bisogno di sfogarmi c'è... e una ragazza di 30 anni, M., anche se lei un po' di meno, però se voglio c'è.
A volte anche il mio ex, ora in ferie in centro italia, mi scrive per sentire come sto, perchè gli ho raccontato di tutte le mie ansie... anche se non mi piace più, è tipo un caro amico, e per confidarsi va bene... spera sempre in un mio ritorno, ma c'è poco da fare...

Io spero che lo starmi vicino di questi amici non mi blocchi, come dice lei, ma altrimenti cosa dovrei fare? Pensavo che confidarsi e sentire qualcuno vicino aiutasse... poi se capitasse qualcosa A BREVE, di sicuro mi servirebbero consigli su come gestire eventuali aiuti... e magari anche passaggi in auto per un eventuale ospedale (mi sto attrezzando anche per guidare; ho già la patente da 9 anni, ma non ho mai guidato perchè in università andavo in treno, e all'epoca avevo pochi amici; poi ho incontrato il mio ex e mi ha sempre portata in giro lui. Ma appena torna l'istruttrice di guida dalle ferie, dopo il 24, la chiamo e inizio a rimettermici)
Cosa dovrei fare per tutto, per mandare avanti la mia vita, senza preoccuparmi troppo delle mie parenti?

In sostanza lei dice che tutti questi miei problemi sono stati causati da non aver mai elaborato i lutti di mia mamma (che in realtà non consideravo tale; mi ha fatta crescere dai nonni, e lei c'era poco... infatti per me mia nonna è più come una mamma), di mio nonno e del mio patrigno? Mio padre non l'ho mai conosciuto, ma dev'essere vivo: mia mamma non ha mai voluto dire chi era il padre, quando è rimasta incinta, neanche a mia nonna, quindi non si sa.
Spero davvero che una terapia mirata con lo psicologo mi aiuti...
Al momento sto guardando sempre gli annunci di lavoro, porto in giro curriculum per qualsiasi cosa, anche negozi e supermercati (lo sto facendo da fine giugno... per ora mi hanno chiamata per 3 colloqui, ma non ho saputo poi più nulla), mi sto informando sulla possibilità di fare la tutor nelle scuole di recupero anni (sono laureata in lettere) anche se non mi sento molto portata a insegnare e non ricordo bene gli argomenti di italiano, storia e filosofia (le materie che sceglierei) ma lì ci sarebbe solo da ripassare..., mi sono iscritta a un concorso per un posto da bibliotecaria che si terrà a inizio ottobre a Milano, anche se purtroppo con tutti questi pensieri faccio fatica a concentrarmi per studiare... ma proverò fino all'ultimo; sto ripassando la teoria della patente in attesa di fare delle guide, tengo d'occhio i corsi di formazione della mia città per vedere se c'è qualcosa di breve da fare che mi può tornare utile senza farmi perdere molto tempo (andando per i 29, devo stare attenta al limite dei 29/30 per molti apprendistati)...
A settembre quando reinizieranno i corsi (nel senso di hobby) riprenderò il mio di danza, e ne cercherò anche qualcun altro, o altri hobby... stando attenta a non spendere troppo... per conoscere magari qualcuno di nuovo e fare nuove attività che mi possono piacere.

La ringrazio

Isabella
[#5]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Cara utente, al momento le consiglierei di approfittare della buona salute di tutti voi, e del benessere economico, per fare un viaggio organizzato. Vada in un'agenzia però - non cerchi su Internet. Ci sono delle crociere fluviali in tutta Europa, per esempio; splendida quella da Mosca a San Pietroburgo. Guardare la propria vita da una diversa angolatura aiuta sempre, e poi si tratta di poco più di una settimana, dieci giorni al massimo decisi da lei in prima persona. Se crede, porti con sé anche la nonna e la zia, alle quali una vacanza può fare solo bene. Iniziare questi distacchi dalla propria ossessione (esistono tour anche di tre giorni) le farà capire che non è con una specie di sorveglianza continua che si elude il rischio della malattia delle sue parenti, e che forse questo timore è solo un alibi.
Lei scrive: "è come se non mi sentissi libera di fare tutto ciò perchè a casa ho due persone anziane che ora stanno bene". E dunque cosa aspetta? Che non ci siano più?
Mi riesce difficile capire come mai non ha messo a frutto la laurea in Lettere (ma era una laurea magistrale?) e perché non guida, avendo la patente da nove anni. Tutto questo, assieme alla mancanza di amici al tempo dell'università, sembra rimandare ad uno stato di malessere per il quale sarebbe stato naturale rivolgersi ad uno psicologo. E perché andava all'università in treno, anziché prendere una stanza con dei colleghi nella città universitaria, sperimentando l'indipendenza giovanile?
Quanto al desiderio di avere una famiglia, certo è diffuso, ma in genere si accompagna, specie in una persona che ha studiato, al desiderio di realizzarsi anche al di fuori delle mura domestiche.
La sua atipica situazione familiare apre ulteriori spiragli sui motivi del suo disagio; forse anche sulle modalità con le quali è stata allevata.
Prima del ritorno dello psicologo tenti l'organizzazione e la realizzazione della breve vacanza che le ho detto, e lo faccia senza chiedere consigli ai suoi consulenti di sempre, ma entrando da sola in diverse agenzie. Sia che si realizzi sia che fallisca, questo piccolo tentativo di autonomia sarà un utile test sulla sua reale situazione. Auguri, e ci tenga al corrente.
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Utente
Utente
Buongiorno,
Grazie di tutti i suoi consigli.
Effettivamente in alcuni momenti bui nei giorni scorsi mi sono ritrovata a pensare che vorrei che non ci fossero già più, per avere "campo libero" per tentare di costruire la mia vita, ma mi rendo conto che sarebbe invece molto pesante, contando la mia evoluzione psicologica attuale, rimanere sola già ora, e con tutte le cose burocratiche da sistemare legate a dei lutti. Ma mi è venuto da pensare così perché temo di non riuscire a gestire contemporaneamente, per esempio, un lavoro (e/o una relazione) e l'attenzione a garantire un'assistenza a casa (assumendo qualcuno) a chi serve, e la gestione delle mie e le altrui cose burocratiche, da pagare ecc.. tipo che manchi anche materialmente il tempo, perché per esempio se si lavora gran parte della giornata va così. Magari potrei delegare a qualcuno di fiducia qualcosa, per riuscire a fare tutto, non so.
Ma mi rendo conto che non si può sapere come andranno le cose; magari non ci saranno più fin da prima, o rimarranno autonome molto a lungo, o a me per esempio potrebbe capitare qualcosa, nella vita non si sa mai...

La mia laurea è triennale e principalmente l'ho conseguita "perché si doveva"; prima ho fatto il liceo classico perché andavo bene in italiano, ma il punto è che alle scuole medie ci erano state presentate come possibilità solo i licei, classico, artistico, linguistico e scientifico, quindi pensavo esistessero solo quelli. L'università è venuta come logica conseguenza, ma ad oggi dico che avrei preferito fare subito una scuola superiore professionale, che mi insegnasse un mestiere, perché preferisco di gran lunga le occupazioni pratiche. Poi beh, sul metterla a frutto, già insegnare non è molto tra le mie preferenze ma amen, piuttosto mi piacerebbe lavorare in biblioteca o in una casa editrice, ma finora non ho mai trovato spiragli, nelle case editrici, e in biblioteca ho fatto più di un anno e mezzo tra stage universitario e volontariato, ma non ci sono concorsi e la prospettiva di assunzione non esiste, semmai quella di andarci come volontaria. Ora ho trovato quel concorso per 1 posto in una biblioteca di Milano, chissà... se riesco a concentrarmi per prepararlo abbastanza...

Ci sono sempre andata in treno perché il tragitto era breve, 12 minuti, e l'università proprio davanti alla stazione; non sembrava logico spendere per stare fuori casa, anche se avrebbe giovato alla mia indipendenza, certo... ero anche timida, ma vedevo un po' di amicizie nella città dell'università di giorno, e qualcuno nella mia stessa città di sera, quindi la macchina non mi serviva, ho sempre usato molto la bicicletta.

Comunque non so se valga lo stesso, ma domattina parto 4 giorni per Lione insieme a uno degli amici che le dicevo e una conoscente, a trovare una loro amica. Ho pensato di "imbucarmi" qui da 2/3 settimane, così da farmi lo stesso qualche giorno di vacanza pur essendo saltate quelle che avevo programmato col mio ex e tutti gli altri amici sono già organizzati...
Non so se può essere la stessa cosa... intanto le auguro buon ferragosto e la ringrazio ancora

Isabella
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Il viaggio per Lione è già un'ottima iniziativa. La città basterebbe da sola a riempire quattro giorni di esplorazione; visiti i "traboules", cunicoli che univano le varie abitazioni, e i ristorantini, specie quelli che cucinano le "moules", cozze appena pescate.
Al ritorno vedrà che starà meglio: agisca sull'onda della serenità per recuperare fiducia nei suoi strumenti di coping, come chiamiamo noi psicologi la capacità di far fronte alle situazioni.
Cerchi anche corsi professionalizzanti che siano attinenti ai suoi reali interessi. Ancora auguri, si diverta!
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