Separato in cerca di una nuova vita
Gentili Dottori...
Sono un uomo separato da circa un anno e mezzo. Purtroppo tra me e la mia ex moglie le cose non sono mai andate bene. Dopo 10 anni di matrimonio e' finita. Dal nostro matrimonio e' nato un bambino stupendo che io amo con tutto me stesso... Credetemi ho cercato di portare aventi un rapporto malato per anni e anni. Questo per evitare la sofferenza di mio figlio. Purtroppo però mi dispiace ma non ce l ho fatta. Non ce l'ho fatta a sopportare i continui insulti di mia moglie, le borse ed i suoi sputi in faccia, i suoi momenti d'ira, le sue urla per ogni minima cosa... Situazioni che si ripetevano forse da 8 anni. Non sto qui a dilungarmi. Fatto sta che e' finita. Dopo una lotta contro me stesso tra la ricerca della mia ritrovata dignità e l autolesionismo di ritornare con una donna del genere, ho scelto la mia dignità... Dopo 6 mesi ho trovato invece una donna con cui riesco a confrontarmi, che mi ascolta e mi fa sentire un uomo (cosa per me strana visto che ormai mi ero quasi abituato ad essere succube e umiliato). Nutro un amore immenso per questa donna e lei per me. La storia più bella della mia vita. Però poi c è mio figlio, l altro grande amore della mia vita. Vivo continui sensi di colpa perché forse non ho saputo fare la parte di padre... Ho paura delle ripercussioni che questa situazione possa avere su di lui. Ma credetemi non voglio più tornare in quell inferno che ha creato mia moglie... Spero che mio figlio mi perdoni. Queste preoccupazioni mi fanno vivere il rapporto con la mia nuova compagna al 70 percento... Invece vorrei viverlo appieno. Cosa posso fare? Come posso cancellare quei sensi di colpa? Voglio solo che per mio figlio io sia sempre il papà premuroso che ha sempre conosciuto nonostante tutto. Vorrei solo che andasse tutto bene. Solo questo chiedo... Mi scuso per lo sfogo. Spero possiate aiutarmi.
Sono un uomo separato da circa un anno e mezzo. Purtroppo tra me e la mia ex moglie le cose non sono mai andate bene. Dopo 10 anni di matrimonio e' finita. Dal nostro matrimonio e' nato un bambino stupendo che io amo con tutto me stesso... Credetemi ho cercato di portare aventi un rapporto malato per anni e anni. Questo per evitare la sofferenza di mio figlio. Purtroppo però mi dispiace ma non ce l ho fatta. Non ce l'ho fatta a sopportare i continui insulti di mia moglie, le borse ed i suoi sputi in faccia, i suoi momenti d'ira, le sue urla per ogni minima cosa... Situazioni che si ripetevano forse da 8 anni. Non sto qui a dilungarmi. Fatto sta che e' finita. Dopo una lotta contro me stesso tra la ricerca della mia ritrovata dignità e l autolesionismo di ritornare con una donna del genere, ho scelto la mia dignità... Dopo 6 mesi ho trovato invece una donna con cui riesco a confrontarmi, che mi ascolta e mi fa sentire un uomo (cosa per me strana visto che ormai mi ero quasi abituato ad essere succube e umiliato). Nutro un amore immenso per questa donna e lei per me. La storia più bella della mia vita. Però poi c è mio figlio, l altro grande amore della mia vita. Vivo continui sensi di colpa perché forse non ho saputo fare la parte di padre... Ho paura delle ripercussioni che questa situazione possa avere su di lui. Ma credetemi non voglio più tornare in quell inferno che ha creato mia moglie... Spero che mio figlio mi perdoni. Queste preoccupazioni mi fanno vivere il rapporto con la mia nuova compagna al 70 percento... Invece vorrei viverlo appieno. Cosa posso fare? Come posso cancellare quei sensi di colpa? Voglio solo che per mio figlio io sia sempre il papà premuroso che ha sempre conosciuto nonostante tutto. Vorrei solo che andasse tutto bene. Solo questo chiedo... Mi scuso per lo sfogo. Spero possiate aiutarmi.
[#1]
Buongiorno,
comunica con intensità il suo stato d'animo e in questa sede mi sento di lasciarle alcune suggestioni, evocate dalla sua narrazione.
Quello che sta vivendo è comprensibile. Da una parte è un padre che ama suo figlio, con il quale non può più vivere come prima. Si interroga, sente una responsabilità e teme di farlo soffrire. Vive il dolore di doversene separare.
Dall'altra parte è un uomo che non ama più la madre di suo figlio. Non è colpa di nessuno, purtroppo nella vita ci troviamo ad affrontare situazioni difficili nostro malgrado.
Come uomo, sente il valore della propria dignità e vuole conoscere il senso del rispetto. Sceglie pertanto di interrompere quell'abitudine malsana a essere succube e umiliato, da come dice, e sceglie di coltivare con coraggio la storia più bella della sua vita. L'amore è raro e non desidera rinunciarvi.
Suo figlio purtroppo subisce questo cambiamento ed è un bambino. Facendo i conti da un consulto precedente, suo figlio oggi dovrebbe avere circa 8 anni. Ci sono alcuni bambini che, seppur con fatica, si adattano con maggiore facilità, altri che invece accusano di più il dolore del cambiamento.
Non conosco la vostra relazione né se lei si è già trasferito, ad ogni modo le parlo in linea generale. Sarebbe necessario poi fare i dovuti approfondimenti dal vivo.
Immaginiamo che suo figlio possa essere spaventato, arrabbiato, vivere una sua costellazione emotiva. Come lei, può vivere lo stesso dolore della separazione. Dalle sue parole mi sembra di sentire che potrà occuparsene, senza scoraggiarsi, senza minimizzare l'intensità emotiva. Facendosi carico di quei vissuti più difficili, comprendendoli e accogliendoli, dandovi tutto il tempo necessario. Deve credere lei per primo alla sua scelta fino in fondo, ricordarsi che i cambiamenti possono essere dolorosi e faticosi, ed avere fiducia che le cose si sistemeranno.
Se le vostre famiglie, la sua ex moglie soprattutto, fossero disponibili a favorire questo complesso cambiamento sarebbe importante. Così come lo sarebbe se la sua nuova compagna la sostenesse, come immagino faccia, sapendo che piano piano diventerà una risorsa preziosa anche per suo figlio. I cambiamenti comportano una grande fatica, ma con convinzione, tanta pazienza e cura le cose possono diventare anche migliori di prima.
Accanto a questo, vorrei sottolineare anche un altro aspetto che a mio avviso è fondamentale. Come si insegna a un bambino ad avere dignità, se il genitore non ha dignità in se stesso? Come si fa a dirgli che non va bene essere succubi e umiliati, se il genitore non conosce il rispetto di sé? Come si insegna al bambino a essere se stesso, se il genitore indossa maschere e non riesce a esprimersi con coraggio?
Allora lei è un padre e un uomo. E suo figlio è un figlio, ma anche un bambino, che piano piano diventerà un piccolo uomo, che deve imparare a dare valore a se stesso.
Potrà essere per suo figlio non solo il padre premuroso che ha sempre conosciuto, ma anche il padre coraggioso che sarà per lui il suo riferimento più grande.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
comunica con intensità il suo stato d'animo e in questa sede mi sento di lasciarle alcune suggestioni, evocate dalla sua narrazione.
Quello che sta vivendo è comprensibile. Da una parte è un padre che ama suo figlio, con il quale non può più vivere come prima. Si interroga, sente una responsabilità e teme di farlo soffrire. Vive il dolore di doversene separare.
Dall'altra parte è un uomo che non ama più la madre di suo figlio. Non è colpa di nessuno, purtroppo nella vita ci troviamo ad affrontare situazioni difficili nostro malgrado.
Come uomo, sente il valore della propria dignità e vuole conoscere il senso del rispetto. Sceglie pertanto di interrompere quell'abitudine malsana a essere succube e umiliato, da come dice, e sceglie di coltivare con coraggio la storia più bella della sua vita. L'amore è raro e non desidera rinunciarvi.
Suo figlio purtroppo subisce questo cambiamento ed è un bambino. Facendo i conti da un consulto precedente, suo figlio oggi dovrebbe avere circa 8 anni. Ci sono alcuni bambini che, seppur con fatica, si adattano con maggiore facilità, altri che invece accusano di più il dolore del cambiamento.
Non conosco la vostra relazione né se lei si è già trasferito, ad ogni modo le parlo in linea generale. Sarebbe necessario poi fare i dovuti approfondimenti dal vivo.
Immaginiamo che suo figlio possa essere spaventato, arrabbiato, vivere una sua costellazione emotiva. Come lei, può vivere lo stesso dolore della separazione. Dalle sue parole mi sembra di sentire che potrà occuparsene, senza scoraggiarsi, senza minimizzare l'intensità emotiva. Facendosi carico di quei vissuti più difficili, comprendendoli e accogliendoli, dandovi tutto il tempo necessario. Deve credere lei per primo alla sua scelta fino in fondo, ricordarsi che i cambiamenti possono essere dolorosi e faticosi, ed avere fiducia che le cose si sistemeranno.
Se le vostre famiglie, la sua ex moglie soprattutto, fossero disponibili a favorire questo complesso cambiamento sarebbe importante. Così come lo sarebbe se la sua nuova compagna la sostenesse, come immagino faccia, sapendo che piano piano diventerà una risorsa preziosa anche per suo figlio. I cambiamenti comportano una grande fatica, ma con convinzione, tanta pazienza e cura le cose possono diventare anche migliori di prima.
Accanto a questo, vorrei sottolineare anche un altro aspetto che a mio avviso è fondamentale. Come si insegna a un bambino ad avere dignità, se il genitore non ha dignità in se stesso? Come si fa a dirgli che non va bene essere succubi e umiliati, se il genitore non conosce il rispetto di sé? Come si insegna al bambino a essere se stesso, se il genitore indossa maschere e non riesce a esprimersi con coraggio?
Allora lei è un padre e un uomo. E suo figlio è un figlio, ma anche un bambino, che piano piano diventerà un piccolo uomo, che deve imparare a dare valore a se stesso.
Potrà essere per suo figlio non solo il padre premuroso che ha sempre conosciuto, ma anche il padre coraggioso che sarà per lui il suo riferimento più grande.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
[#2]
Utente
Gentilissimo Dott. De Sanctis
Innanzitutto la ringrazio per avermi dedicato il suo tempo e la ringrazio ancor di più per le splendide parole di conforto leggendo le quali non ho saputo trattenere la mia commozione... Le leggero' ogni qualvolta mi senta piegato da questa situazione. Ha ragione, un padre deve insegnare al proprio figlio cosa vuol dire essere uomo ed e' vero, continuando la storia con la mia ex moglie forse gli avrei insegnato a mentire nel nome di un amore malato... Spero che lo capisca prima o poi. Le Sue parole hanno illuminato la mia mente che forse tra un po' si offuschera' di nuovo ma adesso ho una speranza in più: la speranza di essere per lui un padre che dietro quell aspetto da macho e cattivo ha un cuore e crede nella propria dignità, che si stima e che crede Nell amore puro in ogni sua forma. Grazie ancora
Innanzitutto la ringrazio per avermi dedicato il suo tempo e la ringrazio ancor di più per le splendide parole di conforto leggendo le quali non ho saputo trattenere la mia commozione... Le leggero' ogni qualvolta mi senta piegato da questa situazione. Ha ragione, un padre deve insegnare al proprio figlio cosa vuol dire essere uomo ed e' vero, continuando la storia con la mia ex moglie forse gli avrei insegnato a mentire nel nome di un amore malato... Spero che lo capisca prima o poi. Le Sue parole hanno illuminato la mia mente che forse tra un po' si offuschera' di nuovo ma adesso ho una speranza in più: la speranza di essere per lui un padre che dietro quell aspetto da macho e cattivo ha un cuore e crede nella propria dignità, che si stima e che crede Nell amore puro in ogni sua forma. Grazie ancora
[#3]
Grazie anche a lei per le sue parole e per la commozione che comunica. Capisco che la mente può offuscarsi, lei sentirsi piegato per una situazione che la fa stare male. Non è facile, sta dando valore all'amore, e questa è una strada ambiziosa, attraverso cui conquista la sua autenticità e riconosce a se stesso forza e valore.
Non ha torto a dire che è un percorso accidentato, aspettandosi che la mente si offuscherà di nuovo. È normale che questo accada, alcuni nostri vissuti sono radicati tenacemente dentro di noi. Per questo si ripresentano. Certo questa volta potrà gestirli in un modo nuovo, anche valutando di approfondirli dal vivo se ne sentisse l'occasione o il bisogno.
Sembra arrivata l'ora per lei di dare alla sua vita quel senso promettente di possibilità che merita.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Non ha torto a dire che è un percorso accidentato, aspettandosi che la mente si offuscherà di nuovo. È normale che questo accada, alcuni nostri vissuti sono radicati tenacemente dentro di noi. Per questo si ripresentano. Certo questa volta potrà gestirli in un modo nuovo, anche valutando di approfondirli dal vivo se ne sentisse l'occasione o il bisogno.
Sembra arrivata l'ora per lei di dare alla sua vita quel senso promettente di possibilità che merita.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2k visite dal 29/07/2018.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.