Non desiderare figli

Salve,
Le spiego quale è il mio problema, molto probabilmente le sembra stupido o futile ma mi tormenta da un po’. Ho un lavoro che adoro che non lascerei per nulla al mondo, ho il mio compagno da 10 anni con cui sto benissimo e per me è la mia famiglia, ho da poco fatto 30 anni e mi sono accorta che come quando ero più giovane non voglio figli, nel senso quando ero giovane pensavo “vabbè sei giovane è per questo che non li vuoi, vedrai un giorno ti verrà la voglia” invece ora l’idea di avere figli mi fa venire e voglia di suicidarmi. Non esagero se penso a doverli accudirli per almeno 18 anni mi sento morire. Mi sento come se la mia vita fosse finita. Non ho paura del parto o della gravidanza ma del fatto che avrò un essere totalmente dipendente da me per anni. Dovrei dedicargli la mia vita e io non voglio. ITutte le mie amiche o sono incinte o hanno partorito, la mia domanda è secondo lei ho bisogno di un consulto da uno psicologo, oppure la mia situazione è comune e non c’è nulla di sbagliato a non desiderare figli.

Grazie per il tempo che mi dedicherete.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buon pomeriggio,

la procreazione e la maternità sono aspetti molto complessi dell'essere umano e riguardano numerosi fattori da tenere in considerazione. Leggendo le sue parole, non so dirle da qui se possono esserci in lei delle paure ad avere figli ad esempio; inoltre sarebbe importante approfondire il significato che per lei ha la dipendenza.

Senz'altro avere figli è un cambiamento epocale, che sconvolge la propria vita, limitandone la libertà. Ma, allo stesso tempo, quel legame molto profondo è una ricchezza inestimabile.
Possono quindi esserci aspetti di se stessa, le cui radici affondano nel passato e hanno un riflesso nel presente, che sarebbe necessario approfondire. Sarebbe fondamentale conoscere la sua storia e la sua relazione sentimentale attuale.

Al netto di aspetti ed emozioni che potrebbero costituirsi come freno in lei per la procreazione, credo che sia una scelta legittima non avere dei figli. Possiamo dire che non è un dovere averne né è sbagliato in sé non desiderarli.

In questo caso dovremmo chiederci come mai non stia dando valore al suo sentire, se cioè sta giudicando negativamente se stessa. Tutte intorno a lei sono incinte e hanno figli, mentre lei no. Questo mi ha fatto pensare che può sentirsi difforme, diremmo sbagliata. Penso invece che debba dare valore a quello che sente. Se lei non è conforme alle sue amiche o alle aspettative sociali, questo non vuol dire che il suo desiderio di non avere figli, e la sua scelta che ne segue, non debba avere valore.

E ritengo che il suo consulto, in cui interroga se stessa e mostra il desiderio di ricercare la strada più giusta per sé, sia anche un gesto di responsabilità nient'affatto scontato.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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Utente
Utente
Grazi e per la sua risposta, il significato per me di dipendenza è che per molti anni avrei la responsabilità morale e legale per il benessere e la crescita di mio figlio (so che non sarei sola perché ci sarebbe il mio compagno) ma comunque resta il fatto che dovrei dedicargli del tempo che altrimenti potrei usare per fare cose che amo. Nel senso ora ho 30 se decido di avere un figlio ora diciamo che lui non sarà indipendente da me, (se tutto va bene) finché non avrà 19 anni, quindi io perderei 19 anni della mia vita ad occuparmi di qualcun altro senza poter continuare a fare le cose che amo, come viaggi, paracadutismo, immersioni, concerti, o semplicemente giornate oziose a leggere.
Con il mio compagno abbiamo una relazione da 10 anni siamo affiatati ma molto indipendenti (ognuno ha i suoi interessi e lascia spazio all’altro). Lui non ha molto interesse nei bambini in generale.
Non ha mai escluso la possibilità di averne ma non ha mai espresso interesse in merito.
La mia paura di non averne non è di essere difforme dagli altri, o di non essere accetta dalla società (non mi è mai interessata l’opinione degli altri o la stigma sociale) ma di perdermi qualcosa di bello per paura di sconvolgere la mia vita. Le mie amiche sembrano felici di aver procreato.

Grazie ancora per l’aiuto.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Se fosse madre la sua vita cambierebbe, a partire dal suo corpo, dopo il concepimento. Deve fare spazio a un altro essere umano. Questo può fare paura, significa trasformare il proprio ordine. Come dice, può essere allo stesso tempo anche qualcosa di molto bello, a cui starebbe rinunciando. Non si tratta infatti soltanto di occuparsi di un figlio e rinunciare alla propria libertà, si tratta di vivere un legame unico, che dura per tutta la vita. Non parlerei soltanto di dipendenza, ma di relazione. Avere dei dubbi e una conflittualità in proposito è umano.

Circa le sue amiche mi sembrerebbe strano se fossero proprio tutte semplicemente felici. Ci sono molti vissuti, molte sfumature emotive, fatiche, dubbi e timori, come lei sta mostrando.

Verosimilmente non potrebbe più continuare a fare le cose di prima, con la stessa libertà. Però potrebbe comunque organizzarsi per farle, almeno in parte. Non sarebbe solo madre, ma anche una donna.

Attraverso il nostro dialogo, mi sembra che ora emerga nelle sue parole un desiderio eventuale circa la possibilità di avere un figlio. Da una parte sembra convinta che sia meglio di no, ma forse dall'altra si chiede se stia mettendo un muro troppo grande, non so se mi sbaglio. Come se forse emergesse un'eccessiva preoccupazione o una qualche rigidità di troppo. Non può sapere d'altronde con certezza come andrebbero quei 19 anni, che cosa significherebbe quel legame filiale. Lei stessa non può sapere come sarà la sua vita tra dieci o vent'anni. E forse in questa sua ricerca non stiamo parlando soltanto di un figlio eventuale, ma anche di se stessa e del suo mondo interiore.

Allora mi sento di consigliarle di valutare l'opportunità di fare una consultazione psicologica per avere uno spazio d'ascolto idoneo, con i dovuti tempi. Affinché possa approfondire la sua esperienza e proseguire questa sua ricerca esistenziale che mi sembra molto preziosa.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis