Dipendenza affettiva/psicoterapia analitica

Buonasera a tutti; so di aver usato di recente questa piattaforma, ma spero possiate darmi una risposta a riguardo, a prescindere dal fatto io sia già in terapia. La diagnosi è quella di disturbo di personalità dipendente e sono stanchissima, stanchissima di essere così,stanchissima di non riuscire ad avere una vita soddisfacente, stanchissima di avere 40 anni senza tutto ciò che una persona della mia età dovrebbe avere. Con gli uomini negli ultimi anni sono diventata più accorta (per una vita non ho voluto avere storie, penso perchè pensassi di me di essere 'al massimo una con cui andare a letto'), ma, ad ogni modo, non riesco ancora a costruire una relazione; ci provo, ma basta un 'nano secondo' (forse in coincidenza della manifestazione delle mie insicurezza e dunque divento una che mette il fiato sul collo) perchè le cose cambino in senso negativo per me e la cosa non si evolve (ormai il massimo sono due mesi di frequentazione). Alla fine non riesco neanche ad avercela con gli uomini che mi danno il 'due di pikke': io non vorrei un uomo che a 40 anni non lavora e vive in casa con i genitori. Ma io non riesco a cambiare questa mia situazione; ormai la mia ultima frequentazione credo sia al capolinea visto sono giorni che non si fa sentire dopo essere stati anche insieme. Mi sto dilungando rispetto al consulto e mi scuso. La ragione del consulto è questa e mi rivolgo a terapeuti che fanno psicoterapia analitica (che è quella che faccio io) e vorrei chiedere se Voi siete riusciti ad aiutare persone con i miei problemi a far si che riuscissero a risolvere tali loro problemi. Altresì vorrei chiederVi come Voi procedete, tecnicamente, ad aiutare questa tipologia di pazienti. Io sono al limite della disperazione. Chiedo scusa per il disturbo e Vi ringrazio.
Cordiali saluti
[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
gentile utente nessuno può dirle come procede tecnicamente poichè ogni tecnica è inserita all'interno di un determinato contesto relazionale e dipende dal paziente e dalle sue risposte.
Detto questo se è in terapia deve affidarsi e fidarsi del suo terapeuta. Se ci sono problemi deve discuterne con lui e se questi problemi non si risolvono allora deve cambiare.
legga questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4088-quando-il-paziente-si-allea-con-la-propria-malattia.html

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
Attivo dal 2017 al 2019
Ex utente
Grazie dottor De Vincentiis; capita di navigare silente per questo sito e l'articolo che mi ha indicato l' ho già letto, La ringrazio.
Devo dire mi stupisce la Sua risposta perché spesso proprio in questi consulti leggo che chiedete sugli obiettivi/progetti stabiliti in sede di terapia; quindi mi sembra di capire che ci sia una 'tecnica'. Tra l'altro, proprio considerando che ogni orientamento possa avere una sua modalità di approccio/tecnica ho specificato di fare psicoterapia analitica (ma forse é un dato irrilevante?).
Ad ogni modo, tralasciando l'aspetto tecnico, é possibile chiederLe se Lei ha visto pazienti con i miei problemi, riuscire -davvero- a risolverli?

Nuovamente grazie a Lei ( ed eventuali Suoi colleghi).

Un cordiale saluto
[#3]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
ho visto pazienti che ristrutturano la percezione del problema, che modificano il loro modo di porsi, che mettono in atto strategie più funzionali. Ecco cosa ho visto. in tal modo il problema, percepito diversamente, si risolve, eccome.
saluti
[#4]
Attivo dal 2017 al 2019
Ex utente
OK, La ringrazio. Che continuo ad avere difficoltà a capire come siano riusciti a fare tutto quello che ha scritto sopra, perché io non vedo di riuscirci. E mi sento preoccupata, angosciata e frustrata. Mi scusi, La ringrazio per la disponibilità.

Un cordiale saluto
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