Disturbo evitante-dipendente
Buongiorno,
Dopo alcuni colloqui e il MCM III presso il CSM è emerso uno stile evitante/dipente di personalità, con tratti autofrustranti e sospettosità.
In presenza anche di lieve sindrome ansioso depressiva (reattiva).
Volevo sapere se è più indicata la terapia cognitivo comportamentale o psicodinamica, quanto durano e dopo quanto ci si possono aspettare risultati. Premetto che ho una tendenza all'introspezione e ruminazione veramente eccessive e INFINITE, e attualmente un atteggiamento molto passivo nei confronti della vita, dei problemi e delle persone. Ache per questo chiedo quale terapia sia più adatta. Non mi sono stati prescritti farmaci.
Ringrazio in anticipo per le eventuali risposte e per il servizio che fornite
Dopo alcuni colloqui e il MCM III presso il CSM è emerso uno stile evitante/dipente di personalità, con tratti autofrustranti e sospettosità.
In presenza anche di lieve sindrome ansioso depressiva (reattiva).
Volevo sapere se è più indicata la terapia cognitivo comportamentale o psicodinamica, quanto durano e dopo quanto ci si possono aspettare risultati. Premetto che ho una tendenza all'introspezione e ruminazione veramente eccessive e INFINITE, e attualmente un atteggiamento molto passivo nei confronti della vita, dei problemi e delle persone. Ache per questo chiedo quale terapia sia più adatta. Non mi sono stati prescritti farmaci.
Ringrazio in anticipo per le eventuali risposte e per il servizio che fornite
[#1]
Cominci con una terapia cognitivo comportamentale.
Ma ciò che conta è una buona alleanza terapeutica, anche con altri orientamenti teorici.
saluti
Ma ciò che conta è una buona alleanza terapeutica, anche con altri orientamenti teorici.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Ex utente
Gentile Dottore, ho iniziato una psicoterapia. Sta emergendo un problema che mi causa molta rabbia: in sostanza io tendo a evitare situazioni nuove, o interazioni con persone, per il timore di essere giudicato. Quindi c'è poco da fare, bisogna accettate di fare errori e esporsi alle situazioni. Io stesso ammetto che molte cose che ora faccio tranquillamente, una volta mi mettevano molta ansia, quindi ok, provando a fare le cose l'ansia scompare. Ma mi sfugge a cosa serva lo psicoterapeuta in tutto questo. Io continuo a evitare alcune cose, e ne sono consapevole. Cosi come lo ero prima di iniziare la psicoterapia. È quindi questa la psicoterapia? Se si sono molto scoraggiato, io speravo che la paura si riducesse in terapia, non solo nel mondo esterno. mi sento un idiota e un debole. So che mi direte di parlarne con lo psicoterapeuta, lo ho fatto e lui mi ha detto (sintetizzo semplicisticamente) che continuare a parlare delle mie paure è un modo per non afftontarle.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.6k visite dal 22/07/2018.
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