Far esternare le emozioni ad un bambino dopo la perdita di un animale
Buongiorno. Purtroppo il 19/7 scorso abbiamo dovuto lasciare andare il nostro cane Maya (16 anni) Abbiamo un bambino di 9 anni. Trattandosi dell’epilogo di una malattia, nei mesi scorsi abbiamo sempre reso partecipe nostro figlio di visite e pareri della veterinaria (chiedeva di essere partecipe). Con lui abbiamo sempre parlato: spiegato che i 16 anni di Maya erano come 100 di un umano, che prima o poi avremmo dovuto fare una scelta per evitarle di soffrire e quindi rispettare la sua indole e che sarebbe comunque restata con noi, solo in altro modo. Lunedì abbiamo deciso che era giunto il momento e la sera ne abbiamo parlato con lui che ha, giustamente pianto. Alla fine del suo pianto mi si è avvicinato dicendomi: comunque la vita va avanti. Da lì in poi ha chiuso con qualsiasi esternazione. Il giovedì mattina (il 19/7) gli ho chiesto di venire con me a prendere dei palloncini da lasciar volare in cielo e a cui legare un messaggio o un pensiero se lo voleva: è venuto con me ma non ha voluto scrivere alcun messaggio. Il pomeriggio suo papà ha accompagnato Maya. Lui non ha voluto nemmeno salutarla (nei giorni precedenti gli avevo anche chiesto se era suo desiderio essere presente dalla veterinaria ma lui aveva detto di no). Quando è morta Maya, io e lui siamo andati nel prato dove correva sempre e da lì abbiamo lasciato volare i palloncini. Lui era sempre privo di esternazioni. Poi ha voluto andare a giocare con alcuni amici. La sera gli ho chiesto come si sentiva e lui mi ha risposto che non gli veniva da piangere. Io gli ho spiegato che il modo di esprimere il dolore non è uguale per tutti: c’è chi piange di più (come me), chi magari meno ma si vede che è triste (come il papà) e chi invece si esprime in altro modo. Il dolore è personale. Ieri però mi son sentita di parlargli ancora perché è davvero come se per lui non fosse mai esistita: quindi gli ho chiesto come si sente, cosa pensa quando vede le sue cose, se anche a lui ogni tanto sembra di sentire i rumori di quando girava per casa, etc... La sua risposta è stata: non è più qui e io l’ho accettato. Ho cercato di spiegargli che accettare una situazione e provare dolore per la stessa situazione son due facce di una stessa medaglia...
So che può volevo del tempo, ma inizio a preoccuparmi...
Come dovremmo comportarci?
Lui è un bambino molto indipendente, autonomo, intelligente e spontaneo. Questo è il suo primo “contatto” con la morte.
Grazie mille son d’ora. Cordiali saluti.
So che può volevo del tempo, ma inizio a preoccuparmi...
Come dovremmo comportarci?
Lui è un bambino molto indipendente, autonomo, intelligente e spontaneo. Questo è il suo primo “contatto” con la morte.
Grazie mille son d’ora. Cordiali saluti.
[#1]
Gentile utente,
La sua lettera manifesta un certo desiderio di controllo sulle emozioni del bambino.
Le sembrerà una frase pesante,
ma Lei scrive qui per ricevere un parere specialistico competente.
Questo accanirsi nel volere che lui ESPRIMA emozioni, come da titolo,
il palargliene ripetutamente
il Suo "..ma inizio a preoccuparmi...",
sembrano tutti sintomi di una Sua ansia.
Gli permetta una "elaborazione" a modo proprio,
senza l'esigenza di voler "guidare" la situazione interiore di suo figlio
e senza preoccuparsene.
Che motivo c'è di preoccuparsi se lui ha modalità proprie?
Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Buonasera.
Lungi da me voler controllare le emozioni di mio figlio. Certo il periodo non è facile per tutta la famiglia ma l’obiettivo del parlarne era ovviamente a fin di bene.
Il mio preoccuparmi è dovuto naturalmente al cercare di rapportarmi correttamente nei confronti di mio figlio e della situazione.
Grazie mille per il consiglio.
Cordiali saluti.
Lungi da me voler controllare le emozioni di mio figlio. Certo il periodo non è facile per tutta la famiglia ma l’obiettivo del parlarne era ovviamente a fin di bene.
Il mio preoccuparmi è dovuto naturalmente al cercare di rapportarmi correttamente nei confronti di mio figlio e della situazione.
Grazie mille per il consiglio.
Cordiali saluti.
[#3]
Gentile mamma,
comprendo benissimo che "..l’obiettivo del parlarne era ovviamente a fin di bene...",
ma ho voluto segnalarLe la differenza che intercorre tra
- il "parlarne" quando è LUI ad introdurre l'argomento e a modo suo
e
- il "FAR esternare le emozioni
(ad un bambino dopo la perdita di un animale" come da titolo)
dove il regista è il genitore.
Per il genitore è importante essere consapevole di quella sottile linea di demarcazione che separa
l'attenzione sensibile ai vissuti del figlio
dall'intrusione,
sia pure a fin di bene.
Questa replica ritengo possa essere esplicativa per i molti genitori che ci leggono qui sul blog.
Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 855 visite dal 22/07/2018.
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