Attacchi di panico partner

Gentili dottori,
vorrei avere un vostro parere su quello che sto vivendo al momento e che non credo di riuscire a superare per i dubbi che mi tartassano la testa!
Da Gennaio di quest'anno il mio compagno ha iniziato a soffrire di attacchi di panico e ansia. Gli ho subito consigliato di andare sa uno specialista e lui fortunatamente mi ha ascoltata e ha iniziato a prendere dei medicinali e frequentare sedute presso uno psicoteraputa. Ho cercato in questi mesi di stargli vicino nel migliore dei modi. Rassicurandolo,ma continuando la mia quotidianità. I giorni passavano lenti tra uno un po' più sereno e uno dove entrava in un silenzio continuo che lo debilitava persino dal lavoro. Mi diceva di aver paura di far tutto,persino sport (che adorava) e anche nella sfera sessuale i rapporti erano sempre meno frequenti perché lui diceva di aver paura appena il cuore accelerava di qualche battito ed io mi sentivo egoista ad insistere,ma allo stesso tempo rifiutata. In questo clima di agonia arriviamo a luglio. Lui ha preso ferie da lavoro,io non posso,così gli consiglio di andare con amici da qualche parte o a trovare sua madre in campagna. Fatto sta che al rientro decide di parlarmi ed interrompere la nostra storia di 6anni perché ci ha pensato ed è convinto che questo senso d'ansia sia dovuto al fatto che non prova più le stesse cose di un tempo per me,ma aveva paura ad affrontare questi suoi nuovi sentimenti,con tutte le conseguenze del caso,anche se di tutto questo non ne è sicuro nemmeno lui (dice che ha fatto una sorta di elenco a scarto!). Io sono rimasta shockata ed incredula e il mio dubbio è se sia davvero così,cosa che accetterei e mi farei da parte,oppure se chi soffre di questi attacchi tende a fare scelte non del tutto lucide e che lo portano ad isolarsi da tutti. Vi prego aiutatemi a capire. Io,in ogni caso,per rispetto, ho deciso di ladciarlo andare e non insistere,rispettando le sue scelte,anche se ci sto malissimo!
Grazie se mi risponderete,
Chicca
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente, per quello che è possibile capire da lontano, ed è poco, ecco come sembra che lei abbia condotto la vicenda: affettuosa e piena di premure quando lui stava male, paziente nei confronti del suo mutismo e della sua apatia sessuale, infine addirittura disposta a ritirarsi da un momento all'altro quando lui le annuncia (senza preavviso?) che tra voi non c'è più niente e che forse era il vostro legame a procurargli ansia, fino agli attacchi di panico.
Ma non è che forse lei è stata troppo gentile, troppo accondiscendente?
A questo punto mi chiedo: a che punto è la sua autostima? Si prende cura di sé e del suo diritto ad avere una relazione felice? O si annulla, abitualmente, di fronte al partner? Un eventuale atteggiamento di questo genere potrebbe far sentire l'altro come di fronte a un fantasma evanescente, lasciandolo smarrito, e ritorcersi contro di lei come un boomerang.
Dovrebbe forse analizzare gli elementi che delineo qui, per capire se da partner "troppo perfetta" lei non si era per caso trasformata in qualcosa di impalpabile; non una vera compagna, ma un'ombra; il vuoto. Ci scriva ancora.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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