Iscriversi all'università a 33 anni: meglio smettere di sognare?
Gentili signori psicologi e psicoterapeuti,
Vi scrivo per avere il vostro cortese parere su un aspetto della mia vita"irrisolto"da oltre 8 anni: mi sono laureata alla triennale a marzo del 2010, da allora ho sempre più o meno lavorato, ma non sono soddisfatta né di me stessa né del mio attuale lavoro, anzi, i miei attuali lavori, ne faccio 5 diversi per cercare di mettere insieme un po'di soldini: da ottobre dello scorso anno la mattina insegno in un ente di formazione privato per adulti; il pomeriggio insegno in una cooperativa di aiuto allo studio per ragazzi; se mi chiamano faccio da interprete in fiere, congressi, ecc.chiedendo permessi e/o ferie (se ne vale la pena, spesso poi tali eventi comprendono il fine settimana, quindi me la cavo sempre chiedendo un giorno o due al massimo); do lezioni private e, il sabato e la domenica, lavoro nel negozio del mio ragazzo (che mi riconosce un compenso simbolico).Dopo la laurea triennale mi sono subito iscritta a una laurea magistrale inerente i miei studi, ma non mi convinceva davvero: infatti non ho mai dato un esame e dopo un anno ho lasciato perdere.Dopo 5 anni dalla laurea triennale mi sono iscritta a un altro corso di laurea ricominciando da zero (settore diverso, ma sempre umanistico): ho dato 4 esami e poi ho lasciato perdere per mancanza sia di tempo che di interesse.In tutto questo tempo (ben 8 anni) credo di aver capito che cosa mi piacerebbe davvero fare nella vita: l'insegnante.Oltretutto non faccio che ricevere conferme sul lavoro, vengo sempre molto apprezzata, i ragazzi mi adorano, i colleghi mi stimano e io torno a casa soddisfatta (è l'unico momento in cui mi sento così). Peccato che non potrò mai insegnare "davvero" (intendo dire in scuole pubbliche, statali), ma solo in enti privati perché non ho il titolo richiesto.Da ciò nasce il mio grande rimorso per non averlo fatto prima e la mia idea e insieme ad essa mille dubbi: e se mi iscrivessi all'università adesso? Dovrei prendere una laurea magistrale di 2 anni e poi iscrivermi alle graduatorie e/o accedere al FIT per l'abilitazione all'insegnamento.Passo ore ed ore a pensare che chi ha conseguito tale titolo prima di me non è né più competente né più intelligente di me, ha solo fatto la scelta giusta al momento giusto, cosa che io sono e sono sempre stata incapace di fare.Sono tentatissima di iscrivermi, ma temo l'ennesima delusione, lo spreco di soldi, mi dico che tanto non avrei tempo di studiare: lavoro tutto il tempo!Mi gingillo consultando il sito web della facoltà, pensando a quanto sarebbe bello se ce la facessi, che mi sentirei più soddisfatta di me stessa, che forse un giorno potrei diventare una VERA insegnante.Intanto il tempo scorre, gli anni passano e io...non so che cosa fare, ho bisogno di consigli e di capire se ne può valere la pena.Grazie mille di cuore in anticipo a tutti.
Vi scrivo per avere il vostro cortese parere su un aspetto della mia vita"irrisolto"da oltre 8 anni: mi sono laureata alla triennale a marzo del 2010, da allora ho sempre più o meno lavorato, ma non sono soddisfatta né di me stessa né del mio attuale lavoro, anzi, i miei attuali lavori, ne faccio 5 diversi per cercare di mettere insieme un po'di soldini: da ottobre dello scorso anno la mattina insegno in un ente di formazione privato per adulti; il pomeriggio insegno in una cooperativa di aiuto allo studio per ragazzi; se mi chiamano faccio da interprete in fiere, congressi, ecc.chiedendo permessi e/o ferie (se ne vale la pena, spesso poi tali eventi comprendono il fine settimana, quindi me la cavo sempre chiedendo un giorno o due al massimo); do lezioni private e, il sabato e la domenica, lavoro nel negozio del mio ragazzo (che mi riconosce un compenso simbolico).Dopo la laurea triennale mi sono subito iscritta a una laurea magistrale inerente i miei studi, ma non mi convinceva davvero: infatti non ho mai dato un esame e dopo un anno ho lasciato perdere.Dopo 5 anni dalla laurea triennale mi sono iscritta a un altro corso di laurea ricominciando da zero (settore diverso, ma sempre umanistico): ho dato 4 esami e poi ho lasciato perdere per mancanza sia di tempo che di interesse.In tutto questo tempo (ben 8 anni) credo di aver capito che cosa mi piacerebbe davvero fare nella vita: l'insegnante.Oltretutto non faccio che ricevere conferme sul lavoro, vengo sempre molto apprezzata, i ragazzi mi adorano, i colleghi mi stimano e io torno a casa soddisfatta (è l'unico momento in cui mi sento così). Peccato che non potrò mai insegnare "davvero" (intendo dire in scuole pubbliche, statali), ma solo in enti privati perché non ho il titolo richiesto.Da ciò nasce il mio grande rimorso per non averlo fatto prima e la mia idea e insieme ad essa mille dubbi: e se mi iscrivessi all'università adesso? Dovrei prendere una laurea magistrale di 2 anni e poi iscrivermi alle graduatorie e/o accedere al FIT per l'abilitazione all'insegnamento.Passo ore ed ore a pensare che chi ha conseguito tale titolo prima di me non è né più competente né più intelligente di me, ha solo fatto la scelta giusta al momento giusto, cosa che io sono e sono sempre stata incapace di fare.Sono tentatissima di iscrivermi, ma temo l'ennesima delusione, lo spreco di soldi, mi dico che tanto non avrei tempo di studiare: lavoro tutto il tempo!Mi gingillo consultando il sito web della facoltà, pensando a quanto sarebbe bello se ce la facessi, che mi sentirei più soddisfatta di me stessa, che forse un giorno potrei diventare una VERA insegnante.Intanto il tempo scorre, gli anni passano e io...non so che cosa fare, ho bisogno di consigli e di capire se ne può valere la pena.Grazie mille di cuore in anticipo a tutti.
[#1]
Generalmente ciò che sembra difficile fare a 25 anni, si giudica che sarebbe stato molto facile da attuare in retrospettiva quando se ne hanno 30 e così via...cioè più gli anni passano e più si pensa che negli anni precedenti si sarebbero potute fare molte più cose di quelle effettivamente fatte e avremmo potuto avere ragionevolmente più coraggio per farle.
Ogni decisione comporta uno stress; ci sono comunque vari strumenti della psicologia che aiutano a prendere giuste decisioni, in primis ad esempio è importante prendere le giuste e necessarie informazioni.
Può rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta per avvalersi degli strumenti cui sopra si è accennato e per approfondire le questioni più specifiche e personali, considerato che la psicologia è, per eccellenza, la scienza dell'individuo.
A tal fine può avvalersi anche di consulenze on-line
cordiali saluti
Ogni decisione comporta uno stress; ci sono comunque vari strumenti della psicologia che aiutano a prendere giuste decisioni, in primis ad esempio è importante prendere le giuste e necessarie informazioni.
Può rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta per avvalersi degli strumenti cui sopra si è accennato e per approfondire le questioni più specifiche e personali, considerato che la psicologia è, per eccellenza, la scienza dell'individuo.
A tal fine può avvalersi anche di consulenze on-line
cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
[#2]
Utente
Buonasera dottoressa,
innanzitutto grazie per avermi risposto.Quindi lei ritiene che avrei bisogno di un aiuto psicologico per cercare di fare una scelta giusta?Generalmente non sono per nulla scettica nel dover ricorrere all'aiuto di uno psicoterapeuta (l'ho già fatto diverse volte in passato), ma vorrei che questa scelta fosse del tutto autonoma e non fosse influenzata (anche se con la massima professionalità possibile e a fin di bene) da nessuno: ho quasi 33 anni, non ne ho più 11 o 14, quando mia madre ha scelto per me prima di mandarmi in una scuola media in cui non conoscevo nessuno e in cui in 3 anni sono stata costantemente bullizzata perché molto brava a scuola e di origine meridionale (all'epoca non si parlava di tali fenomeni e nessuno mi aiutò) solo perché era più vicina a casa; poi di iscrivermi al liceo classico, mentre io volevo andare al linguistico...lo scoprii pochi giorni prima dell'inizi della scuola e a nulla valsero le mie proteste: forse, se finora mi avessero lasciata percorrere in pace la mia strada, a quest'ora non mi sentirei così disorientata. Vorrei cercare di capire se è questa la scelta giusta per me: ricominciare ad andare all'università e inseguire il mio sogno (facendo mille sacrifici, probabilmente per non ottenere nulla poi,solo per averne l'illusione...sono oggettivamente vecchia per ricominciare daccapo o quasi!) oppure cercarmi un lavoro che sia il più redditizio possibile, anche se non dovesse piacermi.Oppure fare, per l'ennesima volta, quello che vorrebbe mia madre: la brava mogliettina che aiuta il proprio marito (attualmente il mio fidanzato) nella sua bottega, lasciando quindi perdere per sempre ogni velleità artistica, ogni sogno, ogni speranza, perché a 33 anni si è vecchi e lei alla mia età era sposata da 10 anni, con 2 figlie di 8 (io) e 4 anni (mia sorella)...non riesco a smettere di avere speranze. Forse ho cominciato a pensarci così insistentemente da quando una mia collega e un mio collega, quasi miei coetanei (in realtà hanno 2 anni in meno di me) hanno deciso di iscriversi a fare la magistrale delle proprie rispettive lauree perché, dicono, "così siamo più qualificati."Per me non è così semplice perché il mio ragazzo ha bisogno di aiuto per portar avanti la propria attività, nessuno mi appoggia, mi vergogno anche a parlarne perché, dopo due tentativi miseramente falliti, farei solo pena, rischierei di fare la figura della trentenne bambocciona che non vuole crescere...grazie mille per il vostro aiuto.
innanzitutto grazie per avermi risposto.Quindi lei ritiene che avrei bisogno di un aiuto psicologico per cercare di fare una scelta giusta?Generalmente non sono per nulla scettica nel dover ricorrere all'aiuto di uno psicoterapeuta (l'ho già fatto diverse volte in passato), ma vorrei che questa scelta fosse del tutto autonoma e non fosse influenzata (anche se con la massima professionalità possibile e a fin di bene) da nessuno: ho quasi 33 anni, non ne ho più 11 o 14, quando mia madre ha scelto per me prima di mandarmi in una scuola media in cui non conoscevo nessuno e in cui in 3 anni sono stata costantemente bullizzata perché molto brava a scuola e di origine meridionale (all'epoca non si parlava di tali fenomeni e nessuno mi aiutò) solo perché era più vicina a casa; poi di iscrivermi al liceo classico, mentre io volevo andare al linguistico...lo scoprii pochi giorni prima dell'inizi della scuola e a nulla valsero le mie proteste: forse, se finora mi avessero lasciata percorrere in pace la mia strada, a quest'ora non mi sentirei così disorientata. Vorrei cercare di capire se è questa la scelta giusta per me: ricominciare ad andare all'università e inseguire il mio sogno (facendo mille sacrifici, probabilmente per non ottenere nulla poi,solo per averne l'illusione...sono oggettivamente vecchia per ricominciare daccapo o quasi!) oppure cercarmi un lavoro che sia il più redditizio possibile, anche se non dovesse piacermi.Oppure fare, per l'ennesima volta, quello che vorrebbe mia madre: la brava mogliettina che aiuta il proprio marito (attualmente il mio fidanzato) nella sua bottega, lasciando quindi perdere per sempre ogni velleità artistica, ogni sogno, ogni speranza, perché a 33 anni si è vecchi e lei alla mia età era sposata da 10 anni, con 2 figlie di 8 (io) e 4 anni (mia sorella)...non riesco a smettere di avere speranze. Forse ho cominciato a pensarci così insistentemente da quando una mia collega e un mio collega, quasi miei coetanei (in realtà hanno 2 anni in meno di me) hanno deciso di iscriversi a fare la magistrale delle proprie rispettive lauree perché, dicono, "così siamo più qualificati."Per me non è così semplice perché il mio ragazzo ha bisogno di aiuto per portar avanti la propria attività, nessuno mi appoggia, mi vergogno anche a parlarne perché, dopo due tentativi miseramente falliti, farei solo pena, rischierei di fare la figura della trentenne bambocciona che non vuole crescere...grazie mille per il vostro aiuto.
[#3]
Buonasera,
lo psicologo non dovrebbe fare pressioni e non manipola nessuno; semplicemente cerca di illuminare la strada o le strade in modo che sia più facile scegliere quella giusta o rende la persona più sicura e consapevole allo stesso fine.
Quasi per definizione "rimedia" i "danni" fatti da un'educazione sbagliata.
Le ricerche dicono che la quasi totalità delle persone ha un'abilità in qualche campo al di sopra della media della popolazione generale.
Al di là di considerazioni religiose, conosce la parabola dei talenti? Ascolti se stessa, non possiamo amare l'altro correttamente se non amiamo noi stessi
Ma consideri anche che a volte non basta una passione per essere veramente portati per una certa attività.
lo psicologo non dovrebbe fare pressioni e non manipola nessuno; semplicemente cerca di illuminare la strada o le strade in modo che sia più facile scegliere quella giusta o rende la persona più sicura e consapevole allo stesso fine.
Quasi per definizione "rimedia" i "danni" fatti da un'educazione sbagliata.
Le ricerche dicono che la quasi totalità delle persone ha un'abilità in qualche campo al di sopra della media della popolazione generale.
Al di là di considerazioni religiose, conosce la parabola dei talenti? Ascolti se stessa, non possiamo amare l'altro correttamente se non amiamo noi stessi
Ma consideri anche che a volte non basta una passione per essere veramente portati per una certa attività.
[#4]
Utente
Grazie mille dottoressa per la sua risposta, conosco bene la parabola dei talenti... avrei bisogno dell'incoraggiamento di qualcuno, di qualcuno che mi dicesse "ce la farai, sei brava, non sei troppo vecchia!"Ahimè non c'è nessuno che mi incoraggi, che creda in me...non ho neppure il coraggio di accennarlo agli altri per paura di sembrare ridicola,essere presa in giro, derisa.Mi sento persa.Grazie mille di nuovo.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 10.8k visite dal 18/07/2018.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.