Fobia sociale, vita immaginaria

Sono una ragazza di quasi diciotto anni e mi sento estremamente a disagio in questa situazione. Quando sono da sola, chiusa in una stanza, incomincio a costruire ossessivamente una vita immaginaria, completamente alternativa alla mia. Mi rendo conto anche io di ciò nei momenti di lucidità, massacrandomi e insultandomi per questi comportamenti insulsi, ma non riesco a farne a meno. In quei momenti vivo un'altra realtà, bella e tale da soddisfare i miei desideri e le mie aspirazioni. Sono diverse storie, diverse realtà, ambientate in epoche e luoghi estremamente diversi l'uno dall'altro. Simulo i dialoghi con le persone fittizie accanto a me in quel momento parlando a voce alta quando sono da sola, a bassa voce o semplicemente con il labiale quando c'è qualcuno nei dintorni che potrebbe sentirmi. Ma, inevitabilmente, ho la necessità di muovere le labbra nel parlare - credo per rendere più verosimile il tutto. A volte mi ritrovo ad interpretare il mio ragazzo finto, trattando il mio alter ego come vorrei essere trattata io nella realtà da qualcuno che mi ami altrettanto. La mia famiglia è la stessa, i miei genitori e i miei parenti portano lo stesso nome e hanno lo stesso aspetto. Ho diversi ruoli, svolgo diverse attività - a volte suono in un gruppo o il mio ragazzo è il componente di una band; sono un'attrice su un red carpet, sul set - e in quei casi mi ritrovo ad interpretare anche una trama simulando le scene del film in cui l'altra me recita - o un'intervista; a volte sono una modella sulla passerella, in un talk show; in altri casi sono una scrittrice, una pittrice o un'abitante d'ere passate - dall'antica Grecia a Roma, dal Medioevo agli anni '40, agli '80. Ci sono solo due costanti: il mio nome - l'età, le origini e l'aspetto fisico cambiano da realtà a realtà (l'aspetto fisico è sempre diverso dalla vita reale, gli altri e due punti a volte coincidono) - e l'amore. Ho sempre una storia d'amore, ho sempre qualcuno che mi ama e spesso bacio la mia mano o la mia spalla fingendo che siano le labbra del ragazzo o pratico autoerotismo simulando i momenti più intimi. Sto bene in quelle vite, rido alle battute dei miei amici immaginari che in realtà sono io stessa a pronunciare. Vorrei uscirne, ma al contempo mi rendo conto che i viaggi utopici in quei luoghi mi aiutano ad andare avanti. In ogni caso non avrei nessuno a cui dirlo. Ripeto, ho diciotto anni, ma non ho amici. Soffro di una lieve fobia sociale che mi porta ad aver difficoltà nello svolgere la mia vita quotidiana. Non esco per lunghi periodi, rifiuto e non ho una vita sociale, spesso mi rifugio nell'autolesionismo, mi odio, sto sempre al cellulare o al PC per distrarmi; non ho mai avuto un ragazzo, né baciato qualcuno, né ricevuto un esplicito "ti voglio bene", nemmeno da me stessa; non sono riuscita a frequentare la scuola a causa delle mie insicurezze finendo bocciata. Ho già seguito terapie, ma senza risultati. Ci sarebbe molto altro, ma pochi caratteri. Ho bisogno d'aiuto, non so cosa fare.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597

Gentile utente,

Lei scrive a noi, online,
sebbene abbia "..già seguito terapie, ma senza risultati. .."

Qualche domanda:
E' stata seguito anche dallo Psichiatra?
Ha assunto e/o assume i relativi farmaci? Quali?

Le psicoterapie le ha seguite attivamente, facendo tutto il possibile affinchè Le fossero utili?

Lei ci dice:
"..Ho bisogno d'aiuto, non so cosa fare. "
Comprendo la Sua infelicità e frustrazione, ma la vita sta anche nelle Sue mani,
nella Sua decisione di seguire con costanza e determinazione le terapie che la diagnosi ha indicato.

In sostanza
psicoterapia + farmacoterapia sembrano rappresentare la chance più valida, anche alla lunga,
come potrà leggere qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html

Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Gentilissima Dottoressa,

innanzi tutto La ringrazio per la risposta. Risponderò subito alle domande che mi ha posto e per le quali, a causa del limitato numero di caratteri, non ho approfondito la spiegazione precedentemente. L'unica terapia che ho seguito - incostantemente - è stata quella da una psicologa. L'ho abbandonata a causa delle mie insicurezze dovute alla mia blanda fobia sociale - uno dei caratteri più forti è infatti quello di non riuscire a dialogare del tutto apertamente con estranei (per me praticamente tutti, tranne i miei genitori).

Ci tengo a specificare che non ho mai assunto farmaci e soprattutto che non ho mai parlato alla stessa psicologa delle mie "realtà alternative", né di tutti i miei sintomi - come l'assenza quasi totale di vita sociale attiva, quella totale di relazioni extrascolastiche dal punto di amoroso. Il motivo è semplicemente la mia vergogna - qui online è stata in assoluto la prima volta in cui sono riuscita ad esprimere ogni dettaglio del mio disagio.

So perfettamente che la mia vita dipende dalle mia volontà di reagire. L'unico problema - per me insormontabile - è che non riesco, tanta è la vergogna che provo. Risulto insopportabile in maniera così forte a me stessa che, a volte, che non riesco ad osservarmi in uno specchio e non sono mai riuscita a scattarmi un autoscatto.

Spero di essere stata più chiara e di aver risposto accuratamente alle Sue domande.

Cordiali saluti
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

forse anzichè affrontare la "Fobia sociale, vita immaginaria" sarebbe il caso di affrontare la "vergogna",
problema che sta alla base di tutte le difficoltà: sociali, con una eventuale Psicoterapeuta. ecc.

Ritengo che un percorso psicologico sia importante per Lei,
ma effettuato con regolarità
e con un impegno personale al massimo che Le è possibile: questi due elementi permettono, nel trascorrere del tempo, il nascere e svilupparsi della fiducia, ingrediente fondamentale per potersi aprire e per la riuscita.

Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti
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