Il mio dubbio c'è perchè alcuni ce li ho avuti,altri
Salve,sono una ragazza di 21 anni.Non so da dove iniziare perchè ci sono forse troppe variabili ma cercherò di essere breve.Ho letto che i sintomi di un attacco di panico e il mio dubbio c'è perchè alcuni ce li ho avuti,altri per niente.Soprattutto il mio dubbio si fonda sul fatto che non solo non ho mai avuto paura che risuccedesse(forse perchè non mi sono resa nemmeno conto della cosa perchè sono capitati quest'estate durante un periodo di crisi per la perdita di mio padre avvenuta quando avevo 9 anni)e soprattutto a me non è mai avvenuto d'improvviso,sempre in escalation con la sensazione,nei primi minuti,di poter scegliere se assecondarlo o no.Comunque la prima volta ho avuto questi sintomi:aumento della frequenza cardiaca,difficoltà di respirazione,sensazione di non riuscire ad inalare aria a sufficienza,terrore quasi paralizzante,tanto stordimento,tantissima confusione,paura di impazzire o di perdere il controllo della propria mente,paura di morire.Questi altri sintomi invece NON ce li ho avuti forse non me li ricordo,non saprei:soffocamento,difficoltà di deglutizione,vertigini,sensazione di "ovatta nella testa",nausea,tremori leggeri,tremori a scatti,sudorazione,dolori al torace,fitte al cuore,vampate di calore,senso di freddo improvviso agli arti o alle mani e ai piedi,torpore o formicolio alle dita delle mani o dei piedi.La prima volta è successo che mi sono paralizzata sul divano e all'inizio era tutta paura poi è divenuto terrore per gli spigoli delle cose in particolare lo spigolo di un mobile in metallo che ho cominciato a fissare.La seconda volta invece è successo mentre stavo leggendo un libro.Stessi sintomi solo che è iniziato con una forte repulsione per il libro poi formicolio dappertutto,prurito e poi mi sono ritrovata rannicchiata in un angolo con la paura di poter farmi male.Dopo di che son rimasta lì un pò avendo paura di tutto persino delle bottiglie d'acqua e poi mi sono alzata.Ma quando mi sono alzata ho sentito odio per me e cercando non so cosa mi sono trovata tra le mani un giravite e ho avuto la sensazione di potermelo ficcare in un braccio così mi è venuta paura per quello che avrei potuto fare così l'ho mollato come mollavo tutte le cose che mi capitavano per le mani.Poi son passati i sintomi fisici e in mezzo alla confusione mentale ho cominciato a pulire.Ho dimenticato di dire che di carattere sono parecchio instabile a livello umorale fin dall'adolescenza.Scusatemi la prolissità,spero di non essermi dilungata e vi ringrazio in ogni caso.
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Gentile Utente,
dev'essere stato molto brutto ed angosciante l'episodio che hai raccontato. Non credi che valga la pena saziare la tua curiosità diagnostica effettuando una visita specialistica?
Secondo me potresti avere un disturbo d'ansia, che ti ha fatto sperimentare sì episodi di panico, ma questi potrebbero essere secondari alla perdita di "controllo" che hai più volte vissuto, perdita di controllo che potrebbe anche appartenere ad un quadro ossessivo
Ma i miei sono solo dubbi. COntatta il CPS della tua zona di residenza e richiedi una visita psichiatrica: vedrai che le cose dopo ti sembreranno molto più chiare
Nel frattempo se vuoi capire come funziona l'ansia potresti leggerti questo articolo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
Ma fai qualcosa di CONCRETO per te, mi raccomando
dev'essere stato molto brutto ed angosciante l'episodio che hai raccontato. Non credi che valga la pena saziare la tua curiosità diagnostica effettuando una visita specialistica?
Secondo me potresti avere un disturbo d'ansia, che ti ha fatto sperimentare sì episodi di panico, ma questi potrebbero essere secondari alla perdita di "controllo" che hai più volte vissuto, perdita di controllo che potrebbe anche appartenere ad un quadro ossessivo
Ma i miei sono solo dubbi. COntatta il CPS della tua zona di residenza e richiedi una visita psichiatrica: vedrai che le cose dopo ti sembreranno molto più chiare
Nel frattempo se vuoi capire come funziona l'ansia potresti leggerti questo articolo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
Ma fai qualcosa di CONCRETO per te, mi raccomando
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#2]
Utente
vede,detto così è impossibile da valutare e se le dicessi altro probabilmente peggiorerei i dubbi quindi credo abbia ragione.Ma questo lo credo da quando ho realizzato la gravità degli episodi.La motivazione che mi spinge a non fare una visita specialistica però è data dalla semicertezza che il medico non capisca e dal terrore di prendere medicinali.Il che detto così,dopo avermi esposto i suoi dubbi,fa ridere.
Quest'ultime(timore medico e conseguenti medicine)si fondano sulla convinzione che io mi conosco sicuramente piu' del medico.I medici di solito son persone molto razionali e tendono a darti diagnosi e terapia anche quando non ce n'è bisogno.Parlo di esperienze sentite,non certo di lei.
Le ho detto di essere instabile a livello umorale nel senso che sono piuttosto lunatica e di carattere introspettiva.Sono razionale ma contemporaneamente fantasiosa.Il tutto un pò troppo,forse.A volte la gente non mi capisce perchè ho delle idee un pò folli(nel senso di creative,eccessivamente fuori dalla norma),a detta degli altri.Sono disordinata ma a volte quando ho i miei episodi di stress comincio a pulire(o mangiare o bere,fumare).Io non ci vedo niente di patologico in questo,mentre un medico..forse...sì.E' come se fossi composta di opposti.Quindi riesco a controllare queste crisi d'ansia ma magari non riesco a controllare una sigaretta da spegnermi su di un braccio(è successo solo una volta ma con un preciso motivo e tutt'altro che un gesto irrazionale).capisce?chiunque direbbe:masochismo,autodistruzione.Mentre come c'è scritto nel suo(bellissimo)articolo:"il fatto di sentirsi ansiosi di tanto in tanto non solo è un fatto normale, ma può diventare addirittura un’occasione costruttiva, specialmente se dobbiamo affrontare un compito o una performance: l’ansia in questi casi potrebbe essere quell’incentivo utile per affrontare la tensione data dal compito"e credo che quello che lei qui chiama compito nel mio caso sia stato mettere fine a questa cosa che mi porto da anni.una specie di amore e odio per mio p. morto suicida.
Questa cosa c'è sempre stata dentro di me ma è scoppiata quando ho rivisto i luoghi della mia infanzia,credo sia stato un trauma perchè mi sono accorta di aver in qualche modo separato me e me bambina e lì improvvisamente hanno coinciso.
Io credo che non dovrebbero ripetersi piu' anche perchè..il suicidio proprio non rientra nei mie obiettivi pratici.Ma se dovessero succedere episodi del genere la mia paura è solo di farmi male perchè di certo non mi faccio limitare la vita da un fantasma.Forse è piu' un problema di autocontrollo?Ma forse no.
La ringrazio vivamente,buon lavoro.
Quest'ultime(timore medico e conseguenti medicine)si fondano sulla convinzione che io mi conosco sicuramente piu' del medico.I medici di solito son persone molto razionali e tendono a darti diagnosi e terapia anche quando non ce n'è bisogno.Parlo di esperienze sentite,non certo di lei.
Le ho detto di essere instabile a livello umorale nel senso che sono piuttosto lunatica e di carattere introspettiva.Sono razionale ma contemporaneamente fantasiosa.Il tutto un pò troppo,forse.A volte la gente non mi capisce perchè ho delle idee un pò folli(nel senso di creative,eccessivamente fuori dalla norma),a detta degli altri.Sono disordinata ma a volte quando ho i miei episodi di stress comincio a pulire(o mangiare o bere,fumare).Io non ci vedo niente di patologico in questo,mentre un medico..forse...sì.E' come se fossi composta di opposti.Quindi riesco a controllare queste crisi d'ansia ma magari non riesco a controllare una sigaretta da spegnermi su di un braccio(è successo solo una volta ma con un preciso motivo e tutt'altro che un gesto irrazionale).capisce?chiunque direbbe:masochismo,autodistruzione.Mentre come c'è scritto nel suo(bellissimo)articolo:"il fatto di sentirsi ansiosi di tanto in tanto non solo è un fatto normale, ma può diventare addirittura un’occasione costruttiva, specialmente se dobbiamo affrontare un compito o una performance: l’ansia in questi casi potrebbe essere quell’incentivo utile per affrontare la tensione data dal compito"e credo che quello che lei qui chiama compito nel mio caso sia stato mettere fine a questa cosa che mi porto da anni.una specie di amore e odio per mio p. morto suicida.
Questa cosa c'è sempre stata dentro di me ma è scoppiata quando ho rivisto i luoghi della mia infanzia,credo sia stato un trauma perchè mi sono accorta di aver in qualche modo separato me e me bambina e lì improvvisamente hanno coinciso.
Io credo che non dovrebbero ripetersi piu' anche perchè..il suicidio proprio non rientra nei mie obiettivi pratici.Ma se dovessero succedere episodi del genere la mia paura è solo di farmi male perchè di certo non mi faccio limitare la vita da un fantasma.Forse è piu' un problema di autocontrollo?Ma forse no.
La ringrazio vivamente,buon lavoro.
[#3]
Gentile ragazza
Riguardo ai suoi dubbi, ha perfettamente ragione: i medici generalmente sono persone molto razionali che spesso prescrivono medicine. A dire il vero, anche alcuni psicologi sono iperrazionali, ma non tutti (c'è differenza, forse non lo sapeva).
E comunque può stare tranquilla: ciò che descrive non è così tremendo o eclatante come potrebbe sembrare a prima vista. Nei nostri studi si presentano persone con disturbi anche più gravi del suo. Ma questo non deve dissuaderla dal continuare a diffidare di noi, perché potrebbe davvero incappare in qualcuno che non la capisce, che l'ascolta solo per 10 minuti e poi la manda via.
Oppure, potrebbe trovare un professionista serio, che sa fare il suo lavoro e che potrebbe ascoltarla davvero. E che, magari, potrebbe riuscire persino a trovare qualcosa di speciale che riguarda solo lei. E non mi riferisco solo a suo p. morto suicida. Ma tutto questo lei non potrà mai saperlo, se deciderà solo di fare delle domande generiche a distanza di sicurezza, in maniera sterilizzata.
Quindi le ripeto, esiste il pericolo, ma è lei che deve scegliere: è meglio il pericolo di rischiare di rivolgersi a qualcuno, oppure il pericolo di continuare a essere così, restando nelle sue semicertezze?
Cordiali saluti
Riguardo ai suoi dubbi, ha perfettamente ragione: i medici generalmente sono persone molto razionali che spesso prescrivono medicine. A dire il vero, anche alcuni psicologi sono iperrazionali, ma non tutti (c'è differenza, forse non lo sapeva).
E comunque può stare tranquilla: ciò che descrive non è così tremendo o eclatante come potrebbe sembrare a prima vista. Nei nostri studi si presentano persone con disturbi anche più gravi del suo. Ma questo non deve dissuaderla dal continuare a diffidare di noi, perché potrebbe davvero incappare in qualcuno che non la capisce, che l'ascolta solo per 10 minuti e poi la manda via.
Oppure, potrebbe trovare un professionista serio, che sa fare il suo lavoro e che potrebbe ascoltarla davvero. E che, magari, potrebbe riuscire persino a trovare qualcosa di speciale che riguarda solo lei. E non mi riferisco solo a suo p. morto suicida. Ma tutto questo lei non potrà mai saperlo, se deciderà solo di fare delle domande generiche a distanza di sicurezza, in maniera sterilizzata.
Quindi le ripeto, esiste il pericolo, ma è lei che deve scegliere: è meglio il pericolo di rischiare di rivolgersi a qualcuno, oppure il pericolo di continuare a essere così, restando nelle sue semicertezze?
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
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Utente
Ah sicuramente la uno e la accendiamo.Prima di optare per il consulto on line mi sono un pò informata da sola visto che io studio quindi dovrei necessariamente parlare con mia madre(assolutamente escluso).Informandomi,ho scoperto che la psicologa che sta alla mutua nella mia città è la stessa che voleva dare a mia sorella(con problemi di linguaggio)dei tranquillanti perchè era un pò vivace da piccola.E mia sorella non li ha mai presi per volere di mia madre,adesso fa la prima media e non ha nessun problema(ora però la psicologa dice che vive troppo nella fantasia).Di certo io nelle mani di questa non mi ci metto,è meglio un giravite nel braccio con le mie mani o con le sue?Scusi l'impertinenza.Lei ha perfettamente ragione ma il mio dubbio insiste proprio perchè io ho questo carattere così,spesso le mie idee sono APPARENTEMENTE fuori luogo..faccio dei collegamenti "strani" etc e questo(e qualunque altra cosa "strana")per uno psicologo è non dico il massimo ma quasi.Altre esperienze sentite di persone che hanno problemi di ansia e prendono medicine a vita o qualunque altro psicofarmaco purchè questo soddisfi l'autostima del medico.Mi spiace(per me)ma questo è il mio pensiero un pò per tutti i medici e ancora di più per quelli della mente.Perchè una volta detta la "diagnosi" potrei mai rifiutarmi di prendere delle medicine?no,non potrei no.E nemmeno di fare una ipotetica psicoterapia.Niente contro la psicotarapia ma io vivo di mente..sono troppo sensibile..già questa specie di consulto così mi inquieta un pò si figuri un ipotetico lavaggio del cervello.E consideri che prima di decidermi a fare scienze della formazione avevo pensato a psicologia perchè è una delle mie passioni,ancora adesso.Non penso che la psicoterapia sia lavaggio del cervello ma la mia mente lo interpreterebbe così.Quindi niente,resterò col dubbio.Guardi,rispetto a un sacco di mille altri argomenti io non resto mai col dubbio sono piuttosto testarda ma la mia vita intera è mente quindi niente..la ringrazio comunque,leggerò il più possibile sull'argomento.
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Bene, come desidera. Come le dicevo la scelta è sua ed è in ogni caso rispettabile, qualunque cosa decida di fare.
Mi permetta di lasciarla puntualizzando un paio di cose, per sua informazione, perché mi pare che stiamo discutendo su premesse del tutto erronee.
Lei domanda se sia meglio un cacciavite nel braccio o una psicologa incompetente. La domanda è senz'altro interessante, ma fuori luogo, perché questo ragionamento presuppone che una volta entrata nello studio di uno psicologo o di uno psichiatra, automaticamente lei ne sarebbe già preda, incapace di contraddirlo o di andarsene.
Chi le ha detto che lei sia obbligata a seguire una qualsiasi prescrizione, se non le va, e se non è in imminente pericolo di vita? Chi le ha detto che una volta effettuata una seduta con uno psicologo, se la sensazione che riceve è negativa, lei debba continuare ad andarci? Chi le ha detto che lei debba per forza parlare con i suoi genitori, prima di decidere di rivolgersi a un collega? Chi le ha detto che esista davvero ciò che i giornalisti chiamano, senza sapere nemmeno di ciò che stanno parlando, "lavaggio del cervello"?
Perché, se un tale lavaggio fosse davvero possibile, me ne sarei fatti fare un paio anch'io, tanti anni fa. Ma purtroppo, anche se riconosco che moltissime persone ne avrebbero bisogno, non si può fare. Non esiste cambiamento stabile della personalità che non passi per la volontà collaborativa della "vittima".
Scelga ciò che le pare meglio, scelga soprattutto ciò che sente meglio per lei. Ma prima di scegliere, e prima di sentire, s'informi meglio. Altrimenti prenderà decisioni basate su cose non vere. E questo sarebbe un peccato, perché significherebbe sprecare inutilmente i suoi anni più belli.
Se lo desidera, potrà farmi un'altra domanda e io le risponderò volentieri un'ultima volta, ma poi dovrò lasciarla per accogliere anche le domande delle altre persone.
Nel frattempo può leggere questa pagina del mio sito:
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=76
Cordiali saluti
Mi permetta di lasciarla puntualizzando un paio di cose, per sua informazione, perché mi pare che stiamo discutendo su premesse del tutto erronee.
Lei domanda se sia meglio un cacciavite nel braccio o una psicologa incompetente. La domanda è senz'altro interessante, ma fuori luogo, perché questo ragionamento presuppone che una volta entrata nello studio di uno psicologo o di uno psichiatra, automaticamente lei ne sarebbe già preda, incapace di contraddirlo o di andarsene.
Chi le ha detto che lei sia obbligata a seguire una qualsiasi prescrizione, se non le va, e se non è in imminente pericolo di vita? Chi le ha detto che una volta effettuata una seduta con uno psicologo, se la sensazione che riceve è negativa, lei debba continuare ad andarci? Chi le ha detto che lei debba per forza parlare con i suoi genitori, prima di decidere di rivolgersi a un collega? Chi le ha detto che esista davvero ciò che i giornalisti chiamano, senza sapere nemmeno di ciò che stanno parlando, "lavaggio del cervello"?
Perché, se un tale lavaggio fosse davvero possibile, me ne sarei fatti fare un paio anch'io, tanti anni fa. Ma purtroppo, anche se riconosco che moltissime persone ne avrebbero bisogno, non si può fare. Non esiste cambiamento stabile della personalità che non passi per la volontà collaborativa della "vittima".
Scelga ciò che le pare meglio, scelga soprattutto ciò che sente meglio per lei. Ma prima di scegliere, e prima di sentire, s'informi meglio. Altrimenti prenderà decisioni basate su cose non vere. E questo sarebbe un peccato, perché significherebbe sprecare inutilmente i suoi anni più belli.
Se lo desidera, potrà farmi un'altra domanda e io le risponderò volentieri un'ultima volta, ma poi dovrò lasciarla per accogliere anche le domande delle altre persone.
Nel frattempo può leggere questa pagina del mio sito:
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=76
Cordiali saluti
[#6]
Utente
Da appassionata,ho letto un pò di libri sui metodi della psicoterapia etc,le pare che arrivi io a metterli in dubbio oppure banalmente ridire la tiritera della lavata di cervello??No,non potrei farlo perchè penso il contrario.Lei dice:chi mi dice che non potrei rifiutarmi etc...chi mi dice?la mia mente,è chiaro.Io so per certo che,nonostante sia fermamente convinta di ciò che ho detto su,la mia mente interpreterebbe una semplice chiacchierata con uno psicologo come l'inizio di una lavata di cervello e quindi si rifiuterebbe oppure comincerebbe a mentire.Capisce?E' un meccanismo che mi scatta a priori nel momento in cui vedo una intromissione anche lieve,ed essendomene accorta solo ora,ho capito che è proprio questo che devo prima scardinare altrimenti sarebbe una perdita di tempo,come in questo caso perchè come vede perchè sto già in difesa.Consapevole che questo meccanismo è semiautomatico e sbagliato voglio autotranquillizarmi appunto informandomi.Pensa che sbaglio?
Grazie per la cortesia(e per la pazienza)
La saluto
Grazie per la cortesia(e per la pazienza)
La saluto
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Mi perdoni, ma in questo momento forse non è lei a essere in difesa. Forse è la sua parte disturbata, che teme di perdere importanza su quella sana.
Se l'idea di parlare con gli psicologi fosse così terribile, come dice lei, come mai allora sta riuscendo a sopravvivere mentre continua a discutere con me?
Informarsi va bene, ma tentare di utilizzare l'informazione per autotranquillizzarsi non solo è del tutto inutile, perché il suo problema non sta nella razionalità. Altrimenti lo avrebbe già risolto da sola, ovviamente.
Non solo, dicevo, ma è persino controproducente: più cercherà informazioni e più l'ansia aumenterà, perché le nuove informazioni non faranno che suscitarle altre domande. E le nuove domande avranno bisogno di altre risposte, e così via in una catena infinita.
Mi dia retta, ricerchi un professionista in grado d'aiutarla. Se non la soddisferà, lo cambi e ne cerchi un altro. Può permettersi di sbagliare, non è mica sotto giudizio.
Così come è riuscita a imparare qualcosa qui, potrebbero esserci altri colleghi in grado di fare qualcosa per lei, non le pare? Altrimenti continuerà a girare a vuoto, perdendo un sacco di tempo e di occasioni, mentre il resto del mondo continua a godersi la vita.
Cordiali saluti e molti auguri
Se l'idea di parlare con gli psicologi fosse così terribile, come dice lei, come mai allora sta riuscendo a sopravvivere mentre continua a discutere con me?
Informarsi va bene, ma tentare di utilizzare l'informazione per autotranquillizzarsi non solo è del tutto inutile, perché il suo problema non sta nella razionalità. Altrimenti lo avrebbe già risolto da sola, ovviamente.
Non solo, dicevo, ma è persino controproducente: più cercherà informazioni e più l'ansia aumenterà, perché le nuove informazioni non faranno che suscitarle altre domande. E le nuove domande avranno bisogno di altre risposte, e così via in una catena infinita.
Mi dia retta, ricerchi un professionista in grado d'aiutarla. Se non la soddisferà, lo cambi e ne cerchi un altro. Può permettersi di sbagliare, non è mica sotto giudizio.
Così come è riuscita a imparare qualcosa qui, potrebbero esserci altri colleghi in grado di fare qualcosa per lei, non le pare? Altrimenti continuerà a girare a vuoto, perdendo un sacco di tempo e di occasioni, mentre il resto del mondo continua a godersi la vita.
Cordiali saluti e molti auguri
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.1k visite dal 17/01/2009.
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