Dipendenza o no

Egregio Dottore , inanzittutto mi scuso se l'argomento non è del suo campo .... Mi chiamo Paolo , ho 60 e ho sofferto di depressione , che sto curando e che il periodo critico è ormai quasi passato ; anche se la dottoressa mi ha prescritto di mantenere due farmaci ; mi sa per sempre ..... Sono tornato ad essere abbastanza attivo, ho ripreso i miei hobby , anche se le tante cose che vorrei fare non le porto mai a termine ...inoltre non mi aiuta molto l'artrite , che soffro da un bel po di tempo ... Sono aumentato di peso e dovrei fare una dieta , soprattutto perchè dovrei evitare alcuni alimenti a cui sono intollerante . Purtroppo mi piace mangiare e soprattutto quando sto in compagnia ... c'è stato un periodo che mi ero messo di buon auspicio, non bevevo vino, evitavo i formaggi e il pane e mi sentivo un'altra persona ... i miei figli mi dicevano che stavo bene ... poi , l'anno scorso ho passato l'estate a fare vari lavori alla casa e pur faccendo poco , ma aiutando il muratore, mi sentivo sfinito e la sera mi sfogavo nel mangfiare e ho ripreso anche a bere un po il vino ... malgrado sappia che devo stare a dieta , non riesco a recuperare la tenacia che avevo prima .... la sera , soprattutto durante la cena , sembra che non riesco a mangiare il pesce o la carne senza bere del vino , che poi da un bicchiere passo a due o tre e mi sento , come se mi aiuta a rilassarmi e da dire : ma si godiamoci la vita , poi prendo un goccino di amaro o limoncello , e dopo il bicchierino ne prendo un'altro ... La mattina quando mi sveglio , mi guardo e mi dico : no, da oggi mi devo mettere a dieta ... niente vino, ne pane , ne formaggi , ma nel pomeriggio già arriva il desiderio di bere almeno un goccino di vino, perchè mangio la carne , e come si fa a mangiare la carne con l'acqua ... e questo succede tutti i santi giorni ... qundi la mia domanda è: sono veramente dipendente o no ... Tengo a precisare che ceno quasi sempre con mia moglie e che anche lei mi dice spesso di non bere troppo , ma poi non ci riesco ... è chiaro che sono totalmente lucido e al massimo arrivo a bere più o meno tre bicchieri , ma sembra che cio mi manca se non lo faccio ....Inoltre spesso sento che il vino rosso fa bene e quindi , anche in questo senso , sono combattuto ... spero di essermi spiegato bene e ringrazio per la futura risposta
... grazie
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente, quello che ci dice di sé e della sua attività quotidiana può giustificare una serie di disagi E' andato in pensione troppo presto? E' questo che ha scatenato la sua depressione? C'è anche l'artrite, e soprattutto il sovrappeso, che peggiora un po' tutta la situazione, come il suo medico certamente le avrà detto.
Se dedica la maggior parte del suo tempo e dei suoi interessi al cibo, è chiaro che ne risulta una vita immiserita, in cui l'evasione nel vino e nei liquori è la sua fuga, la sua ricerca di oblio: "mi aiuta a rilassarmi e a dire: ma si godiamoci la vita, poi prendo un goccino di amaro o limoncello, e dopo il bicchierino ne prendo un altro". E la mattina dopo si sveglia dispiaciuto, forse con la testa pesante, certamente scontento di sé stesso. Più che chiederci se la sua è già una dipendenza alcoolica, ci chieda -e si chieda- come uscire da un sistema di vita, di pensieri, di attività che porta con sé depressione, scontentezza, sovrappeso, ricerca dei paradisi artificiali del cibo e del vino. Deve cercare la molla di un'attività impegnativa, di una serie di interessi costanti che le faccia sentire quanta vitalità c'è ancora nei suoi anni, e quanto bisogno di sperimentare cose nuove nella sua mente. Provi a mettere giù dei pensieri scritti su cosa le piacerebbe fare, li organizzi in progetti, e si prefigga, come esercizio quotidiano, di mettere in pratica le possibilità immediate e anche di andare costruendo quelle a medio e lungo termine. Per farle un esempio: ogni giorno può proporsi, con una tabella scritta, un cibo o un alcoolico in misura ridotta rispetto al giorno prima, mettendo in un salvadanaio quello che ha risparmiato per fare poi un acquisto, un viaggio, etc. Tutto questo va però accompagnato da una vita attiva, in cui il pensiero del cibo sia l'ultimo, non il primo! Vedere amici, partecipare a tornei di carte o di bocce e occuparsi attivamente dei nipotini è già un primo passo. Portare al cinema o a spasso sua moglie è ancora più importante.
Se da solo non riesce a cercare la molla di questo scatto verso un futuro più allegro e appagante, ci sono psicologi orientati al Problem Solving, Strategici, etc., che possono darle una mano. Auguri e ci scriva ancora.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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