Che tipo di percorso psicoterapeutico intraprendere?
Buonasera a tutti!
Sono un ragazzo di 30 anni. Sono stato seguito per 4 anni (in maniera pseudo-continuativa e con incontri a frequenza mensile) da uno psicologo della Asl e adesso sto affrontando un percorso da aprile con uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale specializzato in tecniche di mindfulness e training autogeno. Sto trovando le sedute abbastanza utili seppur ho la sensazione che le sedute siano pressoché ormai sedute di meditazione più che psicoterapeutiche. Lui non fa altro che ribadirmi l’importanza della meditazione e che devo praticarla costantemente ma ho la sensazione che ogni volta che tento di parlare di situazioni mie passate e di conflitti irrisolti lui ignori le mie perplessità e mi cerchi sempre di spostare l’ Sull’impofta E sulla rilevanza degli studi scientifici in ambito meditativo. Non ho dubbi sulla competenza e preparazione di questa persona e gli ho anche esposto le mie perplessità in seduta ma lui mi dice sempre che è importante l’“addestramento” alla consapevolezza. Io al momento non soffro di particolari disturbi ma vorrei che i nostri incontri siano delle occasioni per me di crescita interiore e personale e non mere sedute di meditazione. Secondo voi dovrei cambiare psicoterapeuta o approccio psicoterapeutico? Non vi nascondo che sono molto attratto dalla psicodinamica ma so anche che ci sono 500 tipi di psicoterapie e non vorrei che questo stato di “non sentirmi mai contento” e voler crescere psicologicamente come persona si tramutasse in una corsa del topo alla ricerca di un benessere “utopistico” e di un controllo che forse nemmeno un professionista può pretendere di avere. Vi ringrazio molto qualora vogliate darmi un vostro parere.
Sono un ragazzo di 30 anni. Sono stato seguito per 4 anni (in maniera pseudo-continuativa e con incontri a frequenza mensile) da uno psicologo della Asl e adesso sto affrontando un percorso da aprile con uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale specializzato in tecniche di mindfulness e training autogeno. Sto trovando le sedute abbastanza utili seppur ho la sensazione che le sedute siano pressoché ormai sedute di meditazione più che psicoterapeutiche. Lui non fa altro che ribadirmi l’importanza della meditazione e che devo praticarla costantemente ma ho la sensazione che ogni volta che tento di parlare di situazioni mie passate e di conflitti irrisolti lui ignori le mie perplessità e mi cerchi sempre di spostare l’ Sull’impofta E sulla rilevanza degli studi scientifici in ambito meditativo. Non ho dubbi sulla competenza e preparazione di questa persona e gli ho anche esposto le mie perplessità in seduta ma lui mi dice sempre che è importante l’“addestramento” alla consapevolezza. Io al momento non soffro di particolari disturbi ma vorrei che i nostri incontri siano delle occasioni per me di crescita interiore e personale e non mere sedute di meditazione. Secondo voi dovrei cambiare psicoterapeuta o approccio psicoterapeutico? Non vi nascondo che sono molto attratto dalla psicodinamica ma so anche che ci sono 500 tipi di psicoterapie e non vorrei che questo stato di “non sentirmi mai contento” e voler crescere psicologicamente come persona si tramutasse in una corsa del topo alla ricerca di un benessere “utopistico” e di un controllo che forse nemmeno un professionista può pretendere di avere. Vi ringrazio molto qualora vogliate darmi un vostro parere.
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gentile utente il percorso psicoterapeutico va fatto con un obiettivo ben preciso. Cosa cerca da questo? Che problemi vuol risolvere? La psicoterapia è un percorso di cura e soluzione dei problemi. la crescita personale può essere un effetto collaterale benefico ma non lo scopo primario.
saluti
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Utente
Gentile Dottore, grazie per la sua cortese risposta. Tre mesi fa mi era stato diagnosticato una sindrome fobica-ossessiva con crisi ansioso depressive e sbalzi d’umore. Allorché ho intrapreso, su consiglio del mio medico curante e dello psicologo stesso una terapia farmacologica in parallelo che tuttora sto proseguendo e devo dire che i problemi e disturbi che avvertivo in passato sono perlopiù svaniti. Ora mi sento decisamente meglio e so che dovrò prendere le mie medicine per qualche anno per evitare ricadute, ma se proprio devo continuare con le sedute di psicoterapia, vorrei anche io ci fosse un obiettivo che al momento sinceramente non ho perché al momento sto bene. Mi piacerebbe , ora che sto meglio, poter fare un “viaggio interiore” con il mio psicoterapeuta, con lo scopo di magari parlare di alcune cose del passato che possono avere effetto sul presente , ma lui non sembra interessato a ciò poiché sostiene che l’imporotante sia sul focalizzarci sul qui e ora e non sul passato. Forse dovrei interrompere le sedute o quantomeno cambiare approccio psicoterapeutico? Per me le nostre sedute sono comunque un arricchimento personale (sono più di psicoeducazione che di effettiva risoluzione di problemi). Avevo pensato di rivolgermi ad uno psicoterapeuta ad orientamento psicodinamico per cercare di far luce su alcuni schemi mentali che magari possono aver scatenato il mio disturbo fobico ossessivo, ma non vorrei per l’appunto che tale scelta in realtà portasse in realtà soltanto ad amplificare le ossessioni e rischierei di ritrovarmi a co-ossessivizzarmi con un nuovo terapeuta.
[#3]
(...)a non vorrei per l’appunto che tale scelta in realtà portasse in realtà soltanto ad amplificare le ossessioni (..9
questo è il rischio
legga questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3715-la-rimuginazione-ossessiva-come-risolverla.html
questo è il rischio
legga questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3715-la-rimuginazione-ossessiva-come-risolverla.html
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.2k visite dal 14/07/2018.
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