Paura del giudizio altrui, continuo a ripensare ad una situazione di oggi
Salve a tutti, sono un ragazzo di 24 anni e da anni ormai soffro di bassa autostima e paura del giudizio altrui. Oggi è successa una cosa che mi tormenta ma che non riesco a spiegarmi.
Sto facendo uno stage in un'azienda da 2 settimane. Sono sempre un po' in ansia perché ho paura di sbagliare e venire rimproverato però col tempo mi sto rendendo conto che l'ambiente non è tanto male.
Oggi però sento una collega che ha la postazione poco dietro di me che dice ad alta voce: " Io questo lo picchio, sta testa di cazzo ". Il collega accanto a lui le chiede " ma chi? " e lei dice un nome che io non capisco, però se fosse stato il mio penso che l'avrei capito.
Sta di fatto che da allora continuo a pensare che ce l'avesse con me e vado in ansia. Un paio di minuti dopo le chiedo una cosa e lei mi risponde tranquilla, come poi ha sempre fatto in sti giorni ( mi ha sempre aiutato in caso di bisogno ).
Però continuo ad essere convinto che avesse detto il mio nome e quindi prima di uscire le chiedo " ma con chi ce l'avevi prima? Con un operaio del magazzino? " ( lavoriamo in un'azienda che spedisce ordini però noi siamo negli uffici ).
Lei mi risponde " Sì, diciamo di sì " e sta risposta mi manda ancora più in ansia.
Allora poco più avanti chiedo al collega che sta accanto a lei con chi ce l'avesse e lui mi risponde " ma con i ragazzi che non hanno fatto una cosa ", e in più aggiunge sorridendo " sei salvo ".
In quel momento torna lei e a sto punto le chiedo " ma ce l'avevi con me prima? " e lei mi risponde subito " no ", ho notato che ha risposto subito senza esitazione.
Allora in un primo momento sono stato meglio però poco dopo mi è tornata l'ansia che in realtà mi avesse mentito quando ha detto no e ancora adesso mi sento male a ripensarci.
Il fatto è che una parte di me sa che non ce l'aveva con me perché altrimenti me l'avrebbe detto ( che senso avrebbe insultarmi ad alta voce e poi dire di no quando le ho chiesto se ce l'avesse con me? ) però non so perché l'altra parte continua a ripetermi che ce l'aveva con me e mi ha mentito alla fine quando mi ha detto di no.
In questo momento non so che pensare, secondo voi ce l'aveva con me? Non capisco cosa mi sia preso.
Grazie per le risposte
Sto facendo uno stage in un'azienda da 2 settimane. Sono sempre un po' in ansia perché ho paura di sbagliare e venire rimproverato però col tempo mi sto rendendo conto che l'ambiente non è tanto male.
Oggi però sento una collega che ha la postazione poco dietro di me che dice ad alta voce: " Io questo lo picchio, sta testa di cazzo ". Il collega accanto a lui le chiede " ma chi? " e lei dice un nome che io non capisco, però se fosse stato il mio penso che l'avrei capito.
Sta di fatto che da allora continuo a pensare che ce l'avesse con me e vado in ansia. Un paio di minuti dopo le chiedo una cosa e lei mi risponde tranquilla, come poi ha sempre fatto in sti giorni ( mi ha sempre aiutato in caso di bisogno ).
Però continuo ad essere convinto che avesse detto il mio nome e quindi prima di uscire le chiedo " ma con chi ce l'avevi prima? Con un operaio del magazzino? " ( lavoriamo in un'azienda che spedisce ordini però noi siamo negli uffici ).
Lei mi risponde " Sì, diciamo di sì " e sta risposta mi manda ancora più in ansia.
Allora poco più avanti chiedo al collega che sta accanto a lei con chi ce l'avesse e lui mi risponde " ma con i ragazzi che non hanno fatto una cosa ", e in più aggiunge sorridendo " sei salvo ".
In quel momento torna lei e a sto punto le chiedo " ma ce l'avevi con me prima? " e lei mi risponde subito " no ", ho notato che ha risposto subito senza esitazione.
Allora in un primo momento sono stato meglio però poco dopo mi è tornata l'ansia che in realtà mi avesse mentito quando ha detto no e ancora adesso mi sento male a ripensarci.
Il fatto è che una parte di me sa che non ce l'aveva con me perché altrimenti me l'avrebbe detto ( che senso avrebbe insultarmi ad alta voce e poi dire di no quando le ho chiesto se ce l'avesse con me? ) però non so perché l'altra parte continua a ripetermi che ce l'aveva con me e mi ha mentito alla fine quando mi ha detto di no.
In questo momento non so che pensare, secondo voi ce l'aveva con me? Non capisco cosa mi sia preso.
Grazie per le risposte
[#1]
Buonasera,
sembra fornire lei per primo una valida riflessione sull'accaduto, quando parla di una paura del giudizio altrui. Immagino che questo sia il frutto del suo percorso psicoterapeutico, come ho avuto modo di leggere nei consulti precedenti.
Attraverso la lettura del suo racconto e degli altri consulti, mi sento di lasciarle tre suggestioni in questa sede.
La prima riguarda l'importanza di tenere presente la sua paura e di cercare di gestirla, anche se può essere faticoso. È importante che non ne sia sopraffatto.
La seconda suggestione riguarda il contesto, di cui bisogna tenere conto. Sta svolgendo uno stage da due settimane, si trova in un ambiente nuovo, sta imparando. Lei è appena arrivato, sicuramente se ne tiene conto. Mi stupirei se le dicessero quelle parole, ovvero che lei non è competente o disponibile. Immagino piuttosto che possa essere detto a un collega più anziano.
Infine, come terza suggestione, bisogna comunque tenere presente che l'ambiente di lavoro sollecita numerosi vissuti, tra cui un normale timore di sbagliare. Intendo dire che è anche comune vivere alcune paure, che sono il segno di un proprio investimento.
Dal momento in cui ha scritto questo suo consulto, sono passati alcuni giorni. Com'è andata poi? Posso anche chiederle se ha concluso il lavoro psicoterapeutico?
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
sembra fornire lei per primo una valida riflessione sull'accaduto, quando parla di una paura del giudizio altrui. Immagino che questo sia il frutto del suo percorso psicoterapeutico, come ho avuto modo di leggere nei consulti precedenti.
Attraverso la lettura del suo racconto e degli altri consulti, mi sento di lasciarle tre suggestioni in questa sede.
La prima riguarda l'importanza di tenere presente la sua paura e di cercare di gestirla, anche se può essere faticoso. È importante che non ne sia sopraffatto.
La seconda suggestione riguarda il contesto, di cui bisogna tenere conto. Sta svolgendo uno stage da due settimane, si trova in un ambiente nuovo, sta imparando. Lei è appena arrivato, sicuramente se ne tiene conto. Mi stupirei se le dicessero quelle parole, ovvero che lei non è competente o disponibile. Immagino piuttosto che possa essere detto a un collega più anziano.
Infine, come terza suggestione, bisogna comunque tenere presente che l'ambiente di lavoro sollecita numerosi vissuti, tra cui un normale timore di sbagliare. Intendo dire che è anche comune vivere alcune paure, che sono il segno di un proprio investimento.
Dal momento in cui ha scritto questo suo consulto, sono passati alcuni giorni. Com'è andata poi? Posso anche chiederle se ha concluso il lavoro psicoterapeutico?
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
[#2]
Utente
Salve dottore, grazie per la risposta.
Il giorno dopo che è avvenuto questo fatto ero caduto in depressione, non riuscivo ad uscirne.
Al momento questo fatto l'ho superato, però in generale continuo a stare male.
Il mio percorso psicoterapeutico precedente non l'ho concluso perché il mio psicologo ha purtroppo avuto un ictus e quindi non è stato più in grado di svolgere la sua professione.
Da 2 settimane circa ho ripreso un nuovo percorso da un altro psicologo, si tratta però di un percorso molto diverso dal precedente.
Il giorno dopo che è avvenuto questo fatto ero caduto in depressione, non riuscivo ad uscirne.
Al momento questo fatto l'ho superato, però in generale continuo a stare male.
Il mio percorso psicoterapeutico precedente non l'ho concluso perché il mio psicologo ha purtroppo avuto un ictus e quindi non è stato più in grado di svolgere la sua professione.
Da 2 settimane circa ho ripreso un nuovo percorso da un altro psicologo, si tratta però di un percorso molto diverso dal precedente.
[#3]
Buongiorno,
dalle sue parole sembra sentire un malessere interiore che condiziona la sua vita e non riesce ancora a gestire. Non so a che punto della psicoterapia si trovasse, certo l'interruzione dovuta alla malattia del suo terapeuta dev'essere stata critica.
Attualmente ha ripreso un percorso, sente di avere fatto la scelta giusta, anche se è diverso dal precedente?
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
dalle sue parole sembra sentire un malessere interiore che condiziona la sua vita e non riesce ancora a gestire. Non so a che punto della psicoterapia si trovasse, certo l'interruzione dovuta alla malattia del suo terapeuta dev'essere stata critica.
Attualmente ha ripreso un percorso, sente di avere fatto la scelta giusta, anche se è diverso dal precedente?
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.5k visite dal 14/07/2018.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.