Dipendenza
Buonasera a tutti quelli che mi risponderanno spero di essere breve..
tutto iniziò così: Circa 2 anni fa ero fidanzato con una ragazza da 6 anni la quale mi nuoceva molto emotivamente ed ero il suo zerbino senza nemmeno rendermene conto, lei mi disse: se iniziassi a fumare saresti più intrigante. io iniziai a fumare (da gran pirla.. scusate il francesismo) per poi venire lasciato in modo bruttissimo. passai circa 8 mesi single nei quali rimasi per lo più chiuso in casa a deprimermi per una relazione che ringrazio dio è terminata. La mia tristezza e debolezza emotiva non furono d'aiuto con la dipendenza e ormai avendo iniziato ad incrementare sempre di più le sigarette fino a raggiungere la quantità di 2 pacchetti di sigarette al giorno. Conobbi una ragazza al lavoro stupenda che non fumava da 2 anni e cercò in tutti i modi di farmi smettere ma alla fine ha ricominciato anche lei a forza di frequentarmi (mi sento amaramente in colpa per questo, perché senza volerlo ho fatto del male alla persona che ritengo fondamentale per la mia vita ma purtroppo non è bastato a farmi smettere).
inizialmente lei fumava l'elettronica, quindi provai anche io a fumarla riuscendo a risistere per un mese circa ma ha un grosso difetto. NON FINISCE e dura anche qualche giorno quindi paradossalmente assimilavo più nicotina così che con le 40 sigarette al giorno finendo per avere una "overdose da nicotina" e rimettere per un giorno intero.
mi diedi una regolata con l'elettronica ma ricominciai a fumare anche le sigarette finendo dipendente sia dall'elettronica che dalle sigarette normali ma continuavo a ripetermi la stessa frase: quando io e la mia compagna iniziamo a cercare un bambino insieme smetto di fumare. Bene, sono passati 7 mesi dall'inizio dei nostri tentativi di avere un figlio e ancora non ho smesso.. fumo sia l'elettronica quasi compulsivamente che circa 3 o 4 sigarette al giorno. ritengo che il mio fumare sia la gran parte della causa per la nostra difficoltà nel avere un bambino anche perché lei fuma dalle 3 alle 4 sigarette al giorno ma non tocca l'elettronica. mentre io le fumo entrambe. facendo un calcolo fumo per circa 6 o 7 ore l'elettronica al giorno più 4 sigarette normali. (dopo pranzo, prima delle 3, dopo cena e prima di dormire) la mia compagna invece: dopo colazione, dopo pranzo, dopo cena e a volte prima di dormire ma non sempre.
Vogliamo questo bambino più dell'aria che respiriamo ma perché allora, uno stimolo così potente e così forte non riesce a farmi togliere questa terribile dipendenza? ho letto libri, ho studiato ogni singolo effetto negativo del fumo e ho parlato con moltissimi ex fumatori, perché io non ci riesco? Ero così convinto di riuscire a smettere quando avremmo iniziato a cercare un figlio che non ho dato peso a quanto fosse complesso poi metterlo in pratica. Mi aiutate a trovare una eventuale strategia mentale per riuscirci? sono abbastanza disperato sinceramente.
tutto iniziò così: Circa 2 anni fa ero fidanzato con una ragazza da 6 anni la quale mi nuoceva molto emotivamente ed ero il suo zerbino senza nemmeno rendermene conto, lei mi disse: se iniziassi a fumare saresti più intrigante. io iniziai a fumare (da gran pirla.. scusate il francesismo) per poi venire lasciato in modo bruttissimo. passai circa 8 mesi single nei quali rimasi per lo più chiuso in casa a deprimermi per una relazione che ringrazio dio è terminata. La mia tristezza e debolezza emotiva non furono d'aiuto con la dipendenza e ormai avendo iniziato ad incrementare sempre di più le sigarette fino a raggiungere la quantità di 2 pacchetti di sigarette al giorno. Conobbi una ragazza al lavoro stupenda che non fumava da 2 anni e cercò in tutti i modi di farmi smettere ma alla fine ha ricominciato anche lei a forza di frequentarmi (mi sento amaramente in colpa per questo, perché senza volerlo ho fatto del male alla persona che ritengo fondamentale per la mia vita ma purtroppo non è bastato a farmi smettere).
inizialmente lei fumava l'elettronica, quindi provai anche io a fumarla riuscendo a risistere per un mese circa ma ha un grosso difetto. NON FINISCE e dura anche qualche giorno quindi paradossalmente assimilavo più nicotina così che con le 40 sigarette al giorno finendo per avere una "overdose da nicotina" e rimettere per un giorno intero.
mi diedi una regolata con l'elettronica ma ricominciai a fumare anche le sigarette finendo dipendente sia dall'elettronica che dalle sigarette normali ma continuavo a ripetermi la stessa frase: quando io e la mia compagna iniziamo a cercare un bambino insieme smetto di fumare. Bene, sono passati 7 mesi dall'inizio dei nostri tentativi di avere un figlio e ancora non ho smesso.. fumo sia l'elettronica quasi compulsivamente che circa 3 o 4 sigarette al giorno. ritengo che il mio fumare sia la gran parte della causa per la nostra difficoltà nel avere un bambino anche perché lei fuma dalle 3 alle 4 sigarette al giorno ma non tocca l'elettronica. mentre io le fumo entrambe. facendo un calcolo fumo per circa 6 o 7 ore l'elettronica al giorno più 4 sigarette normali. (dopo pranzo, prima delle 3, dopo cena e prima di dormire) la mia compagna invece: dopo colazione, dopo pranzo, dopo cena e a volte prima di dormire ma non sempre.
Vogliamo questo bambino più dell'aria che respiriamo ma perché allora, uno stimolo così potente e così forte non riesce a farmi togliere questa terribile dipendenza? ho letto libri, ho studiato ogni singolo effetto negativo del fumo e ho parlato con moltissimi ex fumatori, perché io non ci riesco? Ero così convinto di riuscire a smettere quando avremmo iniziato a cercare un figlio che non ho dato peso a quanto fosse complesso poi metterlo in pratica. Mi aiutate a trovare una eventuale strategia mentale per riuscirci? sono abbastanza disperato sinceramente.
[#1]
“Mi aiutate a trovare una eventuale strategia mentale per riuscirci? “
Buonasera,
mi sembra riduttivo cercare online una semplice strategia menlatale per risolvere.
Farei un passo indietro, e mi soffermerei a lungo su come ha iniziato a fumare: per fare piacere ad una donna.
“ero il suo zerbino senza nemmeno rendermene conto, lei mi disse: se iniziassi a fumare saresti più intrigante”.
Si rivolga al suo medico di famiglia e ad uno psicologo, sono certa che potranno aiutarla.
Ma de visu, non online.
Buonasera,
mi sembra riduttivo cercare online una semplice strategia menlatale per risolvere.
Farei un passo indietro, e mi soffermerei a lungo su come ha iniziato a fumare: per fare piacere ad una donna.
“ero il suo zerbino senza nemmeno rendermene conto, lei mi disse: se iniziassi a fumare saresti più intrigante”.
Si rivolga al suo medico di famiglia e ad uno psicologo, sono certa che potranno aiutarla.
Ma de visu, non online.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Gentile utente,
Concordando pienamente con la collega sull’utilità di rivolgersi in modo combinato a medico e collega psicologo,
aggiungo, lei chiede: “ma perché allora, uno stimolo così potente e così forte non riesce a farmi togliere questa terribile dipendenza?”
1) come avrà modo di leggere negli articoli che le posterò, non solo non è sufficiente la motivazione e la volontà, ma esistono diversi gradi di intensità di volontà.
2) La spiegazione alla sua risposta ce la danno le ricerche in ambito della neuroscienza delle dipendenze:
La nicotina della sigaretta in pochi secondi arriva al cervello e determina una grande produzione di dopamina che è un neurotrasmettitore ( una sorta di conduttore di segnali chimici che permette ai neuroni di "comunicare" tra essi) che il nostro cervello produce in situazioni e momenti estremamente appaganti e di piacere e che, proprio per questo, può creare l’automatismo della dipendenza. Ecco perché, ogni fumatore tende inevitabilmente a ripetere l'esperienza (rinforzo dello stimolo), e cioè ad accendere la sigaretta.
Legato a ciò, c'è il fatto che una astinenza della produzione di dopamina nel cervello determina astinenza da nicotina e viceversa.
A sua volta, infatti, una carenza di nicotina può condurre ad avvertire sintomi sgradevoli da astinenza: tristezza, disturbi del sonno, irritabilità e facile distraibilità, nervosismo, aumento di appetito e peso etc etc etc..
Il nostro cervello, quindi, è come se ad un certo punto ci dicesse: "non smettere di fumare perché mi fa piacere, il piacere è legato ad emozioni come la serenità, la tranquillità e a sensazioni di benessere e appagamento gratificante. chissenefrega della tua motivazione di voler smettere”
Fin quando non verranno clinicamente proposte alternative funzionali all’uso di sigaretta che consentano di trarre gratificante piacere senza usare nicotina, l’automatismo di fumare verrà mantenuto.
Come potrà leggere da questi articoli, sarebbe utile intraprendere un percorso terapeutico combinato (medico e psicologico) di disuassefazione da nicotina
http://www.stateofmind.it/2016/05/dipendenza-da-nicotina-terapia/
http://www.stateofmind.it/2015/11/mindfulness-astinenza-nicotina/
Cordiali saluti
Concordando pienamente con la collega sull’utilità di rivolgersi in modo combinato a medico e collega psicologo,
aggiungo, lei chiede: “ma perché allora, uno stimolo così potente e così forte non riesce a farmi togliere questa terribile dipendenza?”
1) come avrà modo di leggere negli articoli che le posterò, non solo non è sufficiente la motivazione e la volontà, ma esistono diversi gradi di intensità di volontà.
2) La spiegazione alla sua risposta ce la danno le ricerche in ambito della neuroscienza delle dipendenze:
La nicotina della sigaretta in pochi secondi arriva al cervello e determina una grande produzione di dopamina che è un neurotrasmettitore ( una sorta di conduttore di segnali chimici che permette ai neuroni di "comunicare" tra essi) che il nostro cervello produce in situazioni e momenti estremamente appaganti e di piacere e che, proprio per questo, può creare l’automatismo della dipendenza. Ecco perché, ogni fumatore tende inevitabilmente a ripetere l'esperienza (rinforzo dello stimolo), e cioè ad accendere la sigaretta.
Legato a ciò, c'è il fatto che una astinenza della produzione di dopamina nel cervello determina astinenza da nicotina e viceversa.
A sua volta, infatti, una carenza di nicotina può condurre ad avvertire sintomi sgradevoli da astinenza: tristezza, disturbi del sonno, irritabilità e facile distraibilità, nervosismo, aumento di appetito e peso etc etc etc..
Il nostro cervello, quindi, è come se ad un certo punto ci dicesse: "non smettere di fumare perché mi fa piacere, il piacere è legato ad emozioni come la serenità, la tranquillità e a sensazioni di benessere e appagamento gratificante. chissenefrega della tua motivazione di voler smettere”
Fin quando non verranno clinicamente proposte alternative funzionali all’uso di sigaretta che consentano di trarre gratificante piacere senza usare nicotina, l’automatismo di fumare verrà mantenuto.
Come potrà leggere da questi articoli, sarebbe utile intraprendere un percorso terapeutico combinato (medico e psicologico) di disuassefazione da nicotina
http://www.stateofmind.it/2016/05/dipendenza-da-nicotina-terapia/
http://www.stateofmind.it/2015/11/mindfulness-astinenza-nicotina/
Cordiali saluti
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#3]
Utente
Vi ringrazio intanto per le celeri risposte, prima di inviare il mio consulto mi sono fatto una grande cultura sugli effetti della nicotina per capire dove stava la logica per la mia dipendenza. Il medico curante mi vorrebbe aiutare con altri farmaci ma finirei con il sostituire la mia dipendenza con un'altra. Ho pensato di telefonare al numero verde dedicato ma me ne hanno parlato male purtroppo.
[#4]
La “logica” alla base di una dipendenza è fisica e psicologica. Si parla infatti di psiconeurobiologia della dipendenza.
Per tanto, è utile che un processo di disuassuefazione:
- venga preceduto da una valutazione dei fattori che hanno indotto l’utilizzo;
- sia successivamente gestito terapeuticamente in combinazione: da un medico specialista in Medicina delle dipendenze e da un collega psicologo psicoterapeuta che si occupi di uso, abuso e dipendenza da sostanze.
“finirei con il sostituire la mia dipendenza con un'altra”
Se occorresse terapia farmacologica, le suggerisco di essere compliante nel seguirla perché non si determinerà una dipendenza “sostitutiva” in quanto ogni terapia farmacologica è supervisionata, fino allo scalaggio completo, dal medico competente.
Cordiali saluti
Per tanto, è utile che un processo di disuassuefazione:
- venga preceduto da una valutazione dei fattori che hanno indotto l’utilizzo;
- sia successivamente gestito terapeuticamente in combinazione: da un medico specialista in Medicina delle dipendenze e da un collega psicologo psicoterapeuta che si occupi di uso, abuso e dipendenza da sostanze.
“finirei con il sostituire la mia dipendenza con un'altra”
Se occorresse terapia farmacologica, le suggerisco di essere compliante nel seguirla perché non si determinerà una dipendenza “sostitutiva” in quanto ogni terapia farmacologica è supervisionata, fino allo scalaggio completo, dal medico competente.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.9k visite dal 13/07/2018.
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