Ansia materna invalidante per entrambi
Gentili dottori,
affrontando il mio percorso di psicanalisi, mi sono reso conto che molti dei miei malesseri sono dovuti al carattere di mia madre di 67 anni.
Se dovessi descrivere il suo comportamento, elencherei le seguenti caratteristiche:
1. Ansioso
2. Controllante per tutti: ogni decisione (mia o altrui) deve essere spiegata razionalmente, pena suo attacco d'ansia che riversa sugli altri
3. Le sue decisioni non sono condivise, ma prese impulsivamente senza il parere altrui, anche se queste decisioni hanno influenza sulla vita degli altri
La nascita della nipote (undici mesi fa) e la distanza che ci divide (130 chilometri) ha reso la sua presenza molto "ingombrante". Con cadenza quasi settimanale, si fa ospitare a casa mia per almeno una notte senza che io possa rifiutare. Il programma di queste giornate è scandito dalle sue decisioni: temendo "chissà cosa" , devo attendere che lei finisca di fare le faccende domestiche a casa di mio fratello (spesso fino a tarda ora) per poi fare trecento metri e andare finalmente a letto e non sono possibili rifiuti quando lei decide di passare la notte da me. Vengo informato solo a decisioni prese e - spesso - devo modificare i miei programmi per ospitarla. Un momento di rabbia da parte mia per questa situazione non ha sortito l'effetto sperato, ma ha causato in lei "solo" una crisi di panico . Provando un approccio più razionale, ho ricevuto la seguente risposta: "Io sono fatta così, sei tu che devi cambiare".
La mia psicanalista mi ha suggerito di parlare civilmente con mia madre delle cose che mi infastidiscono. Tuttavia, temo che non accetti un discorso simile, specie da parte mia, e sono sempre più convinto che risponderebbe punto per punto adducendo motivazioni pratiche.
Mi sembrerebbe utile per tutti che lei affrontasse un percorso psicologico, ma non vuole sentire ragioni.
Ben sapendo che non posso obbligarla, quali potrebbero essere le argomentazioni che una persona potrebbe addurre con qualcun altro per convincerlo ad affrontare un percorso psicologico?
affrontando il mio percorso di psicanalisi, mi sono reso conto che molti dei miei malesseri sono dovuti al carattere di mia madre di 67 anni.
Se dovessi descrivere il suo comportamento, elencherei le seguenti caratteristiche:
1. Ansioso
2. Controllante per tutti: ogni decisione (mia o altrui) deve essere spiegata razionalmente, pena suo attacco d'ansia che riversa sugli altri
3. Le sue decisioni non sono condivise, ma prese impulsivamente senza il parere altrui, anche se queste decisioni hanno influenza sulla vita degli altri
La nascita della nipote (undici mesi fa) e la distanza che ci divide (130 chilometri) ha reso la sua presenza molto "ingombrante". Con cadenza quasi settimanale, si fa ospitare a casa mia per almeno una notte senza che io possa rifiutare. Il programma di queste giornate è scandito dalle sue decisioni: temendo "chissà cosa" , devo attendere che lei finisca di fare le faccende domestiche a casa di mio fratello (spesso fino a tarda ora) per poi fare trecento metri e andare finalmente a letto e non sono possibili rifiuti quando lei decide di passare la notte da me. Vengo informato solo a decisioni prese e - spesso - devo modificare i miei programmi per ospitarla. Un momento di rabbia da parte mia per questa situazione non ha sortito l'effetto sperato, ma ha causato in lei "solo" una crisi di panico . Provando un approccio più razionale, ho ricevuto la seguente risposta: "Io sono fatta così, sei tu che devi cambiare".
La mia psicanalista mi ha suggerito di parlare civilmente con mia madre delle cose che mi infastidiscono. Tuttavia, temo che non accetti un discorso simile, specie da parte mia, e sono sempre più convinto che risponderebbe punto per punto adducendo motivazioni pratiche.
Mi sembrerebbe utile per tutti che lei affrontasse un percorso psicologico, ma non vuole sentire ragioni.
Ben sapendo che non posso obbligarla, quali potrebbero essere le argomentazioni che una persona potrebbe addurre con qualcun altro per convincerlo ad affrontare un percorso psicologico?
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Gentile utente,
chi meglio della Sua Psicanalista (è Psicologa psicoterapeuta?) che la conosce di persona può aiutarLa a rispondere alla Sua domanda:
"...quali potrebbero essere le argomentazioni che una persona potrebbe addurre con qualcun altro per convincerlo ad affrontare un percorso psicologico?.."
Premesso il fatto che
non si può aiutare chi non vuole/riesce a essere disponibile a ricevere l'aiuto
oppure chi non vuole mettersi in discussione (come sembra essere Sua madre;
e che per addurre argomentazioni occorre essere maggiormente determinati di quanto sembra essere Lei nei confronti di Sua madre di cui non trova modo di arginare l'invadenza,
qualche indicazione specifica la potrà trovare nell'articolo linkato, che affronta proprio tale complessa e spinosa tematica:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/328-aiuto-a-tutti-i-costi-come-posso-convincere-mio-marito-moglie-amico-fidanzato-a-farsi-visitare.html
Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 710 visite dal 12/07/2018.
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