Trauma rimosso

Buongiorno,
sono una ragazza di 22 anni, vi scrivo perchè vorrei sentire una vostro parere.
I miei genitori mi hanno sempre detto che, fino all'inizio dell'asilo, ero una bambina molto timida, non interagivo con le altre persone
in modo particolare con i miei coetanei. Crescendo, nella fase dell'adolescenza, sono sempre stata sulle mie, sempre timida.. con il mio gruppo di amici non avevo problemi a relazionarmi dopo aver preso una certa confidenza, anzi avevo un buon rapporto con loro,
ma quando si trattava di conoscere nuove persone soprattutto persone dell'altro sesso andavo in ansia, non sapevo cosa dire e in quei momenti volevo solo tornare a casa e stare da sola. Non mi sentivo a mio agio.
Per quanto riguarda il rapporto con i maschi, fino ad ora non ho mai avuto storie importanti. Mi sono frequentata con qualche ragazzo, ma
poi dopo qualche mese ero io ad interrompere la frequentazione. Provavo un'attrazione fisica verso di loro, non mi dava fastidio se, per
esempio, mi abbracciavano o mi toccavano, ma conoscendoli più approfonditamente a livello caratteriale "non mi dicevano nulla". Non ho mai avuto un rapporto sessuale con loro, perchè lo scarso interesse a livello caratteriale portava ad un rifiuto anche a livello fisico.
Approfondisco dicendo che, da quello che mi ricordo dell'adolescenza fino ad adesso, non mi piace la vicinanza fisica,
il contatto fisico sia maschile che femminile. Esempio: non mi piace quando mia mamma o mio papà si avvicinano per darmi un abbracio o
un bacio, quando ci si bacia per farsi gli auguri con amici e parenti cerco di evitarlo sempre e se succedde tengo sempre una certa
distanza e non vedo l'ora che finisca anche se la cosa dura 2 secondi, quando un uomo, che posso conoscere o non, si avvicina
non mi sento a mio agio, mi irrigidisco, alcune volte vorrei dirgli di non toccarmi, anche se il suo gesto era innocuo.
Ho letto che è sbagliato andare alla ricerca di un possibile trauma rimosso, è sbagliato fare delle supposizioni perchè poi finisci
con il crederci veramente a queste.
Ma è possibile sentire che c'è qualcosa che non va? sentire che c'è qualcosa che è successo e da cui proviene tutto questo rifiuto fisico,
difficoltà nel relazionarsi ecc.. Oppure può essere legato solamente a come sono fatta io, ad un aspetto caratteriale?
Ed è possibile avere pochi ricordi legati al passato?

Grazie
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Dr. Alessio Sandalo Psicologo, Psicoterapeuta 50 1
Gentile ragazza,
il suo racconto mi fa pensare ad un profilo di personalità con dei tratti di introversione.
La principale osservazione che posso condividerle è la sua "estraneità" al suo corpo e quello degli altri, intendendo con essa una certa difficoltà a comprendere (e quindi scegliere consapevolmente) il contatto fisico, da quello prossimale a quello più intimo e sessuale.
Potrebbe prendere in considerazione l'esplorazione del suo modo di vivere il corpo, i movimenti e il contatto interpersonali, attraverso un'attività ludico espressiva, di teatro, psicomotricità, danzaterapia, etc....
In questo contesto anche artistico, sicuramente creativo e dinamico, lei potrà fare esperienza di una relazione buona, in ambiente protetto, confortata da esperti.
Potrebbe così meglio conoscere il suo carattere introverso, e riconoscere i suoi bisogni e i suoi desideri.
Per quanto riguarda i ricordi del passato, non saprei commentare. C'è ricordo e ricordo, tutti tendiamo a ricordare con strategie ricostruttive e selezionando, amplificando o cancellando le tracce mnestiche.
Il ricordare è una funzione molto importante del nostro mondo interno, che è però soggetta alle sollecitazioni emotive e cognitive del nostro presente, quindi varia nei contenuti, qualitativi e quantitativi.

Dr. Alessio Sandalo
Psicologo a None - Nichelino - Torino
http://www.alessiosandalo.it

[#2]
Utente
Utente
Buongiorno,

la ringrazio per la risposta.
Ho approfondito il discorso legato alla personalità con tratti di introversione, e mi ci rivedo in più aspetti. Sono una persona diffidente, alcune persone all'inizio mi definiscono "fredda" perchè appunto tengo sempre una certa distanza sia a livello più personale (se si può dire così) che a livello fisico.
Ma il contatto fisico, è la cosa che più ha maggiore peso nella mia quotidianità. Esempio: quando entro in sintonia con una persona, l'ansia e l'incertezza nel relazionarsi non sono presenti, ma rimane sempre l'ansia e alcune volte la paura del contatto fisico. (un abbraccio ad una amica, alla mamma ecc..)
Ma perchè alcune persone sono introverse ed altre estroverse? a cosa è dovuto? Perchè sia ha difficoltà nel conoscere il contatto fisico da quello prossimale a quello più intimo e sessuale?
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Dr. Alessio Sandalo Psicologo, Psicoterapeuta 50 1
L'introversione e l'estroversione sono gli estremi di uno spettro amplissimo in cui le due modalità si compenetrano. Nessuna persona è totalmente estroversa o introversa ma prevalentemente si riconosce in uno di essi.
Rappresentano tipologie di personalità che Jung descrisse per primo nella sua opera mastodontica "Tipi psicologici".
Gli individui introversi sembrerebbero fin dalla nascita maggiormente attratti dal proprio mondo interno e reagiscono con una ipersensibilità agli stimoli esterni, con una serie di profili di funzionamento che li espongono, in una società estroversa come la nostra, a fraintendimenti, ad isolamento sociale, allo stigma del solitario.
Quindi introversi o estroversi si nasce e si passa la vita a comprendersi e ad accettarsi.
Il contatto, la giusta prossimità e il linguaggio del corpo in generale, sono codici educativi, culturali e sensazioni psicofisiologiche soggettive. La difficoltà a riconoscere in sé e negli altri queste espressioni può derivare dalla scarsa dimestichezza con tale sfera dell'Io. Probabilmente nell'adolescenza non si è sufficientemente sviscerato questo percorso di conoscenza e ora necessita di particolare attenzione e protezione. Ma i tempi si possono recuperare. Coraggio!
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Utente
Utente
Fin dall'adolescenza tutto ciò è stato un chiodo fisso, in quanto paragonavo me ai miei coetanei, e mi sentivo-sento diversa e a disagio.
Può essere che questo percorso di conoscenza ha sempre necessitato di attenzione, ma ero io a pensare che non era nulla di cui preoccuparsi, semplicemente ognuno ha i suoi modi e tempi, ed ora crescendo lo vivo ancora con più ansia di prima -continuo paragone tra me e gli altri- e come un problema da risolvere?
"Probabilmente nell'adolescenza non si è sufficientemente sviscerato questo percorso di conoscenza e ora necessita di particolare attenzione e protezione. "
per sviscerare questo percorso di conoscenza sarebbero utili le attività ludico espressive che mi ha consigliato?
esempio: nel momento in cui ho letto le diverse attività, ho detto subito no, che io non ce l'avrei fatta, che non lo volevo fare.

La ringrazio ancora
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Dr. Alessio Sandalo Psicologo, Psicoterapeuta 50 1
Sì. In alternativa può consultare un collega della salute mentale.