Paura costante di sabotare la relazione
Buongiorno, ho 28 anni quasi e la mia relazione dura da circa 5 anni. Anni fa ci siamo lasciati, una volta per circa 1 mese, e circa un anno e mezzo fa per 6 mesi. È sempre stato lui a farlo, senza una ragione apparente, tanto che dopo poco si pentiva della decisione presa. Durante l'ultima rottura, in cui appunto lui continuava a volermi sentire avendo però paura di propormi di rimetterci insieme, entrambi abbiamo subito un cambiamento: lui ha fatto qualche seduta terapeutica perché si è reso conto che il suo lasciarmi era una reazione allo stress del lavoro in primis( ha una sua attività che lo impegna su molti fronti) e io ho realizzato di non voler più stare male tanto che al culmine di questi 6 mesi in cui ci sentivamo senza risultati gli dissi che ognuno doveva prendere la propria strada e finire la cosa. A quel punto lui ha sentito la paura di potermi perdere davvero e si è subito rimesso in gioco. Alla lunga ho accettato di rivederci e per i primi 4/5 mesi non riuscivo ad essere normale, spesso nemmeno facevamo sesso perché io non me la sentivo. Ma lui mi è sempre stato accanto come mai aveva fatto prima, sapeva che la colpa era sua e mi rasserenava dicendo che avrebbe aspettato tutto il tempo necessario affinché io tornassi a fidarmi di lui e ad amarlo. Alla fine è successo, son tornata "normale" e le cose non sono mai andate bene come ora. Il mio problema è che queste sofferenze hanno lasciato un segno indelebile in me. Non sono arrabbiata con lui per il passato perché, anche se mai avrei pensato, è davvero un'altra persona ma io molto spesso ho paura che possa succedere di nuovo. Mi rendo conto che può essere un autosabotaggio perché all'atto pratico so che mi ama e me lo dimostra, mi ha anche detto che appena abbiamo qualche possibilità economica in più vorrebbe vivere insieme. È la prima persona di cui mi son innamorata, e da che ho memoria, é la prima persona che mi ha resa felice davvero. E credo che il problema sia questo, penso di poter essere felice solo con lui quindi ogni volta che magari ha dei momenti ( come in questi ultimi giorni) dove ha finito l'anno a scuola ( dirige e insegna nella sua scuola di musica) ed è stanco e "meno affettuoso", io vado in paranoia totale, penso che si stia stancando ancora e inizio a farmi castelli in aria sul fatto che forse non vuole più vivere insieme o che si stia annoiando. Razionalmente so che è solo un problema della mia testa e per questo gliene parlo. Lui mi rassicura perché in effetti all atto pratico non è successo nulla e lui non è cambiato nei miei confronti. Ma io non riesco a spegnere queste sensazioni di disagio che mi portano a pensare che qualcosa non va. Stupidamente associo il suo stare bene allo stare bene della relazione e so che è sbagliato perché è normale e giusto che entrambi abbiamo i nostri momenti di "down". E non so proprio come risolvere questo mio problema.
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Gent.le Ragazza,
in ogni relazione di coppia ci sono delle "ferite emotive" che influenzano il percorso di evoluzione della relazione stessa.
La sofferenza che hai affrontato in passato, forse non è stata adeguatamente metabolizzata e contribuisce a mantenere uno "stato d'allerta", che percepisci come incongruo rispetto alla qualità della relazione di coppia attuale.
Le ferite emotive, se riguardano la relazione di coppia, andrebbero affrontate all'interno di uno "spazio protetto" con un interlocutore qualificato ( psicologo-psicoterapeuta di coppia) che vi aiuti ad esprimere i rispettivi bisogni affettivi, al di là della semplice rassicurazione che rischia di rivelarsi solo un modo di razionalizzare un vissuto emozionale che invece ha bisogno di uno spazio di ascolto e di elaborazione condivisa.
in ogni relazione di coppia ci sono delle "ferite emotive" che influenzano il percorso di evoluzione della relazione stessa.
La sofferenza che hai affrontato in passato, forse non è stata adeguatamente metabolizzata e contribuisce a mantenere uno "stato d'allerta", che percepisci come incongruo rispetto alla qualità della relazione di coppia attuale.
Le ferite emotive, se riguardano la relazione di coppia, andrebbero affrontate all'interno di uno "spazio protetto" con un interlocutore qualificato ( psicologo-psicoterapeuta di coppia) che vi aiuti ad esprimere i rispettivi bisogni affettivi, al di là della semplice rassicurazione che rischia di rivelarsi solo un modo di razionalizzare un vissuto emozionale che invece ha bisogno di uno spazio di ascolto e di elaborazione condivisa.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.1k visite dal 09/07/2018.
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