Curiosita psicoterapia
Buon giorno a tutto lo staff.
Ho una curiosità in merito all'inizio di un percorso psicoterautico.
soffro di ansia con somatizzazioni a livello intestinale e sono in cura da un neurologo. Sto seguendo una terapia con deniban50 e lexotan.
Non sto a elencarvi la mia sintomologia. E da un po di tempo che vado da una psicologa e ho intenzione di iniziare una psicoterapia.
Sono solo un po dubbioso sul efficacia e sul lavoro dello psicoterapeuta in quanto faccio uso di farmaci. Ho il dubbio che magari essendo sotto farmaci quindi "sedato" e con pochi sintomi il terapeuta e io non riusciamo a lavorare bene in quanto il farmaco tende ad attenuare emozioni, ansie e preoccupazioni. Spero che riusciate a darmi risposte riguardo a questi miei dubbi:
E meglio iniziare un percorso psicoterapeutico quando non sono piu sotto effetto di farmaci?
L'uso di farmaci puo influenzare il vostro lavoro e il lavoro del paziente?
In attesa di risposta porgo i miei saluti.
Grazie per il lavoro che state svolgedo.
Ho una curiosità in merito all'inizio di un percorso psicoterautico.
soffro di ansia con somatizzazioni a livello intestinale e sono in cura da un neurologo. Sto seguendo una terapia con deniban50 e lexotan.
Non sto a elencarvi la mia sintomologia. E da un po di tempo che vado da una psicologa e ho intenzione di iniziare una psicoterapia.
Sono solo un po dubbioso sul efficacia e sul lavoro dello psicoterapeuta in quanto faccio uso di farmaci. Ho il dubbio che magari essendo sotto farmaci quindi "sedato" e con pochi sintomi il terapeuta e io non riusciamo a lavorare bene in quanto il farmaco tende ad attenuare emozioni, ansie e preoccupazioni. Spero che riusciate a darmi risposte riguardo a questi miei dubbi:
E meglio iniziare un percorso psicoterapeutico quando non sono piu sotto effetto di farmaci?
L'uso di farmaci puo influenzare il vostro lavoro e il lavoro del paziente?
In attesa di risposta porgo i miei saluti.
Grazie per il lavoro che state svolgedo.
[#1]
Gentile utente,
l'abbinamento della psicoterapia ai farmaci dà buoni risultati,
migliori dei farmaci da soli in molte situazioni,
come potrà leggere qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html
Le dirò di più: nella prima fase della malattia, quella in cui i disturbi sono più pesanti,
una certa copertura farmacologica permette di "lavorare" con il paziente,
e al paziente di lavorare su di sè
attraverso la psicoterapia.
Tenga conto che per una psicoterapia occorre uno psicologo "autorizzato alla psicoterapia",
ossia in possesso di competenze documentate e riconosciute ufficialmente atte a curare disturbi/patologie psichici;
come del resto anche per un medico.
Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Grazie per la risposta.
Le dico che la psicologa e anche psicoterapeuta. E lo incontrata un po di volte ma senza iniziare un percorso di psicoterapia anche perche (forse con l'aiuto dei farmaci) mi sentivo meglio e non sentivo piu il bisogno di incontrarla anche se non ero in forma al 100%. In questo periodo i miei sintomi ansiosi sono un po peggiorati e ho ri iniziato la cura che stavo sotto la supervsione del mio neurologo sospendo.
La mia preoccupazione e legata al fatto che se una persona sotto effetto di farmaci non riesca a esprimere in maniera chiara il prorpio stato d'animo le paure e le ansie che lo affliggono rischiando di compromettere il lavoro tra psicoterapeuta e paziente.
VOi come preferite lavorare? in assenza di sintomi oppure un minimo di "disagio" ci deve essere ne l paziente per poter lavorare meglio? Sia accettano piu pareri
Le dico che la psicologa e anche psicoterapeuta. E lo incontrata un po di volte ma senza iniziare un percorso di psicoterapia anche perche (forse con l'aiuto dei farmaci) mi sentivo meglio e non sentivo piu il bisogno di incontrarla anche se non ero in forma al 100%. In questo periodo i miei sintomi ansiosi sono un po peggiorati e ho ri iniziato la cura che stavo sotto la supervsione del mio neurologo sospendo.
La mia preoccupazione e legata al fatto che se una persona sotto effetto di farmaci non riesca a esprimere in maniera chiara il prorpio stato d'animo le paure e le ansie che lo affliggono rischiando di compromettere il lavoro tra psicoterapeuta e paziente.
VOi come preferite lavorare? in assenza di sintomi oppure un minimo di "disagio" ci deve essere ne l paziente per poter lavorare meglio? Sia accettano piu pareri
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 846 visite dal 06/07/2018.
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