Durante i mesi di scuola, ho sofferto di ansia cronica prima dei normali compiti in classe e a
Buonasera a tutti. Premetto che sono sempre stata una ragazza socievole e non mi sono mai fatta problemi per questo, sono sempre stata bene con me stessa e non ho mai avuto sbalzi d’umore. In questi tre anni, però, sono iniziati i veri problemi con i primi rapporti di amicizia e le prime relazioni serie, dopo tutte le sofferenze sono passata di fronte a tutto, soffreno in un modo normale e comune come fanno tutti dopo una rottura di una relazione. Qualche anno fa avevo cominciato a tagliarmi e dopo essere andata da una psicologa, senza dirle di ciò, mi disse che era una fase normalissima alla mia età e che con il tempo sarebbe passato tutto. In realtà, la voglia di andarmene di qui è davvero tanta e non sopporto più l’idea di vivere in una città che non mi piace e che definisco come una “gabbia” per me, anche perché tutto ciò mi rende nervosa anche nei confronti di chi mi sta accanto. Mi sento rinchiusa e sento di voler cambiare vita ma non riesco neanche ad alzarmi dal letto e volte piango per ore, non so se dalla tristezza o dal nervoso stesso. Ho sempre pensato, in questo periodo più che mai, che se sparissi, gli altri starebbero meglio senza di me, perché mi sento solo un peso. Durante le mie giornate, faccio fatica ad addormentarmi nonostante avverta un senso di stanchezza e di spossatezza che non mi permette di uscire e divertirmi con i miei stessi coetani. Durante i mesi di scuola, ho sofferto di ansia cronica prima dei normali compiti in classe e a volte ho avuto come conseguenza dei dolori addominali allucinanti. Nelle situazioni più gravi, non riesco neanche ad alzarmi che mi gira subito la testa e devo risedermi, cosa che capita sopratutto quando non metto i miei occhiali da vista che sono graduati per mancanza di un 1,75 gradi nell’occhio destro e 1,50 gradi nell’occhio sinistro per miopia. Mi sento davvero stanca di tutto ciò e mi sono rassegnata al fatto che non ci sia un rimedio ben preciso. La maggior parte delle volte non so cosa voglio e cosa farmene di questa vita, a parte il mio grande sogno di andare all’università per continuare i miei studi. Ma non riesco nemmeno a raggiungere i miei obbiettivi più semplici e più piccoli, come prendere la patente e uscire di casa qualche volta, dato che rinuncio subito e mi sembrano cose inutili da fare anche se dentro di me sono cose davvero importanti a cui vorrei tanto arrivare. Ho come una barriera che blocca la mia voglia di vivere e non so come abbatterla. Vi ringrazio in anticipo per un’eventuale risposta.
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Gent.le Ragazza,
la fuga così come il suicidio sono espressione di un atteggiamento di difesa come se la sofferenza andasse evitata sempre e comunque.
In realtà, ciascuno di noi ha bisogno di incontrare la propria sofferenza per ascoltare ciò che di significativo ha da dirci e che ci riguarda profondamente.
Purtroppo nel precedente percorso terapeutico l'atteggiamento difensivo ha interferito con la possibilità di stabilire una reale alleanza terapeutica.
Ora è arrivato il momento di darti davvero la possibilità di iniziare a prenderti cura di te, scrivere qui può essere un primo passo importante ma è necessario proseguire in questa direzione facendo delle scelte nella tua vita reale.
Al colloquio con uno psicologo-psicoterapeuta se ti può essere d'aiuto puoi portare una copia di questa consulenza.
Naturalmente non si tratta di un'indicazione vincolante, sarai tu a scegliere la modalità di comunicare che meglio rispecchia il tuo modo di essere.
Vivi un disagio già da tre anni non aspettare che la tua condizione peggiori ulteriormente prima di chiedere aiuto, alla tua età i margini sono molto ampi e puoi avere un cambiamento concreto in tempi relativamente brevi.
In bocca al lupo.
la fuga così come il suicidio sono espressione di un atteggiamento di difesa come se la sofferenza andasse evitata sempre e comunque.
In realtà, ciascuno di noi ha bisogno di incontrare la propria sofferenza per ascoltare ciò che di significativo ha da dirci e che ci riguarda profondamente.
Purtroppo nel precedente percorso terapeutico l'atteggiamento difensivo ha interferito con la possibilità di stabilire una reale alleanza terapeutica.
Ora è arrivato il momento di darti davvero la possibilità di iniziare a prenderti cura di te, scrivere qui può essere un primo passo importante ma è necessario proseguire in questa direzione facendo delle scelte nella tua vita reale.
Al colloquio con uno psicologo-psicoterapeuta se ti può essere d'aiuto puoi portare una copia di questa consulenza.
Naturalmente non si tratta di un'indicazione vincolante, sarai tu a scegliere la modalità di comunicare che meglio rispecchia il tuo modo di essere.
Vivi un disagio già da tre anni non aspettare che la tua condizione peggiori ulteriormente prima di chiedere aiuto, alla tua età i margini sono molto ampi e puoi avere un cambiamento concreto in tempi relativamente brevi.
In bocca al lupo.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 730 visite dal 04/07/2018.
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