Paura relazionale
Buongiorno,
sono Xxxxx, sono una donna di 36 anni e sto passando un periodo di forte ansia.
Ho affrontato un anno molto difficile a causa di una relazione con un uomo estremamente egocentrico, narcisista, autoritario e violento sia sotto il punto psicologico che, talvolta, fisico. Questa persona è come se avesse assorbito ogni mia forza vitale, distruggendo l'immagine della persona solare e positiva che ero.
Le ultime forze che avevo le ho utilizzate per interrompere questa relazione nociva il risultato è che però ora mi ritrovo ridotta ad un guscio vuoto, il mio medico curante mi ha prescritto basse dosi di xanax e sertalina per arginare la situazione nell'immediato caratterizzata da violenti attacchi di panico ma ho deciso di rivolgermi alla mia ASL di competenza per ricevere l'aiuto necessario sia da uno psichiatra che da uno psicologo per capire come affrontare il percorso di ricostruzione di me stessa.
Ho sovente pensato al suicidio ma più che altro come mezzo per porre fine al dolore che provo, poi mi sono resa conto che forse un altro mezzo per porre fine al dolore potrebbe essere proprio la terapia quindi ho deciso di provare a mettermi nelle mani dei medici.
Io sono sempre stata molto estroversa, soprattutto con gli uomini, sono cresciuta con due fratelli maschi più grandi di me pertanto ho sempre trovato più facile relazionarmi con l'altro sesso anche a causa dei molti interessi in comune. Purtroppo non è più così, ora sono diventata molto introversa e molte situazioni mi spaventano quasi al punto di paralizzarmi, ringrazio di avere la mia famiglia vicino, soprattutto i miei due fratelli che mi coinvolgono nelle loro attività nei fine settimana per non vedermi sola chiusa in casa a stare male, quando sono con loro torno la persona che ero, sto bene e riesco a divertirmi. Proprio in uno di questi fine settimana ho conosciuto un uomo, un pochino più grande di me, sembra effettivamente una persona simpatica e gentile con molti interessi in comune con me. Mi ha inaspettatamente chiesto di uscire proponendomi una giornata rilassante per la campagna. Ecco, una situazione del genere fino a qualche anno fa mi avrebbe fatto davvero piacere ma ora invece la vivo con ansia. Tutti i miei amici mi dicono che dovrei accettare l'invito e godermi le cose belle che la vita mi mette davanti ma io ho davvero il terrore di finire nelle mani di un altro mostro, ho davvero paura di aver perso la fiducia non solo in me stessa ma anche in tutti coloro che mi circondano, ho paura di rimanere da sola con le mie paure e le mie ansie senza più riuscire ad aprirmi. Non mi piace la persona cinica e impaurita che sono diventata, voglio tornare a vedere il bene nella gente e nella vita.
sono Xxxxx, sono una donna di 36 anni e sto passando un periodo di forte ansia.
Ho affrontato un anno molto difficile a causa di una relazione con un uomo estremamente egocentrico, narcisista, autoritario e violento sia sotto il punto psicologico che, talvolta, fisico. Questa persona è come se avesse assorbito ogni mia forza vitale, distruggendo l'immagine della persona solare e positiva che ero.
Le ultime forze che avevo le ho utilizzate per interrompere questa relazione nociva il risultato è che però ora mi ritrovo ridotta ad un guscio vuoto, il mio medico curante mi ha prescritto basse dosi di xanax e sertalina per arginare la situazione nell'immediato caratterizzata da violenti attacchi di panico ma ho deciso di rivolgermi alla mia ASL di competenza per ricevere l'aiuto necessario sia da uno psichiatra che da uno psicologo per capire come affrontare il percorso di ricostruzione di me stessa.
Ho sovente pensato al suicidio ma più che altro come mezzo per porre fine al dolore che provo, poi mi sono resa conto che forse un altro mezzo per porre fine al dolore potrebbe essere proprio la terapia quindi ho deciso di provare a mettermi nelle mani dei medici.
Io sono sempre stata molto estroversa, soprattutto con gli uomini, sono cresciuta con due fratelli maschi più grandi di me pertanto ho sempre trovato più facile relazionarmi con l'altro sesso anche a causa dei molti interessi in comune. Purtroppo non è più così, ora sono diventata molto introversa e molte situazioni mi spaventano quasi al punto di paralizzarmi, ringrazio di avere la mia famiglia vicino, soprattutto i miei due fratelli che mi coinvolgono nelle loro attività nei fine settimana per non vedermi sola chiusa in casa a stare male, quando sono con loro torno la persona che ero, sto bene e riesco a divertirmi. Proprio in uno di questi fine settimana ho conosciuto un uomo, un pochino più grande di me, sembra effettivamente una persona simpatica e gentile con molti interessi in comune con me. Mi ha inaspettatamente chiesto di uscire proponendomi una giornata rilassante per la campagna. Ecco, una situazione del genere fino a qualche anno fa mi avrebbe fatto davvero piacere ma ora invece la vivo con ansia. Tutti i miei amici mi dicono che dovrei accettare l'invito e godermi le cose belle che la vita mi mette davanti ma io ho davvero il terrore di finire nelle mani di un altro mostro, ho davvero paura di aver perso la fiducia non solo in me stessa ma anche in tutti coloro che mi circondano, ho paura di rimanere da sola con le mie paure e le mie ansie senza più riuscire ad aprirmi. Non mi piace la persona cinica e impaurita che sono diventata, voglio tornare a vedere il bene nella gente e nella vita.
[#1]
Gent.le Sig.ra,
se rilegge la sua richiesta noterà un ritmo estremamente accelerato come se non si potesse concedere il tempo di metabolizzare le esperienze e le ferite emotive che le hanno lasciato.
Sicuramente un percorso psicologico è consigliabile per avviare tale processo di elaborazione.
Inoltre ben venga la vicinanza e l'affetto dei suoi fratelli ai quali però chiederei di rispettare i suoi tempi, è solo lei che può decidere se la sente o meno di accettare un invito.
In ogni caso, la fiducia non deve essere necessariamente concessa in modo immediato e incondizionato ma per essere una scelta consapevole richiede una certa gradualità.
Si tratta di imparare a "rallentare" solo così possiamo creare le condizioni favorevoli per entrare in contatto con le nostre emozioni, in modo che diventino la bussola che ci aiuta ad orientarci in direzione della gratificazione dei nostri bisogni affettivi.
se rilegge la sua richiesta noterà un ritmo estremamente accelerato come se non si potesse concedere il tempo di metabolizzare le esperienze e le ferite emotive che le hanno lasciato.
Sicuramente un percorso psicologico è consigliabile per avviare tale processo di elaborazione.
Inoltre ben venga la vicinanza e l'affetto dei suoi fratelli ai quali però chiederei di rispettare i suoi tempi, è solo lei che può decidere se la sente o meno di accettare un invito.
In ogni caso, la fiducia non deve essere necessariamente concessa in modo immediato e incondizionato ma per essere una scelta consapevole richiede una certa gradualità.
Si tratta di imparare a "rallentare" solo così possiamo creare le condizioni favorevoli per entrare in contatto con le nostre emozioni, in modo che diventino la bussola che ci aiuta ad orientarci in direzione della gratificazione dei nostri bisogni affettivi.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Utente
Grazie dottoressa, la sua risposta è ricca di spunti sui quali riflettere per valutare al meglio la situazione.
Purtroppo mi sento completamente disorientata perché sono diventata una persona che non riconosco più,
mi stringo alle persone più care che ho e mi faccio aiutare anche da loro a recuperare quel pochino di fiducia in me stessa che mi permetta di ricominciare a camminare da sola e di superare il timore di relazionarmi con estranei.
La ringrazio per l'attenzione e per il tempo che mi ha dedicato.
Purtroppo mi sento completamente disorientata perché sono diventata una persona che non riconosco più,
mi stringo alle persone più care che ho e mi faccio aiutare anche da loro a recuperare quel pochino di fiducia in me stessa che mi permetta di ricominciare a camminare da sola e di superare il timore di relazionarmi con estranei.
La ringrazio per l'attenzione e per il tempo che mi ha dedicato.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 860 visite dal 04/07/2018.
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