Ansia per cambio casa
Salve, chiedo il vostro aiuto per gestire uno stato d'ansia che va peggiorando. Questa la mia situazione attuale:
io e mio marito qualche mese fa abbiamo deciso di cercare casa in una zona vicina ai miei genitori (ormai anziani, che gestiscono da soli mio fratello disabile al 100%) per poter essere loro d'aiuto. L'idea è partita da mio marito, io inizialmente ero restia ma non potevo non condividere la validità della motivazione.
Dopo averne valutate alcune abbiamo trovato la casa che fa al caso nostro: vicina ai miei genitori (ma non troppo), indipendente, senza spese condominiali, della giusta metratura, in una zona tranquilla ecc. Abbiamo valutato pro e contro, l'abbiamo acquistata e messo in vendita il nostro attuale appartamento.
Familiari e amici ci dicono che abbiamo fatto una buona scelta.
Con impegno e entusiasmo mi sono impegnata nella scelta dei materiali e dei professionisti che si occuperanno di ristrutturare la nuova casa secondo i nostri desideri.
Dovrei essere felice invece, ora che è il momento di iniziare i lavori di ristrutturazione, ogni volta che penso a trasferirmi mi prende uno stato d'ansia, con lo stomaco che si contrae e un groppo in gola.
Quando mi reco nella nuova casa mi prende una sensazione di disagio e capogiro. Cerco di controllarmi utilizzando le tecniche di respirazione che ho imparato alle lezioni di yoga.
Non ho il coraggio di confessarlo a nessuno, tanto meno a mio marito: ormai non si può tornare indietro la scelta è stata presa, giusta o sbagliata che sia.
Ma come farò quando sarà il momento di traslocare? Temo di non riuscire ad adattarmi, e di mettere in difficoltà i miei figli (mio figlio maggiore, 20 anni, non è d'accordo con la nostra scelta, è venuto una sola volta a vedere la nuova casa e non vuole essere coinvolto nelle scelte di finiture e arredamento, caratterialmente è sempre stato reticente a tutti i cambiamenti sin da piccolo, mentre mia figlia minore, 15 anni, sembra accettare bene l'idea di trasferirci).
Preciso che mio marito si affida molto a me per le scelte da fare, pur essendo molto presente e partecipe.
Proprio non mi spiego cosa mi sta succedendo, in fondo non è il primo trasferimento che facciamo, già un'altra volta abbiamo cambiato casa. Forse la differenza è che ora si tratta di accettare l'idea di dovermi occupare anche dei miei genitori e di mio fratello molto più di quanto faccio adesso e non so se ce la farò ad affrontare la situazione, in fin dei conti la distanza, pur non essendo molta, mi permette ora di "fingere" che non ci sia il problema.
Ringrazio sin d'ora per l'attenzione e i consigli che attendo fiduciosa
io e mio marito qualche mese fa abbiamo deciso di cercare casa in una zona vicina ai miei genitori (ormai anziani, che gestiscono da soli mio fratello disabile al 100%) per poter essere loro d'aiuto. L'idea è partita da mio marito, io inizialmente ero restia ma non potevo non condividere la validità della motivazione.
Dopo averne valutate alcune abbiamo trovato la casa che fa al caso nostro: vicina ai miei genitori (ma non troppo), indipendente, senza spese condominiali, della giusta metratura, in una zona tranquilla ecc. Abbiamo valutato pro e contro, l'abbiamo acquistata e messo in vendita il nostro attuale appartamento.
Familiari e amici ci dicono che abbiamo fatto una buona scelta.
Con impegno e entusiasmo mi sono impegnata nella scelta dei materiali e dei professionisti che si occuperanno di ristrutturare la nuova casa secondo i nostri desideri.
Dovrei essere felice invece, ora che è il momento di iniziare i lavori di ristrutturazione, ogni volta che penso a trasferirmi mi prende uno stato d'ansia, con lo stomaco che si contrae e un groppo in gola.
Quando mi reco nella nuova casa mi prende una sensazione di disagio e capogiro. Cerco di controllarmi utilizzando le tecniche di respirazione che ho imparato alle lezioni di yoga.
Non ho il coraggio di confessarlo a nessuno, tanto meno a mio marito: ormai non si può tornare indietro la scelta è stata presa, giusta o sbagliata che sia.
Ma come farò quando sarà il momento di traslocare? Temo di non riuscire ad adattarmi, e di mettere in difficoltà i miei figli (mio figlio maggiore, 20 anni, non è d'accordo con la nostra scelta, è venuto una sola volta a vedere la nuova casa e non vuole essere coinvolto nelle scelte di finiture e arredamento, caratterialmente è sempre stato reticente a tutti i cambiamenti sin da piccolo, mentre mia figlia minore, 15 anni, sembra accettare bene l'idea di trasferirci).
Preciso che mio marito si affida molto a me per le scelte da fare, pur essendo molto presente e partecipe.
Proprio non mi spiego cosa mi sta succedendo, in fondo non è il primo trasferimento che facciamo, già un'altra volta abbiamo cambiato casa. Forse la differenza è che ora si tratta di accettare l'idea di dovermi occupare anche dei miei genitori e di mio fratello molto più di quanto faccio adesso e non so se ce la farò ad affrontare la situazione, in fin dei conti la distanza, pur non essendo molta, mi permette ora di "fingere" che non ci sia il problema.
Ringrazio sin d'ora per l'attenzione e i consigli che attendo fiduciosa
[#1]
"Forse la differenza è che ora si tratta di accettare l'idea di dovermi occupare anche dei miei genitori e di mio fratello molto più di quanto faccio adesso e non so se ce la farò ad affrontare la situazione, in fin dei conti la distanza, pur non essendo molta, mi permette ora di "fingere" che non ci sia il problema."
Gent.le Sig,ra,
credo che abbia individuato da sola l'aspetto critico che la sta mettendo in difficoltà.
"L'idea è partita da mio marito, io inizialmente ero restia ma non potevo non condividere la validità della motivazione."
Non aver ascoltato la sua resistenza l'ha indotta a censurarla a se stessa e a suo marito, razionalizzando una scelta che emotivamente le crea disagio.
Sarebbe importante darsi la possibilità di parlare apertamente del suo disagio con suo marito, tenersi tutto dentro non farà altro che alimentarlo.
Da questo confronto potrete eventualmente individuare un modo di affrontare la situazione che vi coinvolga entrambi e vi consenta di fare le opportune valutazioni.
Gent.le Sig,ra,
credo che abbia individuato da sola l'aspetto critico che la sta mettendo in difficoltà.
"L'idea è partita da mio marito, io inizialmente ero restia ma non potevo non condividere la validità della motivazione."
Non aver ascoltato la sua resistenza l'ha indotta a censurarla a se stessa e a suo marito, razionalizzando una scelta che emotivamente le crea disagio.
Sarebbe importante darsi la possibilità di parlare apertamente del suo disagio con suo marito, tenersi tutto dentro non farà altro che alimentarlo.
Da questo confronto potrete eventualmente individuare un modo di affrontare la situazione che vi coinvolga entrambi e vi consenta di fare le opportune valutazioni.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Utente
Gentile d.ssa,
con mio marito abbiamo già affrontato la questione della gestione dei miei familiari, e più che rassicurarmi con il suo sostegno e presenza, dividendoci il carico a lui non posso chiedere di più. Sono certa che nel momento del bisogno saprà sostenermi. Per ora non c'è ancora la necessità di dedicarmi di più alla cura dei familiari, anche se è certo che col il passare del tempo le cose cambieranno,
Del resto non si può far nulla per cambiare lo stato delle cose se non affrontare le difficoltà nel momento in cui si presenteranno.
Però anche oggi, appena salite le scale della nuova casa, mi sono sentita lo stomaco aggrovigliato e la gola chiusa, come se una parte di me avvertisse qualcosa di negativo, un istinto; eppure prima ero tranquillissima e così pure quando me ne sono andata.
Sono una persona molto pratica, che affronta di petto le difficoltà, per cui questo disagio mi sta veramente preoccupando molto.
Grazie del consulto
con mio marito abbiamo già affrontato la questione della gestione dei miei familiari, e più che rassicurarmi con il suo sostegno e presenza, dividendoci il carico a lui non posso chiedere di più. Sono certa che nel momento del bisogno saprà sostenermi. Per ora non c'è ancora la necessità di dedicarmi di più alla cura dei familiari, anche se è certo che col il passare del tempo le cose cambieranno,
Del resto non si può far nulla per cambiare lo stato delle cose se non affrontare le difficoltà nel momento in cui si presenteranno.
Però anche oggi, appena salite le scale della nuova casa, mi sono sentita lo stomaco aggrovigliato e la gola chiusa, come se una parte di me avvertisse qualcosa di negativo, un istinto; eppure prima ero tranquillissima e così pure quando me ne sono andata.
Sono una persona molto pratica, che affronta di petto le difficoltà, per cui questo disagio mi sta veramente preoccupando molto.
Grazie del consulto
[#3]
Con suo marito ha parlato degli aspetti pratici ma non del suo stato d'animo con il quale sembrerebbe abbia scarsa familiarità, in questo senso questo malessere può rappresentare una preziosa opportunità per rivolgere uno sguardo diverso verso se stessa.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.4k visite dal 03/07/2018.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.