Tristezza e senso di fallimento

Buongiorno,
Vi ringrazio anticipatamente per qualsiasi consiglio possiate darmi.
La mia situazione è questa.
Dopo 7 anni e 1/2 di relazione, con alto e bassi, lui ha detto che non mi ama più/che si sta allontanando.
Questo accade due mesi fa.
Io nel tentativo di salvare il rapporto ho rinunciato a un importante lavoro. Ma niente. Ha affermato di avermi mentito tutti questi anni sul discorso matrimonio, figli, progetti. L'unico progetto fatto è aver preso un cane insieme.
Io mi ritrovo sconvolta. Provo un senso di tristezza immensa e mi sento un inetta.
Attualmente viviamo ancora insieme perché io non ho altro dove andare. La mia famiglia è all'estero e non ho per nulla buoni rapporti.
Vivendo ancora insieme lui ha molti comportamenti ambivalenti che mi creano confusione e non mi permettono di comprendere ed elaborare la situazione.
Mi sento molto triste. Io avevo investito tutto e ora non ho più nulla. Mi sembra di aver fallito in tutto.
Piango molto e ho una forte ansia, soprattutto se devo uscire.
Io non so cosa fare.
Ho continui incubi in cui sogno di voler morire. Ma adesso come adesso non ci penso veramente, ma ho paura.
Paura per la mia vita, per il senso che potrebbe mai avere.
Che futuro mi spetta? Senza un tetto, senza qualcuno, senza speranza.
Faccio fatica a trovare un lavoro e questo mi butta ancora più giù.
Sento come se avessi affidato la mia vita a questa storia.
Perché forse era la mia ancora di salvezza. So che non è sano ma non ha mai impedito nulla nel nostro rapporto. Infatti quando è finita, io sono caduta dal pero.
E cadere fa male.
Non mi sono mai sentita così in vita mia e ora non so come risolvermi.
Ho paura a chiedere aiuto, anche perché non saprei dove andare e per paura dei giudizi. Così me ne sto a casa e rimugino sui problemi. Ipotizzo, rivivo. Mi ossessiono.
A lui non sbatte che io stia così. Quando mi vede giù finge che vada tutto bene. Potrei marcire senza che lui se ne freghi/accorga.
Ho bisogno di un consiglio su come prendere in mano la mia vita perché mi sta scivolando via e ho paura che se aspetto troppo non ce la farò più.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
"Ho paura a chiedere aiuto, anche perché non saprei dove andare e per paura dei giudizi. "


Gent.le Ragazza,
sono contenta che la paura del giudizio non ti ha impedito di scriverci.
Nonostante la profonda sofferenza che esprimi c'è ancora una parte di te nutre una speranza, ed è a quella parte che vorrei rivolgermi perché in questo momento ha bisogno di venire fuori per aiutarti a prenderti cura di te.
Lo psicologo non giudica ma ha il compito di accettarti e comprenderti in modo empatico, ossia entrando in contatto con il tuo vissuto emozionale come se fosse il proprio senza mai dimenticare che appartiene all'altro.
Ora ti sembra tutta in salita la strada di fronte a te ma in realtà è in salita solo quella che ora il tuo orizzonte visivo riesce a percepire, in ogni caso non sei sola se ti darai la possibilità di ricevere un aiuto qualificato di persona.
In questo momento di difficoltà anche economica puoi rivolgerti al Consultorio Familiare della tua ASL per un colloquio con lo psicologo.
Se avessi ulteriori difficoltà non esitare a scriverci.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Attivo dal 2018 al 2019
Ex utente
La ringrazio per la sua risposta.
Io credo che la mia intera vita sia stata perennemente in salita e ora a questo ennesimo crollo mi sta uscendo tutto l'amaro della mia vita.
Il punto è che si tecnicamente lo psicologo non giudica ma alla fine nella sua mente lo fa. E io non ci riesco.
Vorrei che ci fosse una soluzione diversa.
Io non ho mai parlato con nessuno (di persona )Delle mie difficoltà e sento che potrebbero non capire, o forse ho paura di espormi.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
"Il punto è che si tecnicamente lo psicologo non giudica ma alla fine nella sua mente lo fa. "

Purtroppo questo è un pregiudizio ancora molto diffuso poiché si ignora che la professionalità di uno psicologo-psicoterapeuta implica un percorso di formazione esperienziale non solo teorico, infatti esiste un training specifico per apprendere a sospendere l'atteggiamento giudicante verso il cliente anche se si tratta di un attitudine che richiede una costante capacità di automonitoraggio.
Non a caso, sia durante il percorso di specializzazione sia successivamente si fa ricorso alla supervisione da parte di un collega esperto al fine di consolidare le competenze professionali.
Inoltre, sempre nel percorso di specializzazione in psicoterapia, lo psicologo affronta un percorso di terapia personale nel quale sperimenta sulla "sua pelle" l'atteggiamento non giudicante da parte dello psicoterapeuta.

Tuttavia, ciò che favorisce la sopravvivenza di questo luogo comune è innanzi tutto un meccanismo di proiezione, in altre parole, attribuiamo all'altro lo stesso atteggiamento giudicante che rivolgiamo verso noi stessi, percependo il nostro giudizio come una valutazione che proviene dall'altro, non a caso prima ancora di entrare in relazione con esso la nostra mente crea una rappresentazione:
Tale rappresentazione non è altro che un'ipotesi predittiva, come afferma la prof.ssa Lisa Barrett Lernard:

"Le predizioni sono il modo in cui lavora il nostro cervello. È il lavoro classico del nostro cervello. Le predizioni sono la base di ogni esperienza. Sono la base di ogni azione che compiamo".


Per vedere il video dal quale è tratta la citazione:
https://www.ted.com/talks/lisa_feldman_barrett_you_aren_t_at_the_mercy_of_your_emotions_your_brain_creates_them
[#4]
Attivo dal 2018 al 2019
Ex utente
Potrei provarci, magari non è così male.
Provo a prendere un appuntamento e vediamo come va.
Però io non voglio prendere farmaci. Nessun tipo. È possibile?
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gli psicologi non prescrivono farmaci perché non sono medici.
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Attivo dal 2018 al 2019
Ex utente
Salve,
Rieccomi.
Ho parlato con il mio medico di base della mia situazione e mi ha prescritto una prima visita psichiatrica.
Sono un po' confusa, io pensavo che per me fosse meglio lo psicologo,
Cosa ne pensa?
La ringrazio per il suo prezioso tempo che mi ha dedicato.
Un abbraccio
[#7]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
A mio avviso il disagio che descrive è di pertinenza psicologica quindi darei la precedenza ad un colloquio con lo psicologo, qualora sia necessario un parere da parte dello psichiatra sarà lo stesso psicologo a suggerirlo.
Tuttavia non è da escludere la possibilità di fare sia una visita psichiatrica che un colloquio psicologico e successivamente fare le opportune valutazioni in funzione dei riscontri ricevuti da entrambi gli specialisti.