Sensibilità paura depressione
Ho 24 anni, tecnicamente non mi manca niente, ho una bella famiglia che mi ha sempre voluto bene, sono una persona piena di interessi e anche di talenti, mi descrivono come una ragazza simpatica e dolce. Sono sempre stata sensibile a livelli eccessivi, mi commuovo molte volte al giorno anche per piccoli momenti che per altri possono risultare banali, allo stesso tempo però sprofondo in un baratro quando sono vinta dalla tristezza e negatività. I miei problemi sono iniziati con la mia prima relazione, poiché dopo un periodo di grande innamoramento e felicità sono stata presa dall'ossessione di non amare più il mio ragazzo. Questo mi ha portato a uno stato di ansia ingestibile che si è affievolito con gli anni e con la fine della relazione. Ho iniziato un anno fa un'altra relazione (la seconda importante della mia vita) e adesso è purtroppo agli sgoccioli sempre per la mia paura di non amarlo. Ho iniziato un anno fa un percorso di psicoterapia che ha portato alla luce una mia tendenza al perfezionismo, a creare modelli irreali nella mia testa e schemi troppo rigidi che mi portano a vivere malissimo. Anche ora che ci stiamo lasciando e forse nel profondo so che non è la persona giusta per me, sono in preda alla disperazione perché sono piena di paure: di potermene pentire, di non avere più chances di essere felice, di non trovare più nessuno, di essere una persona brutta, negativa, che non riesce a dare bene agli altri (nonostante gli altri mi dicano che io sia tutto l'opposto). Ho paura di rimanere sola, di essere troppo complicata ed esigente, soprattutto ho paura di non uscire più da questo stato di ansia, depressione, agitazione e paura. Non so a quali pensieri aggrapparmi in questi momenti, riaffiorano immagini e ricordi dei momenti passati con questo ragazzo e ho crisi di pianto incontrollabili, anche se credo che non siamo compatibili e non riesco a immaginare una vita con lui. Vivo nel senso di colpa di non essere riuscita a mantenere alto il mio amore per lui. È come se le cose che gli altri vivessero e accettassero tutto sommato bene, in me si amplificassero facendomi stare male non solo mentalmente ma anche fisicamente (tachicardia continua, mal di testa, nausea, mancanza di appetito e voglia di rimanere a letto tutto il giorno). Ho bisogno di sapere che si può uscire da tutto questo perché sento di tante persone che combattono contro la depressione e l'ansia tutta la vita e sono atterrita dal pensare che sarò condannata a tutto questo per sempre.
[#1]
Gentile utente,
Lei già "..un anno fa ho iniziato un percorso di psicoterapia che ha portato alla luce ..."
Come mai scrive anche a noi?
Forse la fiducia tra Voi due vacilla?
Tenga conto che introdurre un terzo (noi on line) nella relazione terapeutica può crearLe più confusione che utilità.
Ha parlato della Sua paure al/la Psicoterapeuta che si prende cura di Lei?
Con quale esito?
Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
Lei già "..un anno fa ho iniziato un percorso di psicoterapia che ha portato alla luce ..."
Come mai scrive anche a noi?
Forse la fiducia tra Voi due vacilla?
Tenga conto che introdurre un terzo (noi on line) nella relazione terapeutica può crearLe più confusione che utilità.
Ha parlato della Sua paure al/la Psicoterapeuta che si prende cura di Lei?
Con quale esito?
Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Grazie per la risposta. Il percorso che ho iniziato, nei primi mesi mi ha dato grandi risultati. C'è da dire che mi aiutavo anche con una compressa di Anafranil 75 al giorno. Poi per qualche mese ho smesso col farmaco e, anche se la mia psicologa mi consiglia di non dare la colpa alla sospensione del farmaco, è ricominciato un periodo di grande basso, con dubbi, pianti, domande ossessive. Sto continuando con la terapia una volta a settimana ma nei giorni che mi separano dall'incontro con lei sento che ho bisogno di una spalla e una speranza, perciò ho scritto qui. Ovviamente ne ho parlato anche con la mia psicologa, che mi ripete che sono molto giovane e che è davvero molto raro che in sole due esperienze si possa trovare la persona giusta per noi, quindi di avere fiducia. Quando in preda ai dubbi non so se continuare la relazione o meno mi dice di dare retta a quello che sento nel profondo. Il problema è che lo stato di ansia in cui mi trovo me lo impedisce, o meglio, a volte mi sento insofferente nei confronti di questo ragazzo, di alcuni suoi atteggiamenti, sento che non ci sia una connessione profonda che ci lega, altre volte penso che il fatto che siamo così diversi (lui è una persona spontanea, allegra, imprevedibile, molto pratica) potrebbe farmi bene, come me ne ha fatto all'inizio della relazione quando non avevo questi pensieri. Ma adesso non capisco se non sto bene indipendentemente da lui o se devo rassegnarmi al fatto che non sia la persona giusta per me.
[#4]
Utente
Siccome sono studentessa fuori sede l'anafranil me lo prescrisse lo psichiatra della mia città con cui mi incontravo in precedenza. Poi cambiando città mi sono rivolta ad una nuova psicologa e visto che dopo mesi di terapia mi sentivo molto meglio abbiamo deciso insieme di dimezzare il dosaggio e poi smettere (sentendo prima anche il medico che me l'aveva prescritto).
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.1k visite dal 02/07/2018.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.