Ruminazione mentale
Gentili psicologi,
chiedo un consulto sul mio caso perché nonostante il tempo continuo a stare molto male. Sono una ragazza di 23 anni, fidanzata da quasi 7. Il mio è sempre stato un rapporto per me soddisfacente sotto ogni punto di vista. nella vita non mi son fatta mancare le mie ossessioni (ad esempio in passato o avuto problemi con l'ipocondria, l'ansia e la paura di essere gravemente malata mi hanno impedito di mangiare fino a dimagrire di 7 kg in due mesi!!) ma adesso sono rinchiusa in un vortice e non riesco più ad uscirne e ma mia sofferenza è enorme. io e il mio ragazzo abbiamo avuto una crisi che ci ha tenuti lontani circa sei mesi (durante i quali c'erano forti litigi, abbiamo visto altre persone in sostanza mio cuore si è ridotto a brandelli). Tempo dopo ci siamo inaspettatamente ritrovati e spinti in un abbraccio infinito abbiamo deciso di riprendere il nostro rapporto. Da allora non capisco più nulla. Inizialmente ero ossessionata dal pensiero di non amarlo più, mi sembrava di non provare più nulla in sua presenza e mi perdevo in un circolo di pensieri che mi provocavano attacchi di panico e crisi di pianto accompagnate da un peso sul petto insostenibile. Quando ero con lui, invece di essere sintonizzata sul "qui e ora" mi perdevo nei miei pensieri. Con il tempo le cose sembravano essersi calmate ma ora mi ritrovo con nuove ossessioni. Mi chiedo se sia giusto sposare il primo amore (cioè mi faccio film mentali assurdi dato che sono giovanissima e tutto sto progettando tranne che un matrimonio, immagino me stessa a 40 anni sposata con lui e infelice senza motivo) e inizio a pensare che forse a scelta dell'uomo della vita vada fatta quando si è più maturi. Il problema è che questi pensieri non si manifestano in "forma sana" ma mi fanno stare malissimo. Ci tengo a precisare che che io e questo ragazzo andiamo infinitamente d'accordo e che poche persone mi danno la sicurezza che mi da lui. Mi sento infinitamente legata a lui e penso più come se fossi sua moglie che non la sa ragazza. Eppure adesso mi capita di sentirmi in gabbia. Cosa mi succede? Sono MESI che vado dallo psicologo ma non trovo miglioramenti se non quelli che provengono dalle immense dimostrazioni d'amore del mio ragazzo. Il mio psicoterapeuta dice che in realtà temo solo di perdere il mio ragazzo ma io non capisco niente
chiedo un consulto sul mio caso perché nonostante il tempo continuo a stare molto male. Sono una ragazza di 23 anni, fidanzata da quasi 7. Il mio è sempre stato un rapporto per me soddisfacente sotto ogni punto di vista. nella vita non mi son fatta mancare le mie ossessioni (ad esempio in passato o avuto problemi con l'ipocondria, l'ansia e la paura di essere gravemente malata mi hanno impedito di mangiare fino a dimagrire di 7 kg in due mesi!!) ma adesso sono rinchiusa in un vortice e non riesco più ad uscirne e ma mia sofferenza è enorme. io e il mio ragazzo abbiamo avuto una crisi che ci ha tenuti lontani circa sei mesi (durante i quali c'erano forti litigi, abbiamo visto altre persone in sostanza mio cuore si è ridotto a brandelli). Tempo dopo ci siamo inaspettatamente ritrovati e spinti in un abbraccio infinito abbiamo deciso di riprendere il nostro rapporto. Da allora non capisco più nulla. Inizialmente ero ossessionata dal pensiero di non amarlo più, mi sembrava di non provare più nulla in sua presenza e mi perdevo in un circolo di pensieri che mi provocavano attacchi di panico e crisi di pianto accompagnate da un peso sul petto insostenibile. Quando ero con lui, invece di essere sintonizzata sul "qui e ora" mi perdevo nei miei pensieri. Con il tempo le cose sembravano essersi calmate ma ora mi ritrovo con nuove ossessioni. Mi chiedo se sia giusto sposare il primo amore (cioè mi faccio film mentali assurdi dato che sono giovanissima e tutto sto progettando tranne che un matrimonio, immagino me stessa a 40 anni sposata con lui e infelice senza motivo) e inizio a pensare che forse a scelta dell'uomo della vita vada fatta quando si è più maturi. Il problema è che questi pensieri non si manifestano in "forma sana" ma mi fanno stare malissimo. Ci tengo a precisare che che io e questo ragazzo andiamo infinitamente d'accordo e che poche persone mi danno la sicurezza che mi da lui. Mi sento infinitamente legata a lui e penso più come se fossi sua moglie che non la sa ragazza. Eppure adesso mi capita di sentirmi in gabbia. Cosa mi succede? Sono MESI che vado dallo psicologo ma non trovo miglioramenti se non quelli che provengono dalle immense dimostrazioni d'amore del mio ragazzo. Il mio psicoterapeuta dice che in realtà temo solo di perdere il mio ragazzo ma io non capisco niente
[#1]
Buongiorno,
leggendo il suo racconto, un pensiero mi attraversava: quando il cuore è a brandelli, non è facile né scontato ricomporne i pezzi.
È importante che possa rispondere alla sua domanda, che ho trovato cruciale, nel consulto precedente. Non è più innamorata o la sua è un'anestesia dovuta alla paura e, magari, alla rabbia?
Come consiglio che posso lasciarle in questa sede, penso che sia importante continuare a guardarsi dentro per comprendere i propri sentimenti. Per prendersi cura delle proprie ferite, per perdonare, per riconoscere i propri desideri e farne un progetto.
Questo dovrebbe aprire nuovi itinerari dentro di sé e, così, aiutarla a gestire la sua vita.
L'abbraccio infinito dev'essere stato un momento molto intenso, lo comunica come qualcosa di immenso. Questo forse è il segno del vostro legame, che è importante al di là di tutto.
Tuttavia possono ancora esserci delle ombre da chiarire tra di voi. Accanto alla sensazione di grande legame, di sintonia e sicurezza, potrebbe esserci anche una parte di sé, o di voi, che nutre dei dubbi. Questi dubbi potrebbero spiegare la crisi così importante che avete attraversato? È stata lasciata da lui, ma i litigi e le tensioni da cosa erano provocati?
Posso inoltre chiederle, se si sente di parlarne, se c'è qualcosa che non la convince del percorso terapeutico che sta svolgendo?
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
leggendo il suo racconto, un pensiero mi attraversava: quando il cuore è a brandelli, non è facile né scontato ricomporne i pezzi.
È importante che possa rispondere alla sua domanda, che ho trovato cruciale, nel consulto precedente. Non è più innamorata o la sua è un'anestesia dovuta alla paura e, magari, alla rabbia?
Come consiglio che posso lasciarle in questa sede, penso che sia importante continuare a guardarsi dentro per comprendere i propri sentimenti. Per prendersi cura delle proprie ferite, per perdonare, per riconoscere i propri desideri e farne un progetto.
Questo dovrebbe aprire nuovi itinerari dentro di sé e, così, aiutarla a gestire la sua vita.
L'abbraccio infinito dev'essere stato un momento molto intenso, lo comunica come qualcosa di immenso. Questo forse è il segno del vostro legame, che è importante al di là di tutto.
Tuttavia possono ancora esserci delle ombre da chiarire tra di voi. Accanto alla sensazione di grande legame, di sintonia e sicurezza, potrebbe esserci anche una parte di sé, o di voi, che nutre dei dubbi. Questi dubbi potrebbero spiegare la crisi così importante che avete attraversato? È stata lasciata da lui, ma i litigi e le tensioni da cosa erano provocati?
Posso inoltre chiederle, se si sente di parlarne, se c'è qualcosa che non la convince del percorso terapeutico che sta svolgendo?
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
[#2]
Utente
La nostra crisi era dovuta alla mia insicurezza che al tempo si manifestava in modo differente. Ero convinta che lui mi avesse tradito (cosa non vera) o che i miei sentimenti fossero più forti dei suoi. Alla fine si era allontanato perché era stanco di sentirsi accusato di cose non vere. Tuttavia si era dimostrato disposto a sistemare tutto ma io ho iniziato a tentennare (tristezza e panico all'ordine del giorno) peggiorando ulteriormente le cose fino a che ci eravamo separati definitivamente... Ad un primo riavvicinamento lo allontanai dicendo di non amarlo più ma lui non ha mai smesso di insistere convinto che io avessi solo "perso me stessa". Alla fine sono stata io stessa a ricontattarlo (non ci ho pensato neanche un attimo mi è venuto spontaneo farlo) e la nostra relazione è ricominciata da circa sei mesi ma io (anche se comunque riesco a vivere con gioia i momenti con lui) mi perdo in queste mie ruminazioni mentali ansie panico pianto e peso al petto. Non me la sento di dire che il mio psicoterapeuta non stia lavorando nel modo giusto (non ho competenze per farlo). L'unica cosa che posso dire è che mi sembra che lui veda del potenziale e che considera rara vista l'età "precoce" e le difficoltà superate. Io però non vedo miglioramenti...
[#3]
Dalle sue parole comunica un legame profondo tra voi.
Da una parte potrebbero esserci aspetti e vissuti del suo mondo interiore che interferiscono nella vostra coppia. Possono essere preoccupazioni e paure, che generano alcune impressioni spiacevoli in lei, tentennamenti e convinzioni non sempre corrispondenti al vero, da come dice.
Da un'altra parte, accanto a questo, sembrano esserci dei dubbi, non sappiamo se legati sempre ad aspetti del suo mondo interiore comprensibilmente amplificati dal fatto che vi siete lasciati e avete visto altre persone. Oppure se legati al fatto che sente cambiata la qualità del sentimento, che non sa se è innamorata e se desidera una coppia longeva alla sua età.
Capisco che non è facile districarsi da certe tortuosità, è necessario che continui ancora ad ascoltarsi per comprendere il suo mondo interno e, allo stesso tempo, è fondamentale che acquisisca attraverso il lavoro terapeutico fiducia e sicurezza, forse imparando anche a essere meno severa. Questo la aiuterà a fare chiarezza sui suoi sentimenti e a capire se proseguire la sua storia.
Se non l'avesse già fatto, è fondamentale che parli apertamente con il suo psicoterapeuta del fatto che non vede miglioramenti. Nel mio modo di lavorare, ad esempio, è necessario tempo affinché avvenga un cambiamento, e serve portare pazienza. Lui saprà dirle cosa sta accadendo in merito al vostro lavoro.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Da una parte potrebbero esserci aspetti e vissuti del suo mondo interiore che interferiscono nella vostra coppia. Possono essere preoccupazioni e paure, che generano alcune impressioni spiacevoli in lei, tentennamenti e convinzioni non sempre corrispondenti al vero, da come dice.
Da un'altra parte, accanto a questo, sembrano esserci dei dubbi, non sappiamo se legati sempre ad aspetti del suo mondo interiore comprensibilmente amplificati dal fatto che vi siete lasciati e avete visto altre persone. Oppure se legati al fatto che sente cambiata la qualità del sentimento, che non sa se è innamorata e se desidera una coppia longeva alla sua età.
Capisco che non è facile districarsi da certe tortuosità, è necessario che continui ancora ad ascoltarsi per comprendere il suo mondo interno e, allo stesso tempo, è fondamentale che acquisisca attraverso il lavoro terapeutico fiducia e sicurezza, forse imparando anche a essere meno severa. Questo la aiuterà a fare chiarezza sui suoi sentimenti e a capire se proseguire la sua storia.
Se non l'avesse già fatto, è fondamentale che parli apertamente con il suo psicoterapeuta del fatto che non vede miglioramenti. Nel mio modo di lavorare, ad esempio, è necessario tempo affinché avvenga un cambiamento, e serve portare pazienza. Lui saprà dirle cosa sta accadendo in merito al vostro lavoro.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.2k visite dal 28/06/2018.
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