Differenze culturali nelle relazioni tra genitori e relativa convivenza
Salve Dottori,
chiedo un parere da parte vostra per una situazione non proprio entusiasmante e che sta alterando la qualità della mia vita e vi spiego: mia madre e mio padre, si sono recentemente separati dopo parecchi anni.
Mia madre è sempre pagata, attenta al modo con cui si pone, incentivante dello studio e della disciplina mentre mio padre è un tipo alla "buona", dalle maniere un pò rozze, sprezzante dello studio ma attenzione, non della coltura, che la vive a modo suo...
Inoltre lei è sempre attiva, scattante, piena di interessi e voglia di conoscere mentre lui è apatico, esce pochissimo di casa, svogliato e demotivato in tutto...
Il punto è questo: a me piace conoscere e scoprire nuove cose ovvero sono diametralmente opposto a mio padre...la cosa strana è che la sua apatia, e non mi chiedete come sia possibile questa cosa perchè nemmeno io lo so, mi risucchia nel senso che mi chiude dentro casa, ho perso la voglia di scoprire, di socializzare ecc.
Cioè è come se mio padre mi trascinasse con lui nel suo oblio.
Recentemente avrei la possibilità di trovare un ottimo posto di lavoro in linea con i miei studi e sto valutando seriamente se trasferirmi e avere la mia libertà senza sentirmi oppresso.
Che consiglio mi date? Cosa ne pensate?
Grazie per la vostra attenzione
chiedo un parere da parte vostra per una situazione non proprio entusiasmante e che sta alterando la qualità della mia vita e vi spiego: mia madre e mio padre, si sono recentemente separati dopo parecchi anni.
Mia madre è sempre pagata, attenta al modo con cui si pone, incentivante dello studio e della disciplina mentre mio padre è un tipo alla "buona", dalle maniere un pò rozze, sprezzante dello studio ma attenzione, non della coltura, che la vive a modo suo...
Inoltre lei è sempre attiva, scattante, piena di interessi e voglia di conoscere mentre lui è apatico, esce pochissimo di casa, svogliato e demotivato in tutto...
Il punto è questo: a me piace conoscere e scoprire nuove cose ovvero sono diametralmente opposto a mio padre...la cosa strana è che la sua apatia, e non mi chiedete come sia possibile questa cosa perchè nemmeno io lo so, mi risucchia nel senso che mi chiude dentro casa, ho perso la voglia di scoprire, di socializzare ecc.
Cioè è come se mio padre mi trascinasse con lui nel suo oblio.
Recentemente avrei la possibilità di trovare un ottimo posto di lavoro in linea con i miei studi e sto valutando seriamente se trasferirmi e avere la mia libertà senza sentirmi oppresso.
Che consiglio mi date? Cosa ne pensate?
Grazie per la vostra attenzione
[#1]
Gent.le Ragazzo,
a prescindere dai condizionamenti connessi alle condizioni psicologiche di suo padre, credo sia fisiologico iniziare un processo di svincolo dalla famiglia di origine che promuova le tue aspirazioni professionali e personali.
Inoltre se questa opportunità lavorativa è in linea con il tuo percorso di formazione dovrebbe offrirti una prospettiva interessante anche se ci sei arrivato tramite una raccomandazione avrai comunque la possibilità di fare del tuo meglio per farti apprezzare.
In bocca al lupo.
a prescindere dai condizionamenti connessi alle condizioni psicologiche di suo padre, credo sia fisiologico iniziare un processo di svincolo dalla famiglia di origine che promuova le tue aspirazioni professionali e personali.
Inoltre se questa opportunità lavorativa è in linea con il tuo percorso di formazione dovrebbe offrirti una prospettiva interessante anche se ci sei arrivato tramite una raccomandazione avrai comunque la possibilità di fare del tuo meglio per farti apprezzare.
In bocca al lupo.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Gentile utente,
alla Sua XX età è fisiologico pensare ad andare a vivere da solo.
Non tanto per evitare di "..tornare a casa dal lavoro per trovarmi ogni volta la "depressione" di mio padre..",
quanto piuttosto per sviluppare l'autonomia
operativa
pratica
affettiva
altro
... .
E' una vera fortuna - oggi - avere un lavoro
e dunque...
Certamente Suo padre dovrà fare i conti con se stesso, ma questo non rappresenta un Suo problema nel momento in cui deve operare una scelta.
Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
alla Sua XX età è fisiologico pensare ad andare a vivere da solo.
Non tanto per evitare di "..tornare a casa dal lavoro per trovarmi ogni volta la "depressione" di mio padre..",
quanto piuttosto per sviluppare l'autonomia
operativa
pratica
affettiva
altro
... .
E' una vera fortuna - oggi - avere un lavoro
e dunque...
Certamente Suo padre dovrà fare i conti con se stesso, ma questo non rappresenta un Suo problema nel momento in cui deve operare una scelta.
Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Siamo la media delle persone che frequentiamo di più, se poi queste sono i genitori i fattori in gioco si amplificano.
In questo momento lei si trova combattuto tra il bisogno di indipendenza e il dolore di dover lasciare da solo suo padre.
Dalle sue parole è chiaro come per lei sia necessario staccarsi da suo padre, è il momento di crescere e di percorrere una strada autonoma, slegata sia dalla figura materna nel quale si riconosce di più e in maniera positiva e la figura paterna nel quale pare riconoscersi di meno e soprattutto con aspetti negativi.
Credo che un allontanamento le farebbe bene, allontanarsi non vuol dire abbandonare, ma mutare i canoni della relazione.
Se tornasse a casa dal lavoro in tarda serata per trovare la "depressione" come la defniisce lei sicuramente il rapporto non potrebbe che deteriorarsi, mentre se trova i suoi spazi potrebbe frequentare suo padre, e con il fatto di non vivere in una convivenza forzata il tempo passato insieme potrebbe sicuramente giovarne in termini di qualità.
In questo momento lei si trova combattuto tra il bisogno di indipendenza e il dolore di dover lasciare da solo suo padre.
Dalle sue parole è chiaro come per lei sia necessario staccarsi da suo padre, è il momento di crescere e di percorrere una strada autonoma, slegata sia dalla figura materna nel quale si riconosce di più e in maniera positiva e la figura paterna nel quale pare riconoscersi di meno e soprattutto con aspetti negativi.
Credo che un allontanamento le farebbe bene, allontanarsi non vuol dire abbandonare, ma mutare i canoni della relazione.
Se tornasse a casa dal lavoro in tarda serata per trovare la "depressione" come la defniisce lei sicuramente il rapporto non potrebbe che deteriorarsi, mentre se trova i suoi spazi potrebbe frequentare suo padre, e con il fatto di non vivere in una convivenza forzata il tempo passato insieme potrebbe sicuramente giovarne in termini di qualità.
Dr. Natale Vincenzo Maiorana
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.2k visite dal 26/06/2018.
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