Lutto e psicoterapia

Salve a tutti i medici, ho letto quasi tutti i consulti, adesso vi espongo il mio caso. Ero già in cura con Bzd per problemi nell’addormenramento e gestione ansia in situazioni stressanti. Poi mio padre in 2 anni ha subito un tracollo fino a morire 7 mesi fa. Già qualche settimana prima mi ero rimessa in contatto con psichiatra che aggiunge cipralex e psicoterapeuta cognitivo comportamentale.
Ho chiesto di poter smettere le bzd e sono seguita per questo.
Personalmente lavoro come docente precaria e non è stato semplice ma la presenza dei colleghi e dei ragazzi mi ha aiutata molto.
Il punto è questo: il contratto è scaduto e adesso mi trovo spaesata. La psicoterapia va bene anche se non sempre riesco a mettere in pratica le indicazioni del curante. L’aspetto farmacologico peggio, perché non riesco a gestire l’ansia.

È mai possibile che dopo 7 mesi, l’interruzione del lavoro mi abbia fatto regredire nell’elaborazione del lutto? Mi sembra di essere tornata indietro, tutto questo tempo a disposizione mi rende apatica, penso più spesso a mio padre e piango molto.
Con lo psicoterapeuta abbiamo concordato alcuni obiettivi ma io non riesco certe volte nemmeno ad alzarmi dal letto. Ho fatto del mio meglio ma non mi sento “migliorata”.
Quando tornerò alla vita?
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86
L'elaborazione del lutto è un processo graduale, forse il lavoro la teneva impegnata e non ha facilitato l'avvio di questo processo, ma dipende anche da come è stato affrontato in psicoterapia, non si tratta solo di ricevere delle indicazioni da eseguire passivamente ma sopratutto di entrare in contatto con la sofferenza per metabolizzarla.
Sarebbe opportuno approfondire questi aspetti in seduta,
Infine le sue perplessità vanno riportate allo psichiatra in modo che se necessario possa rimodulare la terapia farmacologica oltre a monitorarla periodicamente.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Gentile dottoressa,
la ringrazio per la risposta tempestiva. Anche io mi sono molto interrogata sul fatto che il lavoro abbia potuto rallentare il processo. Avrei potuto rifiutare e prendermi una pausa, ma non me la sono sentita.
Mi sono consultata anche con altre persone nella mia stessa condizione e quasi tutti mi hanno risposto di tenermi impegnata.
Ho seguito il consiglio.
Solo che adesso, dopo 7 mesi, molti accanto a me non riescono a spiegarsi questa ricaduta, in particolar modo il mio compagno, che ha subito la stessa perdita molti anni fa e che insiste nel fare paragoni. Per lui sono patologica solo perché non ho avuto la stessa spinta a ricominciare. Lui è molto cinico “non c’è più. Punto”, questo non mi aiuta perché io sento il vuoto dentro.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86
Non bisogna confondere l'elaborazione del lutto con la razionalizzazione.
Il suo vissuto non va colpevolizzato ma richiede un ascolto empatico che un familiare non può offrire, uno psicoterapeuta si.
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Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Grazie ancora... le farò sapere in seguito come procede.