Disturbo dell'attenzione - come parlarne alla famiglia
Buona sera a tutti.
Da anni fatico per finire l'universita' benche' mi rimangano solo tre esami alla laurea. A dire la verita' fatico da molto prima dell'inizio dell'universita', ma per tanto tempo sono riuscita a tenere tutto piu' o meno sotto controllo. Da qualche tempo mi sono trasferita e ho iniziato a lavorare fuori Italia, tornando solo ogni qualche mese per dare questi esami e tentare di laurearmi (sotto insistenza della famiglia che ci tiene molto a questa laurea). Da quando mi sono trasferita mi sono finalmente decisa a parlare con un medico dei miei problemi, come mi sentissi triste, ansiosa, incapace di sedermi e studiare nonostante la necessita' di finire l'universita'. Il medico dalla quale sono stata mandata mi ha diagnosticata prima con depressione, e mi ha poi consigliato di farmi testare per ADHD. I risultati non sono ancora arrivati, ma siccome ancora una volta non sono riuscita a passare uno degli esami rimasti, vorrei aprirmi con la mia famiglia, spiegare quanto davvero io mi stia trovando in difficolta', ma il problema e' che nessuno di loro e' molto di mente aperta nei confronti dei disturbi psicologici, e temo che reagirebbero male sia nel sapere che sto cercando di curarmi per la depressione, sia che mi sto facendo testare per ADHD, credo che lo vedrebbero come un tentativo di trovare un alibi per la mia poca voglia di studiare. Ho davvero bisogno di sostegno, ma non so come riuscire a parlare di queste cose alla mia famiglia sapendo che hanno pregiudizi nei confronti di questo tipo di disturbo e lo vedrebbero come una scusa.
Grazie
Da anni fatico per finire l'universita' benche' mi rimangano solo tre esami alla laurea. A dire la verita' fatico da molto prima dell'inizio dell'universita', ma per tanto tempo sono riuscita a tenere tutto piu' o meno sotto controllo. Da qualche tempo mi sono trasferita e ho iniziato a lavorare fuori Italia, tornando solo ogni qualche mese per dare questi esami e tentare di laurearmi (sotto insistenza della famiglia che ci tiene molto a questa laurea). Da quando mi sono trasferita mi sono finalmente decisa a parlare con un medico dei miei problemi, come mi sentissi triste, ansiosa, incapace di sedermi e studiare nonostante la necessita' di finire l'universita'. Il medico dalla quale sono stata mandata mi ha diagnosticata prima con depressione, e mi ha poi consigliato di farmi testare per ADHD. I risultati non sono ancora arrivati, ma siccome ancora una volta non sono riuscita a passare uno degli esami rimasti, vorrei aprirmi con la mia famiglia, spiegare quanto davvero io mi stia trovando in difficolta', ma il problema e' che nessuno di loro e' molto di mente aperta nei confronti dei disturbi psicologici, e temo che reagirebbero male sia nel sapere che sto cercando di curarmi per la depressione, sia che mi sto facendo testare per ADHD, credo che lo vedrebbero come un tentativo di trovare un alibi per la mia poca voglia di studiare. Ho davvero bisogno di sostegno, ma non so come riuscire a parlare di queste cose alla mia famiglia sapendo che hanno pregiudizi nei confronti di questo tipo di disturbo e lo vedrebbero come una scusa.
Grazie
[#1]
Credo che sarebbe più opportuno un colloquio con lo psicologo-psicoterapeuta e mi sembra strano che il medico non te l'abbia consigliato.
La tua famiglia nel migliore dei casi può esserti vicina ma non può fornirti un aiuto professionale, quindi ora è importante che tu possa trovare un interlocutore adeguato, lo psicologo.
All'estero ci sono colleghi italiani prova a fare una ricerca in rete per trovare informazioni a riguardo.
La tua famiglia nel migliore dei casi può esserti vicina ma non può fornirti un aiuto professionale, quindi ora è importante che tu possa trovare un interlocutore adeguato, lo psicologo.
All'estero ci sono colleghi italiani prova a fare una ricerca in rete per trovare informazioni a riguardo.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Utente
Gentile dottoressa,
grazie per la risposta. Ieri sera ero parecchio ansiosa, e penso di aver tralasciato un po' di dettagli. Mi è stato consigliato di vedere uno psicologo, poi sono stata indirizzata verso uno specialista di adhd per approfondire. Dovrebbe arrivarmi la conferma di soffrire o meno di adhd non tra molto, e da lì intraprenderò un percorso idoneo. Il discorso riguardante la famiglia è relativo al fatto che vorrei far capire che quando dico di star dando il massimo ma ho difficoltà, sono sincera. Vorrei un supporto morale, e vorrei capire come parlare di questa cosa per far credere ai miei genitori il fatto che non mi sto inventando tutto per pigrizia, non so bene come iniziare il discorso relativo alla salute mentale e psicologica.
Grazie
grazie per la risposta. Ieri sera ero parecchio ansiosa, e penso di aver tralasciato un po' di dettagli. Mi è stato consigliato di vedere uno psicologo, poi sono stata indirizzata verso uno specialista di adhd per approfondire. Dovrebbe arrivarmi la conferma di soffrire o meno di adhd non tra molto, e da lì intraprenderò un percorso idoneo. Il discorso riguardante la famiglia è relativo al fatto che vorrei far capire che quando dico di star dando il massimo ma ho difficoltà, sono sincera. Vorrei un supporto morale, e vorrei capire come parlare di questa cosa per far credere ai miei genitori il fatto che non mi sto inventando tutto per pigrizia, non so bene come iniziare il discorso relativo alla salute mentale e psicologica.
Grazie
[#3]
Solo per chiarezza lo specialista di ADHD non esiste né come medico né come psicologo, ma entrambi possono essere esperti se la loro attività si concentra prevalentemente in questo ambito.
A questo punto ben venga il contributo del medico qualora sia necessaria l'integrazione con una terapia farmacologica che non è comunque da dare per scontata.
Qualora inizierà un percorso di psicoterapia lo specialista potrà aiutarla ad individuare le modalità relazionali più idonee per esprimere la sua condizione ai suoi familiari.
A questo punto ben venga il contributo del medico qualora sia necessaria l'integrazione con una terapia farmacologica che non è comunque da dare per scontata.
Qualora inizierà un percorso di psicoterapia lo specialista potrà aiutarla ad individuare le modalità relazionali più idonee per esprimere la sua condizione ai suoi familiari.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.2k visite dal 22/06/2018.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.