Ansia e crisi di pianto università
Buongiorno,
sono un ragazzo di 19 anni che sta affrontando il primo anno di università in una città vicino a quella in cui abita e che negli ultimi due mesi sta avendo a che fare con alcuni problemi e difficoltà.
Questo problema ha iniziato a manifestarsi a febbraio quando, in occasione del primo esame orale della mia vita, il pomeriggio precedente all'esame ho avuto un attacco di ansia accompagnato da una crisi di pianto. Putroppo non diedi importanza a questo episodio e lo sottovalutai, credendo si trattasse di un'eccezione (avevo già dato un esame e non ebbi questo problema) e dopo aver dato l'esame, ripresi a vivere tranquillamente la mia vita.
A maggio, invece, dovevo dare due esami, a 6 giorni di distanza l'uno dall'altro: in occasione del primo esame, il giorno precedente ebbi solo un attacco di ansia senza crisi di pianto; mentre per quanto riguarda il secondo esame, quando mancavano 4 giorni, iniziai ad agitarmi senza spiegazione e scoppiai in lacrime. Questa volta mi preoccupai parecchio tanto che passai i giorni successivi in uno stato di agitazione molto alto che mi impediva di studiare, pensando continuamente a quanto mi era successo e con lo stomaco chiuso, facendo parecchia fatica a mangiare, specialmente al mattino e alla sera. Nonostante ciò, riuscii a dare l'esame, ma il giorno successivo, invece di essere tranquillo, mi svegliai in preda all'agitazione come se non facessi in tempo a fare qualcosa. Per questo motivo, sempre più preoccupato per la mia condizione, decisi di rivolgermi al medico di famiglia, il quale individuò il mio problema in uno forte stress e mi consigliò di assumere un rimedio naturale a base di biancospino e scutellaria (Kavans2). Aggiunse ovviamente che se il problema si fosse ripresentato di ricontattarlo per cercare eventualmente uno psicologo.
Ho trascorso le ultime settimane normalmente come ho sempre fatto, calmo e preparandomi per un esame di fine mese; tuttavia ora, a una settimana dall'esame, i sintomi sono ricomparsi: sono molto agitato e non riesco a studiare, non faccio che pensare a questa mia situazione (il che è logorante visto che già nel pomeriggio sono stanchissimo), ho crisi di pianto sempre più frequenti e mi sento vulnerabile ed emotivo.
La situazione sta diventando parecchio pesante, anche in famiglia, mio padre cerca di essere comprensivo, mentre mia madre non ne vuole sapere e continua a ripetere che sono un bimbo immaturo perché piango e non sono in grado di affrontare i miei problemi e che dovrei trovarmi un lavoro, nonostante io non voglia abbandonare l'università, ma sono anche consapevole che in questo modo mon è possibile continuare.
Ovviamente in questi giorni ricontatterò il mio medico, ma nel frattempo mi piacerebbe avere un vostro parere.
Grazie mille
sono un ragazzo di 19 anni che sta affrontando il primo anno di università in una città vicino a quella in cui abita e che negli ultimi due mesi sta avendo a che fare con alcuni problemi e difficoltà.
Questo problema ha iniziato a manifestarsi a febbraio quando, in occasione del primo esame orale della mia vita, il pomeriggio precedente all'esame ho avuto un attacco di ansia accompagnato da una crisi di pianto. Putroppo non diedi importanza a questo episodio e lo sottovalutai, credendo si trattasse di un'eccezione (avevo già dato un esame e non ebbi questo problema) e dopo aver dato l'esame, ripresi a vivere tranquillamente la mia vita.
A maggio, invece, dovevo dare due esami, a 6 giorni di distanza l'uno dall'altro: in occasione del primo esame, il giorno precedente ebbi solo un attacco di ansia senza crisi di pianto; mentre per quanto riguarda il secondo esame, quando mancavano 4 giorni, iniziai ad agitarmi senza spiegazione e scoppiai in lacrime. Questa volta mi preoccupai parecchio tanto che passai i giorni successivi in uno stato di agitazione molto alto che mi impediva di studiare, pensando continuamente a quanto mi era successo e con lo stomaco chiuso, facendo parecchia fatica a mangiare, specialmente al mattino e alla sera. Nonostante ciò, riuscii a dare l'esame, ma il giorno successivo, invece di essere tranquillo, mi svegliai in preda all'agitazione come se non facessi in tempo a fare qualcosa. Per questo motivo, sempre più preoccupato per la mia condizione, decisi di rivolgermi al medico di famiglia, il quale individuò il mio problema in uno forte stress e mi consigliò di assumere un rimedio naturale a base di biancospino e scutellaria (Kavans2). Aggiunse ovviamente che se il problema si fosse ripresentato di ricontattarlo per cercare eventualmente uno psicologo.
Ho trascorso le ultime settimane normalmente come ho sempre fatto, calmo e preparandomi per un esame di fine mese; tuttavia ora, a una settimana dall'esame, i sintomi sono ricomparsi: sono molto agitato e non riesco a studiare, non faccio che pensare a questa mia situazione (il che è logorante visto che già nel pomeriggio sono stanchissimo), ho crisi di pianto sempre più frequenti e mi sento vulnerabile ed emotivo.
La situazione sta diventando parecchio pesante, anche in famiglia, mio padre cerca di essere comprensivo, mentre mia madre non ne vuole sapere e continua a ripetere che sono un bimbo immaturo perché piango e non sono in grado di affrontare i miei problemi e che dovrei trovarmi un lavoro, nonostante io non voglia abbandonare l'università, ma sono anche consapevole che in questo modo mon è possibile continuare.
Ovviamente in questi giorni ricontatterò il mio medico, ma nel frattempo mi piacerebbe avere un vostro parere.
Grazie mille
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Gentile Ragazzo,
dal momento che la situazione si ripresenta ad ogni esame e perdura oramai da alcuni mesi, prima che si "consolidi" e cronicizzi, andando via via aumentando la quota di ansia e i relativi disagi ad essa connesi, sarebbe a mio avviso opportuno consultare un nostro collega di persona.
Non esistono rimedi spiccioli a pochi giorni dall'esame differenti da quelli che certamente avrà già messo in atto o saranno stati suggeriti da amici e famigliari: meglio affrontare una volta per tutte la situazione nelle sedi adeguate.
Potrebbe iniziare a rivolgersi allo sportello psicologico per gli studenti, se presente nel suo ateneo, per un primo colloquio di "decompressione" e per avere informazioni oppure ricercare autonomamente nella sua zona uno psicologo psicoterapeuta, che si occupi in particolare di problematiche legate all'ansia.
In bocca al lupo!
dal momento che la situazione si ripresenta ad ogni esame e perdura oramai da alcuni mesi, prima che si "consolidi" e cronicizzi, andando via via aumentando la quota di ansia e i relativi disagi ad essa connesi, sarebbe a mio avviso opportuno consultare un nostro collega di persona.
Non esistono rimedi spiccioli a pochi giorni dall'esame differenti da quelli che certamente avrà già messo in atto o saranno stati suggeriti da amici e famigliari: meglio affrontare una volta per tutte la situazione nelle sedi adeguate.
Potrebbe iniziare a rivolgersi allo sportello psicologico per gli studenti, se presente nel suo ateneo, per un primo colloquio di "decompressione" e per avere informazioni oppure ricercare autonomamente nella sua zona uno psicologo psicoterapeuta, che si occupi in particolare di problematiche legate all'ansia.
In bocca al lupo!
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 12.8k visite dal 21/06/2018.
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