La terapia che ho seguito era cognitivo comportamentale

Salve,
in passato avevo descritto delle esperienze in merito a delle terapie di cui non mi trovai bene dal cambio della prima terapeuta.
Di fatto, ho avuto modo di rimanere in contatto con la prima dottoressa con cui creai un legame che contribuì all'allontanamento dal nucleo familiare per esigenze mie, considerato l'impossibilità di mantenere un rapporto sano con loro.
Da poco tempo tuttavia abbiamo deciso di sciogliere questo legame, che non era di sostituzione alla famiglia, ma era lievemente vicino a un legame di conoscenza/amicizia, che mi ha permesso di affrontare certe quotidianità che da solo non sarei mai riuscito ad affrontare.
Questa rottura tuttavia mi sta creando come una "dissolvenza" di tutto quello che è stato in questi ultimi 5 anni. Considerato i miei 31 anni, ancora ora mi sento nuovamente "mantenuto" dalla mia famiglia, che realmente è così ma sul piano economico, infatti il problema è più emotivo, creandomi sensazioni forti si ansia panico nel non riuscire a gestire i rapporti, a non farmi prevaricare e andare avanti per la mia strada.
Vorrei anche dire che sento bisogni impulsivi naturali di relazionarmi (sono stato tanti anni, già dai 12 anni, isolato sia per bullismo che per i miei atteggiamenti che mi han portato ad assumere questo comportamento), sia per un comune rapporto tra persone sia un'esigenza sessuale, così da sentirmi libero, bloccato tuttavia dalle emozioni sopra indicate.La terapia che ho seguito era cognitivo comportamentale.

É una richiesta di consulto, se possibile, su due piedi considerato il mio disagio che economicamente non mi rende possibile una terapia lunga, e spero comprendiate da questo testo che non è mia intenzione volontaria di sfruttare o insultare la professione.
Se è vostra sensazione, perdonatemi.

cordiali saluti
[#1]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buongiorno,

mi sembra di capire che dopo un primo lavoro terapeutico, lei abbia tentato di farne altri senza trovarsi. Immagino che si trovi in una situazione difficile, da una parte sente un malessere interiore, dall'altra si chiede come fare per risolverlo.

Se da una parte potrebbe essere sfiduciato nella possibilità di un intervento psicologico, dall'altra forse resta in lei un desiderio di trovare una soluzione da questo punto di vista.

Non riusciamo in questa sede ad aiutarla nel modo dovuto. Non penso che lei abbia intenzione di sfruttare o insultare la professione, le sue parole comunicano un legittimo desiderio di aiuto e una sua disponibilità al dialogo. Il problema però resta quello di trovare lo spazio d'ascolto e di cura necessari, e online purtroppo non possiamo averlo.

Nel tentativo di aiutarla entro i limiti del consulto online, provo a farle due domande se avesse voglia di rispondere, poiché leggendo i consulti precedenti mi accorgo di non avere una chiarezza in tal senso.
La prima domanda è legata alla prima terapeuta. Come mai è stata interrotta questa terapia, di tipo cognitivo-comportamentale se ho capito bene. Mi sembra di avere letto che la terapeuta rappresentava per lei un punto di riferimento, cosa è successo? Mi è parso di capire poi che c'è stato un passaggio dal ruolo di terapeuta a quello di amica?
Una seconda domanda è questa: come mai, secondo il suo sentire, non si è trovato con i successivi psicologi?

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

[#2]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le Ragazzo,
sembra che l'invischiamento abbia caratterizzato sia i rapporti con i tuoi familiari che la relazione terapeutica, quindi da questo punto di vista non ti abbia consentito di lavorare sul processo di svincolo e ora ti ritrovo con una doppia difficoltà: svincolo dalla famiglia di origine e dalla psicoterapeuta.
Il codice deontologico chiarisce i confini della relazione con il cliente ed è lo specialista ad avere la responsabilità di renderli visibili e farli rispettare.

Ora si tratterebbe di creare le condizioni favorevoli allo sviluppo di una vita relazionale che possa consentirti di gratificare i tuoi bisogni affettivi e di avere una progettualità che ti consenta di orientare le tue energie in direzioni costruttive.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#3]
Utente
Utente
"Come mai è stata interrotta questa terapia, di tipo cognitivo-comportamentale se ho capito bene. Mi sembra di avere letto che la terapeuta rappresentava per lei un punto di riferimento, cosa è successo? Mi è parso di capire poi che c'è stato un passaggio dal ruolo di terapeuta a quello di amica?" "Il codice deontologico chiarisce i confini della relazione con il cliente ed è lo specialista ad avere la responsabilità di renderli visibili e farli rispettare."

Ho voluto unire queste frasi affermando che con la dott.ssa avviai un percorso psicoterapico perché avendo perso da poco il lavoro (2012) e sentivo il forte desiderio di staccarmi dal nucleo familiare (ansiogeno e negativo, nonché un padre narcisista),e da questo riuscii a "esorcizzare" il rapporto familiare e iniziare a mettere dei paletti, perché loro pretendono che dipenda ancora da loro! Questo percorso durò circa un anno e accresceva il desiderio di indipendenza e così cambiai regione iniziando nell'autunno 2013 una triennale di architettura che entro la fine dell'anno concluderò (i primi 3 anni finanziai da me con risparmi). Questo allontanamento ha "girato" il rapporto in amicizia, che è durato tanto tempo e che contribuì a una mia parte di indipendenza.

"Una seconda domanda è questa: come mai, secondo il suo sentire, non si è trovato con i successivi psicologi? "
La prima terapeuta trovai modo di liberarmi completamente, di riuscire effettivamente a comunicare con molte cose, tranne per la sessualità. Ho dei piccoli dubbi ad oggi, ma mi sento omosessuale, so che un uomo nudo (in foto) mi eccita; ma il rapporto tormentoso, e strettamente cattolico, della mia famiglia, mi ha messo sempre paura di me stesso e perdita di fiducia, tale che oltre a scuola, subivo atti di bullismo anche a casa.

"Ora si tratterebbe di creare le condizioni favorevoli allo sviluppo di una vita relazionale che possa consentirti di gratificare i tuoi bisogni affettivi e di avere una progettualità che ti consenta di orientare le tue energie in direzioni costruttive"
Effettivamente è quello che sto cercando di ottenere, rapporti con le persone! Ma di tutto quello sopra descritto, è come se avessi fobie su fobie, che mi porta ad avere spesso pensieri negativi, ma che con difficoltà riesco a convertire in positivi distogliendone l'attenzione con attività, anche una semplice passa d'aspirapolvere.

"svincolo dalla famiglia di origine e dalla psicoterapeuta."
Concordo, ma se mi permette, ne secondo caso visto l'ultimo punto sopra, vorrei capire quale è la giusta terapia.

Ringrazio entrambi per il vostro tempo e spero di avervi dato altre informazioni.
[#4]
Utente
Utente
Volevo chiarire un dettaglio sul punto in cui dico che lei è stata l'unica con cui mi sono liberato.
Sì, perché ho avuto modo di incontrare un altro psicoterapeuta con cui non sono riuscito a trovare contatto (passatemi il termine) e altre due psichiatre presso una Asl, di cui una mi ha dato del depravato e non mi ascoltava, l'altra raccontandole la mia storia, ha espresso il parere che tutto è accaduto per colpa mia, e mi prescisse antidepressivi e ansiolitici.
(Le ultime due mi hanno intimamente ferito e per questo mi son buttato giù)
[#5]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le Ragazzo,
per la psicoterapia ti consiglio di rivolgerti ad uno psicologo-psicoterapeuta, alla fine del primo colloquio prova a chiederti se ti sei sentito accettato, compreso empaticamente e non giudicato, queste sono le condizioni necessarie e sufficienti per creare una buona alleanza terapeutica.
Se hai difficoltà a parlare della sessualità puoi partire proprio dal condividerla con lo specialista, sarà suo compito creare un'atmosfera facilitante per aiutarti ma senza forzare i tuoi tempi.
[#6]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buonasera,

dalle sue parole mi sembra confermare che la prima terapia è stata per lei importante. Dopo avere perso il lavoro ha deciso di intraprendere un percorso universitario, trasferendosi in un'altra città. Se da una parte ha fatto un progetto per se stesso, allo stesso tempo mi chiedo se ha sentito mancarle alcuni punti di riferimento, tra i quali la sua terapeuta.

Nonostante la sua terapia sia stata di valore per lei, comunica comunque di non avere affrontato i vissuti relativi alla sessualità.
In un consulto precedente ha scritto di avere fatto coming out con i suoi genitori quando aveva 16 anni. È stato un gesto coraggioso e importante. Forse sentiva il legittimo bisogno di vicinanza con i suoi genitori, di essere riconosciuto e accettato. Da come dice, purtroppo non è stato così, almeno all'inizio che io sappia.
E quindi forse, coerentemente, dal suo racconto emergono sentimenti forti di paura e, addirittura, di disgusto per se stesso, vissuti che meritano la massima attenzione.

Forse aprirsi ai vissuti legati alla sessualità e alla sua fondamentale esperienza è difficile per lei. Sembra sentire paura, colpa, disprezzo e sfiducia, emozioni significative che possono costituirsi come freni.
Tuttavia, come dicevo precedentemente, mi sembra anche di poter rintracciare fortunatamente in lei un desiderio vitale di affrontare questi suoi vissuti e condividerli, con lo scopo di essere se stesso.

Quello che mi sento di consigliarle in questa sede è di non mollare, di tentare di valorizzare e alimentare il suo desiderio espressivo, senza farsi vincere da quelle emozioni che lo frenano. È molto importante.
Il passo immediatamente successivo è valutare la possibilità di rivolgersi a uno specialista. Se si è trovato male con gli ultimi non rinunci ancora. Con pazienza potrà trovare quel professionista con il quale sentire un senso di fiducia e, insieme, capire come affrontare il suo malessere.
È fondamentale che possa riuscire a esprimere se stesso liberamente e a creare legami, sentendo finalmente un senso di appartenenza.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
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