Feticismo

Sono fidanzata da un anno e mezzo con un ragazzo feticista dei piedi che ha necessità durante il rapporto di essere oggetto di violenze e umiliazioni.
Nonostante cerchi di vivere questa situazione senza pregiudizi e sforzandomi di comprenderlo in una sessualità che, ad ogni modo, è sofferta e frutto di sofferenze, mi rendo conto che la situazione inizia a pesarmi perchè ho ridotto al minimo i rapporti sessuali e non sempre riesco a farlo arrivare all' orgasmo in quanto inizio a provare risentimento,frustrazione e tristezza apparentemente ingiustificati. Questi sentimenti iniziano infatti a farsi vivi durante il "gioco di ruolo". Da parte sua lui si sforza molto di venirmi incontro, ma è restio alla penetrazione in quanto terrorizzato dalla sua mancata riuscita; essa è avvenuta una sola volta; inoltre ha altre difficoltà dovute a inesperienza e mancata eccitazione senza il feticcio. Inoltre io da parte mia ho dubbi anche sugli altri aspetti dalla relazione, ma non so bene a cosa essi siano dovuti; ora come ora sento di voler restare con lui, ma a causa di questi dubbi nemmeno io vivo bene la sessualità, perchè mi vengono pensieri negativi e sensi di colpa. Volevo chiedere quanto la sessualità pesi davvero in una relazione, e se essa può arrivare a distorcere l'idea complessiva della relazione e della persona che abbiamo di fronte. Vorrei consigli per vivere serenamente il rapporto e non arrivare a detestare il momento del gioco di ruolo.
Cordiali saluti
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597

Gentile utente,

Il DSM-5 ha introdotto un importante cambiamento in tema di diagnosi relativa alla parafilia/comportamento parafilico, di cui fa parte anche il feticismo e in particolare quello del piede.

Eccolo.

Secondo la nuova recente classificazione internazionale,
le PARAFILIE,
pur essendo comportamenti sessuali atipici verso i quali il soggetto sente una forte e persistente eccitazione erotico-sessuale,
sono egosintoniche.
Quando il comportamento parafilico diventa invece una forma di dipendenza
e il soggetto accusa un certo disagio (EGODISTONIA), allora si introduce il concetto di DISTURBO PARAFILICO;
tale egodistonia può riguardare se stessi ma anche gli altri: LEI in questo caso.

Nella Vostra situazione il feticcio - il piede - ha preso il posto della persona intera, e senza il feticcio sembra che il ragazzo non riesca a raggiungere l'orgasmo.
Lei non condivide il piacere che tale disturbo parafilico provoca in lui,
anzi ne sente il peso
fino a limitare gli scambi sessuali.

Quale consiglio Le potremmo dare,
se il ragazzo è imprigionato in tale rituale
che però non diverte LEI?
Ci poniamo però una domanda: perchè vuole rimanere con lui?

Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazza,

è vero che ogni coppia sa dare un peso diverso alla sessualità e se per entrambi non ci sono problemi a limitare il sesso, allora certamente questa coppia non arriva a scrivere qui, nè ad incontrare uno psicoterapeuta.

Ma, di solito, la sessualità ha un peso importante nella coppia, perchè essere affiatati, complici, ecc... senza poter godere della sessualità di coppia limita la relazione, soprattutto se per uno dei due partner questo rappresenta un problema.

Come mai Lei accetta questa situazione se si sente così a disagio?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Gentili dottoresse, non vedo come posso ridurre tutto l'amore e il rapporto che ho costruito con questo ragazzo alla dimensione sessuale. Cerco solo di gestirla al meglio e di capire quanto essa possa, se non gestita bene, andare a intaccare anche il resto. Mi sento molto in colpa per il male che faccio e potrei fare al mio ragazzo nel momento in cui lui percepisca il mio rifiuto; ma d'altra parte ho bisogno di capire e di ascoltarmi. Inizialmente non era proprio cosi, anche perchè non mi rendevo conto di cosa comportasse il suo disturbo, il fatto di non sentirmi apprezzata nel mio corpo ecc. Tutto sommato con l'amore abbiamo comunque fatto passi da gigante.a volte ho provato a condividere il suo piacere; forse devo lavorarci ancora, ma in ogni caso proprio nei momenti in cui lui ha iniziato a darmi più piacere, ad apprezzare il mio corpo ecc. io ho iniziato a voler evitare sempre più il "suo" gioco. Anche se so che è la fonte della sua felicitá. Ho letto però di ragazze che vivono la cosa molto più serenamente, e mi sono quindi chiesta come poterci riuscire anche io. Cordiali saluti
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile ragazza,
un gioco erotico è quel teatro privato che ognuno di noi costruisce in funzione della propria storia di vita, delle terre dell’infanzia, dell’immaginario erotico e delle esperienze di coppia.

A volte può capitare che un gioco erotico soggettivo possa sposarsi con quello del partner, altre volte può capitare che siano assolutamente incompatibili.

In ogni caso, un’esperienza, una Parafilia, un gioco erotico - c’e Differenza tra gioco erotico, assolutamente libero da obblighi, e Parafilia, obbligatoria per accedere al piacere - “deve” rispettare assolutamente la propria psiche, i propri valori, il proprio sentire più profondo.

Sarebbe opportuno che lei andasse in consultazione e che parlasse del suo vissuto con un professionista, per non sentirsi costretta o violata in quello che è l’aspetto più intimo: la vita sessuale.

Nel mio sito, blog e canale YouTube troverà tantissimo materiale sulla salute sessuale e la copia.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
La ringrazio molto dottoressa. Grazie a tutte.
Cordiali saluti