Ricaduta - paura di essere omosessuale
Buonasera,
sono un ragazzo di 35 anni, nella mia vita ho sempre vissuto benissimo la mia eterosessualità: ho vissuto varie storie, tutte pienamente soddisfacenti, ma nel 2012 sono stato lasciato dopo quasi 7 anni dalla mia ragazza.
Nel 2013 ho iniziato un percorso terapeutico in seguito a fobie e ansia relativi alla paura di essere o poter diventare omosessuale.
Ho seguito sia una terapia farmacologica (fluoxetina) che un percorso psicoterapeutico con due diversi professionisti, che mi hanno curato per disturbi fobici, senza mai sbilanciarsi nella diagnosi di DOC.
La terapia ha avuto effetti benefici fin da subito e in pochi mesi sono tornato a gestire normalmente i pensieri (quando raramente si ripresentavano) senza dargli troppo peso.
Da allora ho avuto altre storie e mai nella mia vita ho provato attrazione sessuale per persone del mio stesso sesso.
Da luglio 2017 ho interrotto i farmaci, ma qualche settimana fa, in un periodo di forte stress, sono ricomparse le ossessioni e la difficoltà nel gestirle (test continui sul guardare donne e uomini in cerca di reazioni e risposte, continue rassicurazioni circa i sintomi percepiti, rimuginare continuo durante la giornata, analisi delle storie passate ecc).
Il tutto complicato dal fatto che la mia attuale compagna sia stata lasciata dal marito, "scopertosi" omosessuale a 40 anni: praticamente mi sono trovato davanti la materializzazione del mio incubo.
Ho ricominciato, in accordo con lo psichiatra, la terapia con fluoxetina ma vorrei seguire un percorso di psicoterapia che mi fortifichi nella gestione di questi pensieri, aiutandomi a gestirli senza dipendere necessariamente dai farmaci ed ho pensato per questo ad una Terapia Cognitivo-Comportamentale.
Mi sono consultato con la Psicologa che ha in cura mia madre che mi ha consigliato invece uno psicoterapeuta specializzato in sessuologia, dato che le mie fobie ricadono in quella sfera.
Volevo chiedere anche a voi quale pensate possa essere il percorso più giusto per la mia problematica.
Grazie per il vostro aiuto.
sono un ragazzo di 35 anni, nella mia vita ho sempre vissuto benissimo la mia eterosessualità: ho vissuto varie storie, tutte pienamente soddisfacenti, ma nel 2012 sono stato lasciato dopo quasi 7 anni dalla mia ragazza.
Nel 2013 ho iniziato un percorso terapeutico in seguito a fobie e ansia relativi alla paura di essere o poter diventare omosessuale.
Ho seguito sia una terapia farmacologica (fluoxetina) che un percorso psicoterapeutico con due diversi professionisti, che mi hanno curato per disturbi fobici, senza mai sbilanciarsi nella diagnosi di DOC.
La terapia ha avuto effetti benefici fin da subito e in pochi mesi sono tornato a gestire normalmente i pensieri (quando raramente si ripresentavano) senza dargli troppo peso.
Da allora ho avuto altre storie e mai nella mia vita ho provato attrazione sessuale per persone del mio stesso sesso.
Da luglio 2017 ho interrotto i farmaci, ma qualche settimana fa, in un periodo di forte stress, sono ricomparse le ossessioni e la difficoltà nel gestirle (test continui sul guardare donne e uomini in cerca di reazioni e risposte, continue rassicurazioni circa i sintomi percepiti, rimuginare continuo durante la giornata, analisi delle storie passate ecc).
Il tutto complicato dal fatto che la mia attuale compagna sia stata lasciata dal marito, "scopertosi" omosessuale a 40 anni: praticamente mi sono trovato davanti la materializzazione del mio incubo.
Ho ricominciato, in accordo con lo psichiatra, la terapia con fluoxetina ma vorrei seguire un percorso di psicoterapia che mi fortifichi nella gestione di questi pensieri, aiutandomi a gestirli senza dipendere necessariamente dai farmaci ed ho pensato per questo ad una Terapia Cognitivo-Comportamentale.
Mi sono consultato con la Psicologa che ha in cura mia madre che mi ha consigliato invece uno psicoterapeuta specializzato in sessuologia, dato che le mie fobie ricadono in quella sfera.
Volevo chiedere anche a voi quale pensate possa essere il percorso più giusto per la mia problematica.
Grazie per il vostro aiuto.
[#1]
Gentile utente,
C’è la possibilità di riunire le 2 figure professionali (quella pensata da lei e quella suggerita dalla collega che ha in cura sua madre) avvalendosi dell’aiuto di un/una collega psicologo psicoterapeuta specialista in psicoterapia cognitivo comportamentale e perfezionato/a in sessuologia clinica.
Cordiali saluti
C’è la possibilità di riunire le 2 figure professionali (quella pensata da lei e quella suggerita dalla collega che ha in cura sua madre) avvalendosi dell’aiuto di un/una collega psicologo psicoterapeuta specialista in psicoterapia cognitivo comportamentale e perfezionato/a in sessuologia clinica.
Cordiali saluti
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#2]
Utente
Gentile Dr.Pizzoleo,
la ringrazio per la risposta.
Il dubbio posto dalla psicologa era non tanto riferito alla necessità di entrambe le cose, quanto all'opportunità della TCC che, provo a semplificare, si limiterebbe ad un'analisi superficiale e non coglierebbe gli aspetti più profondi.
Premetto che non metto in dubbio la professionalità, trattasi di professionista con esperienza più che ventennale, ma mi lascia perplesso il fatto di aver avuto la percezione che volesse trattarlo come disturbo dell'identità sessuale e non come problema legato all'ansia, cosa che mi sembra ormai certa date le due diagnosi precedenti ed il fatto che con i farmaci la situazione sia rientrata alla normalità.
Non so, sono andato a questo consulto in cerca di conferme e ne sono uscito con più dubbi
la ringrazio per la risposta.
Il dubbio posto dalla psicologa era non tanto riferito alla necessità di entrambe le cose, quanto all'opportunità della TCC che, provo a semplificare, si limiterebbe ad un'analisi superficiale e non coglierebbe gli aspetti più profondi.
Premetto che non metto in dubbio la professionalità, trattasi di professionista con esperienza più che ventennale, ma mi lascia perplesso il fatto di aver avuto la percezione che volesse trattarlo come disturbo dell'identità sessuale e non come problema legato all'ansia, cosa che mi sembra ormai certa date le due diagnosi precedenti ed il fatto che con i farmaci la situazione sia rientrata alla normalità.
Non so, sono andato a questo consulto in cerca di conferme e ne sono uscito con più dubbi
[#3]
Che la TCC sia una terapia superficiale e non vada nel profondo aimè è una credenza comune erronea.
La TCC o CBT, È riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale come terapia evidence based ovvero basata su evidenze scientifiche, oggettive e misurabili di trattamento psicoterapico.
Le allego delle letture in proposito che la invito a leggere:
http://www.stateofmind.it/2016/03/terapia-cognitivo-comportamentale-per-ansia/
http://www.stateofmind.it/2015/04/funzioni-psicoterapia-cognitiva/
Io le ho offerto una alternativa congiunta per fugare i dubbi nel caso ne avesse avuto bisogno, ma dato che il dubbio è un segno stesso dell’ansia, concordo con lei e sulla opportunità di avvalersi dell’aiuto di un collega cognitivo comportamentale.
La TCC o CBT, È riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale come terapia evidence based ovvero basata su evidenze scientifiche, oggettive e misurabili di trattamento psicoterapico.
Le allego delle letture in proposito che la invito a leggere:
http://www.stateofmind.it/2016/03/terapia-cognitivo-comportamentale-per-ansia/
http://www.stateofmind.it/2015/04/funzioni-psicoterapia-cognitiva/
Io le ho offerto una alternativa congiunta per fugare i dubbi nel caso ne avesse avuto bisogno, ma dato che il dubbio è un segno stesso dell’ansia, concordo con lei e sulla opportunità di avvalersi dell’aiuto di un collega cognitivo comportamentale.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.4k visite dal 18/06/2018.
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