Consulto psicologico

Salve,
Non saprei bene come iniziare questo post (non ho mai fatto una cosa simile) ma sento di aver bisogno di un aiuto, spero possiate avere la pazienza di leggermi e cercare di capirmi.
Sono una studentessa di 21 anni e da molti anni, forse un po' da tutta la vita, sento che c'è in me qualcosa che non va.
In particolare, facendo riferimento all'ultimo periodo, ho molti problemi di ansia che si manifestano in diversi modi.
Per circa due anni ho avuto degli episodi (spesso casuali, o almeno io non riesco sempre a tovare un fattore scatenate) in cui non mi sentivo "nel mio corpo", come se controllassi un corpo che non era mio; inizialmente questa cosa mi ha spaventata molto e per tanto tempo ho avuto paura non sarebbe mai andata via, con il tempo ho imparato a tenerla a bada ma non nego che quando ritorna è sempre molto brutto.
Da circa un mese a questa parte, invece credo di aver avuto degli attacchi di panico: a seguito di una situazione un po' più stressante del normale ho iniziato a piangere senza riuscire a fermarmi, non riuscivo a respirare bene e avevo paura di perdere completamente il controllo.
Ho spesso pesieri riguardo al suicidio, a volte più forti a volte più deboli, ci penso in modo piuttosto "freddo": non sono dettati da un momento particolarmente "sentito", semplicemente non riesco a trovare degli stimoli che mi facciano pensare che valga la pena continuare, ciò che credo che mi trattenga dal farlo è il dispiacere che potrei provocare alla mia famiglia, ma non sento di avere un motivo propriamente personale che mi faccia desistere.
A seguito di alcuni avvenimenti mi ritrovo ad avere molta fatica a fidarmi delle persone, a perdonarmi e a perdonare.
Questi avvenimenti hanno colpito molto la mia autostima, non ho fiducia in me stessa e stento a fidarmi degli altri.
Se questi avvenimenti hanno influito così tanto su di me è sicuramente anche colpa mia, mi sono completamente affidata agli altri, basando la mia autostima (già piuttosto esigua dal momento che sono una persona molto insicura) e la mia intera persona su di loro, ammetto di aver sbagliato ma ora non so come fare per aver un rapporto sano con me stessa, come (ri)acquistare autostima e conseguentemente fiducia in me e negli altri.
Inoltre, sono circa due anni che a seguito del cancro di mia nonna e della sua morte (nel periodo di malattia l'ho assistita quasi da sola letterlamente fino alla morte, avevo 18 anni e sento che, per quanto sia stata una cosa che volevo fare, è stato molto pesante per me) credo di convivere con un lutto non ancora superato, forse ci vorrà tempo o forse mi sono bloccata.
Mi sento una grande matassa emotiva senza senso, ho tanti pensieri ed emozioni aggrovigliate e al tempo stesso tutto questo mi anestetizza.

Vorrei intraprendere un percorso con uno psicologo che mi possa dare gli strumenti adatti a risolvere questa grande matassa emotiva che ho e che ogni giorno sento aumentare.
Grazie.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Credo che scrivendoci la sua lettera, cara utente, lei abbia trovato molte risposte in sé stessa, come spesso avviene, dal momento che la scrittura è un potente mezzo di autoanalisi. Lei avverte e segnala una sofferenza che confina con la depressione; momenti di ansia così forte che le causa attacchi di panico; un periodo di grave stress e un lutto non elaborato; un recente episodio di frustrazione per essersi affidata ad altri, che lei vive come una colpa personale della quale non riesce a perdonarsi. Ci sono gli estremi per rivolgersi ad un/a psicologo/a, e anche questo è stato da lei correttamente ipotizzato. Cerchi con fiducia il professionista a cui affidarsi, e lo faccia presto. Molti auguri; ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
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Dr.ssa Potenza,
Grazie mille per la risposta, ho apprezzato davvero molto la Sua gentilezza e le Sue riflessioni mi sono state in qualche modo di conforto.
Cercherò qualcuno a cui affidarmi.
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