Anno sono diventata ipocondriaca
Buongiorno. Da piu' di un anno sono diventata ipocondriaca. Ho paura di ammalarmi e di lasciare sola mía figlia e mio marito. Sono una donna sana, faccio una vita regolare, pratico un po' di sport. Ogni anno faccio le analisi, le ultime a detta del mio médico erano da 10 e lode. Ogni anno faccio revisione ginecológica, mammografia ( ogni due), controllo dei nei. Últimamente ero tranquilla ma dopo l'ultima visita dal dermatólogo e' ritornata la ipocondria in maniera forte tanto da non farmi vivere piu'. Ho molti nei, tutto regolare, ma il dermatólogo mi ha detto che devo fare la dermatoscopia digitale avendone piu' di 100 perché questo e' un fattore di rischio per un melanoma. Dal giorno io ho finito di vivere, mi sto sempre controllando i nei. Non contenta di quel consulto lunedi ne ho un altro per ulteriori delucidazioni. Mi rendo conto che cosi' non posso continuare. Mi sento vulnerabile.
Grazie per chi vorra' darmi un consiglio.
Grazie per chi vorra' darmi un consiglio.
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Gentile utente,
se presenta ansia costante da un anno e oltre e auto-monitoraggio/attenzione selettiva costante per e dei nei, e in generale per il suo stato di salute, ci credo bene quando lei scrive: “Mi rendo conto che cosi' non posso continuare”. E ci mancherebbe! Mica è vivere? vuol dire automartoriarsi continuamente vivendo in un rimuginio catastrofico su base ansiosa. È qui che le suggerirei di Intervenire avvalendosi di un aiuto specialistico da parte di un collega psicologo psicoterapeuta preferibilmente specialista in psicoterapia cognitivo comportamentale oppure breve strategica (entrambe valutate scientificamente come maggiormente efficaci nel trattamento di disagi e malesseri ansia-correlati) e quindi:
- avvalersi di una diagnosi e un inquadramento del suo funzionamento cognitivo comportamentale ed emotivo;
- prospettare con il/la collega la possibilità di intraprendere un percorso mirato a decrementare frequenza, intensità e durata dei sintomi.
Detto ciò, due considerazioni:
1) lei si è avvalsa di una valutazione medico-dermatologica che non ha ha identificato motivi sufficienti per giustificare l’intensità di questi timori. Questo è un aspetto sul quale la prego di riflettere. Sono le sue credenze ansiose che LEI ha sviluppato sulla base di ciò che le è stato riferito dal medico che la rendono sofferente e non quello che le ha detto il medico.
Anche perché, è bene definire cosa si intende scientificamente per “fattore di rischio”
2) un fattore di rischio è solo una condizione statisticamente probabilistica E NON CERTA, di poter in futuro sviluppare una patologia. Può nella stessa percentuale in cui non può. Anche passeggiare a piedi in tarda sera in una strada estremamente trafficata rappresenta un fattore di rischio per un incidente che possa farci finire in ospedale. Ma mica nessuno passeggia di sera in una strada trafficata? Magari lo avrà fatto anche lei. Solo che li non c’era preoccupazione. Perché? perchè c’è una vulnerabilità all’ansia circa il suo stato di salute sostenuta verosimilmente (da appurare in sede specialistica dato che siamo online) da inferenze arbitrarie sul suo stato futuro di salute. L’inferenza arbitraria è una distorsione cognitiva su base ansiosa attraverso la quale si giunge a trarre conclusioni di pensiero, senza che al momento siano presenti evidenze sufficienti.
Questa vulnerabilità ansiosa e catastrofizzante in prospettiva futura, occorre che sia definita e curata in sede specialistica come suggerito.
Si avvalga dei suggerimenti avuti
Buonaserata
se presenta ansia costante da un anno e oltre e auto-monitoraggio/attenzione selettiva costante per e dei nei, e in generale per il suo stato di salute, ci credo bene quando lei scrive: “Mi rendo conto che cosi' non posso continuare”. E ci mancherebbe! Mica è vivere? vuol dire automartoriarsi continuamente vivendo in un rimuginio catastrofico su base ansiosa. È qui che le suggerirei di Intervenire avvalendosi di un aiuto specialistico da parte di un collega psicologo psicoterapeuta preferibilmente specialista in psicoterapia cognitivo comportamentale oppure breve strategica (entrambe valutate scientificamente come maggiormente efficaci nel trattamento di disagi e malesseri ansia-correlati) e quindi:
- avvalersi di una diagnosi e un inquadramento del suo funzionamento cognitivo comportamentale ed emotivo;
- prospettare con il/la collega la possibilità di intraprendere un percorso mirato a decrementare frequenza, intensità e durata dei sintomi.
Detto ciò, due considerazioni:
1) lei si è avvalsa di una valutazione medico-dermatologica che non ha ha identificato motivi sufficienti per giustificare l’intensità di questi timori. Questo è un aspetto sul quale la prego di riflettere. Sono le sue credenze ansiose che LEI ha sviluppato sulla base di ciò che le è stato riferito dal medico che la rendono sofferente e non quello che le ha detto il medico.
Anche perché, è bene definire cosa si intende scientificamente per “fattore di rischio”
2) un fattore di rischio è solo una condizione statisticamente probabilistica E NON CERTA, di poter in futuro sviluppare una patologia. Può nella stessa percentuale in cui non può. Anche passeggiare a piedi in tarda sera in una strada estremamente trafficata rappresenta un fattore di rischio per un incidente che possa farci finire in ospedale. Ma mica nessuno passeggia di sera in una strada trafficata? Magari lo avrà fatto anche lei. Solo che li non c’era preoccupazione. Perché? perchè c’è una vulnerabilità all’ansia circa il suo stato di salute sostenuta verosimilmente (da appurare in sede specialistica dato che siamo online) da inferenze arbitrarie sul suo stato futuro di salute. L’inferenza arbitraria è una distorsione cognitiva su base ansiosa attraverso la quale si giunge a trarre conclusioni di pensiero, senza che al momento siano presenti evidenze sufficienti.
Questa vulnerabilità ansiosa e catastrofizzante in prospettiva futura, occorre che sia definita e curata in sede specialistica come suggerito.
Si avvalga dei suggerimenti avuti
Buonaserata
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#2]
Utente
Grazie dottore per la sua risposta. Andro' sicuramente da uno psicólogo come leí mi ha consigliato. Fin'ora sono stata razionale, nel senso che quando mi venivano questi pensieri catastrofici riuscivo a far prevalere la ragione. Certo non con poca difficolta'. Adesso invece sono proprio ossessionata. Dall'esterno non si nota, perché conduco una vita normale, ma dentro di me sono terrorizzata. Ora sono arrivata al punto che non mi voglio guardare allo specchio perché vedere i nei mi spaventa e mi fa partire col cervello.. Lunedi ritornero' dal dermatólogo perché ho bisogno di sentirmi rassicurata. Allo stesso tempo mi sento in colpa verso tutte le persone che affrontano la malattia. Non lo so, nella vita ho affrontato tanti cambi, sempre col sorriso.
Vivo all'estero, ho una figlia, mio marito viaggia molto per lavoro. Adesso vivo nella costante angoscia che possa capitare qualcosa di brutto.
Voglio uscirne da questo stato, solo con le mie forze non ce la faccio piu'.
Ancora grazie
Vivo all'estero, ho una figlia, mio marito viaggia molto per lavoro. Adesso vivo nella costante angoscia che possa capitare qualcosa di brutto.
Voglio uscirne da questo stato, solo con le mie forze non ce la faccio piu'.
Ancora grazie
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“mi sento in colpa verso tutte le persone che affrontano la malattia.”
Signora, non ci sono problemi di serie A e di serie B. Lei in questo momento sta soffrendo a causa dell’ansia e va aiutata!
Occorre che inizi a prendersi cura di lei con l’aiuto specialistico di un/una collega.
Questo serve ora!
Lieto dell’aiuto offertole
In bocca al lupo per tutto!
Signora, non ci sono problemi di serie A e di serie B. Lei in questo momento sta soffrendo a causa dell’ansia e va aiutata!
Occorre che inizi a prendersi cura di lei con l’aiuto specialistico di un/una collega.
Questo serve ora!
Lieto dell’aiuto offertole
In bocca al lupo per tutto!
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.7k visite dal 15/06/2018.
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