Apatia pomeridiana
Salve, volevo un parere di voi psicologi su questo problema che mi perseguita e al quale nn riesco a trovare una risposta da anni...Il pomeriggio non ho mai voglia di fare niente, questa cosa risale fin ai tempi in cui ero piccola quando dal dopo pranzo in poi mi spengo....poi se mi fermo un attimo sul divano peggio mi sento...Se x esempio alle 4 devo uscire mi viene da anticipare uscendo in ciabatte e tuta e senza curarmi xké mi mette pensiero la trafila della preparazione....mi sento depressa nonostante io sia in cura da uno psichiatra da anni e mi ha escluso la depressione reattiva....dice che io sono così x carattere (infatti ho come diagnosi un disturbo di personalità), però la mia domanda è questa: come mai questa cosa di sentirmi apatica mi prende sopratutto il pomeriggio? Come mai a volte mi mette pensiero proprio aspettare di dover fare una cosa e prepararmi x essa tanto da costringermi ad anticipare ciò che devo fare e farlo frettolosamente e male? Esiste un rimedio a tutto ciò? Sto provando con la mindfulness ma non sempre traggo benefici xké anche se mi concentro sul momento presente senza distrazioni sono lo stesso insofferente.....Non credo che si tratti di ansia....penso più a un lieve depressione ma vi ripeto....mi dicono che non ho nessuna depressione endogena .....effettivamente anche con gli antidepressivi non trovavo nessun giovamento....
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Gent.le Sig.ra,
se la terapia farmacologica si rivela inefficace andrebbe rimodulata dallo specialista.
Ha mai preso in considerazione la possibilità di avere un colloquio con uno psicologo-psicoterapeuta?
La demotivazione che vive oramai si trascina da molto tempo e mi sembra una semplificazione parlare di aspetto caratteriale.
se la terapia farmacologica si rivela inefficace andrebbe rimodulata dallo specialista.
Ha mai preso in considerazione la possibilità di avere un colloquio con uno psicologo-psicoterapeuta?
La demotivazione che vive oramai si trascina da molto tempo e mi sembra una semplificazione parlare di aspetto caratteriale.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Utente
Gentile dottoressa, grazie per la risposta...in passato ho fatto un Po di terapia cognitivo comportamentale e poi 6 mesi di dbt che si utilizza proprio per il mio disturbo....rifarei la cognitivo comportamentale ma a parte per un problema di soldi che ora come ora non mi potrei permettere le dico che quando ho fatto dbt in regime di ricovero in clinica la prima cosa che notavano di me e' che dopo i primi 2 mesi di terapia puntualmente non riuscivo quasi più a collaborare perché mi sentivo apatica e non riuscivo nemmeno più a essere motivata dalla psicoterapia.....putroppo questa apatia x me e' invalidante , consideri che anche quando leggo un libro interessante e motivamente (come x esempio un libro sulla mindfullness motivazionale ) dopo un Po che lo leggo mi viene da mollare......quando ero in clinica mi consigliavano la palestra, le uscite, ma anche dei semplici esercizi e io puntualmente sembravo un morto vivente.....forse e' per questo che sto continuando la terapia farmacologica, anche se non mi piace dover dipendere a vita da una molecola sennò ridivento apatica.....
[#3]
La resistenza fa parte di qualsiasi processo di cambiamento non va confusa con la scarsa collaboratività e va affrontata in psicoterapia.
Sembrerebbe che il percorso terapeutico affrontato sia stato discontinuo e poco incisivo forse anche a causa dell'assenza di una solida alleanza terapeutica.
Il ricevere consigli non fa altro che confermare la sua rappresentazione di inadeguatezza che non deve indurre lo specialista ad accettare la delega della responsabilità del suo cambiamento.
A questo punto la scelta sta a lei, non possiamo aiutare chi non è disposto a mettersi in gioco, altrimenti non ci sarebbe alcun processo di cambiamento.
Sembrerebbe che il percorso terapeutico affrontato sia stato discontinuo e poco incisivo forse anche a causa dell'assenza di una solida alleanza terapeutica.
Il ricevere consigli non fa altro che confermare la sua rappresentazione di inadeguatezza che non deve indurre lo specialista ad accettare la delega della responsabilità del suo cambiamento.
A questo punto la scelta sta a lei, non possiamo aiutare chi non è disposto a mettersi in gioco, altrimenti non ci sarebbe alcun processo di cambiamento.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.1k visite dal 13/06/2018.
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