Un percorso psicologico è meglio la terapia cognitivo comportamentale la transazionale o basta
Volevo fare una richiesta nel mio caso di patologia con disturbo bipolare diagnosi data dal CSM ho problemi nelle relazioni con le donne e in generale sul lavoro sono in cura farmacologica con leggeri miglioramenti, volevo sapere dal punto di vista di un percorso psicologico è meglio la terapia cognitivo comportamentale la transazionale o basta trovare un semplice psicologo psicoterapeuta,
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Gentile utente,
la psicoterapia, unitamente alle terapie farmacologiche, nel trattamento di un disturbo bipolare dovrebbe essere sempre consigliata e, per tanto, le posso confermare che fa benissimo ad intraprendere un percorso di terapia psicologica.
Da cognitivista le posso dire che la terapia nel caso di ciclotimia I o II prevede, come fondamento basico di trattamento, una iniziale psicoeducazione emotiva che consenta poi al paziente di appropriarsi della capacità di auto-riconoscere i primi “campanelli dall’allarme” cognitivi (pensieri ed emozioni) che si presentano nel tempo iniziale delle due fasi costituenti il disturbo: la fase depressiva e quella euforica/maniacale e/o ipomaniacale. Questo cosa consente al paziente? Gli permette di sviluppare maggiore autoriflessività rispetto alle emozioni principali (tristezza ed euforia) e di acquisire strategie, anche comportamentali, che permettano di non cadere vorticosamente vittima della massima intensità percepita e vissuta di entrambi gli aspetti emotivi e, quindi, di stabilizzare (unitamente ai farmaci) il tono dell’umore con ricadute positive nelle dinamiche relazionali, affettive, sociali e lavorative.
la psicoterapia, unitamente alle terapie farmacologiche, nel trattamento di un disturbo bipolare dovrebbe essere sempre consigliata e, per tanto, le posso confermare che fa benissimo ad intraprendere un percorso di terapia psicologica.
Da cognitivista le posso dire che la terapia nel caso di ciclotimia I o II prevede, come fondamento basico di trattamento, una iniziale psicoeducazione emotiva che consenta poi al paziente di appropriarsi della capacità di auto-riconoscere i primi “campanelli dall’allarme” cognitivi (pensieri ed emozioni) che si presentano nel tempo iniziale delle due fasi costituenti il disturbo: la fase depressiva e quella euforica/maniacale e/o ipomaniacale. Questo cosa consente al paziente? Gli permette di sviluppare maggiore autoriflessività rispetto alle emozioni principali (tristezza ed euforia) e di acquisire strategie, anche comportamentali, che permettano di non cadere vorticosamente vittima della massima intensità percepita e vissuta di entrambi gli aspetti emotivi e, quindi, di stabilizzare (unitamente ai farmaci) il tono dell’umore con ricadute positive nelle dinamiche relazionali, affettive, sociali e lavorative.
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
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direi che se si trova bene e, se continuerà a trovarsi bene con il collega e ad avvertire miglioramenti della sua qualità di vita, può tranquillamente continuare la terapia psicologica transazionale. Queste valutazioni ovviamente spettano a lei e, congiuntamente, al collega che la segue e al medico psichiatra.
In ogni terapia, se si giunge ad un punto in cui il paziente non trova benefici dopo un periodo di tempo curativo congruo a quanto ipotizzato dallo specialista in fase di valutazione, bisogna prendere in considerazione l’idea di avvalersi di altro orientamento psicoterapico.
In ogni terapia, se si giunge ad un punto in cui il paziente non trova benefici dopo un periodo di tempo curativo congruo a quanto ipotizzato dallo specialista in fase di valutazione, bisogna prendere in considerazione l’idea di avvalersi di altro orientamento psicoterapico.
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Utente
Dei miglioramenti li ho avuti ad esempio avevo paura dei nuovi posti di lavoro non riuscivo a mantenerli per difficoltà sociali e relazionali ora ho un contratto per tre anni sudatissimo e meritatissimo.. Ho una difficoltà con la mia ragazza e compagna ho sempre mille dubbi e mille ansie, mille paranoie, l importante è che lo psicologo-psicoterapeuta possa aiutarmi ci vado da oltre un anno e mezzo, ma a volte ho delle paranoie se il percorso sia giusto
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Se ha avuto dei miglioramenti è assolutamente ottimo! È possibile che l’ansia che le induca dubbi e, per questo, le suggerisco vivamente di riferire al suo terapeuta ciò che ha appena esposto qui: ovvero i dubbi circa l’efficacia della terapia. Perché questo stesso argomento, diventerebbe argomento di approfondimento terapeutico e/o di possibile revisione di alcune dinamiche o aspetti psicoterapici
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 969 visite dal 09/06/2018.
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