problemi nel controllo della rebbia
Gentili dottori,
vorrei chiedervi un consulto su quanto mi accade da molto tempo.
Quando mi arrabbio ho paura di me stessa, ho paura perché mi vengono in mente molti pensieri negativi, devo sempre trattenermi, spesso per passare quei momenti cerco di trattenere il respiro o spingere qualcosa forte con le mani per scaricare ma non è molto utile. Questo mi spaventa perché mi succede anche arrabbiandomi con gli altri per piccole cose, in quei momenti è come se non riuscissi a far tacere la mia mente e penso cose che non vorrei pensare.
Cosa mi consigliate di fare?
Vi ringrazio.
vorrei chiedervi un consulto su quanto mi accade da molto tempo.
Quando mi arrabbio ho paura di me stessa, ho paura perché mi vengono in mente molti pensieri negativi, devo sempre trattenermi, spesso per passare quei momenti cerco di trattenere il respiro o spingere qualcosa forte con le mani per scaricare ma non è molto utile. Questo mi spaventa perché mi succede anche arrabbiandomi con gli altri per piccole cose, in quei momenti è come se non riuscissi a far tacere la mia mente e penso cose che non vorrei pensare.
Cosa mi consigliate di fare?
Vi ringrazio.
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Gentile utente,
Verosimilmente lei appare spaventarsi della sua stessa rabbia. Quindi è come se la rabbia che esperisce le provocasse ansia e viceversa andando a costituire un rognoso circolo vizioso disfunzionale. (Questa resta esclusivamente una mera supposizione online.Come potrà capire da qui altro non si può fare)
Come ha avuto modo di sperimentare, la strategia che utilizza: “trattenere il respiro o spingere qualcosa forte con le mani per scaricare“, non le torna utile proprio perché è una sorta di autoterapia che ha pensato di applicare per placare il suo malessere. Aimè le auto-terapie non funzionano soprattutto quando si presenta scarsa consapevolezza del proprio funzionamento cognitivo (pensieri ed emozioni) e comportamentale.
Ecco, dato che si tratta di una strategia che non sta dando i frutti sperati e considerando che è da tempo che appare ingabbiata in questa dinamica, le suggerisco di rivolgersi ad un/una collega psicologo psicoterapeuta per stabilire un inquadramento diagnostico e ipotizzare strategie e scopi terapeutici funzionali a decrementare intensità, frequenza e durata dell’emotività che riferisce.
Verosimilmente si dovrà partire da una psicoeducazione emotivo-affettiva.
Cordiali saluti
Verosimilmente lei appare spaventarsi della sua stessa rabbia. Quindi è come se la rabbia che esperisce le provocasse ansia e viceversa andando a costituire un rognoso circolo vizioso disfunzionale. (Questa resta esclusivamente una mera supposizione online.Come potrà capire da qui altro non si può fare)
Come ha avuto modo di sperimentare, la strategia che utilizza: “trattenere il respiro o spingere qualcosa forte con le mani per scaricare“, non le torna utile proprio perché è una sorta di autoterapia che ha pensato di applicare per placare il suo malessere. Aimè le auto-terapie non funzionano soprattutto quando si presenta scarsa consapevolezza del proprio funzionamento cognitivo (pensieri ed emozioni) e comportamentale.
Ecco, dato che si tratta di una strategia che non sta dando i frutti sperati e considerando che è da tempo che appare ingabbiata in questa dinamica, le suggerisco di rivolgersi ad un/una collega psicologo psicoterapeuta per stabilire un inquadramento diagnostico e ipotizzare strategie e scopi terapeutici funzionali a decrementare intensità, frequenza e durata dell’emotività che riferisce.
Verosimilmente si dovrà partire da una psicoeducazione emotivo-affettiva.
Cordiali saluti
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 897 visite dal 04/06/2018.
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