Anginofobia
Salve, sono un ragazzo di 20 anni.
Da luglio 2016 la mia vita è cambiata..
Dopo un'episodio di tanta paura è iniziata questa mia fobia e fissazione per il cibo..
Mangiando capitai di affogarmi, molto probabilmente perché stavo parlando o ridendo non ricordo esattamente.
Poi a settembre 2016 dopo aver passato più di un mese a nutrirmi di solo cose liquide o semiliquide e quindi arrivare a perdere 8 kg di massa decisi di provare a mangiare piano piano ..
A dicembre 2016 recuperai peso, se non addirittura ingrassai e arrivai a pesare 70 kg.
Piano piano mi è ritornata di nuovo questa paura ..
E tutt'ora oggi, prediligo la pastina piccolissima piuttosto che mangiare pasta normale..
Dopo che ingoio ho la sensazione che si è bloccata in gola, ma poi subito dopo passa..
Sto evitando quasi tutto.. per la paura di soffocare..
Ma più che altro non "sintonizzo" piú.
Cioè prima mangiavo senza pensare , ora seguo con la mente il percorso dalla bocca alla gola..
E poi mi sale la paura e mastico troppo fino a fare tutto liquido..
La cosa che non riesco a capire e perché non mi esce più spontaneo mangiare ovvero mandare giù.
Sono indeciso e penso sempre che non sia il momento giusto di ingoiare e a volte ingoio senza volerlo e questo mi provoca preoccupazione sia il cibo finisce nelle vie aeree..
Grazie, attendo una vostra risposta
Da luglio 2016 la mia vita è cambiata..
Dopo un'episodio di tanta paura è iniziata questa mia fobia e fissazione per il cibo..
Mangiando capitai di affogarmi, molto probabilmente perché stavo parlando o ridendo non ricordo esattamente.
Poi a settembre 2016 dopo aver passato più di un mese a nutrirmi di solo cose liquide o semiliquide e quindi arrivare a perdere 8 kg di massa decisi di provare a mangiare piano piano ..
A dicembre 2016 recuperai peso, se non addirittura ingrassai e arrivai a pesare 70 kg.
Piano piano mi è ritornata di nuovo questa paura ..
E tutt'ora oggi, prediligo la pastina piccolissima piuttosto che mangiare pasta normale..
Dopo che ingoio ho la sensazione che si è bloccata in gola, ma poi subito dopo passa..
Sto evitando quasi tutto.. per la paura di soffocare..
Ma più che altro non "sintonizzo" piú.
Cioè prima mangiavo senza pensare , ora seguo con la mente il percorso dalla bocca alla gola..
E poi mi sale la paura e mastico troppo fino a fare tutto liquido..
La cosa che non riesco a capire e perché non mi esce più spontaneo mangiare ovvero mandare giù.
Sono indeciso e penso sempre che non sia il momento giusto di ingoiare e a volte ingoio senza volerlo e questo mi provoca preoccupazione sia il cibo finisce nelle vie aeree..
Grazie, attendo una vostra risposta
[#1]
Lei verosimilmente ha sviluppato una fobia specifica verso la possibilità di ingoiare cibo solido.
In questo caso le suggerisco di contattare un collega psicologo psicoterapeuta specialista in psicoterapia comportamentale per avvalersi di tecniche di esposizione graduale.
Per esposizione graduale si intende un tecnica di derivazione comportamentale basata sul confronto sistematico e progressivo con stimoli temuti con l’obiettivo di ridurre la conseguente reazione ansiosa (fenomeno di estinzione). È un metodo nato negli anni ‘30 che tutt’ora è considerato estremamente efficace nel trattamento in breve tempo di una fobia. Teoricamente si praticano 3 diversi tipi di esposizione graduale:
Una prima forma di esposizione è quella che avviene in immaginazione. Si chiede al paziente di visualizzare mentalmente la scena che genera ansia e timore. Nel suo caso ingoiare cibi solidi.
Gli esercizi prevedono la creazione di una scala di situazioni ansiogene che verranno affrontate poi in immaginazione partendo dalla meno disturbante (esempio una piccola polpetta non estremamente masticata)
Una seconda forma di esposizione prevede lo svolgimento di simulate nello studio con il terapeuta. Ad esempio con il supporto di immagini sul pc.
Una terza forma di esposizione è quella che avviene in vivo (la più efficace e utilizzata), ovvero proprio nella condizione reale che il paziente teme.
La presenza del collega e la conoscenza delle tecniche apprese nel corso del training, permettono al paziente di esperire che è possibile superare ciò che si teme.
In breve: si presenta con molta gradualità al paziente l’oggetto, la situazione a quell’evento che lo rende ansioso.
In ognuna di queste 3 forme, si passa allo step successivo esclusivamente quando il livello di intensità di ansia misurata sperimentata dal paziente è pari a 0.
Cordiali saluti
In questo caso le suggerisco di contattare un collega psicologo psicoterapeuta specialista in psicoterapia comportamentale per avvalersi di tecniche di esposizione graduale.
Per esposizione graduale si intende un tecnica di derivazione comportamentale basata sul confronto sistematico e progressivo con stimoli temuti con l’obiettivo di ridurre la conseguente reazione ansiosa (fenomeno di estinzione). È un metodo nato negli anni ‘30 che tutt’ora è considerato estremamente efficace nel trattamento in breve tempo di una fobia. Teoricamente si praticano 3 diversi tipi di esposizione graduale:
Una prima forma di esposizione è quella che avviene in immaginazione. Si chiede al paziente di visualizzare mentalmente la scena che genera ansia e timore. Nel suo caso ingoiare cibi solidi.
Gli esercizi prevedono la creazione di una scala di situazioni ansiogene che verranno affrontate poi in immaginazione partendo dalla meno disturbante (esempio una piccola polpetta non estremamente masticata)
Una seconda forma di esposizione prevede lo svolgimento di simulate nello studio con il terapeuta. Ad esempio con il supporto di immagini sul pc.
Una terza forma di esposizione è quella che avviene in vivo (la più efficace e utilizzata), ovvero proprio nella condizione reale che il paziente teme.
La presenza del collega e la conoscenza delle tecniche apprese nel corso del training, permettono al paziente di esperire che è possibile superare ciò che si teme.
In breve: si presenta con molta gradualità al paziente l’oggetto, la situazione a quell’evento che lo rende ansioso.
In ognuna di queste 3 forme, si passa allo step successivo esclusivamente quando il livello di intensità di ansia misurata sperimentata dal paziente è pari a 0.
Cordiali saluti
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#2]
Gent.le Utente,
quello che descrive è il modo con il quale la sua ansia si esprime e viene attivamente alimentata da questo continuo automonitoraggio della masticazione,
Tuttavia non deve focalizzarsi sul sintomo poiché è solo la conseguenza del suo disagio e non la causa.
Tale disagio meriterebbe uno spazio d'ascolto e di condivisione all'interno di un colloquio con lo psicologo, considerando che la situazione si protrae già da due anni solo perché non si è dato l'opportunità di affrontarla in modo adeguato.
quello che descrive è il modo con il quale la sua ansia si esprime e viene attivamente alimentata da questo continuo automonitoraggio della masticazione,
Tuttavia non deve focalizzarsi sul sintomo poiché è solo la conseguenza del suo disagio e non la causa.
Tale disagio meriterebbe uno spazio d'ascolto e di condivisione all'interno di un colloquio con lo psicologo, considerando che la situazione si protrae già da due anni solo perché non si è dato l'opportunità di affrontarla in modo adeguato.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#3]
Utente
Grazie delle vostre risposte, vorrei ritornare a mangiare come prima che succede questo spiacevole episodio..
Anche perché mi crea disagio quando devo mangiare fuori con amici, o la mia ragazza..
Cosa devo fare per spezzare questo circolo vizioso? Come posso iniziare a convincermi che non succede niente..
Grazie ancora.
Anche perché mi crea disagio quando devo mangiare fuori con amici, o la mia ragazza..
Cosa devo fare per spezzare questo circolo vizioso? Come posso iniziare a convincermi che non succede niente..
Grazie ancora.
[#4]
“Cosa devo fare per spezzare questo circolo vizioso? Come posso iniziare a convincermi che non succede niente..”
Una sola risposta: andare in terapia come suggerito! Non può autoconvincersi dopo quello che ha sperimentato e descritto. Ha bisogno di un aiuto specialistico necessariamente.
Mica vorrà trascorrere il resto della sua vita a non mangiare cibi solidi?
Che vita sarebbe?
Vada in terapia!
Una sola risposta: andare in terapia come suggerito! Non può autoconvincersi dopo quello che ha sperimentato e descritto. Ha bisogno di un aiuto specialistico necessariamente.
Mica vorrà trascorrere il resto della sua vita a non mangiare cibi solidi?
Che vita sarebbe?
Vada in terapia!
[#5]
Utente
Dottore ma io mangio cibi solidi, ovvero il panino lo mangio..
La carne no vabbè, nemmeno il prosciutto perché ho paura che si impigli da qualche parte..
Però il panino lo mastico mille volte, cioè il boccone..
E poi deglutisco, solo che si crea un casino di aria all'interno dello stomaco e poi la espello con i rutti..
Un vero casino..
Perché invece con il cono gelato essendo che c'è la cialda non ho problemi?
Le cose dolci le mangio senza problemi..
Grazie..
La carne no vabbè, nemmeno il prosciutto perché ho paura che si impigli da qualche parte..
Però il panino lo mastico mille volte, cioè il boccone..
E poi deglutisco, solo che si crea un casino di aria all'interno dello stomaco e poi la espello con i rutti..
Un vero casino..
Perché invece con il cono gelato essendo che c'è la cialda non ho problemi?
Le cose dolci le mangio senza problemi..
Grazie..
[#6]
“E poi deglutisco, solo che si crea un casino di aria all'interno dello stomaco e poi la espello con i rutti.” e ci credo bene! Con tutta l’aria che incamera, il suo apparato gastroenterico inevitabilmente ne risente.
“Le cose dolci le mangio senza problemi..”. Questa risposta la potrà trovare consultando in diretta un nostro collega.
Contatti come suggerito un collega psicologo psicoterapeuta e si determini con lui/lei circa la possibilità di integrare la terapia psicologica con una terapia logopedica per migliorare e favorire una masticazione e deglutizione più sana.
Ps: i suggerimenti che le ho dato (anche diagnostici) restano esclusivamente tali e per tanto occorre che siano verificati, valutati e applicati esclusivamente con il/la collega al/alla quale deciderà di affidarsi.
“Le cose dolci le mangio senza problemi..”. Questa risposta la potrà trovare consultando in diretta un nostro collega.
Contatti come suggerito un collega psicologo psicoterapeuta e si determini con lui/lei circa la possibilità di integrare la terapia psicologica con una terapia logopedica per migliorare e favorire una masticazione e deglutizione più sana.
Ps: i suggerimenti che le ho dato (anche diagnostici) restano esclusivamente tali e per tanto occorre che siano verificati, valutati e applicati esclusivamente con il/la collega al/alla quale deciderà di affidarsi.
[#7]
Utente
Dottore la dentatura può determinare questo mio fastidio?
Perché purtroppo da adolescente ho trascurato la mia dentatura compromettendola con i dolciumi..
Quindi ho vari denti mancanti, che dovrò mettere con impianti..
Lei che ne pensa?
Ma a luglio la situazione era la stessa a livello dentale eppure mangiavo tutto.
Grazie ancora
Perché purtroppo da adolescente ho trascurato la mia dentatura compromettendola con i dolciumi..
Quindi ho vari denti mancanti, che dovrò mettere con impianti..
Lei che ne pensa?
Ma a luglio la situazione era la stessa a livello dentale eppure mangiavo tutto.
Grazie ancora
[#8]
“Ma a luglio la situazione era la stessa a livello dentale eppure mangiavo tutto“
Si è risposto da solo!
Il problema non è organico ma psichico. Il suo problema è la paura, l’ansia!
Lei è concentrato esclusivamente sul corpo e non sulle sue emozioni che le impediscono di mangiare normalmente.
Poi mi scusi eh: come mai ha posto questo consulto in psicologia e non per esempio in gastroenterologia? Se lo è chiesto?
Le abbiamo detto con la collega che si tratta di un fattore psicologico e che il lavoro va fatto su quello. Lo faccia!
Scrivere qui oramai non serve a nulla. Ha avuto ottime indicazioni. Le sfrutti!
Si è risposto da solo!
Il problema non è organico ma psichico. Il suo problema è la paura, l’ansia!
Lei è concentrato esclusivamente sul corpo e non sulle sue emozioni che le impediscono di mangiare normalmente.
Poi mi scusi eh: come mai ha posto questo consulto in psicologia e non per esempio in gastroenterologia? Se lo è chiesto?
Le abbiamo detto con la collega che si tratta di un fattore psicologico e che il lavoro va fatto su quello. Lo faccia!
Scrivere qui oramai non serve a nulla. Ha avuto ottime indicazioni. Le sfrutti!
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 18.2k visite dal 03/06/2018.
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Approfondimento su Ansia
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