Disturbo della personalità violento con amnesia

Salve,
Mia madre ha per anni avuto un comportamento verso me e le mie sorelle molto violento. Quotidianamente per cose futili la vedevamo in preda a raptus di rabbia che la portavano, nonostante la nostra tenera età ad atti crudeli accompagnato da violenza psicologica e minacce. Asserisce di non ricordare assolutamente gli atti violenti che subivano né le cose crudeli che diceva. Tutto ciò insieme a tutta una serie di disturbi come manipolazione Delle persone, narcisismo e teatralità. Potrebbe trattarsi di un disturbo della personalità? Se sì, quale? Per capire come comportarsi nei suoi confronti a quale figura ci dovremmo rivolgere?
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Quanti anni ha sua madre adesso?
Al tempo di ciò che racconta, quanti ne aveva?
Il passaggio dagli agiti minacciosi al non ricordo degli stessi, è stato repentino o si è evoluto gradualmente nel tempo?
Ha parlato con sua madre circa la possibilità di avvalersi di consulenze specialistiche? Se si, come ha reagito sua mamma? È consenziente a tale eventualità?
Assume farmaci o ha fatto uso di sostanze come ad esempio alcool?
Suo padre in tutto ciò?

Come mai ci pone questa richiesta? Oggi come sta sua madre? Capito che nega. Sono presenti tutt’ora segni che vi fanno pensare che ci sia qualcosa che non va? Che non stia bene?

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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Utente
Utente
Mio padre è morto quando avevo circa 5 anni. Ricordo un padre molto affettuoso. Mia madre lo ha sempre descritto come un pessimo marito a detta sua non presente;sostiene che non occupandosi della nostra disciplina mettesse lei in cattiva luce relegandolo a ruolo di 'cattiva della situazione'.
Che io sappia non ha mai fatto uso di droghe o alcol. Ora lei ha 50 anni, gli anni a cui mi riferisco andavano dai 20 a 40 circa. Mio padre quando è morto aveva circa 30 anni. Solo di recente io e le mie sorelle abbiamo trovato il coraggio di affrontarla cercando di capire perché si comportasse così, quindi nel frattempo sono passati almeno 10/15anni. La richiesta nasce dal fatto che nonostante ormai siamo adulte continuiamo a non riuscire ad avere un sano e naturalmente rapporto madre-figlie. Vediamo da parte sua una certa volontà a parole ma poi notiamo una incapacità empatica ed affettiva che dovrebbe invece mostrare per natura.cerca continuamente di manipolarci psicologicamente per allearsi con noi mettendoci una contro l'altra. Vorrei avere una mia famiglia e avere dei figli ma il fatto che lei non ricordi ciò che facesse a noi mi fa temere che non sia solo un pessimo carattere ma un disturbo grave e che possa in qualche modo anche io essere predisposta a disturbi simili se non adeguatamente trattata. Spero di essermi espressa in modo da farle capire bene la mia situazione.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

Un sano ed equilibrato attaccamento genitore-figlio si costruisce già a partire dal rapporto madre-feto e nei primissimi anni successivi la nascita. Molti, nel corso del tempo, sono gli studiosi che si sono proprio occupati di questo aspetto giungendo a classificare i vari stili di attaccamento.

È stato verificato che le esperienze che si verificano durante i primi anni di vita costituiscono la base per le successive interazioni che costruiamo con il mondo esterno. Tali esperienze influenzano i processi della mente durante l’intero corso della vita. Da qui nascono studi che indicano come determinati tipi di relazioni precoci di attaccamento, influenzano le abilità di regolare le emozioni, le capacità sociali e genitoriali, le nostre funzioni cognitive e le capacità di attivarsi positivamente o meno di fronte ad avversità.

Tuttavia, per rispondere al suo timore: “che possa in qualche modo anche io essere predisposta a disturbi simili se non adeguatamente trattata”, le posso dire che fortunatamente i processi di sviluppo e determinazione dei propri stili caratteriali, cognitivi, emotivi e relazionali non si fermano ed esauriscono nell’infanzia perché il nostro sviluppo personologico accompagnato dalla plasticità cerebrale di adattamento e neurogenesi proseguono per tutta la vita. Da ciò ne perviene che: adolescenti e adulti possono crescere e cambiare continuamente senza necessariamente sviluppare e/o temere di sviluppare le stesse problematiche genitoriali.

Quello che le vorrei far capire (e se vuole può far leggere quello che scrivo alle sue sorelle) è che avere una madre con verosimili tratti disfunzionali di personalità rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di determinate psicopatologie MA attenzione: il concetto di fattore di rischio è un concetto probabilistico e non causale. Quindi, allo stato dei fatti, possiamo solo parlare di probabilità e non di causa certa sulla quale occorre intervenire in modo preventivo e/o terapeutico.

Altro aspetto (legato inevitabilmente a ciò di cui abbiamo parlato): “La richiesta nasce dal fatto che nonostante ormai siamo adulte continuiamo a non riuscire ad avere un sano e naturalmente rapporto madre-figlie”. E ci credo bene! Con una madre accusante, manipolativa, scarsamente accudente e violenta è, purtroppo, SEMPRE (dall’infanzia all’eta adulta) impossibile costruire un sano rapporto relazionale. I tratti psicopatologici caratteriali ed emotivi, se non vengono riconosciuti dal portatore e adeguatamente trattati in sede specialistica, sono impossibili da auto-riconoscere e, se non vengono auto-riconosciuti (deficit di autoriflessività) non possiamo pensare che chi ne soffre possa esserne consapevole e quindi, tautologicamente, consapevole del bisogno e bisogni degli altri (nel vostro caso capire i perché si è comportata così). Questo cosa ci dice? Che una mancanza di auto consapevolezza emotiva, cognitiva e comportamentale inevitabilmente è accompagnata da scarsa, se non assente, capacità empatiche. Questo lo ritroviamo in quello che scrive: “Vediamo da parte sua una certa volontà a parole ma poi notiamo una incapacità empatica ed affettiva che dovrebbe invece mostrare per natura“. Dovrebbe mostrare per natura materna, ma se quella madre, come penso, è affetta da un possibile disturbo della personalità (impossibile da diagnosticare online), la naturale predisposizione materna alla comprensione empatica del vissuto emotivo dell’altro, non è proprio stata costruita e quindi non presente.

Lei è le sue sorelle potete tranquillamente pensare e progettare, come è sano che sia, di avere famiglia e figli senza avere timori. Sta di fatto che sua mamma, non essendo stata sana mamma, verosimilmente non sarà sana nonna.

noi psicoterapeuti siamo fortunatamente presenti su tutto il territorio nazionale anche per chiarire taluni aspetti disfunzionali in un rapporto diadico madre-figlio/a. Quindi, se doveste avvertire la voglia o necessità di confrontarsi con un collega sulle tematiche trattate, rivolgetevi pure serenamente ad un/una collega psicologo psicoterapeuta. Ecco, in proposito, una consulenza dal vivo presso un/una collega psicologo specialista in psicoterapia sistemico relazionale potrà aiutare tutte voi sorelle a far chiarezza su questo aspetto che lei ci pone come domanda: “ capire come comportarsi nei suoi confronti”.

Cordiali saluti
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