Non riesco più a fare l'amore

Gentile dottore,
da diverso tempo non riesco più a fare l'amore con il mio ragazzo.
Ho 26 anni, sono una studentessa fuorisede e sono fidanzata da 2 anni e mezzo. Il mio ragazzo è la mia forza, il mio amore grande, la persona di cui mi fido di più al mondo. Lo amo moltissimo e questa situazione mi fa soffrire molto. Lui cerca di essere rassicurante, ma so (com'è giusto che sia) che questa situazione fa soffrire anche lui.
Prima di stare con lui ho sempre avuto una vita sessuale molto attiva, non ho mai avuto tabù o pregiudizi di sorta. E non ho mai avuto problemi, né con precedenti fidanzati né con partner occasionali.
All'inizio della nostra relazione i nostri rapporti erano un po' impacciati in quanto lui non aveva grande esperienza, ma con semplicità le cose sono andate per il verso giusto. Ora sono 5 mesi che non facciamo l'amore e mi sembra un incubo. Qualche sera abbiamo provato, mi sentivo tranquilla e lui è stato molto dolce. All'inizio ero un po' imbarazzata ma le cose procedevano. Man mano che il rapporto andava avanti la mia testa si affollava di pensieri: pensavo, ad esempio, a quanto fossi poco passionale e fredda in quei momenti, ma proprio non riuscivo a sciogliermi. Ad un certo punto la mia eccitazione è svanita e ho chiesto al mio ragazzo di fermarsi.
Ci tengo a specificare che sto passando un periodo molto buio della mia vita. Soffro spesso di ansia (da sempre in realtà) e da qualche mese ho iniziato a prendere delle gocce di xanax, prevalentemente la sera, consigliata da un medico. La dose è abbastanza bassa, 5-6 gocce all'occorrenza, mai più di una volta al giorno, di solito un paio di volte a settimana.
Non ho disturbi a livello ginecologico (ho fatto una visita un mese fa) , il ciclo è regolare e non particolarmente doloroso.
Attendo speranzosa un vostro consiglio.
Cordiali saluti
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le Ragazza,
forse bisognerebbe partire dal disagio individuale che si trascina da anni e che ora sta iniziando ad interferire con la vita di coppia ma in realtà sembrerebbe solo una conseguenza.
La terapia farmacologica può "tamponare" il sintomo ma non le consente di individuare la sofferenza che si esprime attraverso di esso.
Forse è arrivato il momento di iniziare a prendersi cura di sé rivolgendosi di persona ad uno psicoterapeuta, che non significa automaticamente che ci sia un disturbo psicopatologico da curare, ma le consentirebbe di avviare un processo di cambiamento individuale che di riflesso avrebbe un impatto positivo sulla relazione di coppia.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#2]
Attivo dal 2018 al 2023
Ex utente
Gentile dottoressa,
La ringrazio per la risposta tempestiva.
In realtà lo scorso anno avevo iniziato un percorso da uno psicologo, ma essendo un servizio universitario era limitato a pochi incontri. Lo psicologo, alla fine degli stessi, mi ha invitato a ricontattarlo perché secondo lui avevo la necessità di continuare il percorso. Io, stupidamente, non l'ho più fatto. Inutile dire che, se inizialmente mi sentivo più serena e tranquilla, i problemi si sono ripresentati successivamente.
Quegli incontri mi sono stati molto utili e una parte di me vorrebbe riprendere delle sedute, ma allo stesso tempo ho tanta paura e non so più a chi rivolgermi. Non riesco a parlare con nessuno, a sfogarmi, ad aprirmi. Mi sento in un limbo senza fine e la situazione con il mio fidanzato mi fa soffrire ancora di più.
Grazie ancora per la risposta e il consiglio.
Cordiali saluti
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Cara ragazza,
la salute sessuale segue la salute psichica e relazionale, cioè della coppia.

Se la diagnosi ginecologica ha escluso la presenza di cause organiche, non significa che automaticamente vengano escluse le cause psichiche, inconsce, relazionali, o di altro tipo.

Sarebbe utile una consulenza individuale o di coppia, luogo simbolico non giudicante di grande accoglienza dove potere dipanare la matassa emozionale e comprendere quali sono le cause di questo suo ritiro difensivo dalla dimensione del piacere .

Se desidera, nel mio sito personale canale YouTube e blog, può trovare davvero tanto materiale sulla salute sessuale femminile.

Le allego intanto un capitolo di un mio libro, che tratta della complessità del piacere della donna, potrebbe aiutarla a riflettere ed a decidere di andare in consultazione.

https://www.valeriarandone.it/sessuologia/orgasmo-femminile/


Un augurio per tutto

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Dato che si è trovata bene con lo psicologo potrebbe riprendere i contatti e fare un colloquio per verificare se è possibile riprendere il percorso già avviato.
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Attivo dal 2018 al 2023
Ex utente
Vi ringrazio infinitamente per i consigli. Siete le prime persone con cui sono riuscita ad aprirmi e le vostre risposte mi hanno fatta sentire ascoltata e compresa. Inizierò a leggere qualcosa sul suo blog, dott.ssa Randone , grazie.
Sono sempre più convinta di aver bisogno di un aiuto psicologico, so di non essere pazza, ma ho bisogno di un punto di vista esterno che mi aiuti ad uscire da questa situazione di stallo.
Non so se lo psicologo universitario che mi ha ha seguita lo scorso anno sia ancora in quel programma. Se non posso rivolgermi a lui, cosa posso fare? Non essendo autonoma economicamente ed essendo ancora una studentessa, non credo di potermi permettere una psicoterapia. Vorrei evitare di coinvolgere i miei genitori, soprattutto perché la situazione non è delle migliori.
Vi ringrazio ancora,
Cordiali saluti
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Proverei prima a contattare di nuovo lo psicologo dell'università magari chiedendogli se è possibile avere una tariffa agevolata.
In alternativa puoi rivolgerti direttamente al Consultorio Familiare della tua ASL di appartenenza.