Non mi piace baciare
Penso di essere un caso particolare.
Sono arrivato a 38 anni per riuscire a dare un bacio ad una donna.
Dopo centinaia di fallimenti e due di picche ricevuti.
Ricevuti da donne belle.
Finché non ne ho incontrata una che ha accettato di uscire con me.
Piuttosto bella e attraente.
Sono andato a fare una psicoterapia che ho abbandonato per noia.
Anche se uno spunto me l'ha dato lo psicoterapeuta.
Un giorno mi ha detto queste parole: "sai, magari nel momento di debolezza una donna..."
Così mi si è accesa una lampadina.
Avevo letto di Freud, del fatto che le sue pazienti si innamorassero di lui e quel qualcosa si chiamava: "transfert".
E così mi sono messo a leggere le sue lezioni.
Avrei voluto leggere nello specifico i dialoghi tra paziente e psicoterapeuta ma non li ho trovati.
E che fare allora? Ho pensato: "beh, in psicoterapia dovrebbero accettarti per quello che sei, i tuoi valori, senza giudicarti".
E così ho iniziato a parlare alle donne, ascoltandole, mettendomi nei panni di Freud.
Pare che funzioni, almeno le probabilità di uscire con una donna aumentano.
Basta ascoltare molto e non ribattere.
Spesso le donne mi dicono che devono conoscere un uomo, che loro non sono come le altre che alla prima sera la danno.
E io rispondo: "mi piace come parli, hai proprio dei bei valori".
Anche se dentro di me penso: "ma cosa mi tocca fare e dire, magari trovare una che la desse subito".
In poche parole mi tocca fingere e accettare quei valori, altrimenti un'uscita non la si ha.
E così arriviamo ai benedetti 38 anni. Esco con questa donna, mi chiede anche il segno zodiacale (la maggior parte delle donne è fissata con questo zodiaco). E così mi sono studiato anche tutte quelle baggianate sullo zodiaco, sono diventato pure esperto nella materia.
Fine della serata in macchina la bacio.
Una cosa che sinceramente non mi ha lasciato nulla...a me baciare mi lascia proprio indifferente.
Mentre lei era tutta su di giri. Nemmeno avesse avuto un orgasmo. E di sicuro non mi ha dato qualche stimolo sessuale.
Oltre a non piacermi il bacio, ero lì che valutavo razionalmente cosa fare.
Nel senso che, già per me è un lavoro riuscire a trovare una che voglia uscire con me, poi c'è un lavoro dietro pesantissimo.
Ho dovuto trasformarmi in una specie di psicoanalista sorbendomi ore e ore di conversazione.
Diventa tutto assai stressante.
Mi chiedo se si passasse dal bacio al sesso cosa ne verrebbe fuori.
Già è un'impresa riuscire ad uscire con una donna e arrivare al bacio.
Già è un'impresa uscire con una e poi risentirla (perché cambiano idea dalla sera alla mattina).
Che fare?
Sono arrivato a 38 anni per riuscire a dare un bacio ad una donna.
Dopo centinaia di fallimenti e due di picche ricevuti.
Ricevuti da donne belle.
Finché non ne ho incontrata una che ha accettato di uscire con me.
Piuttosto bella e attraente.
Sono andato a fare una psicoterapia che ho abbandonato per noia.
Anche se uno spunto me l'ha dato lo psicoterapeuta.
Un giorno mi ha detto queste parole: "sai, magari nel momento di debolezza una donna..."
Così mi si è accesa una lampadina.
Avevo letto di Freud, del fatto che le sue pazienti si innamorassero di lui e quel qualcosa si chiamava: "transfert".
E così mi sono messo a leggere le sue lezioni.
Avrei voluto leggere nello specifico i dialoghi tra paziente e psicoterapeuta ma non li ho trovati.
E che fare allora? Ho pensato: "beh, in psicoterapia dovrebbero accettarti per quello che sei, i tuoi valori, senza giudicarti".
E così ho iniziato a parlare alle donne, ascoltandole, mettendomi nei panni di Freud.
Pare che funzioni, almeno le probabilità di uscire con una donna aumentano.
Basta ascoltare molto e non ribattere.
Spesso le donne mi dicono che devono conoscere un uomo, che loro non sono come le altre che alla prima sera la danno.
E io rispondo: "mi piace come parli, hai proprio dei bei valori".
Anche se dentro di me penso: "ma cosa mi tocca fare e dire, magari trovare una che la desse subito".
In poche parole mi tocca fingere e accettare quei valori, altrimenti un'uscita non la si ha.
E così arriviamo ai benedetti 38 anni. Esco con questa donna, mi chiede anche il segno zodiacale (la maggior parte delle donne è fissata con questo zodiaco). E così mi sono studiato anche tutte quelle baggianate sullo zodiaco, sono diventato pure esperto nella materia.
Fine della serata in macchina la bacio.
Una cosa che sinceramente non mi ha lasciato nulla...a me baciare mi lascia proprio indifferente.
Mentre lei era tutta su di giri. Nemmeno avesse avuto un orgasmo. E di sicuro non mi ha dato qualche stimolo sessuale.
Oltre a non piacermi il bacio, ero lì che valutavo razionalmente cosa fare.
Nel senso che, già per me è un lavoro riuscire a trovare una che voglia uscire con me, poi c'è un lavoro dietro pesantissimo.
Ho dovuto trasformarmi in una specie di psicoanalista sorbendomi ore e ore di conversazione.
Diventa tutto assai stressante.
Mi chiedo se si passasse dal bacio al sesso cosa ne verrebbe fuori.
Già è un'impresa riuscire ad uscire con una donna e arrivare al bacio.
Già è un'impresa uscire con una e poi risentirla (perché cambiano idea dalla sera alla mattina).
Che fare?
[#1]
Buonasera,
anche se molto lunga e con dovizia di particolari, è pur sempre una consulenza on-line che obbliga A non erogare una diagnosi, e nemmeno una cura.
Lei chiede cosa fare, ma il cosa fare segue la diagnosi clinica.
Cosa le ha detto la sua psicoterapeuta?
Qual è la sua problematica?
Ha paura di amare?
Non è stato amato sufficienza?
A un nucleo lo fobico rispetto all’affettività e alla sessualità?
Ha un pessimo rapporto con il femminile?
Bisognerebbe conoscerla in maniera più approfondità, effettuare una diagnosi della struttura di personalità, della storia del suo disagio relazionale e delle sue difficoltà, per poterle dire qualcosa di sensato.
Non credo che giocare a lungo a fare lo psicanalista posso aiutarla risolvere le problematiche, perché prima o poi questo gioco sarà parecchio estenuante.
Se si è trovato bene con la precedente collega, le suggerisco di tornare in terapia, altrimenti può cercarne un altro, oppure un’altra, con cui continuare il cammino intrapreso.
Nel mio sito, canale YouTube, blog, troverà tantissimo materiale sull’affettività e la sessualità.
anche se molto lunga e con dovizia di particolari, è pur sempre una consulenza on-line che obbliga A non erogare una diagnosi, e nemmeno una cura.
Lei chiede cosa fare, ma il cosa fare segue la diagnosi clinica.
Cosa le ha detto la sua psicoterapeuta?
Qual è la sua problematica?
Ha paura di amare?
Non è stato amato sufficienza?
A un nucleo lo fobico rispetto all’affettività e alla sessualità?
Ha un pessimo rapporto con il femminile?
Bisognerebbe conoscerla in maniera più approfondità, effettuare una diagnosi della struttura di personalità, della storia del suo disagio relazionale e delle sue difficoltà, per poterle dire qualcosa di sensato.
Non credo che giocare a lungo a fare lo psicanalista posso aiutarla risolvere le problematiche, perché prima o poi questo gioco sarà parecchio estenuante.
Se si è trovato bene con la precedente collega, le suggerisco di tornare in terapia, altrimenti può cercarne un altro, oppure un’altra, con cui continuare il cammino intrapreso.
Nel mio sito, canale YouTube, blog, troverà tantissimo materiale sull’affettività e la sessualità.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Ex utente
Dr.ssa Valeria,
cosa mi ha detto la psicoterapeuta.
Mi ha detto le motivazioni che possono portare ad una relazione e che non conta solo l'aspetto fisico.
Vedo solo una sua foto in piccolo ma posso ipotizzare che Lei sia una donna bella, o comunque abbia delle caratteristiche fisiche piacevoli.
Magari non è perfetta, magari non potrebbe diventare una fotomodella, ma comunque può piacere ad un certo numero di uomini.
Pensa che se Lei fosse stata una donna brutta, le sue relazioni con gli uomini sarebbero state uguali?
Oppure sarebbero cambiate, avrebbe ricevuto parecchi rifiuti.
Perché in certe situazioni occorre ritrovarsi per comprendere e capire.
In una relazione conteranno tantissimi fattori ma anche l'attrazione fisica ha il suo peso e spesso rilevante, per lo meno per iniziare una conoscenza che può trasformarsi o meno successivamente in una relazione.
E qui sta il punto. Di rifiuti ne ho ricevuti parecchi, fin troppi.
Inizio a dubitare fortemente di chi dice che l'aspetto fisico non conta.
Conta eccome, conta tantissimo.
E tutte queste coppie squilibrate in bellezza io non le vedo proprio.
Anzi, le coppie sono molto equilibrate, sia in bellezza che in bruttezza.
Il fare il "piccolo" psicoterapeuta è indubbiamente sfiancante ma è l'unico modo che ho trovato per avere la possibilità (con pochissime donne) di entrare in relazione.
Ne conosco parecchie di persone (sia uomini che donne) che sono eternamente single, perché fisicamente brutte.
E non credo che tutto dipenda da problemi relazionali e psicologici (che possono esserci o meno).
Credo invece che la risposta più ovvia sia dovuta al loro aspetto fisico.
E' qui che mi blocco dall'andare avanti con la psicoterapia.
Cosa mi serve se alla fine ciò che conta è (almeno all'inizio) il piacere o meno fisicamente all'altra persona?
Ha veramente il coraggio di affermare che l'aspetto è proprio una componente così irrilevante?
Per me ad esempio non è affatto irrilevante e con una donna che fisicamente non mi piace non mi passa nemmeno nell'anticamera del cervello di avere una relazione.
Perché manca una componente essenziale. Cioè l'attrazione fisica che dipende proprio dall'aspetto.
cosa mi ha detto la psicoterapeuta.
Mi ha detto le motivazioni che possono portare ad una relazione e che non conta solo l'aspetto fisico.
Vedo solo una sua foto in piccolo ma posso ipotizzare che Lei sia una donna bella, o comunque abbia delle caratteristiche fisiche piacevoli.
Magari non è perfetta, magari non potrebbe diventare una fotomodella, ma comunque può piacere ad un certo numero di uomini.
Pensa che se Lei fosse stata una donna brutta, le sue relazioni con gli uomini sarebbero state uguali?
Oppure sarebbero cambiate, avrebbe ricevuto parecchi rifiuti.
Perché in certe situazioni occorre ritrovarsi per comprendere e capire.
In una relazione conteranno tantissimi fattori ma anche l'attrazione fisica ha il suo peso e spesso rilevante, per lo meno per iniziare una conoscenza che può trasformarsi o meno successivamente in una relazione.
E qui sta il punto. Di rifiuti ne ho ricevuti parecchi, fin troppi.
Inizio a dubitare fortemente di chi dice che l'aspetto fisico non conta.
Conta eccome, conta tantissimo.
E tutte queste coppie squilibrate in bellezza io non le vedo proprio.
Anzi, le coppie sono molto equilibrate, sia in bellezza che in bruttezza.
Il fare il "piccolo" psicoterapeuta è indubbiamente sfiancante ma è l'unico modo che ho trovato per avere la possibilità (con pochissime donne) di entrare in relazione.
Ne conosco parecchie di persone (sia uomini che donne) che sono eternamente single, perché fisicamente brutte.
E non credo che tutto dipenda da problemi relazionali e psicologici (che possono esserci o meno).
Credo invece che la risposta più ovvia sia dovuta al loro aspetto fisico.
E' qui che mi blocco dall'andare avanti con la psicoterapia.
Cosa mi serve se alla fine ciò che conta è (almeno all'inizio) il piacere o meno fisicamente all'altra persona?
Ha veramente il coraggio di affermare che l'aspetto è proprio una componente così irrilevante?
Per me ad esempio non è affatto irrilevante e con una donna che fisicamente non mi piace non mi passa nemmeno nell'anticamera del cervello di avere una relazione.
Perché manca una componente essenziale. Cioè l'attrazione fisica che dipende proprio dall'aspetto.
[#4]
Ex utente
Dott.ssa Valeria,
in passato ero molto timido, tanto che per me era difficile entrare in un negozio e chiedere ad una commessa se c'era un paio di scarpe della mia taglia.
Poi per forza di cose ho dovuto superare le mie paure per un semplice fatto, nessuno mi ha mai aiutato nella vita.
Il mio lavoro me lo sono guadagnato, così come la casa in cui abito.
Mi sono fatto una cultura e spesso vengo apprezzato.
Viene apprezzata anche la mia intelligenza.
So i miei pregi ma anche i miei difetti.
Ho dovuto imparare anche a relazionarmi con le persone, il che inizialmente è stato complesso a causa della timidezza.
Seppure le donne mi abbiano apprezzato come persona, sia nell'educazione che nel comportamento, ho preso dei due di picche clamorosi.
Perché c'era sempre qualcuno "fisicamente meglio".
Uomini non sempre dotati di autostima.
E la risposta era sempre la stessa: "purtroppo non posso decidere da chi essere attratta".
Ritornare in psicoterapia, ci sto pensando ma l'esperienza precedente non è che mi ha portato qualche risultato positivo.
Sì, dopo aver iniziato a fare psicoterapia sono uscito con qualche donna, mentre prima ricevevo solo rifiuti.
Ma sa perché?
Per un infinito numero di tentativi.
Di una cosa ho paura in un eventuale ritorno in psicoterapia.
Proprio un abbassamento dell'autostima.
Perché mi stava accadendo proprio questo quando ero in psicoterapia.
Ho avuto un comportamento narcisista perché mi sentivo come se fossi attaccato.
in passato ero molto timido, tanto che per me era difficile entrare in un negozio e chiedere ad una commessa se c'era un paio di scarpe della mia taglia.
Poi per forza di cose ho dovuto superare le mie paure per un semplice fatto, nessuno mi ha mai aiutato nella vita.
Il mio lavoro me lo sono guadagnato, così come la casa in cui abito.
Mi sono fatto una cultura e spesso vengo apprezzato.
Viene apprezzata anche la mia intelligenza.
So i miei pregi ma anche i miei difetti.
Ho dovuto imparare anche a relazionarmi con le persone, il che inizialmente è stato complesso a causa della timidezza.
Seppure le donne mi abbiano apprezzato come persona, sia nell'educazione che nel comportamento, ho preso dei due di picche clamorosi.
Perché c'era sempre qualcuno "fisicamente meglio".
Uomini non sempre dotati di autostima.
E la risposta era sempre la stessa: "purtroppo non posso decidere da chi essere attratta".
Ritornare in psicoterapia, ci sto pensando ma l'esperienza precedente non è che mi ha portato qualche risultato positivo.
Sì, dopo aver iniziato a fare psicoterapia sono uscito con qualche donna, mentre prima ricevevo solo rifiuti.
Ma sa perché?
Per un infinito numero di tentativi.
Di una cosa ho paura in un eventuale ritorno in psicoterapia.
Proprio un abbassamento dell'autostima.
Perché mi stava accadendo proprio questo quando ero in psicoterapia.
Ho avuto un comportamento narcisista perché mi sentivo come se fossi attaccato.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 7.5k visite dal 31/05/2018.
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