Psicologia
Salve non sono qui per un vero e proprio consulto , piuttosto per una più semplice opinione . Mi sono " incartato " con una donna , sono molto attratto da lei . La incontro, ormai da diverso tempo , in un locale dove mi fermo a mangiare un boccone a ora di pranzo . Lei fa lo stesso , ha un ' attività nelle vicinanze ma abita a diversi km dalla città . Il tutto nasce con uno scambio di sguardi reciproci . Lei è consapevole che esercita un certo magnetismo su di me . È consapevole che in diverse circostanze ho risicato vedendola in compagnia di figure maschili . In particolare la scorsa estate per due volte lei è rimasta a pranzo con un ragazzo che palesemente faceva il cascamorto con lei ( ma diventiamo così ridicoli quando cerchiamo di accaparrarci le attenzioni di una donna ?) . Quasi indifferente ai suoi modi di fare , ai suoi tentativi di fare breccia , lei spesso si girava a osservare le mie reazioni , il mio rosicare , le mie sbirciatine per cercare di capire che genere di relazione potesse esserci tra di loro .Ultimamente abbiamo rotto il ghiaccio , siamo capitati su tavoli adiacenti in una saletta più risevata , con non poche difficoltà , visto il mio essere molto riservato , riservatezza che diventa quasi un muro invalicabile quando la donna che ho di fronte mi intriga ( il mio punto debole è l'incapacità di servirsi apprezzato a prescindere ). La cosa non mi succede se la donna non mi attrae : è arrivata una nuova commessa / cameriera , dire che è bella è riduttivo eppure non provo imbarazzo nei suoi confronti anzi ci scherzo volentieri . Idem con la precedente , tutt'ora se ci incontriamo per strada ci salutiamo abbrancciadoci reciprocamente.
Le ho offerto il caffè andando via prima di lei , le ho offerto il dolce in occasione del suo compleanno " rimproverandola " perché non si era fatta vedere per offrire l'aperitivo. Mi è capitato di darle un passaggio fino al suo negozio perché diluviava . Ieri stavo per andare via e mi ha detto : " non mi fai compagnia con il dolce ?". Permane tra un certo velo di imbarazzo tra noi . Fin qua nulla di anomalo , se non il fatto che ha solo 28 anni . Decisamente piccola. Sono arrabbiato con me stesso , ne ho già tanti di motivi per non dornire. Immaginare una relazione con lei è fantascienza , in ogni caso durerebbe ben poco per ovvi motivi . Provo a essere razionale e io di razionalità ne ho da vendere, ma ne sono decisamente attratto. Che casino , forse è arrivato il momento di cambiare aria per un po' .
Le ho offerto il caffè andando via prima di lei , le ho offerto il dolce in occasione del suo compleanno " rimproverandola " perché non si era fatta vedere per offrire l'aperitivo. Mi è capitato di darle un passaggio fino al suo negozio perché diluviava . Ieri stavo per andare via e mi ha detto : " non mi fai compagnia con il dolce ?". Permane tra un certo velo di imbarazzo tra noi . Fin qua nulla di anomalo , se non il fatto che ha solo 28 anni . Decisamente piccola. Sono arrabbiato con me stesso , ne ho già tanti di motivi per non dornire. Immaginare una relazione con lei è fantascienza , in ogni caso durerebbe ben poco per ovvi motivi . Provo a essere razionale e io di razionalità ne ho da vendere, ma ne sono decisamente attratto. Che casino , forse è arrivato il momento di cambiare aria per un po' .
[#1]
Buongiorno,
mi sento di dire che è comprensibile il dubbio che sta vivendo. Da una parte vive un magnetismo e uno scambio con questa persona, dall'altra i timori legati alla differenza d'età.
Accanto a questo sembra poi circoscrivere un aspetto di sé, una sua fatica a esporsi, non so se possiamo dire legata all'idea di non essere interessante, di essere rifiutato ad esempio.
Da qui non so dirle quanto questo possa interferire nella scelta di proseguire o meno con questa ragazza. Certo quando dice che una relazione con lei durerebbe poco, mi sembra stia dando per scontato una realtà, che non conosciamo. Non so, quindi, quanto il suo vissuto soggettivo stia intervenendo nell'immaginarsi un possibile futuro negativo.
Comprendo che possa preferire di lasciar perdere per l'età, ma dobbiamo anche chiederci se sta rinunciando in anticipo.
Leggendo i consulti precedenti ho visto che ha effettuato alcuni percorsi psicologici ed era anche curioso dell'ipnosi.
Se avesse voglia di parlarmene, che tipo di esperienze ha svolto? Sta ancora effettuando un lavoro terapeutico al momento?
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
mi sento di dire che è comprensibile il dubbio che sta vivendo. Da una parte vive un magnetismo e uno scambio con questa persona, dall'altra i timori legati alla differenza d'età.
Accanto a questo sembra poi circoscrivere un aspetto di sé, una sua fatica a esporsi, non so se possiamo dire legata all'idea di non essere interessante, di essere rifiutato ad esempio.
Da qui non so dirle quanto questo possa interferire nella scelta di proseguire o meno con questa ragazza. Certo quando dice che una relazione con lei durerebbe poco, mi sembra stia dando per scontato una realtà, che non conosciamo. Non so, quindi, quanto il suo vissuto soggettivo stia intervenendo nell'immaginarsi un possibile futuro negativo.
Comprendo che possa preferire di lasciar perdere per l'età, ma dobbiamo anche chiederci se sta rinunciando in anticipo.
Leggendo i consulti precedenti ho visto che ha effettuato alcuni percorsi psicologici ed era anche curioso dell'ipnosi.
Se avesse voglia di parlarmene, che tipo di esperienze ha svolto? Sta ancora effettuando un lavoro terapeutico al momento?
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
[#2]
Utente
Biondì, si ho fatto un lungo percorso di terapia cognitivo comportamentale , a 23 anni ero caduto in un buco nero ( cosi lo chiamo io ) e non ne venivo fuori . Per riassumere : figlio unico ,genitori poco empatici , spesso per lavoro restavo a casa da solo di notte , avevo solo tre anni ( a volte ho ancora incubi ), sono stato spostato da una parte all'altra , praticamente è mancata la fase di attaccamento ad una figura di riferimento , umiliazioni , rimproveri davanti agli altri , era sempre colpa mia a prescindere , disturbi alimentari dai 9/10 anni. A 23 anni, appena dopo il servizio militare ( l'anno più bello della mia vita ) la " tragedia " : una persona mi gira la faccia in maniera palese , resto impietrito , ansia ,attacchi di panico , vomito , uscivo per recarmi al lavoro facendo giri assurdi per non incrociare nessuno , 4 anni d'inferno . Poi la decisione di farmi aiutare, 5 anni di terapia . Nel 2008 nuovo buco nero , altri 6 anni di terapia , causa scatenante delusione sentimentale ( con il senno di poi non lo era ), 11kg persi in 6 giorni causa vomito e rifiuto totale di qualunque cibo , -17kg alla fine della settimana successiva. In pratica : in maniera molto inconscia mi costruisco dei riferimenti , il mio ex datore di lavoro , una donna , l'amico intimo ecc. , riferimenti che mi danno il senso di appartenenza al mondo che mi circonda. Se uno di questi riferimenti delude le mie aspettative o mi allontana perché magari ha i suoi guai , o mi tratta a pesci in faccia , crollo , destabilizzazione totale ( personalità dipendente ? Chi mi ha seguito non ama " etichettare " ) . Attualmente prendo uno stabilizzatore dell'umore ,Lamictal , ma vorrei quasi sospendere , stabilizza ben poco .Lo psichiatra che me lo ha prescritto mi ha consigliato una terapia psicanalitica , ho provato tramite ASL ma dopo il primo colloquio la dottoressa mi ha detto che il protocollo prevede di prendere in carico solo casi molto gravi , sono intelligente , consapevole ,equilibrato, ho una personalità ben strutturata nonostante tutto e quindi nisba. Sono periodi bui e le spese sono tante , quindi per il momento non ho fatto altro. In fondo ci avevo pensato anche io in precedenza ecco perché il mio interesse nell'ipnosi . Magari viene fuori qualche esperienza arcaica , chiara , precisa ,che potrebbe essere la chiave di tutto . Ovviamente parlo da profano , seppure di psicologia mio malgrado ne so .
Nel caso specifico :è mia convinzione che 4/5 anni di differenza siano già troppi per una relazione stabile , peraltro ho avuto una relazione con una donna più piccola di 15 anni , lei ragazza madre , avrei dovuto adottare il bambino che stravedeva per me e io per lui , in programma di concepire un altro figlio , ad un tratto lei ha deciso di troncare . Conseguenze : 2 anni e 1/2 di disturbi intestinali , non tanto per la storia finita , ma per il bambino . Da adulto ho imparato a piangere ! Cmq in generale vivo in uno stato di vuoto cronico che c'è a prescindere dagli amici che ho e in qualche caso a prescindere dalla presenza di una donna nella mia vita . È dura .
Mi sono dilungato , lo so , ma ho cercato di riassumere per quanto possibile . Grazie
Nel caso specifico :è mia convinzione che 4/5 anni di differenza siano già troppi per una relazione stabile , peraltro ho avuto una relazione con una donna più piccola di 15 anni , lei ragazza madre , avrei dovuto adottare il bambino che stravedeva per me e io per lui , in programma di concepire un altro figlio , ad un tratto lei ha deciso di troncare . Conseguenze : 2 anni e 1/2 di disturbi intestinali , non tanto per la storia finita , ma per il bambino . Da adulto ho imparato a piangere ! Cmq in generale vivo in uno stato di vuoto cronico che c'è a prescindere dagli amici che ho e in qualche caso a prescindere dalla presenza di una donna nella mia vita . È dura .
Mi sono dilungato , lo so , ma ho cercato di riassumere per quanto possibile . Grazie
[#3]
Buona sera,
non si è dilungato, anzi penso che sia importante che lei possa raccontarsi. Senz'altro qui abbiamo il limite di essere online, questo è vero, però questo non vuol dire che lei non meriti di trovare uno spazio d'ascolto per affrontare quei buchi neri che possono esserci nella sua vita.
Il suo racconto è ricco di tanti elementi. Provo a lasciarle alcune suggestioni, che le sue parole e la sua comunicazione emotiva mi hanno stimolato.
Innanzitutto ci terrei a soffermarmi sulla dipendenza, di cui fa un cenno. Dal mio punto di vista l'essere umano è dipendente, anzi potremmo dire interdipendente. Affinchè possa sentire un senso di appartenenza e le radici, di cui mi sembra parlare, ha bisogno di avere dei punti di riferimento, degli affetti, un amore, una famiglia, la vicinanza del collega o del capo a lavoro. Sarebbe sospetto il contrario, nessuno può bastare a se stesso e non avere una solidità affettiva e una condivisione intima fertile, nutrimento per la propria esistenza.
Forse allora il punto non è la dipendenza, ma il suo vissuto a seguito di un tradimento, di una delusione, di una perdita. Ma anche qui è necessario non cadere nell'errore di giungere a conclusioni affrettate. Intendo dirle che un tradimento, una delusione, una perdita sono ferite, e fanno male. Questo è inevitabile quando accade. E, anche in questo caso, sarebbe sospetta l'indifferenza, cioè chi non mostra dolore o, come lei ricorda, chi non piange. E non c'è un tempo uguale per tutti perché le ferite facciano meno male. Può volerci anche molto tempo, e i due anni e mezzo che lei ad esempio passa a causa della fine di una storia importante potrebbero essere il suo tempo in quell'occasione.
Se posso permettermi di consigliarle di riflettere su questo, è una visione che a mio avviso potrebbe cambiare alcune prospettive.
Probabilmente lei a questo punto direbbe di stare però eccessivamente male, comunque. Su questo punto posso essere d'accordo. Ma non perché non ci sia una ferita, ma perché quella ferita potrebbe avere radici molto più profonde, se per esempio immaginiamo quelle del suo passato.
Lei stesso inizia il suo racconto partendo dal passato, come se forse suggerisse di sentire qualcosa che va oltre. Allora forse possiamo fermarci a riflettere sulle sue esperienze più antiche, su quei buchi neri che si sono sviluppati dentro di sé. Da qui immagino nasca il desiderio di una psicoanalisi o l'idea di recuperare un ricordo attraverso l'ipnosi, per poter affrontare il suo malessere.
Se dopo il militare, una persona la delude, è allora possibile che lei stia tanto più male, in quanto non sente dei punti di riferimento o una famiglia su cui poter fare affidamento. Questo conta. Può sentirsi solo, abbandonato, senza un contatto rassicurante. Da come dice può sentirsi fortemente angosciato, magari anche colpevole di avere perso quella persona. E forse sente che non c'è nessuno a dirle il contrario. Non so se dico correttamente, ma magari neanche lei stesso può fare affidamento su di sé e sentire la presenza, anche piccola, di quegli amici che potrebbero esserci. Sente un vuoto dentro di sé.
Mi sento di poter dire che forse la ragazza magnetica di 28 anni presenta il problema dell'età, che non è facile da affrontare. Però accanto al problema dell'età, forse c'è anche un carico emotivo legato al suo mondo interiore, che porta con sé.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
non si è dilungato, anzi penso che sia importante che lei possa raccontarsi. Senz'altro qui abbiamo il limite di essere online, questo è vero, però questo non vuol dire che lei non meriti di trovare uno spazio d'ascolto per affrontare quei buchi neri che possono esserci nella sua vita.
Il suo racconto è ricco di tanti elementi. Provo a lasciarle alcune suggestioni, che le sue parole e la sua comunicazione emotiva mi hanno stimolato.
Innanzitutto ci terrei a soffermarmi sulla dipendenza, di cui fa un cenno. Dal mio punto di vista l'essere umano è dipendente, anzi potremmo dire interdipendente. Affinchè possa sentire un senso di appartenenza e le radici, di cui mi sembra parlare, ha bisogno di avere dei punti di riferimento, degli affetti, un amore, una famiglia, la vicinanza del collega o del capo a lavoro. Sarebbe sospetto il contrario, nessuno può bastare a se stesso e non avere una solidità affettiva e una condivisione intima fertile, nutrimento per la propria esistenza.
Forse allora il punto non è la dipendenza, ma il suo vissuto a seguito di un tradimento, di una delusione, di una perdita. Ma anche qui è necessario non cadere nell'errore di giungere a conclusioni affrettate. Intendo dirle che un tradimento, una delusione, una perdita sono ferite, e fanno male. Questo è inevitabile quando accade. E, anche in questo caso, sarebbe sospetta l'indifferenza, cioè chi non mostra dolore o, come lei ricorda, chi non piange. E non c'è un tempo uguale per tutti perché le ferite facciano meno male. Può volerci anche molto tempo, e i due anni e mezzo che lei ad esempio passa a causa della fine di una storia importante potrebbero essere il suo tempo in quell'occasione.
Se posso permettermi di consigliarle di riflettere su questo, è una visione che a mio avviso potrebbe cambiare alcune prospettive.
Probabilmente lei a questo punto direbbe di stare però eccessivamente male, comunque. Su questo punto posso essere d'accordo. Ma non perché non ci sia una ferita, ma perché quella ferita potrebbe avere radici molto più profonde, se per esempio immaginiamo quelle del suo passato.
Lei stesso inizia il suo racconto partendo dal passato, come se forse suggerisse di sentire qualcosa che va oltre. Allora forse possiamo fermarci a riflettere sulle sue esperienze più antiche, su quei buchi neri che si sono sviluppati dentro di sé. Da qui immagino nasca il desiderio di una psicoanalisi o l'idea di recuperare un ricordo attraverso l'ipnosi, per poter affrontare il suo malessere.
Se dopo il militare, una persona la delude, è allora possibile che lei stia tanto più male, in quanto non sente dei punti di riferimento o una famiglia su cui poter fare affidamento. Questo conta. Può sentirsi solo, abbandonato, senza un contatto rassicurante. Da come dice può sentirsi fortemente angosciato, magari anche colpevole di avere perso quella persona. E forse sente che non c'è nessuno a dirle il contrario. Non so se dico correttamente, ma magari neanche lei stesso può fare affidamento su di sé e sentire la presenza, anche piccola, di quegli amici che potrebbero esserci. Sente un vuoto dentro di sé.
Mi sento di poter dire che forse la ragazza magnetica di 28 anni presenta il problema dell'età, che non è facile da affrontare. Però accanto al problema dell'età, forse c'è anche un carico emotivo legato al suo mondo interiore, che porta con sé.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
[#4]
Utente
Buongiorno, certo che sì , il vissuto negativo , la conseguente percezione di sé come non meritevole di attenzioni , la famiglia inesistente , fattori che rendono tutto più difficile . Il vuoto traspare come la nebbia che offusca la visibilità , magari c'è chi si avventura comunque , ma c'è chi preferisce aspettare il sole . Cmq vediamo gli sviluppi , girare al largo è sbagliato , farsi illusioni altrettanto .
La ringrazio per la sia disponibilità . Saluti
La ringrazio per la sia disponibilità . Saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.1k visite dal 30/05/2018.
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