Instabilità emotiva e difficoltà nel gestire le cose
Salve,
Scrivo queste righe perché sono mesi che non riesco a trovare una stabilità emotiva né tantomeno una pace che cerco direi da quando sono adolescente (fin dai 15-16 anni). Mi sento in dovere di dare un quadro dettagliato, benché io sia ben consapevole di alcuni moti interiori che partono da lontano.
Durante la mia infanzia ho sviluppato un sentimento di paura verso mio padre, poiché è una persona violenta. Per dirne una, ricordo molto bene un giorno in cui in prima elementare minacciò di riempirmi di botte se non avessi il giorno dopo ritrovato le forbici che avevo perso. E di traumi ne conosco molti altri, tra cui botte prese anche molto pesantemente per motivi per i quali sono strettamente convinto che sarebbe stato meglio avviare un contatto empatico padre-figlio. Tutto ciò ha contribuito a darmi scarsa autostima oltreché darmi ossessivamente l'idea in testa di agire: in maniera cattiva in ogni cosa che faccio nei confronti di altre persone; in maniera sbagliata auando prendo una decisione. La presa di coscienza un anno fa (ho ventuno anni) mi ha portato a parlare a mio padre con spirito a posteriori direi vendicativo, rinfacciandogli tutto ciò che ha fatto e tutto ciò che invece avrebbe potuto fare, ammettendogli che io non lo senta come padre.
Ciò mi ha portato fondamentalmente a comportarmi in maniera iperamorevole con la mia ragazza con cui sono stato fidanzato per due anni fino a qualche mese fa. Ci siamo lasciati ad aprile perché il mio perenne senso di colpa mi ottenebrava la vista e non mi permetteva di aiutarla. In tutto ciò devo dire che lei ha sempre avuto problemi ad aprirsi completamente ponendosi sempre una spanna sopra di me, ovvero: quando io avevo un problema, sapeva come farmi stare bene; a parti invertite mi diceva che io sono un approfittatore disinteressato dei suoi mali.
Quando ci siamo lasciati lei ha scoperto di vivere una situazione di anoressia nervosa e ciò le ha dato parecchi problemi. Quando ad un tratto nel mese di maggio, rivedendoci in palestra lei mi dà un bacio: mi scombussola. Mi torna una voglia matta di lei, la quale però si comporta con me facendomi male e provocando una serie di paranoie enormi su chi avesse sentito in questo mese, con chi fosse stata, etc. Da settimane ormai io e lei usciamo e a tratti litighiamo, facendo sesso per la prima volta in due anni e nelle nostre vite. Proseguendo infatti le mie paranoie crescevano, non avendo un rapporto come quello precedente, ovvero un nido tutto nostro isolato dal mondo. Io per necessità ho dovuto cercare persone a cui dire le mie paranoie e i miei problemi, svegliandomi perennemente con zero voglia di affrontare la giornata, passata a pensare ossessivamente e facendo scelte con lei molto opinabili senza alcun controllo, tra cui anche molte scenate di gelosia. In tutto questo io ieri mi sono baciato con un'altra. Ma tornando lei ho allontanato questa amica che voleva solo divertirsi, per paura di stare solo. Ora sono confusissimo e senza identità.
Scrivo queste righe perché sono mesi che non riesco a trovare una stabilità emotiva né tantomeno una pace che cerco direi da quando sono adolescente (fin dai 15-16 anni). Mi sento in dovere di dare un quadro dettagliato, benché io sia ben consapevole di alcuni moti interiori che partono da lontano.
Durante la mia infanzia ho sviluppato un sentimento di paura verso mio padre, poiché è una persona violenta. Per dirne una, ricordo molto bene un giorno in cui in prima elementare minacciò di riempirmi di botte se non avessi il giorno dopo ritrovato le forbici che avevo perso. E di traumi ne conosco molti altri, tra cui botte prese anche molto pesantemente per motivi per i quali sono strettamente convinto che sarebbe stato meglio avviare un contatto empatico padre-figlio. Tutto ciò ha contribuito a darmi scarsa autostima oltreché darmi ossessivamente l'idea in testa di agire: in maniera cattiva in ogni cosa che faccio nei confronti di altre persone; in maniera sbagliata auando prendo una decisione. La presa di coscienza un anno fa (ho ventuno anni) mi ha portato a parlare a mio padre con spirito a posteriori direi vendicativo, rinfacciandogli tutto ciò che ha fatto e tutto ciò che invece avrebbe potuto fare, ammettendogli che io non lo senta come padre.
Ciò mi ha portato fondamentalmente a comportarmi in maniera iperamorevole con la mia ragazza con cui sono stato fidanzato per due anni fino a qualche mese fa. Ci siamo lasciati ad aprile perché il mio perenne senso di colpa mi ottenebrava la vista e non mi permetteva di aiutarla. In tutto ciò devo dire che lei ha sempre avuto problemi ad aprirsi completamente ponendosi sempre una spanna sopra di me, ovvero: quando io avevo un problema, sapeva come farmi stare bene; a parti invertite mi diceva che io sono un approfittatore disinteressato dei suoi mali.
Quando ci siamo lasciati lei ha scoperto di vivere una situazione di anoressia nervosa e ciò le ha dato parecchi problemi. Quando ad un tratto nel mese di maggio, rivedendoci in palestra lei mi dà un bacio: mi scombussola. Mi torna una voglia matta di lei, la quale però si comporta con me facendomi male e provocando una serie di paranoie enormi su chi avesse sentito in questo mese, con chi fosse stata, etc. Da settimane ormai io e lei usciamo e a tratti litighiamo, facendo sesso per la prima volta in due anni e nelle nostre vite. Proseguendo infatti le mie paranoie crescevano, non avendo un rapporto come quello precedente, ovvero un nido tutto nostro isolato dal mondo. Io per necessità ho dovuto cercare persone a cui dire le mie paranoie e i miei problemi, svegliandomi perennemente con zero voglia di affrontare la giornata, passata a pensare ossessivamente e facendo scelte con lei molto opinabili senza alcun controllo, tra cui anche molte scenate di gelosia. In tutto questo io ieri mi sono baciato con un'altra. Ma tornando lei ho allontanato questa amica che voleva solo divertirsi, per paura di stare solo. Ora sono confusissimo e senza identità.
[#1]
Gentile ragazzo,
il difficile rapporto con il papà, dal quale un bimbo si aspetta sempre amore e comprensione come è giusto che sia, potrebbe aver determinato in te il disagio che descrivi.
Ora, che sei un giovane adulto, hai l'opportunità di liberarti da tutto ciò affrontando le attuali difficoltà relazionali.
Ad esempio, questa:
"Ciò mi ha portato fondamentalmente a comportarmi in maniera iperamorevole con la mia ragazza con cui sono stato fidanzato per due anni fino a qualche mese fa. Ci siamo lasciati ad aprile perché il mio perenne senso di colpa mi ottenebrava la vista..."
Può capitare che le persone che hanno vissuto una storia come la tua siano poi propense ad essere iperaccudenti e a mettere in secondo piano i propri bisogni.
Una consulenza psicologica diretta è opportuna.
Cordiali saluti,
il difficile rapporto con il papà, dal quale un bimbo si aspetta sempre amore e comprensione come è giusto che sia, potrebbe aver determinato in te il disagio che descrivi.
Ora, che sei un giovane adulto, hai l'opportunità di liberarti da tutto ciò affrontando le attuali difficoltà relazionali.
Ad esempio, questa:
"Ciò mi ha portato fondamentalmente a comportarmi in maniera iperamorevole con la mia ragazza con cui sono stato fidanzato per due anni fino a qualche mese fa. Ci siamo lasciati ad aprile perché il mio perenne senso di colpa mi ottenebrava la vista..."
Può capitare che le persone che hanno vissuto una storia come la tua siano poi propense ad essere iperaccudenti e a mettere in secondo piano i propri bisogni.
Una consulenza psicologica diretta è opportuna.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 748 visite dal 30/05/2018.
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