Il mio problema fosse più consigliato una terapia cognitivo-comportamentale

Salve, brevemente cerco di spiegare la mia situazione. Da molti anni soffro di crisi d'ansia, ma negli ultimi tre anni si è tutto aggravato perché ho lasciato l'università, mi hanno abbandonato tutti e quindi non ho un minimo di vita sociale. In pratica, esco solo da sola o con la mia famiglia, ma con estremi limiti sia perché ho una forte agorafobia, sia perché la mia famiglia non può accompagnarmi in lunghi spostamenti o viaggi o nella città dove studiavo. Questa situazione mi ha portato a non avere nessun titolo di studio e nessuna esperienza lavorativa a 25 anni e, di conseguenza, non posso guardare negli occhi nessuno e rischio di svenire davanti a chiunque per la forte umiliazione. Ora, da diversi mesi un medico psichiatra-psicanalista mi ha prescritto il Seropram 12 gocce. All'inizio andava meglio, ma poi non vedevo più i risultati. Mi ha consigliato di affiancare un percorso di psicoterapia e sono intenzionata a intraprendendo, ma mi sono sorti dei dubbi e delle paure per le quali vorrei delle delucidazioni e consigli. Mi ha indicato una psicoterapeuta della scuola di analisi reichiana. Mi sono un po' documentata su internet e non nego che questo tipo di psicanalisi mi abbia spaventato. Credevo che per il mio problema fosse più consigliato una terapia cognitivo-comportamentale. Vorrei sapere cosa ne pensate a riguardo. Non vorrei che il metodo reichiano mi spaventasse e diventasse un'ulteriore fonte di preoccupazione. So che come scuola di pensiero ricollega tutto alla vita intrauterina ecc (chiedo scusa per la semplificazione), io preferirei qualcosa che mi aiuti ad affrontare pian piano le situazioni difficili, che mi possa accompagnare nel riprendere una vita normale fatta di studio o lavoro, mezzi pubblici, autonomia, indipendenza, libera da paure immotivate.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile ragazza,

Non posso non dirle che lei ha pensato bene riguardo la terapia cognitivo comportamentale. È oltre ogni ragionevole dubbio scientifico la terapia che, insieme alla breve strategica, rappresenta il gold standard nella cura dei malesseri ansiosi e dell’umore. Non lo dico io, ne miei colleghi cognitivisti ma è internazionalmente riconosciuta come descritto.
Le suggerisco di parlarne con lo psichiatra che le ha fatto la prescrizione farmacologica e trovare un accordo. Gli esprima gli stessi dubbi che ha espresso qui e arriverete ad un compromesso che sia utile al suo percorso terapeutico.

In bocca al lupo!

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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Utente
Utente
La ringrazio molto della sua risposta. Lo psichiatra che mi ha dato la terapia farmacologica è lui stesso di scuola reichiana, quindi ho un po' di vergogna ad esporgli questo dubbio. Però cercherò di risolvere questa questione.
La terapia cognitivo comportamentale viene consigliata anche nei casi più gravi? Perché io temo che la mia situazione si sia aggravata troppo e sia troppo tardi per poter fare qualcosa.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Non è mai troppo tardi per un intervento psicoterapico mirato a consentire ad una persona una migliore qualità di vita.

“La terapia cognitivo comportamentale viene consigliata anche nei casi più gravi?”. La TCC è riconosciuta SEMPRE come efficace.

Le faccio un esempio: esistono specifiche tecniche terapeutiche anche per trattare eventuali resistenze alla terapia stessa. Più di questo...

Però lei intanto non corra troppo con il pensiero ad immaginare scenari di incurabilità anche se catastrofizzare rimuginando su futuri oscuri ora è verosimilmente un sintomo stesso dell’ansia. Ma vada per tappe con pazienza e complianza alle terapie. Pensi piuttosto che il fatto che si sia messa all’opera, già rappresenta l’inizio della soluzione.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Adesso che ci penso.... la sua provincia la conosco molto bene ed è veramente ricca di colleghi CBT estremamente in gamba
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