Rapporti sessuali

Convivo con il mio fidanzato da 1 anno e mezzo e abbiamo un bambino meraviglioso di 3 mesi. Siamo felici e innamorati non litighiamo mai ma io ho un blocco e non riesco ad avere rapporti sessuali con lui di nessun tipo. La mia vita sessuale si dovrebbe fermare ai baci e agli abbracci, oltre mi sento come in trappola. È terribile la sensazione che provo quando mi obbligo ad accontentarlo (e capita davvero rare volte di farlo). Lui non si accorge che durante quei pochi rapporti sessuali (parliamo di 2/3 al mese) o mi viene da piangere o guardo nostro figlio nella speranza che si svegli e con la scusa di allattarlo si interrompa così il rapporto. Non so più cosa fare mi sento in colpa da morire verso di lui ma ogni volta mi sento costretta come se fosse una violenza nonostante lui non sia mai stato una persona violenta, anzi tutt'altro! Questo problema esisteva già prima della gravidanza ma in forma più lieve ora invece è peggiorata drasticamente... Prima non avevo voglia ma durante il rapporto mi veniva ora invece durante il rapporto sto male fino a quando non finisce. A lui non riesco nemmeno a dirglielo per la vergogna che provo e questa è la prima volta che affronto il problema.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile signora,

Lei non ha mai parlato neppure col ginecologo di questo disagio? Da quanto tempo ha questa sensazione molto spiacevole? Ha provato a capire a cosa potrebbe essere dovuto, dal momento che Lei da una parte dice di stare benissimo con il Suo compagno, ma di non aver mai avuto tanta voglia neppure prima?
Che cosa intende con il fatto che prima non aveva tanta voglia ma poi questa voglia la sentiva? Glielo chiedo perchè a volte abbiamo delle idee poco corrette sulla sessualità, su come dovrebbe essere, su che cosa si dovrebbe sentire, ecc...
Il Suo compagno non si rende conto di questo disagio.
Le non gliene vuole parlare per paura di ferirlo?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Non so bene da quanto ho questo disagio.. È da prima della gravidanza quindi sarà almeno un anno.
Ai primi segnali ho notato una mancanza di desiderio da parte mia però durante i preliminari il senso di disagio svaniva e provavo piacere, mentre ora oltre al disagio c'è proprio la mancanza di piacere in tutto e per tutto.
Al ginecologo non ne ho parlato perché lui è sempre con me quando vado a fare le visite quindi non ho modo di confidarmi con il dottore. Al mio compagno non riesco a dirglielo perché mi sento in colpa verso di lui che non mi fa mancare niente e mi accontenta in tutto. Come posso ferirlo dicendogli che i rapporti sessuali con lui li vivo come un trauma?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Al ginecologo non ne ho parlato perché lui è sempre con me quando vado a fare le visite quindi non ho modo di confidarmi con il dottore."

Come mai non ci va da sola dal medico?
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Utente
Utente
È per abitudine, siamo sempre andati insieme e l'idea di essere visitata da sola mi mette soggezione mentre se c'è lui sono più tranquilla. E poi anche lui preferisce esserci e prende dei permessi al lavoro apposta
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Come pensa di poter parlare con uno psicologo liberamente?
Non è assecondando il partner che potrà risolvere un problema del genere. Certamente è importante trovare le parole giuste per poter sollevare il problema e risolverlo.

E' importante parlarne con il ginecologo in prima battuta, e successivamente con uno psicologo psicoterapeuta.

Cordiali saluti,
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Utente
Utente
Non ne ho idea. Forse potrei usare una scusa per dirgli che ho bisogno di rivolgermi ad uno psicologo. Magari accetta e mi fa andare da sola. Altrimenti non saprei non ho il coraggio di affrontarlo direttamente. Non voglio ferirlo e non voglio creare problemi
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

mi perdoni, ma sembra quasi che Lei debba chiedere il permesso per poter fare qualcosa di molto semplice come recarsi dal medico (tra l'altro la relazione medico- paziente non dovrebbe essere condizionata da terze persone, perchè il pz deve essere libero di poter riferire al medico).

E' così o è una mia impressione?
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Utente
Utente
No non è che devo chiedere il permesso ma al mio compagno non nascondo nulla nemmeno la cosa più piccola e stupida e lui è partecipe in tutto quindi se gli dovessi dire "vado dal medico" la sua risposta sarebbe "non ti senti bene? Posso fare qualcosa? Ti porto io" ecco perché è difficile parlarne con qualcuno. In più ci siamo trasferiti nel suo paese di nascita da un anno e io qui non conosco nessuno oltre ai suoi amici e ai suoi parenti quindi non posso nemmeno inventarmi un'uscita con un'amica perché la verità è che io qui amiche non ne ho.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Non è necessario inventare una scusa, ma esprimere serenamente il proprio punto di vista e le proprie necessità.


Cordiali saluti,
[#10]
Utente
Utente
Ma così torniamo al punto di partenza. Non riesco a dirglielo per i sensi di colpa.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Se Lei non riesce a parlare liberamente con Suo marito e neppure a prenotare la visita per poterne parlare con un professionista, come pensa di risolvere?
E non pensa che forse parte del problema sta proprio in questi sensi di colpa e titubanze?
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
"Al mio compagno non riesco a dirglielo perché mi sento in colpa verso di lui che non mi fa mancare niente e mi accontenta in tutto. Come posso ferirlo dicendogli che i rapporti sessuali con lui li vivo come un trauma?"


Gent.le Sig.ra,
i bisogni affettivi non sono capricci e dovrebbe essere Lei la prima a rispettarli, altrimenti è difficile che possa chiedere al suo partner di prenderli in considerazione.
Leggendola ho l'impressione che dopo il trasferimento abbia delegato al suo compagno ogni sua necessità e forse è per questo che non si sente in diritto di parlargliene.
ll primo aspetto da affrontare forse è proprio questo atteggiamento passivo che non le consente di recuperare potere personale.
Credo che considerando la sua difficoltà sia consigliabile un colloquio di coppia con lo psicoterapeuta in modo che possa aiutarla ad esprimere il suo vissuto al suo partner.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#13]
Utente
Utente
Prima di trasferirci io facevo due lavori e mi sono pagata l'Università da sola perché mi è sempre stato insegnato ad essere autosufficiente, ma da quando siamo qui viviamo tranquillamente con il suo stipendio e quindi non essendoci un bisogno economico importante per ora faccio solo la mamma e se mi servono soldi mi basta dirglielo che mi da anche più di quanto ho chiesto, per esempio:" F. Ho visto un completo per L. Che costa 50 euro ma mi piace un sacco" e lui mi da 70 e mi fa tenere il resto. Spesso mi sprona a comprarmi vestiti o scarpe cosa che non fanno molti uomini, però poi se gli chiedo un aiuto "emotivo" tipo lavare i piatti perché il bambino ha pianto tutto il giorno e sono stanca si rifiuta e mi tocca fare da sola o chiedere aiuto alla suocera (già abbastanza invadente di suo).
Il mio cuore mi dice di affrontare tutto ma appena cerco il coraggio di parlargli mi tremano le mani, mi sento che non sono abbastanza forte per affrontare tutto e cado nello sconforto e piango, poi me la faccio passare e torno a fare finta di niente. Non voglio perderlo e non voglio essere una di quelle famiglie che sta insieme perché c'è un bambino, non voglio che mio figlio venga usato come collante
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Il lavoro non dovrebbe essere una solo una scelta di necessità ma un'opportunità di autorealizzazione, naturalmente lei può anche sentirsi realizzata come moglie e madre, tuttavia non essere economicamente indipendente inevitabilmente condiziona almeno in parte il rapporto di coppia perché non siete alla pari.

"appena cerco il coraggio di parlargli mi tremano le mani, mi sento che non sono abbastanza forte per affrontare tutto e cado nello sconforto e piango, poi me la faccio passare e torno a fare finta di niente"

Per questo le ho suggerito di rivolgervi in coppia ad uno psicoterapeuta, è necessario che questa condivisione avvenga all'interno di uno "spazio protetto" facilitati da un interlocutore qualificato che vi aiuti a sperimentare un modo diverso di entrare in relazione.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Cara signora,
la sessualità non è una donazione, ma un’esperienza profonda da condividere con amore, passione, e slancio.

Se lei trasferisce la dimensiome della sessualità nella casa del dovere diventa un compito in classe.

Dovrebbe, unitamente a suo marito e ad un clinico che potrebbe tenervi per mano, trasferire nuovamente la sessualità nella stanza dei giochi.

Dietro il suo diniego, potrebbero esserci svariate problematiche:
dolore sessuale,
Calo Del Desiderio sessuale
mancanza di spazi propri,
dinamiche di potere-sottomissione
scadenti ars amatorie del partner
dinamiche di potere
problemi relativi al dialogo
gestione dei bambini. ..

Potrebbe anche esserci una problematica di anorgasmia, che a inficiato la risposta sessuale.

Siamo on-line, e ci sono decisamente troppe ipotesi da analizzare in sede di consulenza individuale o di coppia.

Se desidera nel mio sito personale, canale YouTube e blog, può trovare davvero tantissimo materiale inerente la problema da lei richiesta.

Auguri per tutto

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it