Male di vivere
Cercherò di essere il più sintetico possibile:
Ho 20 anni, la mia vita da quando ho 11 anni è un inferno, quando i miei si separarono , ho vissuto da solo con una madre alcolizzata (smise di bere quando avevo 4 anni , poi riprese appunto quando ne avevo 11), passavo le giornate ad occuparmi di lei , non andavo a scuola per occuparmi di lei, ormai sapevo riconoscere il giorno in cui tornato a casa dopo scuola l’avrei trovata ubriaca , lo capivo dalla sua faccia la mattina, dal suono dei suoi passi quando al mio ritorno da scuola bussavo alla porta di casa , ogni giorno per 5 anni badavo a lei , a pulire il suo vomito , la sua pipì , le sue feci , e badavo al mio cane ( il quale mi ha dato un immenso aiuto facendomi distrarre con delle passeggiate che volevo non finissero mai) . Successivamente morì mio nonno ( padre di mia madre ) e la situazione da tragica divenne insostenibile, mia madre era fuori di senno, se prima beveva nel fine settimana, dopo la morte di mio nonno inizio a bere ogni giorno ad ogni ora, tornavo a casa e ricevevo insulti, cattiverie, spintoni , e se provavo a nascondergli o buttare le sue bottiglie, quella che chiamavo madre diventava un Diavolo da combattere con tutte le mie forze (psicologicamente....e purtroppo anche fisicamente)...persi un anno di scuola, e così mio padre decise di portarmi via da quell’inferno , mi trasferii in Puglia , mi iscrissi nuovamente al liceo , ma quell’anno anche lo persi ( ero distrutto dalle notizie che i miei parenti Romani mi portavano a riguardo di mia madre, e le poche volte che avevo la testa libera pensavo a divertirmi...non lo facevo da anni..). Dopo essere stato bocciato due volte ci riprovai , rientrai di nuovo al liceo ...mia madre nel frattempo si trasferii in Puglia vicino a me , ma anche qui riprese a bere , e ricominció un altro calvario...Un calvario che smise due anni dopo , ero in terzo liceo , ebbe un incidente mentre guidava in stato di ebbrezza , da lì smise di bere per sempre ...Oggi sono qui , sto finendo il mio 5 anno di liceo, ma il problema è un altro..adesso a stare male sono io , a risentire di tutto il passato sono io, sono senza forze, dopo 4 anni di voti buonissimi, ora in 5 sto solamente nella sufficienza, come se il mio cervello avesse detto BASTA! Non c’è una giusta maniera per descrivere tutto questo,ma io lo chiamo MALE DI VIVERE...Non vedo nulla di bello attorno a me, qualsiasi cosa anche minima diventa terribile nella mia mente,mi sveglio la mattina e non so per cosa stia vivendo,non riesco più a trovare uno stimolo per andare avanti, e anche se le cose stanno andando bene (o perlomeno non male) sento di non appartenere agli altri..Vivo con il costante rimorso di ciò che mi è stato tolto e che non avrò mai,un infanzia,un ricordo bello,una madre che venga a vedermi giocare a pallone,e in un certo senso una vita..Il punto è che,sento di voler farla finita,non so come o quando,ma credo di non essere mai stato così vicino a questo pensiero come Lo sono ora..
Ho 20 anni, la mia vita da quando ho 11 anni è un inferno, quando i miei si separarono , ho vissuto da solo con una madre alcolizzata (smise di bere quando avevo 4 anni , poi riprese appunto quando ne avevo 11), passavo le giornate ad occuparmi di lei , non andavo a scuola per occuparmi di lei, ormai sapevo riconoscere il giorno in cui tornato a casa dopo scuola l’avrei trovata ubriaca , lo capivo dalla sua faccia la mattina, dal suono dei suoi passi quando al mio ritorno da scuola bussavo alla porta di casa , ogni giorno per 5 anni badavo a lei , a pulire il suo vomito , la sua pipì , le sue feci , e badavo al mio cane ( il quale mi ha dato un immenso aiuto facendomi distrarre con delle passeggiate che volevo non finissero mai) . Successivamente morì mio nonno ( padre di mia madre ) e la situazione da tragica divenne insostenibile, mia madre era fuori di senno, se prima beveva nel fine settimana, dopo la morte di mio nonno inizio a bere ogni giorno ad ogni ora, tornavo a casa e ricevevo insulti, cattiverie, spintoni , e se provavo a nascondergli o buttare le sue bottiglie, quella che chiamavo madre diventava un Diavolo da combattere con tutte le mie forze (psicologicamente....e purtroppo anche fisicamente)...persi un anno di scuola, e così mio padre decise di portarmi via da quell’inferno , mi trasferii in Puglia , mi iscrissi nuovamente al liceo , ma quell’anno anche lo persi ( ero distrutto dalle notizie che i miei parenti Romani mi portavano a riguardo di mia madre, e le poche volte che avevo la testa libera pensavo a divertirmi...non lo facevo da anni..). Dopo essere stato bocciato due volte ci riprovai , rientrai di nuovo al liceo ...mia madre nel frattempo si trasferii in Puglia vicino a me , ma anche qui riprese a bere , e ricominció un altro calvario...Un calvario che smise due anni dopo , ero in terzo liceo , ebbe un incidente mentre guidava in stato di ebbrezza , da lì smise di bere per sempre ...Oggi sono qui , sto finendo il mio 5 anno di liceo, ma il problema è un altro..adesso a stare male sono io , a risentire di tutto il passato sono io, sono senza forze, dopo 4 anni di voti buonissimi, ora in 5 sto solamente nella sufficienza, come se il mio cervello avesse detto BASTA! Non c’è una giusta maniera per descrivere tutto questo,ma io lo chiamo MALE DI VIVERE...Non vedo nulla di bello attorno a me, qualsiasi cosa anche minima diventa terribile nella mia mente,mi sveglio la mattina e non so per cosa stia vivendo,non riesco più a trovare uno stimolo per andare avanti, e anche se le cose stanno andando bene (o perlomeno non male) sento di non appartenere agli altri..Vivo con il costante rimorso di ciò che mi è stato tolto e che non avrò mai,un infanzia,un ricordo bello,una madre che venga a vedermi giocare a pallone,e in un certo senso una vita..Il punto è che,sento di voler farla finita,non so come o quando,ma credo di non essere mai stato così vicino a questo pensiero come Lo sono ora..
[#1]
Salve,
mi sembra che "male di vivere" sia una definizione emblematica, che lei riesce a comunicare attraverso la coloritura emotiva intensa del suo racconto. Si è occupato di sua madre, è stato difficile. Avrebbe avuto bisogno di qualcuno che si prendesse cura di lei stesso, ma il suo racconto dice il contrario. Ha dovuto lei badare a sua madre e non solo non ha sentito un sostegno, ma si è trovato anche a ricevere ingiustificati "insulti e cattiverie".
Dice che ha dovuto vivere una responsabilità tutta sulle sue giovani spalle. Deve avere vissuto angoscia, rabbia, paura, solitudine. Non conosco quale sia la situazione attuale. Mi sembra di capire che lei inizialmente vivesse con suo padre, ma poi sua madre è venuta in Puglia, non so se oggi abitiate insieme.
Voglio comunque lasciarle alcune suggestioni in relazione al suo racconto. Innanzitutto ha una capacità narrativa comunicativa e ricca, aprendosi al racconto di sé. Questo non è scontato.
In secondo luogo, sento in lei una forza interiore speciale, perlomeno è un mio vissuto in risposta alle sue parole in questa sede. Senz'altro parla di un grande sconforto in questo momento. Ma sono sicuro che lei potrà affrontare nel modo giusto questo suo male di vivere, è importante. È il suo momento, è necessario che lei abbia uno spazio d'ascolto tutto per sé, abbia una condivisione emotiva, e possa costruire piano piano radici e un senso di appartenenza. Il crollo di questo periodo forse dovevamo aspettarcelo. Ma può rappresentare un nuovo inizio. Con la forza che mostra potrà avere dei ricordi belli dandosi la possibilità di crearli, di viverli. Anno dopo anno, saranno il suo nuovo patrimonio, accanto al suo passato più difficile. Le cose possono cambiare.
Adesso lei è pieno di vissuti emotivamente dolorosi, ma questa non è una condizione permanente e, come le dicevo, sento in lei la forza e la determinazione per ricominciare da capo e rifondare se stesso e la sua vita. È un po' come rinascere nuovamente. D'altronde, in fondo, la vita è un continuo divenire.
Un'ultima cosa, quando dice: "Badavo al mio cane (il quale mi ha dato un immenso aiuto facendomi distrarre con delle passeggiate che volevo non finissero mai)", terrei in seria considerazione questa sua esperienza. Comunica il suo vissuto, non so se sento correttamente, comunica un senso di libertà e di possibilità. E forse il desiderio di affrontare i problemi in un modo diverso, di vivere in un modo diverso. Anche di essere più spensierato e di sentire amore.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
mi sembra che "male di vivere" sia una definizione emblematica, che lei riesce a comunicare attraverso la coloritura emotiva intensa del suo racconto. Si è occupato di sua madre, è stato difficile. Avrebbe avuto bisogno di qualcuno che si prendesse cura di lei stesso, ma il suo racconto dice il contrario. Ha dovuto lei badare a sua madre e non solo non ha sentito un sostegno, ma si è trovato anche a ricevere ingiustificati "insulti e cattiverie".
Dice che ha dovuto vivere una responsabilità tutta sulle sue giovani spalle. Deve avere vissuto angoscia, rabbia, paura, solitudine. Non conosco quale sia la situazione attuale. Mi sembra di capire che lei inizialmente vivesse con suo padre, ma poi sua madre è venuta in Puglia, non so se oggi abitiate insieme.
Voglio comunque lasciarle alcune suggestioni in relazione al suo racconto. Innanzitutto ha una capacità narrativa comunicativa e ricca, aprendosi al racconto di sé. Questo non è scontato.
In secondo luogo, sento in lei una forza interiore speciale, perlomeno è un mio vissuto in risposta alle sue parole in questa sede. Senz'altro parla di un grande sconforto in questo momento. Ma sono sicuro che lei potrà affrontare nel modo giusto questo suo male di vivere, è importante. È il suo momento, è necessario che lei abbia uno spazio d'ascolto tutto per sé, abbia una condivisione emotiva, e possa costruire piano piano radici e un senso di appartenenza. Il crollo di questo periodo forse dovevamo aspettarcelo. Ma può rappresentare un nuovo inizio. Con la forza che mostra potrà avere dei ricordi belli dandosi la possibilità di crearli, di viverli. Anno dopo anno, saranno il suo nuovo patrimonio, accanto al suo passato più difficile. Le cose possono cambiare.
Adesso lei è pieno di vissuti emotivamente dolorosi, ma questa non è una condizione permanente e, come le dicevo, sento in lei la forza e la determinazione per ricominciare da capo e rifondare se stesso e la sua vita. È un po' come rinascere nuovamente. D'altronde, in fondo, la vita è un continuo divenire.
Un'ultima cosa, quando dice: "Badavo al mio cane (il quale mi ha dato un immenso aiuto facendomi distrarre con delle passeggiate che volevo non finissero mai)", terrei in seria considerazione questa sua esperienza. Comunica il suo vissuto, non so se sento correttamente, comunica un senso di libertà e di possibilità. E forse il desiderio di affrontare i problemi in un modo diverso, di vivere in un modo diverso. Anche di essere più spensierato e di sentire amore.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1k visite dal 28/05/2018.
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