Eritrofobia
Salve, mi chiamo Maria e ho 20 anni... Vi scrivo perché non so più che fare e sono disperata. Il mio problema è l' eritrofobia e credo di averla da sempre. Solo chi ne soffre può capire il disagio che si prova ogni qual volta che qualcuno "delicatamente" ti dice e allora inizia questo circolo vizioso, che più cerchi di non arrossire più arrossisci e a quel punto non fai altro che deviare gli sguardi, dire ''non è nulla, lasciatemi in pace'', però ci soffri.. eccome se ci soffri. Vi spiego come si manifesta nel mio caso... Quando ancora frequentavo le medie e i primi due anni delle superiori, il rossore si presentava solo in viso e nel petto, chiazze rosse sparse dappertutto. Adesso invece, oltre che nel petto e in viso, anche nelle braccia, in tutto il collo e nelle spalle. Per arrossire mi basta un complimento, che qualcuno mi fermi per strada per salutarmi, durante i colloqui di lavoro, quando chiedono il mio parere su un argomento X. Arrossisco pure quando sono in intimità con il mio ragazzo e cerco di spegnere sempre la luce... Ma la mia privazione più grande è stata quella di rinunciare all'idea dell'università, proprio perché per me è una grande vergogna e non è una cosa che si può controllare... Dunque ho iniziato a lavorare e seppur lavoro in un'azienda di famiglia, anche quando mi pagano e in questo caso si parla di parenti, divento tutta rossa e partono le risate... ma nessuno può sapere quanto ne soffro. Sono una ragazza molto socievole, per niente timida e mi piace confrontarmi con le persone, ma mi privo e cerco di parlare il meno possibile perchè so che in qualsiasi momento potrei diventare tutta a macchie. Lo scorso anno sono andata da una psicologa, che mi ha aiutata moltissimo, ma capirete che anche questo è un lusso perchè una seduta una volta a settimana è di 50 euro, ma nonostante ciò ho fatto terapia per 3 mesi, ma non vedevo miglioramenti. Giorno dopo giorno, per tutte le mattine e la notte prima di andare a dormire, mi faccio da sola il training autogeno con un audio registrato da lei, ma non funziona... Vi prego di darmi qualche consiglio, perché non ne posso più... non è una cosa grave, però mi impedisce di vivere serenamente. Attendo risposte, grazie.
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Maria, lei è una persona tendenzialmente ansiosa?
la psicologa da cui è stata, che diagnosi le ha fatto?
Su cosa avete lavorato?
Aspetto feedback
la psicologa da cui è stata, che diagnosi le ha fatto?
Su cosa avete lavorato?
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
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Utente
Salve Dr. Pizzoleo
Si, la dottoressa mi disse che oltre che essere una persona molto ansiosa, avevo anche un disturbo ossessivo compulsivo. Tendenzialmente il mio problema nasce dal voler controllare tutto e tutte le situazioni che mi si presentano, il fatto che io arrossisca e quindi non posso controllarla, mi crea molto disagio...
Si, la dottoressa mi disse che oltre che essere una persona molto ansiosa, avevo anche un disturbo ossessivo compulsivo. Tendenzialmente il mio problema nasce dal voler controllare tutto e tutte le situazioni che mi si presentano, il fatto che io arrossisca e quindi non posso controllarla, mi crea molto disagio...
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Ok. Il timore di arrossire porta ad arrossire, e quando ci si rende conto, l’ansia aumenta ancora di più e con essa anche il rossore in volto. Più cerca di controllare il non voler arrossire, più accade. Questo è il circolo vizioso dell’eritrofobia che va “spezzato” con l’aiuto di uno specialista lavorando sulla parte cognitiva (pensieri ed emozioni) e comportamentale.
Avete lavorato per decrementare la sua ansia e quindi ossessioni e tendenza al controllo? Se si, come? Avete utilizzato tecniche e/o strategie? Lo scopo della terapia è stato concordato?
Ps: ovviamente tutto ciò credo che la porti a voler evitare situazioni in cui si prospetta l’ansia di arrossire. Quindi verosimilmente in lei è presente anche tendenze di evitamento e ansia anticipatoria.
Avete lavorato per decrementare la sua ansia e quindi ossessioni e tendenza al controllo? Se si, come? Avete utilizzato tecniche e/o strategie? Lo scopo della terapia è stato concordato?
Ps: ovviamente tutto ciò credo che la porti a voler evitare situazioni in cui si prospetta l’ansia di arrossire. Quindi verosimilmente in lei è presente anche tendenze di evitamento e ansia anticipatoria.
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Utente
Abbiamo fatto diverse tecniche di rilassamento e ne approfittavamo soprattutto quando avevo l'arrossamento per vedere le mie reazioni e non sempre riuscivano. Inoltre mi aveva dato una registrazione del training autogeno che dovevo fare almeno tre volte al giorno e tutt'ora continuo a farlo, ma senza alcun risultato. Facevo anche un diario per farle capire in quali momenti arrossivo, qual era il grado di emozione,eccitazione e quanto era forte la vampata da 1 a 10 in ogni singola occasione. Una cosa che mi sono dimenticata a scrivere è che quando andavo a scuola riuscivo a fare solo un interrogazione al giorno perché stavo male proprio fisicamente, ero stanca e le vene me le sentivo scoppiare.
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Tecniche di rilassamento e training autogeno possono essere proposte come tecniche di mantenimento in una situazione di benessere già acquisito.
In una persona ansiosa, controllante, ossessiva (?), con tendenze all’evitamento e al rimuginio, servono veramente a poco. Questo non per screditare il lavoro della collega ma occorrerebbe fare un passo oltre queste tecniche e ri-avvalersi di una psicoterapia mirata alla gestione dell’ansia attraverso tecniche come ad esempio il disputing sulle sue credenze disfunzionali, la ristrutturazione cognitiva dei pensieri automatici e l’esposizione graduale in vivo. (Li prenda come esempi perché le tecniche e gli scopi sono stabiliti con il terapeuta e sono ad personam)
Vede, il dire: “non è nulla” oppure “lasciatemi in pace”, è una strategia che comprensibilmente lei ha adottato per far fronte all’eritrofobia ma è una strategia, come sicuramente avrà avuto modo di sperimentare, scarsamente produttiva che non solo la porta a mantenere il suo grado di sofferenza ma che non agisce in modo specifico a ridurre l’ansia e quindi la presentazione del sintomo neurovegetativo di quest’ultima (il rossore). Fondamentale è una strategia di evitamento.
Detto ciò, quello che le suggerisco è di rivolgersi ad un collega psicologo psicoterapeuta specialista in psicoterapia cognitivo comportamentale oppure breve strategica (entrambi gli approcci sono riconosciuti come i più validi nella cura dei disagi ansia-correlati). Mica vorrà trascorrere una vita a soffrire quando arrossisce e dopo? Occorre un lavoro ben fatto all’interno di un percorso fondato sull’appropriazione di strategie che le consentano di decrementare l’ansia e quindi, di conseguenza, i rossori. Oltretutto entrambi gli approcci menzionati richiedono tempi moderatamente brevi per stare meglio.
Le allego un link
http://www.stateofmind.it/2015/04/funzioni-psicoterapia-cognitiva/
Stia bene!
In una persona ansiosa, controllante, ossessiva (?), con tendenze all’evitamento e al rimuginio, servono veramente a poco. Questo non per screditare il lavoro della collega ma occorrerebbe fare un passo oltre queste tecniche e ri-avvalersi di una psicoterapia mirata alla gestione dell’ansia attraverso tecniche come ad esempio il disputing sulle sue credenze disfunzionali, la ristrutturazione cognitiva dei pensieri automatici e l’esposizione graduale in vivo. (Li prenda come esempi perché le tecniche e gli scopi sono stabiliti con il terapeuta e sono ad personam)
Vede, il dire: “non è nulla” oppure “lasciatemi in pace”, è una strategia che comprensibilmente lei ha adottato per far fronte all’eritrofobia ma è una strategia, come sicuramente avrà avuto modo di sperimentare, scarsamente produttiva che non solo la porta a mantenere il suo grado di sofferenza ma che non agisce in modo specifico a ridurre l’ansia e quindi la presentazione del sintomo neurovegetativo di quest’ultima (il rossore). Fondamentale è una strategia di evitamento.
Detto ciò, quello che le suggerisco è di rivolgersi ad un collega psicologo psicoterapeuta specialista in psicoterapia cognitivo comportamentale oppure breve strategica (entrambi gli approcci sono riconosciuti come i più validi nella cura dei disagi ansia-correlati). Mica vorrà trascorrere una vita a soffrire quando arrossisce e dopo? Occorre un lavoro ben fatto all’interno di un percorso fondato sull’appropriazione di strategie che le consentano di decrementare l’ansia e quindi, di conseguenza, i rossori. Oltretutto entrambi gli approcci menzionati richiedono tempi moderatamente brevi per stare meglio.
Le allego un link
http://www.stateofmind.it/2015/04/funzioni-psicoterapia-cognitiva/
Stia bene!
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Farmaci? Beta bloccanti? A parte che questo sarebbe di pertinenza medica. Ma mica lei a problemi cardiaci?
Non corra! Capisco la smania di risolvere il problema ma non occorre affannarsi. Gli obiettivi si raggiungono con pazienza e complianza alle terapie. affidarsi a bravi specialisti è il primo passo verso la soluzione. Si faccia aiutare come le ho suggerito!
In bocca al lupo
Non corra! Capisco la smania di risolvere il problema ma non occorre affannarsi. Gli obiettivi si raggiungono con pazienza e complianza alle terapie. affidarsi a bravi specialisti è il primo passo verso la soluzione. Si faccia aiutare come le ho suggerito!
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Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 10k visite dal 28/05/2018.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.