Impossibilità di fare progetti e rapporto difficile con fidanzato

Gentili specialisti,
ho 34 anni e da 1 anno e mezzo sono fidanzata con un ragazzo di quasi 28 anni. Ci conosciamo da anni ma la nostra relazione è iniziata in un secondo momento. Nonostante la più giovane età, lui è un ragazzo serio e intelligente, è una persona affettuosa che mi riempie di premure e attenzioni. Sin dal principio della relazione, eravamo così innamorati da parlare subito di progetti importanti, lui parlò della volontà di sposarmi più avanti, ai suoi genitori. Il problema è che da quel momento si sono poi verificate diverse vicissititudini che hanno portato incertezze. Ci siamo ritrovati senza lavoro e lui ha perso una persona cara mesi fa. Nel tempo, abbiamo provato a fare dei lavoretti, ma le entrate non erano mai abbastanza da permetterci una convivenza. Il problema è per lui, visto che io ho la mia casa. Nel corso dei mesi lui era confuso su cosa fare. Si è parlato prima di un concorso, al quale ha deciso di non partecipare per vari motivi, poi della possibilità di andare a lavorare fuori, ed ora avrebbe la possibilità di essere assunto in un azienda, ma non ci son certezze su quando l'impresa parta. Dunque dice che se il progetto non parte entro poco, ha deciso di riiscriversi all'università per prendersi una qualifica precisa e sperare dopo, in un futuro migliore, sembra convinto di ciò. I suoi ragionamenti non sono sbagliati, penso abbia diritto a realizzarsi, anche se lo ha capito tardi, ma avevamo parlato di progetti importanti insieme, ed ora mi sembra sia tutto passato in secondo piano. Nel frattempo ho trovato lavoro, ma se lui intraprenderà un percorso universitario come quello impegnativo che ha scelto, non potrà certamente lavorare e mantenersi da solo e i suoi non sono disposti a passargli dei soldi per vivere a casa mia. La nostra convivenza verrà dunque rimandata di diversi anni. Lui dice che se lo amo davvero potrei aspettarlo e che lui ha scelto questa qualifica in ottica futura, per poter fare progetti più solidi, ma io ho 34 anni e non ho l'eternità per crearmi una famiglia. Gli ho proposto di scendere a un compromesso, ma dice che non c'è compromesso, perché il compromesso sarebbe che lui rinunci a studiare, e qualora non parta l'attività citata prima, dovrebbe accontentarsi di fare il cameriere ecc. e sarebbe infelice. Non so come muovermi, mi sento molto triste e piango spesso, in questo momento lo vedo inflessibile ed egoista, non capisce la mia necessità di costruire qualcosa con lui e di incominciare almeno una convivenza, non capisce che dilatando così i tempi, mi renderebbe infelice. D'altra parte però, mi sento un'egoista a dissuaderlo dal ricominciare l'università e a spingerlo ad accontentarsi di un lavoro qualunque. Sono dilaniata. Io lo amo e non lo vorrei perdere, ma aspettarlo per troppi anni potrebbe significare condannare me stessa all'infelicità, visto che fare una famiglia è una mia grande ambizione. Non so che decisione prendere e l'ansia mi sta distruggendo. Grazie
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente, la capisco, dal momento che il suo problema oggi è comune a tanti giovani, e tra l'altro molto assennatamente lei valuta la sua età e il suo desiderio di farsi una famiglia. La invito però a considerare SENZA ANSIA la situazione, scindendo il problema nelle sue singole componenti, come suggeriva Cartesio. Ed ecco che cosa troviamo: due giovani si amano, si stimano, vogliono stare insieme... ma perdono di colpo le risorse economiche su cui contavano. L'uomo ricava da questa sconfitta nuovo impulso e vuole costruirsi con lo studio un futuro più solido e appagante; la donna ha già una casa e ha ritrovato un lavoro. La prima domanda è: non basterebbe il suo stipendio, cara utente, a mantenere tutti e due e a pagare gli studi del suo compagno? La seconda domanda è: questi studi non gli permetterebbero di fare intanto qualche lavoro? Tenga conto che oggi delle ottime università telematiche danno una laurea seguendo le videolezioni anche di notte. La terza domanda, più difficile, è quella sulla rigidità dei genitori del suo compagno. Non potrebbero, anche se non possono mantenerlo per intero, almeno pagargli gli studi e aiutarlo a vivere con la donna che ama? Quanti genitori oggi aiutano i figli sposati e con figli, a volte ultraquarantenni! In fondo permettere ad un figlio di sperimentare una vita autonoma è quello che fanno tutti i genitori che mantengono i figli all'università, in altre città e perfino in altre nazioni. Volerselo tenere per forza a casa con la formula: "O ce la fai da solo o resti in famiglia", come se fosse un sedicenne che va tutelato da qualche pericoloso colpo di testa, lascia un po' perplessi. Un tempo i giovani risolvevano la faccenda con la "fuitina", e voi potreste fare l'analogo con una gravidanza... ma che tristezza e quante conseguenze negative in queste soluzioni forzate! Infine, l'ultima domanda: lei è disposta a capire ed assecondare il desiderio del suo compagno di riprendere gli studi? Nello stato d'ansia in cui dice di trovarsi, potrebbe inibirgli una scelta per lui essenziale. Dalle sue parole ricavo l'impressione che lei si senta delusa, nel brusco passaggio dal momento idilliaco dei progetti all'attuale interesse per una costruzione del futuro, come se sentisse la vostra relazione messa in secondo piano. In realtà una relazione vitale è quella che permette ai due partner di espandersi, non quella che li blocca. Per concludere le faccio i più vivi auguri invitandola ancora a non lasciarsi sopraffare dall'ansia ma a cercare con chiarezza una soluzione. Spero che ci scriva ancora.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Gentile dottoressa, grazie per la risposta. Il padre del mio fidanzato sulla questione denaro è severo e inflessibile. Dice di aver già domandato tempo fa a suo padre se fosse disposto a contribuire economicamente qualora venisse a vivere con me, ma lui ha detto no. Il problema in tutto ciò è che il mio fidanzato appoggia suo padre, dicendo che le cose si fanno quando si hanno le possibilità economiche e io ho troppa fretta. Il padre è disposto a pagargli le tasse universitarie ma non a mantenerlo a casa di qualcun altro. C'è da dire che il mio fidanzato non ha la madre e suo padre si appoggia molto a lui per tutto. Suo padre cerca a parer mio, di tenerlo quanto più possibile dentro casa e lui sembra non volerlo affrontare. Se intraprende il corso prescelto (che è molto intenso e per il quale non c'è università online in italia) e vuole laurearsi in tempo, potrà lavorare solo nel fine settimana. Il mio stipendio è basso e potrei contribuire solo in piccola parte. Ho provato a chiedergli di parlare col padre nuovamente e detto che io sono disposta a pagare qualcosa, ma non non vuole sentire e la cosa che mi fa più male e la sua inflessibilità, mi da l'impressione non gli importi nulla. Questa situazione sta facendo naufragare tutto. Tra 3/4 anni io avrò un'età per la quale avere figli potrebbe essere molto difficile. Lo amo e lui dice di amarmi, ma dice che senza investire prima sulla formazione/lavoro non potrà garatire un futuro ne a se stesso ne a me e vede i modi da lui esposti come gli unici attuabili. Lasciarlo e dimenticarlo o aspettarlo? Non so cosa fare.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Vedo profilarsi all'orizzonte un padre poco disponibile a lasciar andare il figlio, ma anche dell'altro: forse da parte del suo compagno c'è un troppo forte spostamento di interessi dal vostro legame alla costruzione di un proprio futuro. Lei sola può dire se ha sentito la vostra intesa diventare meno intensa e i vostri incontri farsi più rari e monotoni. D'altro canto mancano troppi elementi per darle un parere: quanti anni sono necessari per la qualifica universitaria a cui il suo uomo aspira, per esempio; è difficile credere che un ventottenne rinunci per anni a qualunque autonomia e perfino alla donna che ama. Molto diversa è la situazione se la persona che è mancata da poco tempo nella famiglia del suo ragazzo è proprio la madre. Senza un chiarimento su questi punti, è difficile anche suggerire una consulenza di coppia. Se crede, ci scriva ancora. Auguri.
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Gentile dottoressa, scusi il ritardo nella risposta.
Alcuni mesi fa è venuta a mancare la madre del mio fidanzato. Lui non si apre molto, dice che sente che gli manchi un punto di riferimento e che si sente perso. Era molto attaccato alla madre. Il nostro rapporto non va benissimo per le troppe discussioni che c'erano anche prima della scomparsa della madre. Alcune sono relative al futuro, proprio perché lui procede lentamente, non è deciso su cosa fare col lavoro e gli studi, ne parla ma concretizza poco. Da ragazzino i suoi insistettero perché si iscrivesse in una facoltà che a lui non piaceva, sono sempre stati molto protettivi e per certi versi non lo hanno educato all'indipendenza. Quando lasciò l'università, la madre gli disse che pur di non vederlo fare lavori umili lo avrebbe mantenuto lei, con la speranza che riprendesse a studiare. E' una persona molto diligente con forte senso di responsabilità, ma i suoi l'hanno sempre pressato e non l'hanno mai lasciato muovere con le sue gambe. Ha sempre fatto lavoretti da allenatore sportivo, sua grande passione, ma che purtroppo rappresenta anche un problema: è' una persona rigida e inflessibile. Ha un forte interesse sportivo e spesso mi trascura per questo, fa allenamenti pesanti, a volte parte. Questa sua passione era presente sin dall'inizio, ma si è intensificata ancora di più da circa 8 mesi che ha deciso di praticare l'agonismo e questo oltre a portare via del tempo a me, rende difficoltoso fare alcune attività insieme, dalla semplice cena fuori, al dormire insieme, perché segue una dieta rigidissima e ha orari precisi. E' molto abitudinario e spesso ha difficoltà ad adattarsi ad esigenze diverse dalle sue. Il solo dormire fuori casa una notte, sembra destabilizzarlo. Il suo lavoretto partime non lo fa guadagnare tanto, pensava dunque di concretizzare con una laurea triennale questa sua passione. In fase iniziale della relazione doveva esser assunto da una grossa azienda e al tempo avevamo fatto progetti. Essendo saltata questa opportunità ha iniziato a pensare ad altre altro. In questo periodo suo padre gli sta molto addoso. Lo sgrida per sciocchezze e lo fa sentire in colpa se manca da casa. Lui ne ha molto timore, e sembra anche timoroso di cambiare casa e dover modificare le sue abitudini sportive e stile di vita che un'eventuale lavoro fulltime e convivenza comporterebbero. (Queste sono supposizioni mie).
Lui dice di essere innamorato e di fidarmi di lui, che avremo il nostro futuro, che lui ha solo bisogno di un pò di tempo, ma io a volte ho dei dubbi perché pur essendo molto premuroso e attento a modo suo, vedo che le sue passioni vengono prima di tutto. Mi domando che futuro ho con una persona che stenta a decidere cosa fare del suo futuro e che non scende facilmente a compromessi. La sua precedente storia è finita per motivi simili.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente, può darsi che il suo compagno si trovi in uno stato di confusione sul suo futuro e sui suoi affetti determinato dalla grave perdita che lo ha colpito. Cerchi in rete i concetti di ortoressia e di vigoressia: a volte l'attenzione per la propria forma fisica assume un'importanza eccessiva, specie in un periodo di squilibrio di tutti i valori. A lei si offrono, mi pare, due sole possibilità: quella di essere il punto fermo, il riferimento sicuro nella tempesta esistenziale ed affettiva, aspettando che passi e indicando intanto con molta dolcezza e senza ansia le mete desiderabili; oppure troncare il legame, affrontando il dolore della perdita e il dubbio di avere sbagliato. Una terza via potrebbe essere quella più facile, ma anche inopportuna: richieste continue, recriminazioni, rimproveri e ragionamenti ansiosi che non possono avere altro effetto se non quello di logorare la pazienza e l'affetto di tutti e due. Dia a sé stessa mentalmente un termine: un altro anno di pazienza in cui offrire comprensione e tenerezza, come di fronte ad un malato di cui si desidera la guarigione. E se nulla cambia, o le cose addirittura peggiorano, l'addio. Auguri.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile ragazza,
ho letto con attenzione la sua richiesta di consulto e lo scambio avuto con la collega che mi ha preceduta.

Un amore, per essere un amore coraggioso e longevo, deve coniugare i verbi al futuro altrimenti una navigazione a vista porta con sé tutta una serie di problematiche non indifferenti.

È vero che avete difficoltà economica, è vero che lui vuole riprendere gli studi, ma è vero anche che dietro il denaro e dietro gli studi si celano svariati significati simbolici.


Mi sembra di Comprendere che la situazione familiare non aiuti ad effettuare il salto verso l’autonomia, è per autonomia non intendo l’autonomia economica ma quella psichica, ambiti spesso strettamente correlati tra di loro.

Gli ambiti da analizzare sono davvero tanti, disamina fattibile on-line, le suggerisco una consulenza psicologica individuale, anche presso una struttura pubblica, luogo simbolico dove potrà analizzare tutto quello che va ben oltre i soldi il lavoro e le scelte.

Auguri per tutto

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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