Paura del cibo
Buongiorno.
Sono una donna di 35 anni, ex obesa. Sono arrivata al peso di 136 chili nel 2006 dopo un pesante lutto, poi scesa a 120, e ora dall'anno scorso, dopo un intervento di sleeve gastrectomy, peso 56/57 chili.
Ho sempre pesato molto, ho iniziato ad ingrassare all'età di 6 anni a causa di una disfunzione ormonale poi curata, arrivata però ad un punto in cui ormai era difficile anche solo fare due passi.
Fare l'intervento di sleeve mi ha aiutato nel vero senso della parola, ora seguo costantemente una dieta e faccio 2 ore di attività fisica moderatamente intensa al giorno.
Quello che mi affligge è una costante paura di ritornare come prima, di ritornare obesa. Questo pensiero ormai costante nell'ultimo periodo non mi consente di vivere serenamente il cambiamento, tanto da aver paura anche solo di mangiare un quadrato di cioccolato che esula dalla dieta assegnatami. Questa paura a volte mi spinge ad avere un rifiuto totale verso alcuni alimenti, che forse il mio cervello crede "calorici".
So bene che mangiare una fetta di tiramisù ogni tanto non mi farà ritornare come prima, ma i sensi di colpa che mi affliggono dopo averla mangiata e la paura di cui sopra continua a diventare sempre più grande, a volte mi spinge proprio ad esempio ad andare a correre subito dopo aver mangiato qualcosa di diverso (sapendo benissimo che non è quello che brucerò, ma mentalmente mi fa stare bene).
Se non esulo dalla dieta sto bene, a parte qualche calo ipoglicemico dovuto proprio ad una dieta ipocalorica e ipozuccherina.
Cosa posso fare per cercare di iniziare a superare questa "paura"?
A che figura esatta mi devo rivolgere?
Grazie, cordialmente.
Sono una donna di 35 anni, ex obesa. Sono arrivata al peso di 136 chili nel 2006 dopo un pesante lutto, poi scesa a 120, e ora dall'anno scorso, dopo un intervento di sleeve gastrectomy, peso 56/57 chili.
Ho sempre pesato molto, ho iniziato ad ingrassare all'età di 6 anni a causa di una disfunzione ormonale poi curata, arrivata però ad un punto in cui ormai era difficile anche solo fare due passi.
Fare l'intervento di sleeve mi ha aiutato nel vero senso della parola, ora seguo costantemente una dieta e faccio 2 ore di attività fisica moderatamente intensa al giorno.
Quello che mi affligge è una costante paura di ritornare come prima, di ritornare obesa. Questo pensiero ormai costante nell'ultimo periodo non mi consente di vivere serenamente il cambiamento, tanto da aver paura anche solo di mangiare un quadrato di cioccolato che esula dalla dieta assegnatami. Questa paura a volte mi spinge ad avere un rifiuto totale verso alcuni alimenti, che forse il mio cervello crede "calorici".
So bene che mangiare una fetta di tiramisù ogni tanto non mi farà ritornare come prima, ma i sensi di colpa che mi affliggono dopo averla mangiata e la paura di cui sopra continua a diventare sempre più grande, a volte mi spinge proprio ad esempio ad andare a correre subito dopo aver mangiato qualcosa di diverso (sapendo benissimo che non è quello che brucerò, ma mentalmente mi fa stare bene).
Se non esulo dalla dieta sto bene, a parte qualche calo ipoglicemico dovuto proprio ad una dieta ipocalorica e ipozuccherina.
Cosa posso fare per cercare di iniziare a superare questa "paura"?
A che figura esatta mi devo rivolgere?
Grazie, cordialmente.
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"A che figura esatta mi devo rivolgere?"
Gentile Utente,
è sconcertante leggere di situazioni come la sua, in cui non viene per prassi affiancato un "lavoro" psicologico ad interventi così impegnativi. E purtroppo accade spesso, anche in altri contesti, dovendo poi cercare di correre ai ripari con difficoltà e sofferenze che avrebbero potuto essere evitate o limitate.
Se non l'ha ancora fatto, può chiedere direttamente alla struttura da cui è stata seguita dal punto di vista medico se sanno darle indicazioni in merito a psicologi psicoterapeuti che si occupino in particolare di problemi legati al cibo.
In alternativa, nella sua città esiste un Centro Clinico specializzato nelle problematiche alimentari, con un approccio multidisciplinare, a cui può provare a chiedere informazioni.
Saluti cordiali.
Gentile Utente,
è sconcertante leggere di situazioni come la sua, in cui non viene per prassi affiancato un "lavoro" psicologico ad interventi così impegnativi. E purtroppo accade spesso, anche in altri contesti, dovendo poi cercare di correre ai ripari con difficoltà e sofferenze che avrebbero potuto essere evitate o limitate.
Se non l'ha ancora fatto, può chiedere direttamente alla struttura da cui è stata seguita dal punto di vista medico se sanno darle indicazioni in merito a psicologi psicoterapeuti che si occupino in particolare di problemi legati al cibo.
In alternativa, nella sua città esiste un Centro Clinico specializzato nelle problematiche alimentari, con un approccio multidisciplinare, a cui può provare a chiedere informazioni.
Saluti cordiali.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.1k visite dal 27/05/2018.
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